Film > Sherlock Holmes
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Autore: Jay W    26/10/2011    1 recensioni
Stamattina, navigando sul web, ho dato ad una mia amica la notizia che per Sherlock Holmes 3 avrebbero cambiato sceneggiatore
e quel che è peggio, probabilmente, anche regista. In un attimo si è scatenato il panico: cambiare regista sarebbe una tragedia!
Abbiamo cominciato a insultare (bonariamente) i responsabili chiamandoli in tutti i modi che finissero per "oni"
"peperoni", "lumaconi" ecc ecc(non pensate male!u.u)
finchè lei non ha tirato fuori "Paperon de Paperoni"
Ed io mi sono chiesta, se affidassero a Paperone la regia del terzo film, chissà che combinerebbe per risparmiare...
Da qui è scoccata la scintilla random e questi sono i tristi risultati!XD
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che meraviglia, Londra a Natale!

Una baldoria di colori, musica e luci, nelle vetrine dei negozi e nelle case, in netto contrasto col candido manto di neve che ricopre i davanzali e i tetti.
Ad ogni angolo di strada si vendono caldarroste dall’aspetto invitante, calde e fumanti.
I bambini, dai copri orecchi variopinti, infagottati nei loro cappotti colorati per difendersi dal gelo dicembrino, si accalcano davanti alle vetrine di Harris, il famoso negozio di giocattoli, che ha riallestito il negozio per le feste.
La sua vetrina è un vero spettacolo: è un tripudio di trenini sbuffanti che s’inerpicano su per il modellino di una montagna innevata, portando nei vagoni dei treni merce, piccole scatoline a forma di pacco regalo, tra bambole d’ogni grandezza, peluche, costruzioni di legno, orsacchiotti e scimmiette che suonano strumenti musicali grazie ad un congegno meccanico, dai quali è popolata la montagna.
In un angolo, illuminata da lucine colorate, una casa delle bambole, perfetta in ogni minimo particolare: tre piani di una vera casa coloniale in miniatura, completa di mobilio e accessori, dalle pentole, ai piatti e bicchieri in cucina, la tavola imbandita in sala da pranzo, i libri negli scaffali in biblioteca e perfino un gatto in salotto, addormentato su un tappeto, davanti al fuoco di un camino su cui si scorgono, appese, cinque calze che attendono di essere riempite coi doni di Santa Claus… Che vola con la sua slitta proprio sopra la casetta, appeso ad un gancio al soffitto della vetrina.
Un ingegnoso congegno lascia cadere dall’alto, a intervalli regolari, una manciata di piccoli batuffoli di cotone, riproducendo un suggestivo effetto nevicata sui giocattoli esposti.
Ghirlande di vischio troneggiano sulle porte di ogni casa e, nonostante sia ormai quasi sera e sia la vigilia di Natale, il via vai per i negozi della city e l’allegra corsa all’ultimo acquisto da porre sotto l’albero addobbato, pare inarrestabile.
L’aria è pregna di profumo di dolci e canti di Natale.
Qualcuno offre tazze di cioccolata calda ai passanti.
Signori, signore e bambini ben vestiti, si salutano sorridenti per strada e si stringono calorosamente le mani augurandosi buon Natale.
Dalle finestre, si notano le case prendere vita, animate dal festoso riunirsi di parenti e amici attorno alla tavola imbandita di ogni leccornia.
Tutti sono felici e allegri perché è Natale, non servono altre spiegazioni.
Da dopo le feste potranno ricominciare ad ignorarsi e odiarsi… Ma non oggi.
Un’idilliaca, perfetta, calorosa atmosfera natalizia è tutto ciò che la gente di Londra spera di vivere e si adopera per realizzarla.
Almeno… Quella parte di Londra che ha ancora un tetto sopra la testa!
Già, perché non tutti a Londra, quest’anno, hanno un tetto sopra la testa come l’anno scorso.
E per ragioni inesplicabili, in qualche caso. Come nel caso del nostro eroe di turno, per esempio…


 
-Sono patetici, non trovi anche tu, Lewis?-

Sbucò una voce da una grossa scatola di cartone, addossata ad un muro tra neve sporca e fango ghiacciato, in fondo ad un vicolo malfamato nei pressi di Piccadilly Circus.

