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Autore: _YouKnowWho_    26/10/2011    4 recensioni
Storia di Fred e George durante la battaglia di Hogwarts.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era il primo di maggio. Una giornata calda era quasi giunta al termine. Fred, George e Ginny stavano in salotto, i primi a giocare a scacchi, l’altra a guardare e a rigirarsi tra le mani un vecchio galeone. Erano stanchi in quei giorni, ma non perché lavorassero tanto, bensì perché erano giorni che non facevano che stare chiusi in casa. Fred e George non potevano lavorare, ora che i mangiamorte avevano scoperto che loro fratello, Ron, era in viaggio con l’Indesiderabile Numero Uno, Harry. Avevano cercato in un primo tempo di gestire alcuni ordini via gufo dalla casa della loro zia, Muriel, ma ben presto gli ordini finirono. Le missioni per l’Ordine li avevano tenuti impegnati una settimana, ma tornati non ricevettero altri incarichi. Così dedicarono molto tempo a nuove invenzioni o giocavano insieme alla sorella, che, dopo le vacanze di Pasqua non era tornata a Hogwarts. Quel giorno il loro padre era in missione per l’Ordine, mentre la loro madre era in cucina con zia Muriel. Proprio mentre il cavallo di Fred veniva mangiato dalla regina si sentì bussare alla porta. Subito dalla cucina arrivarono zia Muriel e la signora Weasley, che si diresse alla porta.
«Chi è?» chiese.
«Sono io Kingsley!» rispose una voce profonda da dietro la porta. «Membro dell’Ordine della Fenice sono in compagnia di Remus John Lupin, lupo mannaro, e di Lee Jordan, amico dei tuoi figli, e insieme siamo i fondatori di Radio Potter, con i nomi di Royal io, Romulus Remus e River Lee…»
La signora Weasley aprì di scatto la porta e accolse a braccia aperte i nuovi arrivati. Lee andò subito a salutare i suoi migliori amici, Fred e George, e, dopo i saluti, disse frenetico: «Notizia dell’ultima ora! Harry, Ron e Hermione sono penetrati alla Gringott!»
I Weasley rimasero impietriti. La signora Weasley emise un grido.
«Cosa?!?» chiese incredula.
Fred e George si guardarono con un ghigno. Ginny si girò di scatto chiudendo il pugno sulla moneta.
«Si. Sono penetrati alla Gringott, ma non è tutto!» intervenne Lupin, mentre la signora Weasley assumeva un’espressione ancora più spaventata. «Sono fuggiti a dorso di un drago!».
Fred e George iniziarono a saltare. Anche loro erano stati spaventati per la sorte che poteva essere accaduta al fratello. Certo gli avevano sempre reso la vita un po’ difficile, ma in fondo gli volevano bene. La signora Weasley tirò un sospiro, l’espressione tesa di Ginny si rilassò e zia Muriel disse: «Che sconsiderati!».
Kingsley, allora, si avvicinò al tavolo si sedette.
«Non sappiamo perché lo abbiano fatto» disse con la sua solita voce profonda e stanca.
«Si! Ma immaginati Tu-sai-chi quando saprà che gli è scappato di nuovo…» s’intromise Fred euforico.
«… E con classe aggiungerei!» disse George.
«Non ne sarà contento di certo!» finì Fred, guardando il gemello con uno sguardo d’intesa.
Calò un attimo di silenzio, se non tra Fred, George e Lee che stavano parlando dell’accaduto, quando un certo odore di bruciato giunse dalla cucina.
«La cena!!» urlò la signora Weasley, alzandosi e correndo verso la cucina.
Nello stesso momento ci fu un altro urlo. Tutti i presenti si girarono verso Ginny, che teneva ancora in mano quel vecchio Galeone, che le saltò di mano, come se si fosse scottata. George capì subito, e si chinò per prenderlo e avvicinarlo agli occhi per leggere ciò che doveva essere il numero del folletto che aveva coniato la moneta.
«C’è Harry, combattiamo, Testa di Porco, ora» sussurrò.
«Cosa è successo?» chiese la signora Weasley arrivata dalla cucina.
«C’è Harry, combattiamo, Testa di Porco, ora» disse George, questa volta a voce alta.
Fred lo raggiunse e prese il Galeone dalla mano del gemello. Poi guardò Ginny.
«E così che parliamo io, Neville e Luna» spiegò la ragazza.
Fred la guardò con un sorriso smagliante e ammirò: «Geniale!»
