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Autore: Lady Alexandra    26/10/2011    5 recensioni
Ghiaccio. Oscurità. Vuoti crepati all'interno, dove rigagnoli di sangue caldo scorrono così lentamente da riempire solo un decimo delle mie arterie.
Quanto mi resta prima che perda il controllo?
Ho visto coloro che chiami tuoi figli massacrare gli uomini. Succhiare la loro linfa e bere persino il loro midollo. Saziarsi ed avere fame di nuovo. Ricominciare nonostante avessero appena finito.
Mi rifiuto di imitarli, anche se aspetti da oltre un secolo che sia proprio io a rendere giustizia al tuo esecrabile dono d'amore.
Posso intuirlo dal tuo respiro affrettato, quando vieni da me e immergi la bocca nel mio collo. O quando infili le dita gelide fra i capelli, baciandomi le ciocche con la devozione di una pudica vestale. O quando te ne vai stizzita, in una nuvola di vapori, lanciandomi anatemi che somigliano a coltellate imbevute di petrolio e fuoco.
Per questo torno quassù ogni volta che la fame, la sete e l'impazienza grugniscono ferocemente dal mio stomaco.
L'Alaska é la prigione di tutti gli istinti. Grazie alle sue lande desolate ed alle sue fiere passive, sono in grado di equilibrare quel poco di razionalità che mi é rimasta dal giorno in cui ho smesso di essere Edward Anthony Masen....
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Edward e la sua Immortalità.
Ci pensavo dal momento in cui per caso scrissi la prosa "Mia Fosca Signora", resa possente dalla voce di Ivo De Palma che si offrì gentilmente di recitarla e video elaborarla. L'altro giorno mi sono ritrovata a leggere una perla di sangue dedicata ad Edward Cullen. Piccole frasi, acuminate come punteruoli, nate sempre per caso in quei cinque minuti di folle ispirazione.
Abbiamo visto e letto di Edward in tutte le situazioni.
Sappiamo che non voleva essere un vampiro, che ha odiato la sua mostrosità finché l'entrata di Bella nella sua esistenza ha lenito i tormenti, lasciandogli intravedere uno spiraglio di luce nella tenebra.
In Damned Eternity, lo ritroviamo in Alaska, in un punto imprecisato del Midnight Sun, in cui incontra Tanya e potrebbe decidere di affrontare diversamente il proprio Destino. Qui Tanya non c'é perché ho immaginato quella terra gelida come un immenso confessionale.
In compenso c'é lei.
Spero vi piaccia.

Ps: Molti mi chiedono se Eclipse of the Sun avrà dei seguiti. Era stata concepita come una one shot auto conclusiva e tale doveva restare. Ma l'affezione che porto al Midnight Sun che forse non avremo la fortuna di leggere scritto dalla Meyer, mi spinge talvolta a trasgredire me stessa e a dare voce a questo personaggio meraviglioso che nei libri, tralasciando Twilight, non ha avuto lo spazio che a parer mio meritava.  Mi preme dirvi che si tratterrà di pagine di diario non consequenziali perché le scriverò man mano che mi verrà in mente l'idea di argomentare su Edward in una determinata circostanza. Buonanotte...

My Damned Eternity by Lady Aexandra


My Damned Eternity

"In cambio di un bacio che profumi di vana speranza, io ti offro l'Esistenza Eterna.

