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Autore: DadaOttantotto    26/10/2011    2 recensioni
Tutti possono avere una giornata storta, questo Ryan Peake lo sa bene. Ci sono quelle giornate in cui ti succede di tutto, niente va per il verso giusto e hai solo voglia di andare a dormire per far terminare quel calvario.
Ma quando il destino ci si mette d'impegno, una semplice giornata può diventare un inferno...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Everybody can have a bad day  
... LA GIORNATA DEGENERA...

Seduti al tavolo della pizzeria, i quattro conversavano sull'imminente concerto.
- Non vedo l'ora! - esclamò Chad. Lui trovava sempre elettrizzante stare su un palco, davanti a migliaia di persone.
Per Mike era diverso. Era sempre come la prima volta: agitazione, paura di sbagliare ed emozione. Ma affrontava il tutto con un sorriso, così ogni serata andava bene.
E Daniel... beh, Dan è Dan... sul palco ci sono lui e la sua batteria, e questo è quello che più conta per il ragazzo.
Ryan sorrise guardando i suoi amici. Si riteneva fortunato, non poteva capitare in un gruppo migliore.
- Mangiate, altrimenti si raffredda.
Mancava solo la sua pizza. Ai peperoni, come piaceva a lui.
- No, ti aspettiamo. Sei pronto per stasera? - chiese Mike.
- Come sempre. - Sperando che vada tutto bene, aggiunse tra se e se.
- Pizza ai peperoni in arrivo! - urlò il pizzaiolo, con un forte accento italiano.
Ryan si voltò, giusto in tempo per vedere la cameriera inciampare e cadere in avanti. Non potè evitare quello che successe dopo. Il piatto scivolò dalle mani della ragazza, finendogli addosso.
Per un attimo sembrò che il tempo si fosse fermato. Nessuno si muoveva, non si sentiva volare una mosca.
Chad fu il primo a riprendersi.
- Ry-Ryan? - chiese titubante.
- Amico, conta fino a dieci prima di dire quello che stai pensando...
Uno. Due. Tre.
Se apro bocca qui finisce male.
Quattro. Cinque. Sei. Sette.
Respira profondamente, Ryan. Inspira. Espira.
Otto. Nove. Dieci.
- Va tutto bene. - disse, cercando di controllarsi.
La cameriera intanto si era alzata, e con un fazzolettino di carta si dava da fare per togliergli le macchie di pomodoro dalla maglia.
- Lasci stare. Va tutto bene. - ripetè.
- Mi dispiace tanto! Io... non so come sia successo...
- Va... tutto... bene...
Daniel lo prese per un braccio.
- Che ne dici se torniamo in hotel, così ti cambi?
- Credo sia meglio...
Attraversarono la porta del locale il più velocemente possibile. Ryan camminava impassibile, seguito dai suoi amici. I tre si tenevano a debita distanza, sapendo come il ragazzo reagiva in situazioni del genere.
D'improvviso si fermò. Strinse i pugni e rivolse il viso al cielo.
-MALEDIZIONE!

- Oggi non è proprio la tua giornata... - disse Chad ad un Ryan ormai completamente pulito.
- Già...
- Sei sicuro di non essere passato sotto una scala con un gatto nero in braccio? - fece Mike.
La battuta fece ridere tutti per alcuni secondi. Poi Chad sospirò.
- Per fortuna c'è il ristorante dell'hotel. Che è... - si fermarono davanti ad un cartello.
-... chiuso. - concluse Daniel al suo posto.
- Come? - esclamò il cantante.
- Scusate? - un ragazzo si avvicinò a loro con fare gentile.
I quattro lo guardarono con aria interrogativa.
- Non lo sapevate? Questa mattina il direttore dell'albergo ha avvisato tutti gli ospiti cha, a causa di un disguido, il ristorante sarebbe rimasto chiuso. Era possibile ritirare alcuni buoni pasto per ristoranti convenzionati alla reception, fino a mezzogiorno.
Daniel guardò l'orologio. Le 13:25. Perfetto, pensò.
I loro stomaci brontolanti li intimarono a cercare un'alternativa.
- Ho visto una tavola calda poco distante da qui... - disse Mike.
- Aggiudicato - gli rispose suo fratello. - In questo momento mangerei qualunque cosa.