«Allora che facciamo?» disse George rivolgendosi ai presenti. Ma dalle espressioni del loro volto capì che solo lui, Ginny, Fred e Lee avevano capito cosa era successo.
«Questo Galeone è finto!» iniziò a spiegare George. «E’ intriso dall’incantesimo Proteus, fatto da Hermione, così quando una persona voleva mandare un messaggio i numeri che indicano il folletto che li ha coniati diventavano frasi o numeri. Lo utilizzavamo noi dell’ES per sapere gli orari delle lezioni».
«E ora io mi tengo in contatto con Neville e Luna. Ho chiesto loro di farmi sapere se Harry, Ron e Hermione arrivavano a Hogwarts. Devono essere lì» disse Ginny.
«Su che aspettiamo?!» chiese Fred, mentre si alzava e andava verso il camino e prendendo una scatolina posata sopra esso.
L’aprì e ne prese una manciata di polvere. Poi presa la bacchetta accese un fuoco. George, Lee e Ginny lo raggiunsero subito. Gli altri presenti erano rimasti fermi.
«Voi ditelo agli altri membri dell’Ordine mentre noi andiamo. Poi raggiungeteci» continuò Fred e buttò la polvere nel camino.
Le fiamme da rosse divennero verdi. I quattro ragazzi entrarono nel camino e prima che qualcuno potesse fermarli gridarono «Alla Testa di Porco». Il salotto di zia Muriel scomparve dalla loro vista, con la signora Weasley che si avvicinava di corsa al camino per bloccarli, Remus e Kingsley che mandavano patroni. Presto si ritrovarono in un turbinio di polvere e cenere. Chiusero la bocca e gli occhi. Erano stretti, ma arrivò il momento in cui si divisero, cadendo a terra. Quando aprirono gli occhi si trovarono in una stanza poco illuminata. Davanti a loro un anziano che li guardava con sguardo interrogativo.
«Cosa ci fate qui?» chiese.
«Siamo alla Testa di Porco, vero? Neville mi ha mandata a chiamare. Stanno organizzando una guerra?» domandò Ginny, che si era ripresa dalla sorpresa e ora non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici.
Fred, George e Lee erano euforici. Finalmente avrebbero combattuto.
«Si, siete alla Testa di Porco e io sono Aberforth. Neville mi ha detto che stava arrivando qualcuno. E…» ma s’interruppe perché il camino si era riacceso e dopo un po’ comparve Cho Chang.
«Anche voi avete ricevuto il messaggio?» chiese.
«Si» rispose Fred. «Ma dove dobbiamo andare?».
Si guardò intorno e vide un dipinto sul camino, che raffigurava una giovane ragazza. Guardandolo attentamente sembrava semichiuso. Si avvicinò e lo aprì. Quel quadro rivelava un passaggio segreto.
«Dovete attraversarlo e vi troverete dagli altri».
«Quindi esiste un altro passaggio per arrivare a scuola!» disse Fred con uno scintillio negli occhi.
«Questo non si era mai aperto, se non quando è arrivato Neville. Nessuno sa della sua esistenza» rispose Aberforth.
«Che aspettiamo?!» chiese George, aiutando la sorella a salire nel passaggio. Poi la seguì e alle sue spalle Fred e Lee fecero lo stesso. Poi fu il turno di Cho. Dietro di loro sentirono la voce di Aberforth, arrabbiato, che diceva di voler andare a letto, accompagnato da altre voci di altre persone. Fred iniziò a ridere.
«Non credo che andrà a letto!» ridacchiò.
Seguì un momento di silenzio durante il quale percorsero uno stretto passaggio. Quando finalmente arrivarono davanti ad una porta sentirono una moltitudine di voci e sopra le altre quella di Ron.
«.. è per liberarvi da Voi-Sapete-Chi..» stava dicendo.
«Allora lasciate che vi aiutiamo! Vogliamo partecipare» gridò Neville.
I ragazzi spinsero allora la porta e uscirono dal passaggio.
«Aberforth è un filino seccato! Vorrebbe andare a dormire e il suo pub è diventato una stazione ferroviaria» annunciò Fred con un sorriso e alzando la mano per rispondere ai saluti.
«Ho ricevuto il messaggio» disse Cho, mostrando il suo Galeone.
«Allora qual è il piano, Harry?» chiese George, impaziente.
«Non c'è un piano» disse Harry.
«Improvvisiamo, allora? È il mio piano preferito» dichiarò Fred.