Non muteranno le tue carni.
Si farà doppia la tua bellezza.
Finché io esisterò, resterai giovane e forte.
Sarò tua Madre. Sarò tuo Padre. Sarò il tuo Principio. Il tuo Osso Nuovo. La tua Velenosa Speziale.
Però rammenta bene, fragile umano: da mio non potrai sfuggire alla Dannazione.
Coloro che oggi avranno la sfortuna di sopravvivere a quest'atroce guerra, saranno spacciati domani.
E tu li osserverai cadere. Uno ad uno, senza poter compiere un solo gesto per salvarli.
Scomparirà la tua generazione. Le lapidi dei tuoi avi se le mangerà la dimenticanza, il tempo piegherà le assi che ora tengono dritta la tua casa e le fondamenta si sbricioleranno.
Nel petto, ti si apriranno vuoti incolmabili. Calanche scoscese dentro le quali i ricordi si accatasteranno disordinatamente, simili a mummie spellicciate da una Morte orrenda.
Ti parrà d'impazzire.
Ti starò accanto quando accadrà, Edward.
E qual'ora il tormento dovesse spingerti a cercare la fine, sappi che non l'otterrai sfracellandoti con le tue stesse mani.
Soltanto io posso ucciderti.
Il che non avverrà. Poiché ai miei mostri, alle mie carogne, ai miei vampiri non rinuncio facilmente. Sono il frutto dei miei baci maledetti. E come tali, li accetto sia nella buona che nella cattiva sorte.
Abbandona il tuo sudario terreno, anima derelitta e lasciati cullare dalle mie Nottate infinite!
Avrai di che pentirtene...e di che gioire."

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Ghiaccio. Oscurità. Vuoti crepati all'interno, dove rigagnoli di sangue caldo scorrono tanto lentamente da riempire solo un decimo delle mie arterie.
Perderò il controllo sulla materia? Sulla mia ragione? Accadrà senza che me ne accorga? O avrò il tempo di comprendere che sto barattando le mie paure per trasformarmi in una creatura potente e tentacolare?
Temo l'ignoto. Quel che non é più e quel che potrebbe essere.
Un tempo, anch'io ho ucciso. E bevuto il sangue sporco dei delinquenti fino ad avere la bocca piena. Credevo che salvare gli innocenti dalle rapine e dai tagliagole bastasse a suggellare il patto d'alleanza fra la mia abominevole condizione e l'inevitabilità degli eventi.
Sbagliavo.
Una notte, dopo aver salvato una giovane coppia da un ladro, lo azzannai al collo e lui mi guardò, nell'ora della morte, come si guarda un proprio simile, un reietto della società, sbucato dal niente per rivendicare il territorio al suo posto.
Fu attraverso l'orrore che lessi in quelle pupille dilatate che capii di essermi trasformato in Bestia mio malgrado e che eliminare i balordi dalla società era solo un passaporto veloce che consentiva alla mia natura di raccattare ciò che bramava, senza pagarne lo scotto.
Mia Dannata Eternità, non voglio che accada di nuovo. Non voglio mutare in feccia adesso che uccidere é diventato troppo facile.
Vedo i tuoi figli gettarsi nella mischia. Divertirsi a massacrare bambini, vecchi, giovani spose, ragazzi nel fiore dell'età, malati di mente. Li vedo succhiare la loro linfa al pari di un animale tenuto a secco da una settimana e bere persino il loro midollo. Li vedo saziarsi ed avere fame di nuovo..
Ricominciare nonostante abbiano appena terminato. Mi rifiuto di imitarli, anche se aspetti da oltre un secolo che in me si completi la mutazione..
Posso intuirlo dal tuo respiro affrettato, quando vieni da me e immergi la bocca nel mio collo. O quando infili le dita gelide fra i capelli, baciandomi le ciocche con la devozione di una pudica vestale. O quando te ne vai stizzita, in una nuvola di vapori, lanciandomi anatemi che somigliano a coltellate imbevute di petrolio e fuoco.
Per questo torno quassù ogni volta che la fame, la sete e l'impazienza grugniscono ferocemente dal mio stomaco.
L'Alaska é la prigione di tutti gli istinti. Grazie alle sue lande desolate ed alle sue fiere passive, sono in grado di equilibrare quel poco di razionalità che mi é rimasta dal giorno in cui ho smesso di essere Edward Anthony Masen.
Riesco a respirare, a liberarmi dalle tue voglie, dai tuoi eccessi sensuali.

