Titolo:
La Portinaia e la Mappa del Malandrino
Personaggi: Lavanda Brown
Rating: giallo
Contoparole: 1426
Avvertimenti: one-shot,
linguaggio, threesome
Genere: commedia
Sommario: Lavanda
Brown non
era mai stata una ragazza molto sveglia. Non vantava l'acume mentale
della Miss
So Tutto Io Granger, però, quando era entrata nella camera
dei ragazzi del
sesto anno per fare una sorpresa al suo WonWon, aveva subito capito che
quel
foglio di pergamena dimenticato sul letto di Harry Potter era magico.
Note: scritta
in seguito ad una chiarificante chiacchierata su facebook nel gruppo
EFP con
Dragana
e Daphne
S Kerouac e dopo la visione di questa
foto. Per tutto quello
che mi riguarda, potete benissimo dare la colpa di questa storia a Dragana
u.u
Fatemi sapere
com’è.
Un bacio,
Fay <3
La
Portinaia e la Mappa del Malandrino
Lavanda Brown non era mai
stata una ragazza molto sveglia. Non vantava l'acume mentale della Miss
So
Tutto Io Granger, però, quando era entrata nella camera dei
ragazzi del sesto
anno per fare una sorpresa al suo WonWon, aveva subito capito che quel
foglio
di pergamena dimenticato sul letto di Harry Potter era magico.
Non pensava che Harry, nonostante le varie menomazioni
mentali che – a suo
modesto parere – lo affliggevano, si potesse dimostrare
esattamente ciò che
aveva sempre pensato ma mai osato riferire ad alta voce: un
portinaio.
Tutta Hogwarts era a conoscenza delle sue manie di persecuzione e non
poteva
biasimarlo se aveva deciso di farsi dare da qualcuno - forse dal
preside in
persona - una mappa che mostrasse esattamente ciò che ogni
persona di Hogwarts,
fantasmi compresi, stava facendo. Curiosa come mai era stata prima - e
lei e la
sua amica Calì era piuttosto famose per quella loro
peculiarità - si apprestò
ad appropriarsene indebitamente. Si disse che aveva deciso di prendere
la mappa
per il bene di Harry. Insomma, quel povero ragazzo era così
ossessionato,
così paranoico e uno strumento
così interessante non poteva di certo
rimanere nelle sue mani.
Guardando i due piedini che sulla mappa recavano il cartellino con i
nomi di
Draco Malfoy e di Pansy Parkinson in una delle aule vuote dei
sotterranei si
disse che faceva molto più che bene a portarla via a quel
povero ragazzo
frustrato.
*
Dopo vari ripensamenti, Lavanda
era giunta alla conclusione che non
poteva esistere un manufatto così potente e così selvaggiamente
pettegolo,
quindi si era decisa che il comportamento migliore da attuare in quel
caso era
uno solo: testarla. Se ne fregò
altamente del fatto che indicasse
esattamente anche il punto in cui si trovava lei e dal momento che
cercava
ulteriori conferme si recò nei sotterranei con l'intento
di verificare
esattamente ciò che i due Serpeverde sopracitati stavano
combinando.
Quasi gioì, quando giunta finalmente davanti alla classe
vuota in questione,
sentì chiaramente le voci dei due provenire dall'interno.
«
Sei ufficialmente uno stronzo, Malfoy!»
sentì la Parkinson gridare. Aria di pettegolezzi, aria di
casa. Chissà cosa
avrebbe detto la sua amica Calì non appena le avrebbe
raccontato tutto.
*
« E così
Malfoy e la Parkison
stavano litigando? » le chiese Calì, sorseggiando
il suo Succo di Zucca per
nulla impressionata dalla scoperta. « Sai che
novità! »
Lavanda la guardò, inarcando un sopracciglio scettica.
« Come, novità? » le
chiese.
« Lav, da quando sei nel tuo dorato mondo fatto da WonWon e
cuoricini non è più
divertente spettegolare con te ». Calì si
sentì in dovere di dirglielo. Era sua
amica dopotutto e non stava bene che le amiche diventassero
così assenti tutt’ad
un tratto per far spazio alla loro vita amorosa. «
E’ roba vecchia di
settimane! Ormai quei due si prendono e si mollano come la Warbeck e
quel
giocatore di Quidditch egiziano ».
Lavanda non tentò nemmeno di replicare: aveva
un’arma potentissima in mano e l’avrebbe
sicuramente usata per convincere l’amica di conoscere cose
che nessun altro
alunno di Hogwarts avrebbe mai saputo. Così si
accomiatò per dedicarsi ad uno
studio intensivo della mappa.
Aveva smesso di seguire – stalkerare – i Tassorosso
perché si erano dimostrati
decisamente troppo noiosi per lei. E poi non c’era nessun
gusto a sfotterli.
Si era dedicata ai Corvonero, ma ogni volta che seguiva quella che
pensava
fosse una coppietta che andava ad appartarsi, si ritrovava sempre
davanti all’entrata
della biblioteca dove tutti i Corvonero e quella secchiona noiosa di
Hermione
andavano a studiare – che orribile verbo.
Quasi presa dallo sconforto aveva
deciso di seguire i Serpeverde per vedere se ciò che si
mormorava tra i
corridoi fosse tutto vero. Che rendano
giustizia al nome perverso di Salazar, sperò con
tutto il cuore. Gliel’avrebbe
fatta pagare cara a Calì. La Regina del Gossip di Hogwarts
era Lavanda e ciò
non andava messo in discussione.