«Devi smetterla!» urlò Harry, rivolto a Neville. «Perché li hai richiamati tutti? È folle...»
«Per combattere, no?» rispose Dean Thomas, che i gemelli avevano appena visto. «Il       messaggio diceva che Harry era tornato e che avremmo combattuto! Dovrò procurarmi una bacchetta, però».
Detto ciò Harry si girò a parlare a bassa voce con Ron e Hermione.
Tutt’attorno i presenti iniziarono a parlare, a salutare i propri amici e alcuni, come Fred e George, a fare battute per rallegrare la situazione.
Tutti all’improvviso tacquero. Harry si era  rigirato.
«Va bene. D’accordo» disse. «Dobbiamo trovare una cosa. Una cosa che ci aiuterà a sconfiggere Voi-Sapete-Chi. E’ a Hogwarts, ma non sappiamo dove. Forse apparteneva a Corvonero. Qualcuno ha sentito parlare di un oggetto del genere? Qualcuno ha mai visto qualcosa con il corvo inciso sopra, per esempio?»
Fred e George, guardarono il gruppo di Corvonero e la prima a rispondere fu Luna.  «Be', c'è il suo diadema perduto. Te ne ho parlato, ricordi, Harry? Il diadema perduto di Corvonero?Papà sta cercando di riprodurlo» disse la ragazza, poggiata sul bracciolo della poltrona accanto a loro.
«Sì, ma il diadema perduto» ribatté Michael Corner. «E’ perduto, Luna. È questo il punto».
«Beh, ecco Capitan Ovvio» disse George.
«Quando è stato perduto?» riprese Harry, ignorando il commento di George.
«Secoli fa, pare. Il professor Vitious dice che il diadema sparì con Priscilla Corvonero.    L’hanno cercato, ma nessuno ne ha mai saputo più nulla» disse Cho.
«Vero?» chiese rivolta ai suoi compagni di Corvonero, i quali annuirono.
«Scusate, ma cos'è di preciso un diadema?» domandò Ron.
«È una specie di corona» spiegò Terry Steeval. «Si dice che quello di Corvonero avesse proprietà magiche, accresceva la sapienza di chi lo indossava».
«Sì, i sifoni di Gorgosprizzo di papà...» iniziò Luna, accanto a Fred. «E nessuno di voi ha mai visto qualcosa che gli assomigli?» la interruppe Harry. Scossero tutti il capo. Si guardarono intorno cercando di concentrarsi, ma niente. «Se vuoi sapere che aspetto si pensa che avesse il diadema, posso portarti su nella nostra sala  comune e mostrartelo, Harry. La statua di Priscilla Corvonero lo indossa» riprese Cho. George si girò di scatto verso Ginny ridacchiando per vedere la sua reazione alla proposta di Cho.  La sorella stava parlando con Luna. «Sentite, so che non è un granché, ma vado a vedere questa statua, almeno scoprirò com'è fatto il diadema. Voi aspettatemi qui e proteggetevi, sì, insomma... a vicenda» disse Harry. Ma Ginny intervenne con una certa energia: «No, sarà Luna ad accompagnare Harry, ti va, Luna?». «Oooh, sì, volentieri» rispose Luna allegra avvicinandosi a Harry. I due vennero guidati fuori da  Neville. Usciti si levò un forte mormorio. I ragazzi andavano a salutare i loro amici, si raccontavano eventi, parlavano dell’accaduto. E così anche Ron e Hermione si avvicinarono agli altri Weasley. Proprio mentre Fred diceva: «Gelosetta la nostra sorellina» ridendo a crepapelle con George.
«E anche se fosse?» rispose Ginny.
«Ron! Hermione!» disse poi andando in contro al fratello e abbracciandolo.  
Anche Fred e George si alzarono raggiungendo il fratello e la sorella e aggiungendosi all’abbraccio. Erano di nuovo insieme e in quel momento questo contava più di tutto. Staccatosi dall’abbraccio George chiese al fratello: «Allora, cosa ci racconti?»
Ron si diresse alla poltrona, iniziando a raccontare le loro avventure. Arrivato al periodo durante il quale lui non era stato con Harry e Hermione, la ragazza lo aiutò e arrivarono presto all’ultima parte del viaggio che li vedeva scappare dalla Gringott sul dorso di un drago.
In quel momento il passaggio dalla Testa di Porco si riaprì e ne uscirono Angelina, Oliver, Katie e Alicia.
