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Autore: Hyperviolet Pixie    28/10/2011    9 recensioni
Lavanda Brown non era mai stata una ragazza molto sveglia. Non vantava l'acume mentale della Miss So Tutto Io Granger, però, quando era entrata nella camera dei ragazzi del sesto anno per fare una sorpresa al suo WonWon, aveva subito capito che quel foglio di pergamena dimenticato sul letto di Harry Potter era magico.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lavanda Brown
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
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Titolo: La Portinaia e la Mappa del Malandrino
Personaggi: Lavanda Brown
Rating: giallo
Contoparole: 1426
Avvertimenti: one-shot, linguaggio, threesome
Genere: commedia
Sommario: 
Lavanda Brown non era mai stata una ragazza molto sveglia. Non vantava l'acume mentale della Miss So Tutto Io Granger, però, quando era entrata nella camera dei ragazzi del sesto anno per fare una sorpresa al suo WonWon, aveva subito capito che quel foglio di pergamena dimenticato sul letto di Harry Potter era magico.
Note: scritta in seguito ad una chiarificante chiacchierata su facebook nel gruppo EFP con Dragana e Daphne S Kerouac e dopo la visione di questa foto. Per tutto quello che mi riguarda, potete benissimo dare la colpa di questa storia a Dragana u.u
Fatemi sapere com’è.
Un bacio,
Fay <3


La Portinaia e la Mappa del Malandrino

 

Lavanda Brown non era mai stata una ragazza molto sveglia. Non vantava l'acume mentale della Miss So Tutto Io Granger, però, quando era entrata nella camera dei ragazzi del sesto anno per fare una sorpresa al suo WonWon, aveva subito capito che quel foglio di pergamena dimenticato sul letto di Harry Potter era magico.
Non pensava che Harry, nonostante le varie menomazioni mentali che – a suo modesto parere – lo affliggevano, si potesse dimostrare esattamente ciò che aveva sempre pensato ma mai osato riferire ad alta voce: un portinaio.
Tutta Hogwarts era a conoscenza delle sue manie di persecuzione e non poteva biasimarlo se aveva deciso di farsi dare da qualcuno - forse dal preside in persona - una mappa che mostrasse esattamente ciò che ogni persona di Hogwarts, fantasmi compresi, stava facendo. Curiosa come mai era stata prima - e lei e la sua amica Calì era piuttosto famose per quella loro peculiarità - si apprestò ad appropriarsene indebitamente. Si disse che aveva deciso di prendere la mappa per il bene di Harry. Insomma, quel povero ragazzo era così ossessionato, così paranoico e uno strumento così interessante non poteva di certo rimanere nelle sue mani.
Guardando i due piedini che sulla mappa recavano il cartellino con i nomi di Draco Malfoy e di Pansy Parkinson in una delle aule vuote dei sotterranei si disse che faceva molto più che bene a portarla via a quel povero ragazzo frustrato. 


*

 

Dopo vari ripensamenti, Lavanda era giunta alla conclusione che non poteva esistere un manufatto così potente e così selvaggiamente pettegolo, quindi si era decisa che il comportamento migliore da attuare in quel caso era uno solo: testarla. Se ne fregò altamente del fatto che indicasse esattamente anche il punto in cui si trovava lei e dal momento che cercava ulteriori conferme si recò nei sotterranei con l'intento di verificare esattamente ciò che i due Serpeverde sopracitati stavano combinando.
Quasi gioì, quando giunta finalmente davanti alla classe vuota in questione, sentì chiaramente le voci dei due provenire dall'interno.
« Sei ufficialmente uno stronzo, Malfoy!» sentì la Parkinson gridare. Aria di pettegolezzi, aria di casa. Chissà cosa avrebbe detto la sua amica Calì non appena le avrebbe raccontato tutto.

*

 

« E così Malfoy e la Parkison stavano litigando? » le chiese Calì, sorseggiando il suo Succo di Zucca per nulla impressionata dalla scoperta. « Sai che novità! »
Lavanda la guardò, inarcando un sopracciglio scettica. « Come, novità? » le chiese.
« Lav, da quando sei nel tuo dorato mondo fatto da WonWon e cuoricini non è più divertente spettegolare con te ». Calì si sentì in dovere di dirglielo. Era sua amica dopotutto e non stava bene che le amiche diventassero così assenti tutt’ad un tratto per far spazio alla loro vita amorosa. « E’ roba vecchia di settimane! Ormai quei due si prendono e si mollano come la Warbeck e quel giocatore di Quidditch egiziano ».
Lavanda non tentò nemmeno di replicare: aveva un’arma potentissima in mano e l’avrebbe sicuramente usata per convincere l’amica di conoscere cose che nessun altro alunno di Hogwarts avrebbe mai saputo. Così si accomiatò per dedicarsi ad uno studio intensivo della mappa.
Aveva smesso di seguire – stalkerare – i Tassorosso perché si erano dimostrati decisamente troppo noiosi per lei. E poi non c’era nessun gusto a sfotterli.
Si era dedicata ai Corvonero, ma ogni volta che seguiva quella che pensava fosse una coppietta che andava ad appartarsi, si ritrovava sempre davanti all’entrata della biblioteca dove tutti i Corvonero e quella secchiona noiosa di Hermione andavano a studiare – che orribile verbo.
Quasi presa dallo sconforto aveva deciso di seguire i Serpeverde per vedere se ciò che si mormorava tra i corridoi fosse tutto vero. Che rendano giustizia al nome perverso di Salazar, sperò con tutto il cuore. Gliel’avrebbe fatta pagare cara a Calì. La Regina del Gossip di Hogwarts era Lavanda e ciò non andava messo in discussione.
Dopo ore e ore di pedinamento aveva scoperto che Theodore Nott aveva traffici illegali di piantine babbane che trasfigurava in piccoli innocui bonsai, ma ciò non era per niente interessante e lei stessa non aveva voglia di rovinargli gli affari. D’altronde il serpente che dorme non va mica svegliato, mica sono stupida, io!
Luna Lovegood era la sua fornitrice ufficiale. In gergo doveva chiamarsi pusher, ma non ne era tanto sicura.
Blaise Zabini se la faceva con entrambe le sorelle Greengrass, ma quella era notizia vecchia di secoli e le uniche che non erano a conoscenza di tutto ciò erano proprio Daphne e Astoria. E lei non aveva sicuramente voglia di assistere alla morte precoce di una bellezza come quella di Zabini per mano di quelle due arpie. Mica era stupida, lei.
Draco Malfoy spariva per lunghi solitari all’interno di una stanza segreta che non compariva sulla mappa e quando non era lì litigava con il Carlino.
Che noia questa Hogwarts.