-Non è patetica tutta questa frenesia natalizia? Non è patetico che la gente si ricordi delle altre persone solo a Natale?- continuò la voce in uno sbuffo di fumo.
-Io mi sono mai dimenticato di te, Lewis? No, sai perché? Perché sei l’unico amico che ho! La gente ha contatti con troppe persone… Non sarebbe meglio scegliersi una sola persona con cui avere contatti, invece che avere contatti con mille Tizio, Caio e Sempronio di cui si ci ricorda solo a Natale? Come me e te, per esempio, Lewis… Guarda come siamo felici! Sì, talvolta litighiamo… Ma il nostro legame, noto che si rafforza ogni volta che troviamo un accordo, non trovi anche tu? Senza di te non saprei che fare, Lewis, dico sul serio! E non lo penso solo perché è Natale, io te lo dico tutti i giorni, lo sai… Vedi? Tu mi stai ad ascoltare! In più possiedi il grande dono del silenzio e questo fa di te un compagno inestimabile! Credimi, Lewis: non è da tutti riuscire a tacere; e nemmeno riuscire ad ascoltare. Invece tu sei una pietra rara, riesci a fare entrambe le cose alla perfezione, te lo leggo negli occhi quando ti parlo… E come se dicessero: “sì, ti capisco!” e non lo dicono tanto per dire! Tu ci sei sempre, Lewis… Sei il mio migliore amico, davvero! Mi sei sempre accanto, giorno e notte. Sei il primo che vedo quando mi sveglio e l’ultimo quando mi addormento. Tu resti sempre accanto a me, anche quando credo che non ci sei. Questa è una dote molto rara, amico mio ed è per questo che ti voglio bene! Visto come mi sono ridotto? Se ne sono andati tutti, mi hanno abbandonato! Una volta ero qualcuno, Lewis, ero davvero il migliore… Ed ora… Guardami! Tutto per risparmiare qualche soldo, Lewis. Ma ricorda: risparmio non è mai guadagno! Cambiamo sceneggiatore, d’accordo! Cambiamo pure regista, che importa? Ma guarda in mano a chi siamo finiti!!! Uno che, con la scusa che sono, misteriosamente quanto inverosimilmente, caduto in disgrazia, il mio amico è in luna di miele e la mia donna si è risposata con l’ennesimo riccone, ha risparmiato in un solo colpo il cachet di tre attori, costumisti, make-up artist e hair-stylist compresi, oltre che, mi sembra palese, sull’affitto di casa mia. Molto più comodo buttarmi in strada per esigenze narrative demenziali, che continuare a pagare l’affitto! Così ora vivo in un cartone per strada in pieno inverno, aspettando di morire di bronchite! Sì… Senza dubbio una scelta geniale! C’è la crisi, è in crisi anche il film! Odio doverlo ammettere, Lewis, ma dopo due gloriosi successi, temo che questa sarà la fine di Sherlock Holmes… Per fortuna che almeno ci sei tu! Noi condividiamo tutto da più di tre mesi: cibo, rifugio… E non ti sei mai lamentato! Ed è bello così, sai? Perché quando ci sei tu, sento di non aver bisogno d’altro, al mondo! Allora che vada tutto storto, tanto io ho te e tua hai me… E anche oggi, non perché è Natale, dividerò con te ciò che ho trovato da mangiare. Perché gli amici veri fanno così, Lewis, dividono tutto, non solo a Natale… Io non sono più solo, da quando ho te,  perciò… Buon Natale, Lewis!-

Allungò fuori dallo scatolone una mano dal lurido guanto di lana marrone, ormai diventata nerastra, bucato e da cui sbucavano le dita, ancora più luride, porgendo un biscotto muffito e sbocconcellato.
Attese qualche secondo.

Agitò il biscotto. Nulla.

-…Lewis…?-

Un miagolio… E la mano che stringeva il biscotto cadde, stancamente rassegnata, nel notare la coda mozzata di un topo, abbandonata a qualche metro di distanza.

 

-…buon Natale gatto che si è mangiato Lewis!- mormorò, prima di sgranocchiare il biscotto.
  
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