 «Ciao ragazzi!» salutò Fred, raggiante, rivolto ai nuovi arrivati.
«Ricevuto il messaggio?» chiese George andando a salutare i vecchi amici.
«Ron!» un urlo proveniente dall’altra parte delle stanza li fece girare.
La signora Weasley correva verso il figlio per abbracciarlo.
«Mamma, mamma! Mi stai soffocando!»
«Oh caro, scusami. Mi sei mancato» disse la signora Weasley sciogliendo l’abbraccio. «E voi tre» aggiunse rivolta a Fred, George e Ginny, «potevate pure aspettarci!»
Dietro di lei si avvicinò il signor Weasley che andò ad abbracciare il figlio e salutò Hermione, seguito da Bill, Fleur, Kingsley e Remus.
«Ma dov’è Harry?» chiese la signora Weasley.
«E’ andato a “controllare una cosa”, mamma» disse Fred.
«Ma…» aveva iniziato la signora Weasley, quando si udì un trambusto. «Chissà cosa sta succedendo!»
Improvvisamente la porta della Stanza delle necessità, stipata per i nuovi arrivati, si aprì e entrarono Harry e Luna.
«Co…?» Harry era rimasto sorpreso da tutta quella folla.
«Harry, cosa succede?» chiese Remus, avvicinandosi al ragazzo.
«Voldemort sta arrivando, stanno barricando la scuola… Piton è fuggito… cosa ci fate qui? Come avete fatto a saperlo?»
«Abbiamo mandato dei messaggi al resto dell’Esercito di Silente» iniziò Fred. «non potevano perdersi il divertimento, Harry, e l’ES l’ha fatto sapere all’Ordine della Fenice e c’è stato un po’ di effetto valanga» concluse Fred con un sorriso.
«Che si fa, Harry?» domandò George. «Cosa succede?»
Attorno a loro si era formato un gruppo di persone che stavano con le orecchie allungate, in attesa di sapere cosa avrebbero dovuto fare.
«Stanno facendo evacuare i ragazzi più piccoli, l’appuntamento è in Sala Grande per organizzarsi. Si combatte!» spiegò Harry.
«Siii!» esultarono i gemelli, mentre le persone attorno a loro si dirigevano verso la porta per raggiungere la Sala Grande.
Accanto a loro Ron e Hermione stavano parlando, a bassa voce, e George riuscì a comprendere poche parole. Stavano parlando di un bagno. Ben presto si unirono alla folla che usciva. Nella Stanza rimasero solo i Weasley, Remus e Harry.
«… Non puoi rimanere qui Ginny! Sei minorenne! Non lo permetterò, i ragazzi sì, ma tu, tu devi tornare a casa!» disse la signora Weasley, vietando alla figlia di rimanere.
«No! Assolutamente no! Sono nell’Esercito di Silente!» ribatté Ginny, supportata da Fred e George.
«L’Esercito di Silente, l’Esercito di Silente!» riprese la signora Weasley. «Una banda di ragazzini…»
«Una banda di ragazzini che sta per sfidarlo, cosa che nessun altro ha osato fare!» la interruppe Fred.
«Ha sedici anni! Non è abbastanza grande!» gridò la signor Weasley opponendosi con tutta se stessa. «Come vi è saltato in mente a voi due, di portarvela dietro..?» aggiunse, furiosa, rivolta ai gemelli.
Questi abbassarono lo sguardo. Subito dopo, però, lo alzarono. Erano anche loro preoccupati per la sorella, non riuscivano ad immaginarsi cosa sarebbe potuto accaderle in battaglia, ma non sarebbero stati loro a fermarla. Lei aveva tutto il diritto di partecipare.
«La mamma ha ragione, Ginny. Non puoi. Tutti i minorenni devono andarsene» s’intromise Bill, cercando di far ragionare la sorella.
Ginny, però, non voleva sentire ragioni.
«Non posso tornare a casa! Tutta la mia famiglia è qui, non posso star da sola ad aspettare, senza sapere, e sapere come va a finire!» disse Ginny con le lacrime agli occhi.
Fred e George non riuscivano a vedere così la loro sorellina e si sforzarono di trovare un modo per farla rimanere. Rimasero in silenzio e Ginny non vedendoli reagire, né loro, né Harry disse: «Bene, vi saluto! E…» direttasi al passaggio andò a sbattere contro qualcuno.
George e Fred non credevano ai loro occhi. Davanti a loro era arrivato Percy.