*

 


Questo non me l’aspettavo proprio!, esclamò dopo un’attenta revisione completa della mappa. Aveva smesso di seguire i Serpeverde perché si erano rivelati essere noiosi come i piccoli Tassorosso del primo e del secondo anno e si era data ai suoi compagni di casa. Oltre ad aver scoperto un piccola setta segreta – che qualcuno osava definire fanclub – capitanato da Romilda Vane, in cui un gruppo di ragazze fabbricavano filtri d’amore senza sosta, tiranneggiando l’una sull’altra come tante piccole oche invasate, aveva subito capito che Calì – la sua amica Calì! – aveva una relazione segreta. Erano ormai settimane che non parlavano più dei loro rendez-vous dal momento che Lavanda si era proclamata felicemente monogama e Calì, per quel motivo e per molti altri, aveva cominciato a non raccontarle più niente. Se prima sapeva cose di necessaria e vitale importanza come l’esatta tonalità di ogni rossetto che metteva al mattino, ora non sapeva nemmeno cose stupide e frivole come con chi si stesse frequentando al momento. Aveva capito subito che c’era qualcuno nella vita della ragazza e non c’era arrivata dall’espressione pensierosa che la Patil aveva assunto mentre si rimirava in biancheria intima –rigorosissimo pizzo nero – davanti allo specchio. Aveva afferrato quel concetto solo quando l’aveva vista uscire dalla camerata pensando di non essere né vista, né sentita. E in effetti non si sarebbe mai svegliata se l’amica non avesse indossato un paio di tacchi e non avesse avuto quel passo pesante da elefante che tanto la contraddistingueva. Si infilò di fretta il primo mantello nero che trovò e la seguì da lontano. Aveva fatto in tempo anche a coprirsi i capelli con un cappellino nero e a passarsi un filo di mascara sulle ciglia, ma solo perché, se proprio doveva spiarla, in caso fosse stata scoperta, avrebbe dovuto essere  in perfetto ordine per presenziare al processo che l’avrebbe fatta espellere da Hogwarts. Sorridendo, la seguì nella notte per i labirintici corridoi della scuola. Dopo parecchio camminare la vide entrare in una delle famose stanze deserte e inutilizzate della scuola.
Diede un’occhiata alle tasche del mantello, ma la mappa non c’era. Trattenne una risata isterica. Ora sì che era nella merda. Fece mente locale e si ricordò di averla appoggiata sul suo letto mentre si passava la terza – o forse la quarta – passata di mascara allungaciglia e cattura-sguardi comprato in una svendita ad Hogsmeade un paio di settimane prima. Con un piccolo sbuffo impaziente, guardò – spiò – attraverso il buco della serratura. E fu solo in quel momento che si  rese conto che forse non avrebbe dovuto essere così portinaia e che, se avesse potuto crescere ancora di qualche centimetro, ormai si era giocata quell’opportunità per sempre.

 

*

 

Quella mattina, appena sveglia, deciso subito di riportare la mappa dove l’aveva trovata. Quelle notizie scabrose e la ricerca continua di persone da seguire potevano entusiasmare Potter, ma non facevano sicuramente per lei. Così, dopo essersi fatta bella per il WonWon, andò nella camera dei ragazzi del suo anno e rimise la mappa dove l’aveva trovata: sul letto di Harry, proprio mentre il ragazzo in questione dormiva. Con un sospiro da eroina tragica, si sedette accanto al suo amorino e lo guardò dormire. No, poteva essere la Regina del Gossip, ma di fronte alla notizia che persino Paciock si dava da fare e lei no, c’era rimasta secca. Ah, caro buon vecchio Neville. Non l’avrebbe mai visto più allo stesso modo… ora se lo guardava, era sicuro che l’avrebbe visto come se lo ricordava per quello che era successo la sera prima: tra le braccia – o forse erano le gambe – delle gemelle Patil.
Fare la portinaia da quando si era autoproclamata monogama non era più bello come prima.
Che invidia!

   
 
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