Dopo ore e ore di pedinamento aveva scoperto che Theodore Nott aveva
traffici
illegali di piantine babbane che trasfigurava in piccoli innocui
bonsai, ma ciò
non era per niente interessante e lei stessa non aveva voglia di
rovinargli gli
affari. D’altronde il serpente che
dorme
non va mica svegliato, mica sono stupida, io!
Luna Lovegood era la sua fornitrice ufficiale. In gergo
doveva chiamarsi
pusher, ma non ne era tanto sicura.
Blaise Zabini se la faceva con entrambe le sorelle
Greengrass, ma quella
era notizia vecchia di secoli e le
uniche che non erano a conoscenza di tutto ciò erano proprio
Daphne e Astoria.
E lei non aveva sicuramente voglia di assistere alla morte precoce di
una
bellezza come quella di Zabini per mano di quelle due arpie. Mica era
stupida,
lei.
Draco Malfoy spariva per lunghi solitari all’interno di una
stanza segreta che
non compariva sulla mappa e quando non era lì litigava con
il Carlino.
Che noia questa Hogwarts.
*
Questo non me l’aspettavo proprio!, esclamò
dopo un’attenta revisione completa della mappa. Aveva smesso
di seguire i
Serpeverde perché si erano rivelati essere noiosi come i
piccoli Tassorosso del
primo e del secondo anno e si era data ai suoi compagni di casa. Oltre
ad aver
scoperto un piccola setta segreta – che qualcuno osava
definire fanclub –
capitanato da Romilda Vane, in cui un gruppo di ragazze fabbricavano
filtri d’amore
senza sosta, tiranneggiando l’una sull’altra come
tante piccole oche invasate,
aveva subito capito che Calì – la sua amica
Calì! – aveva una relazione
segreta. Erano ormai settimane che non parlavano più dei
loro rendez-vous dal
momento che Lavanda si era proclamata felicemente monogama e
Calì, per quel
motivo e per molti altri, aveva cominciato a non raccontarle
più niente. Se
prima sapeva cose di necessaria e vitale importanza come
l’esatta tonalità di
ogni rossetto che metteva al mattino, ora non sapeva nemmeno cose
stupide e
frivole come con chi si stesse frequentando al momento. Aveva capito
subito che
c’era qualcuno nella vita della ragazza e non c’era
arrivata dall’espressione pensierosa
che la Patil aveva assunto mentre si rimirava in biancheria intima
–rigorosissimo
pizzo nero – davanti allo specchio. Aveva afferrato quel
concetto solo quando l’aveva
vista uscire dalla camerata pensando di non essere né vista,
né sentita. E in
effetti non si sarebbe mai svegliata se l’amica non avesse
indossato un paio di
tacchi e non avesse avuto quel passo pesante da elefante che tanto la
contraddistingueva. Si infilò di fretta il primo mantello
nero che trovò e la
seguì da lontano. Aveva fatto in tempo anche a coprirsi i
capelli con un
cappellino nero e a passarsi un filo di mascara sulle ciglia, ma solo
perché,
se proprio doveva spiarla, in caso fosse stata scoperta, avrebbe dovuto
essere in perfetto ordine per presenziare al processo
che l’avrebbe fatta espellere da Hogwarts. Sorridendo, la
seguì nella notte per
i labirintici corridoi della scuola. Dopo parecchio camminare la vide
entrare
in una delle famose stanze deserte e inutilizzate della scuola.
Diede un’occhiata alle tasche del mantello, ma la mappa non
c’era. Trattenne una
risata isterica. Ora sì che era nella merda. Fece mente
locale e si ricordò di
averla appoggiata sul suo letto mentre si passava la terza –
o forse la quarta –
passata di mascara allungaciglia e cattura-sguardi comprato in una
svendita ad
Hogsmeade un paio di settimane prima. Con un piccolo sbuffo impaziente,
guardò –
spiò – attraverso il buco della serratura. E fu
solo in quel momento che
si rese conto che forse non avrebbe
dovuto essere così portinaia e che, se avesse potuto
crescere ancora di qualche
centimetro, ormai si era giocata quell’opportunità
per sempre.
*
Quella
mattina, appena
sveglia, deciso subito di riportare la mappa dove l’aveva
trovata. Quelle notizie
scabrose e la ricerca continua di persone da seguire potevano
entusiasmare
Potter, ma non facevano sicuramente per lei. Così, dopo
essersi fatta bella per
il WonWon, andò nella camera dei ragazzi del suo anno e
rimise la mappa dove l’aveva
trovata: sul letto di Harry, proprio mentre il ragazzo in questione
dormiva. Con
un sospiro da eroina tragica, si sedette accanto al suo amorino e lo
guardò
dormire. No, poteva essere la Regina del Gossip, ma di fronte alla
notizia che
persino Paciock si dava da fare e lei no, c’era rimasta
secca. Ah, caro buon
vecchio Neville. Non l’avrebbe mai visto più allo
stesso modo… ora se lo
guardava, era sicuro che l’avrebbe visto come se lo ricordava
per quello che
era successo la sera prima: tra le braccia – o forse erano le
gambe – delle gemelle
Patil.
Fare
la portinaia da quando si era autoproclamata monogama non era
più bello
come prima.
Che invidia!