«Sono in ritardo? E già cominciato? L’ho saputo solo ora e…» iniziò a dire il ragazzo, bloccandosi di colpo quando si rese conto di avere davanti tutta la sua famiglia. La tensione era palpabile. George sentì Fleur chiedere a Remus di Teddy e questo rispondergli. Fred guardava il fratello maggiore, in attesa che questo dicesse qualcosa.
«Sono stato uno scemo! Un idiota, un imbecille tronfio, sono stato un… un… » urlò Percy, ammettendo di aver sbagliato.
Fred s’intromise con un ghigno: «Un deficiente schiavo del Ministero, rinnegato e avido di potere!» propose.
Vide Percy assentire con un «Si» sussurrato.
«Beh» disse Fred avvicinandosi al fratello e porgendogli la mano. «Non avresti potuto dirlo meglio di così».
Percy prese la mano del fratello, ma questo fu scansato da parte cadendo a terra. La signora Weasley era corsa ad abbracciare il figlio e così il signor Weasley.
«Che cos’è che ti ha fatto tornare in te, Perce?» chiese George, curioso, mentre aiutava Fred ad alzarsi.
«Era un po’ di tempo che ci pensavo, ma dovevo trovare un modo di venir via e non è facile al Ministero, sbattono in prigione traditori uno dopo l’altro. Sono riuscito a mettermi in contatto con Aberforth e dieci minuti fa mi ha fatto sapere che Hogwarts stava per dare battaglia, e così sono tornato».
George vede una lacrima scendere dagli occhi di Perce e questi se la asciugò con il mantello.
«Beh, ci aspettiamo che i nostri prefetti prendano il comando in simili circostanze» disse George, imitando il fratello e riuscendogli a strappare un sorriso. «Adesso andiamo di sopra a combattere, o ci perderemo tutti i Mangiamorte migliori» e si diresse verso la porta seguito da Fred, Bill e Fleur.
Attorno a loro la scuola era in piena agitazione. Professori e fantasmi che andavano da tutte le parti, gruppi di alunni che si spostavano in fretta per raggiungere la Sala Grande. Gente ancora addormentata che si chiedeva cosa fosse successo. Altri si avvicinarono per parlottare con gli amici e parlare di cosa avevano sentito.
«Riusciranno a farli evacuare tutti secondo voi?» chiese Fleur, guardando la moltitudine i bambini del primo anno in lontananza che erano quasi arrivati nella Sala Grande.
Bill si avvicinò a lei, ma fu Fred a rispondere.
«Certo! Non li lasceranno mica qui. Su sbrighiamoci o inizieranno senza di noi!» e accelerò il passo. Arrivati nella Sala Grande si diressero verso il tavolo dei professori dove erano posizionati i professori e il resto dell’Ordine.
La professoressa McGranitt aveva già iniziato a spiegare il piano di evacuazione, quando attorno a loro le mura parvero esplodere e delle parole uscirono da queste come plasmate dalle mura stesse.
Molti urlarono, ma i membri dell’Ordine si prepararono mettendosi in posizione di combattere.
«So che vi state preparando a combattere. I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto per gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago… Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male. Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati. Avete tempo fino a mezzanotte».
Per qualche minuto, dopo che Voldemort aveva parlato, scese il silenzio. Tutti i presenti si girarono verso Harry e all’improvviso una Serpeverde si alzò dicendo di consegnarlo.
Fred e George iniziarono a ridere, ma tornarono seri vedendo il panico sulle facce degli alunni, mentre questi si alzavano e si dirigevano veloci verso il grande portone, per raggiungere poi la Stanza delle Necessità.
Alle spalle dei gemelli Kingsley si era rivolto alle persone rimaste per dividere i ruoli.
«… Gli insegnanti di Hogwarts e l'Ordine della Fenice hanno concordato un piano. I professori Vitious, Sprite e McGranitt condurranno gruppi di combattenti in cima alle tre torri più alte - quella di Corvonero, di Astronomia e di Grifondoro - dove avranno una buona visuale e posizioni ottime per scagliare incantesimi. Nel frattempo, Remus, Arthur e io guideremo altri gruppi all'esterno. Ci vorrà qualcuno che organizzi la difesa dei passaggi che conducono nella scuola...»
«… è il lavoro ideale per noi» s’intromise Fred, indicando se e suo fratello. Nei loro quasi sette anni a Hogwarts avevano imparato quasi tutti i segreti della scuola, anche grazie alla Mappa del Malandrino, rubata dall’ufficio di Gazza durante il loro primo anno.