- Rassegnati....sono più ostinata della tua mente, amor mio. Io so cosa ti accade. Cosa stimola i tuoi nervi. Cosa rinfocola il tuo corpo….

Ridi maliziosamente e mi avvolgi nelle braccia.
Parte della tua splendida chioma scura cade in avanti, coprendomi interamente una metà del corpo.
Cacciarti sarebbe inutile e la solitudine che agogno é solo un pretesto.
Reclino la testa, nel punto in cui i tuoi pallidi seni formano un guangiale delizioso.
Ti permetto di accarezzarmi.
I tuoi palmi che scivolano sul petto e le unghie che staccano i bottoni della mia camicia mandano il mio cervello in trance. Le sento grattare sui capezzoli di marmo e scendere lungo la gabbia toracica, tra le costole e la pelle doppia.
Ho la consapevolezza che rovisti nei miei centri nervosi, che ti ci vorrà meno di un secondo prima d'individuarla.
Mettimi pure a soqquadro. Se te lo negassi, lo faresti comunque.

- E'un'umana bianca e succosa. Con un paio d’occhi che ricordano il cioccolato fuso ed un involucro di ossa vergini. - valuti dolcemente - Una rarità fra le umane che ti girano intorno e che vorrebbero da te molto di più d’uno sguardo....
Il tuo profumo mi assale. Sai di fiori freschi, di pianure sconfinate ai limiti dell'empireo.
Vorrei che mi baciassi, Mia Dannata Eternità.
Che mi leccassi teneramente, fino a tagliarmi la pelle. Fino a farmi scordare che Lei esiste davvero.
Sfreghi una guancia contro la mia.
Una ciocca dei tuoi capelli bruni mi solletica il lobo.
Reprimo l’eccitazione, come sono abituato a reprimerla da circa un secolo, tranne che nella caccia.
E’strano che da morto recepisca in maniera tanto conturbante i prudori delle cose. Sarebbe stato meglio guadagnare l’insensibilità oltre alla tua mortifera presenza. Esattamente come la natura ha reso inabitabile e silenzioso questo cerchio di stalattiti, scalpellato dalle acque durante l’ultima glaciazione.

- L'hai incrociata sul tuo cammino. Era Destino. Chi può opporsi ad una tale forza? Il Destino é sopra di me. Sopra gli Dèi. Sopra Gea. - Le tue parole sono aghi di siringa, pregni di cocaina liquida. - Devi solamente decidere se sopravvivere lontano da Lei o andarle incontro. Ma sai che ti é impossibile proteggerla dal pericolo che rappresenti...

I tuoi polpastrelli salgono dal petto alla carotide.
Mi sfugge un gemito di piacere e di dolore.
Proprio lì é situato il bozzolo del veleno. Pulsa rumorosamente, sostituendo il mio battito cardiaco.

- Hai la gola riarsa, Edward. L'odore del suo sangue innocente e ricco di proteine é penetrato nelle tue narici, ridestando di colpo le bramosie che per anni ti sei sforzato di trattenere.

- Ho inalato profumi altrettanto gustosi in passato...- le rispondo tranquillamente. - E non ho ceduto alla mia natura mostruosa...

Ridi di nuovo. Il tuo indice ruota attorno al pomo d'adamo. Lo picchietta con delicatezza. - Il suo é un sangue diverso. Ne sei perfettamente cosciente. E'un boccale di vino caldo. Una droga che ti ha già invasato...e che é più potente di qualsiasi allucinogeno. Più radicato di qualsiasi viticcio nel terreno. Più ostico della tua testardaggine...

Ti odio, Mia Dannata Eternità.
Stai giocando con il mio karma debole, modellandolo secondo le tue volontà meschine.
Hai ragione.
Quell'umana bianca e succosa che si aggira nei miei pensieri vale cinque volte il peso dei fantasmi che sguinzagli quando un vampiro tenta di strappare le tue catene.

