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Autore: Akisan    26/10/2011    6 recensioni
"Ascolta le parole di un’esperta, spirito dai capelli blu." proseguì lei dopo aver vuotato l’ennesimo bicchiere a tasso alcolico da paura. "Se vuoi mettere nel sacco quelli come loro, c’è una sola soluzione: il ricatto!"
Grimmjow la squadrò stupito: come diavolo aveva fatto a non pensarci prima?
E' una breve spin-off della mia long-fic, venuta fuori così di getto, e se ve lo state chiedendo, sì, anche questa comporta effetti collaterali anche gravi xD.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente! Sono tornata con un breve (molto breve xD) spin-off dal titolo penoso della mia long-fic “Ningyo no hyo”!
In realtà è una specie di prologo, infatti è ambientato giusto pochi giorni prima di quello che succede nel primo capitolo. Il protagonista è sempre Grimmuccio; qui lui e il suo linguaggio fine come al solito faranno un incontro speciale… Poverino, ha appena fatto quella famosa scommessa con Nnoitra e non sa che pesci pigliare! xD Quindi se qui lo vedete stranamente paziente non fatevi ingannare, è solo perché, come dice lui, “sta studiando il nemico”, ovvero Alex, la mia povera bambina, che qui ancora non sa che cosa la aspetta… Leggete e siate clementi, sono reduce da tre ore di traduzione greca e quindi gli impulsi neuronali del mio cervello si sono ridotti drasticamente xD.
 
Una bevuta per schiarirsi le idee.
 
Grimmjow era arrabbiato. Tanto per cambiare.
Era arrabbiato perché Aizen li costringeva a trattenere la loro reiatsu, se andavano a spasso per il mondo terreno. Era arrabbiato perché Nnoitra il giorno prima se n’era uscito con una cazzata delle sue, che era sfociata in un “E allora scommettiamo che…”. Ma soprattutto era arrabbiato perché, per una volta che cercava quella ragazza per qualcosa che non aveva nulla a che fare col spaccarle la faccia, almeno non solo, lei aveva osato non farsi trovare da nessuna parte.
Ormai erano ore che la aspettava vicino a casa sua, e stava per mandare tutto al diavolo e andarsene. Tanto sarebbe riuscito a braccarla: quel giorno gli era sfuggita, perfetto, sarebbe tornato quello dopo.
Mentre era preso da tali profondi ed importanti pensieri, poco lontano da lui l’atmosfera tra alcuni umani si stava riscaldando: tre uomini stavano discutendo con una donna che gli dava le spalle, e cominciavano già a volare i primi spintoni. All’improvviso lei afferrò il braccio di uno dei tre e con una mossa magistrale lo spedì sul terreno ghiacciato, poi tirò un pugno in faccia al secondo, che si portò le mani al volto con un grido di dolore, e infine mollò un calcio in mezzo alle gambe al terzo.
Quest’ultima mossa sembrò a Grimmjow dolorosamente famigliare.
<< E allora? Avete ancora qualcosa da dire sul mio culo epico? >> esclamò la donna rivolta ai tre malcapitati.
Poi si voltò, e il suo sguardo si fermò esattamente su Grimmjow.
<< E tu che hai da guardare? >> gli ringhiò, raccogliendo il cappello che le era caduto nella zuffa, liberando una cascata di capelli castani.
 Grimmjow avrebbe voluto a sua volta ringhiarle qualcosa di molto poco educato, ma si bloccò: non tanto per il fatto che lei potesse inaspettatamente vederlo, quanto per il fatto che era la copia sputata di Alex Risa.
<< Chi diavolo sei tu? >> le chiese parandolesi davanti. << Sei sua sorella o cosa? >>
<< Di chi cavolo parli? >>
<< Di quella donna chiamata Alex! Perché sei uguale a lei? >>
Gli occhi dell’umana si spalancarono per la sorpresa, poi si aprì in un largo sorriso. << Ah! Ma allora sei un amico della mia corrucciata figliola! >>
Grimmjow la squadrò con sconcerto misto a sospetto: non era certo un esperto nel valutare l’età umana, ma sapeva benissimo che quegli esseri invecchiavano in un lampo, e quella lì gli sembrava davvero troppo giovane per essere la madre del suo bersaglio preferito.
<< Ci sei rimasto, eh? >> esclamò lei scoppiando a ridere. << Comunque, se la cerchi perdi tempo, lei e suo padre si sono imboscati in una di quelle fiere di manga chissà dove, a spendere mezzo stipendio in fumetti. >>
“Merda, proprio come avevo pensato.” imprecò Grimmjow mentalmente, facendo per andarsene senza neanche rispondere.
Odiava fare giri a vuoto.
<< Ehi, capelli blu, aspetta! >> venne richiamato, cosa che lo innervosì parecchio. Allora era un vizio delle donne di quella famiglia non trattarlo con il dovuto timore e rispetto!
<< Che vuoi? >>
<< Perché non ci facciamo un goccio insieme? Anche se hai quel buco nello stomaco puoi bere, no? Alex non parla mai di sé, se mi fai un po’ di compagnia possiamo spettegolare un po’ su di lei, ti va? >> gli propose ammiccando.
Fu così che Grimmjow si ritrovò nel salotto di casa Risa a bere con la madre della persona con cui voleva a tutti i costi combattere. Aveva fatto bene a lasciarsi convincere: aveva capito più cose su quella ragazza sempre impassibile in quell’ora che da un anno a quella parte.
Quella donna gli piaceva: a quanto pareva avevano caratteri molto simili, e man mano che bevevano si comportavano sempre di più come vecchi amici.
<< Lei e suo padre sono uguali. >> stava dicendo la donna agitando il bicchiere e spargendone il contenuto ovunque. << Quando avevo l’età di Alex ero praticamente una criminale, e quello che mi faceva più rabbia era lui, che per quante gliene potessi dire non rispondeva mai, e se provavo a pestarlo se ne usciva fuori con quel cazzo di aikido! >>
Grimmjow, impegnato a tracannare Gin direttamente dalla bottiglia, non potè far altro che batterle una mano sulla schiena in segno di comprensione.
<< Ascolta le parole di un’esperta, spirito dai capelli blu. >> proseguì lei dopo aver vuotato l’ennesimo bicchiere a tasso alcolico da paura. << Se vuoi mettere nel sacco quelli come loro, c’è una sola soluzione: il ricatto! >>
Grimmjow la squadrò stupito: come diavolo aveva fatto a non pensarci prima?
<< Sei un genio! >> si congratulò porgendole del sakè, che lei accettò col ghigno di chi la sa lunga. << Si tratta di esperienza, caro mio. Trova la debolezza del tuo nemico e sfruttala a tuo vantaggio. Per quanto riguarda quei due, la risposta è fin troppo semplice: manga. Farebbero qualsiasi cosa per uno di quei numeri introvabili… È così che ho messo nel sacco il mio dolce maritino! >>
L’espada a quel punto fu letteralmente folgorato, mentre un piano diabolico cominciava a formarsi nella sua mente annebbiata dall’alcol.
Aveva capito che cosa doveva fare, e finalmente sarebbe riuscito a far sì che per una volta tutto andasse per il verso giusto, cazzo!