Detto ciò si avvicinarono ai vecchi compagni di squadra.
«Venite con noi?» chiese George.
«Certo!» rispose Angelina, con un sorriso.
«Bene» disse Fred. «Ma ci servono altre persone».
Alle loro spalle un gruppo si studenti del 7° anno, rimasti a scuola, si avvicinavano, con in testa Kingsley.
«Possono aiutarvi?» chiese ai gemelli.
«Certo!» risposero questi in coro. «Possiamo andare»
Mentre uscivano insieme dalla sala grande Fred spiegò: «Ci sono sette passaggi che portano a scuola e, oggi, ne abbiamo scoperto un ottavo, di cui non dobbiamo preoccuparci, perché nessuno avrebbe potuto sapere della sua esistenza»
«E’ quello della Testa di Porco, vero?» chiese Katie.
«Esatto. Aberforth ha detto che il passaggio si è aperto solo quando Neville lo ha usato e mai prima. Di quello non dobbiamo preoccuparci. Dobbiamo scendere» e indicò le scale.
«Un altro passaggio si trova all’esterno. Ed è protetto dal Platano Picchiatore. Eccoci arrivati al primo passaggio».
Si trovavano nei sotterranei. Davanti a loro c’era una lastra di pietra rappresentante un drago.
«Serve un gruppo di persone che rimane davanti a questo passaggio, che esce al limitare della foresta» annunciò George.
«Eccoci».
Un gruppo di studenti, tra cui anche Seamus Finnigan, aveva sfoderato le bacchette e si era messo attorno al passaggio.
«Da qui non entrerà nessuno» disse Seamus.
«Ci conto» rispose Fred. «Andiamo»
Cominciarono a risalire, lasciandosi alle spalle il gruppo a guardia del passaggio. Salirono fino al primo piano. Al termine del corridoio i gemelli si fermarono.
«Il passaggio è sotto l’armatura. E’ un tubo difficile da scalare, per cui qui bastano tre-quattro persone».
Quattro studenti di Corvonero si fecero avanti.
«Possiamo rimanere noi» annunciarono.
«Perfetto» disse George. «Buon lavoro» aggiunse allontanandosi.
Salirono le scale fino al terzo piano. L’atmosfera era pronta a battaglia e il tempo dato da Voldemort stava per scadere. Bisognava sbrigarsi. Arrivarono a metà del terzo piano, dove una strega orba nascondeva il passaggio che arrivava a Mielandia.
«Questo è un passaggio diritto da Mielandia» disse George. «E’ il più facile da utilizzare, quindi servono più persone. Io, Oliver, Angelina, Alicia, Katie e voi due» disse indicando due alunni di Corvonero, «rimarremmo qui. Buon divertimento» aggiunse rivolto al fratello, indirizzandogli un occhiolino.
«Anche a te» rispose Fred con un sorriso smagliante. «Andiamo».
Arrivati al quarto piano lasciarono solo due ragazzi nel bagno a sorvegliare il passaggio, in quanto crollato.
«Non si può sapere se scavano, per entrare» aveva detto Fred.
Continuarono a salire, e il gruppo diminuì quando al quinto piano un gruppo si ragazzi rimase a guardia di un quadro che ritraeva una festa di campagna.
Arrivati al settimo piano erano rimasti Fred, Lee e qualche alunno di Tassorosso.
«Eccoci arrivati» annunciò.
Il corridoio era pieno di quadri e sculture.
«Ehm… dov’è il passaggio?» chiese incerta Hannah Abbott.
«Venite» disse Fred, guidando un gruppo davanti ad un alto piedistallo di pietra, adagiato al muro, che sorreggeva la statua di Bernard Closy, famoso mago del ‘400.
«Il passaggio è dietro questo busto. Ne…»
BUM! Il castello fu scosso da un tremito: la battaglia era iniziata. Era mezzanotte.
«Come stavo dicendo» continuò Fred, come se niente fosse, «nessuno dovrà uscirne! Cerchiamo anche di abbattere quanti più nemici possibili che passano di qui».
Vicino a loro si sentivano urla, esplosioni e dalla loro postazione vedevano strane ombre. Tenevano tutti l’orecchio teso, cercando di scorgere rumori dal passaggio. Improvvisamente un incantesimo colpì il pilastro facendo cadere la statua, fortunatamente dalla parte opposta a loro. La tensione era palpabile. Qualcuno sobbalzò quando comparve davanti a loro Harry.