- Ho cacciato a lungo, oggi. Ho divorato molte bestie del luogo. Ho bevuto litri di sangue pastoso dai loro colli.... - annuncio a voce bassa. Capisco che si tratta di una scusa banale e la frase sfuma nello zufolo di vento gelido, formando una pioggia di diamanti fossilizzati appresso alla neve che rotola da sommità altissime.
Adoro la neve.
E’ bianca. Fragile.
Si scioglie al contatto del mio volto, sul naso, sulle palpebre, formando piccole tracciature di lacrime alle estremità degli occhi.
- E dimmi...i colli di quelle bestie erano ricolmi abbastanza da consentirti di tornare fra gli umani? - Di nuovo sposti le dita. Attorcigli le mie ciocche bronzate fra i tuoi polpastrelli infiniti. - No, vero...?

- Perché me lo chiedi se conosci già la risposta?- Provo ad attaccarla, facendo leva sul mio timbro vocale ma smuoversi dall'apatia nella quale sono crollato è impossibile.

- Perché vorrei che lo ammettessi senza porti il problema. Invece seguiti a girare su te stesso, alla ricerca di una soluzione che non troverai neanche trivellando al cuore la Madre Terra. La voce è uno strumento importante, sia per gli umani che per i vampiri. Cicatrizza le ferite in superficie e previene il corpo dall’auto-lesionamento...

- Noi vampiri siamo distrutti a prescindere! Marci di ferite! E a me va bene che il silenzio lesioni. Gridarti che ti odio cambierebbe il mio Destino? Mi ridarebbe l’umanità che mi hai rubato? Mi aiuterebbe a morire sul serio?
Le tue dita fra i capelli si arrestano. Trattieni il respiro. La tua chioma prende vita e si attorciglia in vaporose spirali scure fra le mie gambe allungate sul crostone di ghiaccio. – Lo vedi? Anche tu preferisci il silenzio quando non ti garbano le mie risposte…

Chiudi il palmo e torci bruscamente alcune delle mie ciocche alla radice.
Dolore: nullo.
- Il passato è immutabile. La tua natura, la mia natura, la natura dei tuoi fratelli non può cambiare. Devi fartene una ragione, amor mio. Siamo legati da un filo conduttore. Dalla Morte Eterna che ci ricicla illimitatamente e ci offre la possibilità di stare su questa terra, di mischiarci agli altri esseri, di assistere alle apocalissi e di restare apparentemente vivi. – Fai una pausa. Riprendi a parlare. Ad accarezzarmi. – Rifletti: se fossi morto allora, oggi saresti polvere. Non l'avresti conosciuta…

Mi irrigidisco.
Conoscerla é stata una disgrazia.
Lei.
La mia piccola umana dalle guance pallide che si arrossano quando la guardo.
Mi ha fatto sentire un mostro nell’attimo in cui si è seduta al mio banco e ci siamo erroneamente guardati negli occhi.
Il suo sangue.
Era zucchero dolce. Impastato di calorie meravigliosamente coagulate.
L’avevo respirata senza accorgermene e nel giro di qualche secondo il mio mostro interiore aveva immaginato per lei una rapida esecuzione.
Sarebbe stata buona da spillare a sorsate. Meglio dei tanti puma della foresta di Forks.
Ricordavo quella cannonata nel petto. Quella sensazione di arsura nelle papille, di brama di possessione.
Mi lecco il labbro.
Era stata una fortuna che fossi riuscito a padroneggiare sulla mia controparte assassina e a scappare dalla città. Lontano mille miglia dall’umana che in un attimo aveva scartavetrato tutta un’esistenza priva di delitti, inculcandomi una ridda di emozioni profane e violente.
Inspiro.
L’aria gelida entra nel naso e sale ai bulbi oculari.