- Va bene che avevo detto che avrei mangiato qualsiasi cosa... ma quel panino era duro come la suola di una scarpa!
Da quando erano usciti dal locale, Chad non faceva che lamentarsi.
- Almeno abbiamo qualcosa nello stomaco. - gli disse Ryan.
- Certo... una scarpa!
Daniel camminava in silenzio, assorto nei suoi pensieri. Quella giornata stava andando sempre peggio. Se continuava così, preferiva non pensare a cosa sarebbe potuto accadere durante il concerto.
- Senti, Ryan...
Questi si girò. Vedendo il volto dell'amico così serio, iniziò a preoccuparsi.
- Non è che ti hanno lanciato una maledizione? Voglio dire, non sei proprio la fortuna fatta persona oggi. E sembra che questo si rifletta anche su di noi... - Sul suo viso si aprì un sorriso ironico.
Ryan rilassò i muscoli, che teneva tesi in attesa di una possibile cattiva notizia.
- Non vi facevo così superstiziosi! - esclamò.
- Superstiziosi o no, la giornata sta andando di male in peggio. - fece serio Chad. - Sono solo le 15:00... in poco più di mezza giornata ci è capitato di tutto. Comincio a credere che sarebbe meglio rimandare il concerto.
Lo guardarono stupiti.
- Ma... con così poco preavviso... - disse Mike.
- Pensa se dovesse succedere qualcosa durante lo spettacolo... sai che figura?
Ryan stava cominciando a diventare nervoso. Il tono del cantante non gli piaceva per niente, sembrava incolparlo di quello che era successo.
- Vuoi forse dire che porto sfortuna?
Chad si fermò per guardarlo negli occhi.
- Sto solo dicendo che oggi non sei molto fortunato, amico.
- Senti, "amico"... non è certo colpa mia se tutto mi va male oggi! E di certo non l'ho voluto!
- E chi ha mai detto questo? Ascolta, mi pare che sei parecchio suscettibile...
- Suscettibile? Ah, bè sai com'è... non piacerebbe a nessuno sentirsi accusato!
- Accusato di cosa? Io non ti ho accusato di niente! Adesso smettila.
- Certo, se lo dice lei la smetto, capo! Ma chi ti credi di essere?
Anche Chad perse la pazienza.
- Sono io che ti chiedo chi diamine credi di essere! Io non stavo affatto parlando di te! Il mondo non ti gira intorno, Peake!
Ormai stavano urlando. Parecchia gente si era voltata per vedere quello che stava accadendo.
- Ragazzi, datevi una calmata... ci manca solo che litighiamo fra di noi... - si intromise Daniel.
- Parla con lui, Dan! E' Ryan a essere nevrotico, non io.
- Io sarei nevrotico? - intervenne il chitarrista - Ma sentitelo... sapete cosa vi dico? Io me ne torno in albergo.
Detto ciò fermò un taxi, ci salì, e sparì nel traffico cittadino.
Mike prese Chad per una spalla, costringendolo a voltarsi.
- Si può sapere che diavolo ti è preso?
- Non sono io ad aver iniziato.
- No, questo è vero. Ma potevi chiudere il discorso, invece di continuare a rispondergli!
Il cantante fece una risata sarcastica.
- Perfetto, quindi anche mio fratello è contro di me. A questo punto me ne vado pure io - fece, incamminandosi.
- Dove vai?
- A fare un giro - rispose, senza nemmeno voltarsi - Ci vediamo in hotel.
I due ragazzi rimasti si guardarono increduli. Poi, in silenzio, si misero in cammino anche loro.

Sia chiaro, solo Ryan Peake trova un taxi così velocemente. Dev'essere un mago...
Ok, credo che dire che quella di Ryan sia una brutta giornata sia riduttivo. E non è ancora finita!
Ci terrei a dedicare questo capitolo a Giulz95, la quale, oltre a deliziarci con le sue storie su questo fandom (a proposito, notizie di Chad e Amélia?), chiedeva questa nuova schifezzuola già da un po'. :)
Bon, mi ritirerò a scrivere il prossimo e ultimo capitolo!
Baci8
   
 
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