«Bella serata!» urlò Fred di rimando a Harry.
Quando Harry si fu allontanato un altro incantesimo rimbalzò sul pilastro.
«Spostatevi» urlò Fred.
Giusto il tempo. Il muro crollò e con esso sentirono anche il passaggio. Grazie ai riflessi di Fred nessuno si era fatto male.
 
Al terzo piano la situazione era un po’ diversa. Dopo pochi minuti dall’inizio della battaglia il passaggio si era aperto.
«Bubu Sette te» gridò George piombando davanti i mangiamorte. «Stupeficium!»
Il primo mangiamorte colpito in pieno perse i sensi e fu subito buttato fuori da un altro, posto dietro di lui, che tentò subito di attaccare George.
«Avada Kedavra»
George riuscì a scansarsi e a tirare con se Oliver.
«Grazie amico» ringraziò questi.
«Non c’è di che».
La battaglia infuriava. Il corridoio era illuminato da sprizzi di luce, causati dagli incantesimi. Erano rimasti in piedi solo due mangiamorte. Uno dei due mandò un Avada Kedavra verso Angelina, che riuscì a spostarsi.
«Stupeficium!» gridarono insieme la ragazza e George, tramortendo il mangiamorte, mentre l’altro veniva abbattuto da un ragazzo di Corvonero.
«Bravi ragazzi» si congratulò George, asciugandosi una goccia di sudore dalla fronte.
 
I mangiamorte ormai erano penetrati in tutto il castello. Ben presto Fred si trovò ad affrontarne due.
«Mancato» urlò con un ghigno quando riuscì ad evitare gli incantesimi degli avversari.
«Eccomi fratello»
Era arrivato Percy, che subito si mise a combattere con uno dei due mangiamorte. Ben presto arrivarono anche Harry, Ron e Hermione ad aiutarli. Mentre Fred combatteva ancora il suo avversario, Percy fece indietreggiare il suo, a cui cadde il cappuccio. Fred lo riconobbe: era O’Tusoe il ministro della magia in carica.
«Ah, Ministro!» urlò Percy, abbattendolo. «Le ho detto che do le dimissioni?»
Fred riuscì a sconfiggere l’avversario. Si girò verso il fratello con aria allegra.
«Hai fatto una battuta, Perce!» chiese Fred, al fratello, ridendo. «Hai davvero fatto una battuta, Perce... l'ultima che ti avevo sentito fare era...»
Le sua voce fu bloccata da un’esplosione, anche se la sua espressione era sempre felice. L’ultima cosa che aveva visto era Rookwood che gridava un incantesimo contro il muro e questo che esplodeva. Poi tutto fu oscurità.
 
Dall’altra parte del castello George si sentì mancare. Un immensa ondata di terrore e preoccupazione l’avvolse. Non sapeva cosa fosse successo. Rimase fermo immobile e il solo suo pensiero andò a Fred. Si guardò intorno, sperando di vederlo, ma lo sapeva che non era con lui. I suoni della battaglia si spensero nelle sue orecchie, lasciandolo nel silenzio e in quel senso di vuoto improvviso. Si sentì strattonare e sbattere al muro.
«George! George!» si sentì chiamare.
Improvvisamente si rese conto di aver davanti Angelina. La battaglia tornò a rimbombare attorno a lui.
«George cosa è successo?» chiese questi, disarmando un mangiamorte che si stava avvicinando. «Sei diventato bianco ad un tratto, te ne stavi fermo immobile e per poco non sei stato colpito da un Avada Kedavra».
«Non lo so Angelina. Mi sono sentito mancare!» rispose George asciugandosi una goccia di sudore. «Incarceramus!» disse puntando la bacchetta verso un mangiamorte, dalla quale uscirono delle liane che legarono l’uomo.
Angelina si allontanò per combattere contro un altro mangiamorte, ma continuò a gettare occhiate a George preoccupata.
Un urlo li fece tutti voltare verso le scale. Enormi ragni stavano scendendo trascinando con loro una enorme figura.
«Hagrid!» gridarono in molti, ma prima che qualcuno potesse muovere un dito questi scomparvero nella rampa di scale successive.
George non aveva più forza. Sperava che tutto finisse presto per poter trovare i membri della sua famiglia e riposare. Fu proprio quel pensiero che lo fece tornare alla battaglia.
Continuò a combattere fino a quando vide i mangiamorte che non erano stati colpiti che si ritiravano.