- Pensa a te. Al giorno in cui ti rivedrà. E'ossessionata dal tuo aspetto. Dalla tua aura. E crede di essere la causa del tuo improvviso allontanamento…

- La mia è stata una vigliaccata in piena regola. Sono fuggito come se fosse la peste in persona...

- L’avresti uccisa, rimanendo. E te ne saresti pentito subito dopo.

- Mi biasimi adesso? - Mi piacerebbe scoppiare a riderti in faccia. Ma farlo significherebbe girare la testa ed espormi alla tua bellezza. A tutto ciò che di peggio rappresenti nella mia grama esistenza. - Sii orgogliosa del tuo mostro, Mia Dannata Eternità! Forse ho ancora voglia di ucciderla. Anzi. Non ho dubbi in proposito. Voglio...ucciderla. Finirla con questi denti...con queste luride mani...

Scuoti il capo. - Sarò orgogliosa di te solo quando rifocillerai i bisogni del tuo corpo in piena consapevolezza. Non sono disposta ad assisterti mentre ti logori rimuginando sui misfatti che hai compiuto...

- Ah! E' solo questo. Ti seccherebbe udirmi frignare! Ero certo che la tua pazienza fosse infinita...

- I miei vampiri uccidono in nome della Necessità! Se gli umani non muoiono, loro patiscono la fame. E'la Legge che governa la Giungla. Mangia o sarai mangiato. Bevi o altri prosciugheranno il lago. Niente é assurdo nel Mio Mondo. C'è chi perde e c'é chi vince. Chi si sazia e chi boccheggia! Funziona come per gli umani che tanto ti ostini a difendere...- Alzi il tono di proposito, in modo che la tua voce immortale rintroni nelle stalattiti che ci circondano. Una di loro si stacca alla base e finisce con l'inchiodarsi nel ghiaccio. Era una delle più longeve dell'intera zona. E mi sembra che nell'affondare, lo spirito siderale abbia urlato di disperazione. - Fattene una ragione, Edward. Lei ti si è parata davanti, come un agnello sacrificale. Era scritto che avvenisse! In cent’anni sei rimasto solo, a scrivere i tuoi diari, a crogiolarti nei tormenti e nel tuo passato. A leggere nelle menti degli umani cercando di trovare uno scampolo di salvezza a quella misera parte di te che caparbiamente è avvinta alle debolezze terrene…

Apro gli occhi e contemplo il solco nella tappezzeria congelata, al contrario di te che fingi noncuranza.
Infondo é solo un pezzo di ghiaccio secolare, un polmone della Natura che si amalgamerà al suolo e che mai recupererà la propria postazione originaria...
Confesso. La tua sterilità mi sconcerta.
Se un lupo mi attaccasse, sbrandellandomi, soffriresti al punto da piangere sui miei resti?
Dici di amarmi. Ma quanto conta il tuo amore?
Sei davvero convinta che tornando a Forks potrei controllarmi?
Sfrego i denti e improvvisamente me la ritrovo nella testa, in un'immagine nitida, colma di luce crepuscolare, mentre si morde il labbro inferiore in un tic nervoso.
Lei. Lei. Lei.
So ciò che mi é dato sapere eppure non mi basta.
Mi fanno avvampare i rimasugli di quel viso pallido che sono registrati nella memoria e che s'intervallano consequenzialmente come le foto di un album digitale.
Uno scatto.
Due scatti.
Micro momenti diversi di noi, girati nell'aula di biologia piena di studenti abitudinari e cervelli frenetici.

Mia Dannata Eternità. Ero convinto di odiarti a sufficienza da non avere altre creature da odiare.
Odio Bella Swan, più di te. Mi fa rabbia che ci sia. Mi duole sentirla tanto viva e tanto calda.
So che indipendentemente dal fatto che rimanga in Alaska o che rientri a Forks, la cercherò ovunque si posi il suo fiato e che impazzirò nuovamente, dopo essere impazzito in questo secolo di tenebre vischiose.


  
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