*

La sera dopo a cena Alex era soddisfatta: alla fiera aveva fatto un buon bottino.
L’unica pecca era il non aver trovato quel numero speciale…
<< Sai una cosa? >> disse a un certo punto sua madre, col tono di chi si sia appena ricordato qualcosa. << Ieri qui davanti ho incontrato uno di quegli spiriti, uno che ti conosce… >>
<< Un altro fantasma? >> chiese con calma suo padre.
“E chi poteva mai essere?” si chiese distrattamente Alex, bevendo una sorsata d’acqua.
<< Non so, non mi ha detto il suo nome… Ah! Però aveva i capelli azzurri! >>
La stanza fu invasa dai colpi di tosse di Alex, che tentava disperatamente di non soffocare.
<< G-Grimmjow? >> biascicò non appena il pericolo di morte fu scongiurato.
Che diavolo ci aveva fatto quel deficiente a casa sua?
Questa non ci voleva: sua madre era in grado di vedere gli spiriti, ma non di percepire la loro energia spirituale, quindi non avendo mai visto un arrancar non poteva sapere in che guaio sarebbe potuta cacciarsi, scambiandolo per un “fantasma” come gli altri.
Comunque sembrava non aver subito alcun danno, visto che le stava facendo un resoconto dettagliato del suo aspetto, di quello che si erano detti (maledizione, proprio a lui doveva andare a raccontare certe cose?!) e di tutto quello che si erano scolati.
<< Fossi in te, ragazzina, farei attenzione: ho visto in lui la stessa sfrontatezza e lo stesso brutto carattere di quando facevo la corte a tuo padre. >> concluse abbracciando il marito con aria tutto tranne che pentita per quello che aveva combinato.
Alex si sentiva poco bene: ora aveva una madre che, dopo aver rivelato il suo punto debole al suo peggior nemico, insinuava pure che il suddetto nemico, che, ricordiamo, la tormentava da un anno per cercare di farle la festa, volesse da lei pure qualcos’altro.
Scosse la testa. No, quell’ultima considerazione era assurda.
Avrebbe fatto prima Las Noches a riempirsi di fiorellini e putti che lanciavano cuori rossi di cartapesta, che Grimmjow a considerarla come qualcosa di diverso di un bersaglio per i suoi pugni.     
 
 
Continua nel capitolo 1 di Ningyo no Hyo (propaganda neanche troppo occulta)

  
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