«Ma cosa?!» si chiese.
Ad un tratto la voce acuta e fredda di Voldemort ritornò a risuonare dalle pareti, come se fossero queste a parlare.
«Avete combattuto valorosamente. Lord Voldemort sa apprezzare il coraggio. Ma avete subito pesanti perdite. Se continuerete a resistermi, morirete tutti, uno per uno. Io non desidero che ciò accada. Ogni goccia di sangue magico versata è una perdita e uno spreco. Lord Voldemort è misericordioso. Ordino alle mie forze di ritirarsi, immediatamente. Avete un'ora. Disponete dei vostri morti con dignità. Curate i vostri feriti. Ora, Harry Potter, mi rivolgo direttamente a te. Tu hai consentito che i tuoi amici morissero per te piuttosto che affrontarmi di persona. Io ti aspetterò nella Foresta Proibita. Se entro un'ora non ti sarai consegnato a me, la battaglia riprenderà. E questa volta vi prenderò parte io stesso, Harry Potter, e ti troverò e punirò fino all'ultimo uomo, donna o bambino che abbia cercato di nasconderti a me. Un'ora» detto ciò regnò il silenzio.
George abbassò la bacchetta. Si guardò intorno. Il castello attorno era orami un insieme di detriti, causati dalle vari maledizioni che vi erano rimbalzati A terra c’erano molti corpi, tra mangiamorte e alleati, morti e feriti. Dietro di lui si avvicinavano Bill e il signor Weasley che corse ad abbracciare. Poi George si avvicinò ad alcuni ragazzi feriti e aiutò loro ad alzarsi e andare tutti in Sala Grande.
La Sala sembrava l’accampamento di un esercito, quando questo torna da una battaglia. George vide Madama Chips affaccendarsi attorno ai feriti, posti in un lato della Sala. Al centro venivano portati i corpi di chi era caduto nel combattimento. Quanti corpi. Quante vittime doveva ancora portare quella guerra? Un’espressione di orrore si trasferì sul viso quando si accorse che tra i corpi dei caduti c’erano quelli di Remus e Tonks. Le lacrime cominciarono a rigargli il volto. Si voltò e fu allora che lo vide. Fred. Sembrava addormentato sulle spalle di Percy. Il sorriso che gli aveva decorato il volto appena lo vide si spense, trasformandosi in un’espressione di disperazione. Non riusciva a muoversi. Non poteva crederci Fred non poteva… Tutti tranne Fred. Le lacrime ormai sgorgavano abbondanti. Al suo fianco Bill andò verso il fratello aiutando Percy e portare Fred vicino al gemello. Lo posarono a terra accanto a George.  George vide la madre accasciarsi sul petto del figlio e piangere. Si sentì toccare la spalla, ma non ci badò. Si inginocchiò accanto al fratello. “Ti prego fa che sia svenuto!” supplicò. Ma sapeva che non lo era. Si avvicinò alla testa del fratello abbracciandolo.
“Fred. Non lasciarmi solo. Ti prego, non andare via. Tu sei sempre stato con me, solo non riuscirei ad andare avanti, Fred…”
Sentì qualcuno che cercava di consolarlo, sentiva i singhiozzi della madre e di tutta la sua famiglia. Non poteva credere che Fred fosse morto. Vedeva ancora sulla sua faccia lo spettro di una risata. “Almeno è morto ridendo” cercò di rincuorarsi, ma non ci riuscì. Il fratello a cui aveva voluto un bene dell’anima, che considerava la sua metà non c’era più. Era solo. Non sarebbe bastato il resto della famiglia a colmare quel vuoto. Solo Fred ci sarebbe riuscito, con la sua simpatia, la sua astuzia, il suo carattere… e lui non c’era più. Lo avrebbe vendicato, ne era sicuro. Ma non era la vendetta che cercava. Era suo fratello che avrebbe voluto riavere con lui.
 
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P.S. Avrei voluto descrivere meglio le sensazioni di George, ma proprio non ci sono riuscita. Dal primo libro Fred e George sono stati i miei personaggi preferiti. Mi ero innamorata di loro. Ci si può innamorare tanto di due personaggi di un libro? A quanto pare si. La sua morte mi ha devastata. Non credo che sia normale piangere ogni volta che ci penso. Piangere per una cosa del genere. Eppure io l’ho fatto. E lo farò ancora e ancora. Credo che per la prima volta ho odiato J.K. Rowling.

  
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