WICKED
GAME
“Caposcuola
Granger, Caposcuola
Granger!”
Hermione
alzò lo sguardo dal foglio
che aveva in mano; un piccolo Corvonero stava correndo lungo il
corridoio verso
di lei, che era seduta nel vano di una finestra.
“Cosa
c’è?” chiese balzando in piedi.
“Presto,
vieni! Un duello, di là…
Si stanno picchiando!” disse il ragazzino indicando il punto
da cui era venuto.
Hermione lo seguì senza fare altre domande, sfoderando la
bacchetta. Due
corridoi più in là si trovarono davanti ad un
groviglio di braccia e gambe di
cui Hermione riuscì a distinguere solamente due teste
bionde. Nessuno dei
presenti aveva avuto il coraggio di dividerli.
“Ma
che cosa state facendo?! Basta,
basta! – esclamò la ragazza avvicinandosi ai due
contendenti. – Impedimenta!”
disse poi puntando la bacchetta verso di loro. I due corpi si
separarono
immediatamente; uno dei due sbatté contro il muro.
“Dennis
Canon?! Merlino, Dennis,
cosa stavi facendo? – disse Hermione avvicinandosi al
ragazzino che aveva
sbattuto contro il muro – Ti sei fatto molto male?”
gli chiese inginocchiandosi
accanto a lui per aiutarlo a rialzarsi.
“Mi
sa che ho battuto la testa…”
disse il ragazzino tastandosi la nuca.
“Ehi,
Granger, perché non aiuti
anche me? Anch’io ho battuto la testa!” li
interruppe una voce.
Hermione
si voltò: Draco Malfoy era
sdraiato per terra dall’altra parte del corridoio, spettinato
e un po’
arruffato, ma con il suo solito ghigno.
“Malfoy?...
Ti rendi conto che
stavi picchiando un ragazzino del quarto anno?” gli chiese
freddamente.
“Be’,
non mi sembra che lui stesse
fermo a subire – ribatté il ragazzo alzando le
spalle – Devo dedurre che non
aiuterai anche me ad alzarmi?” aggiunse poi. Hermione non gli
rispose neanche.
Draco si rialzò sbuffando.
“E
comunque ha iniziato lui.” disse
ancora il ragazzo, ravviandosi i capelli con una mano.
“Ha
iniziato lui? Ti sembra una scusa
valida, Malfoy? Non mi pare che tu abbia cinque anni –
ribatté la ragazza. –
Come sono andate le cose?” aggiunse poi rivolta a Dennis,
assumendo un tono più
dolce.
“E’
successo che, in un attimo di
distrazione, sono stato disarmato dal tuo amichetto Grifondoro,
così ho deciso
di risolvere le cose alla maniera babbana; credevo che ne saresti stata
felice,
Granger.” disse Draco, più veloce a rispondere.
“Voglio
sapere la ragione del
duello – precisò Hermione. – E comunque
la domanda non era rivolta a te.”
“Mi
sembri un po’ di parte, sai?”
replicò Draco con leggerezza. Prima che Hermione potesse
rispondergli, Dennis
parlò.
“Malfoy
ha… ha insultato mio
fratello” disse ad alta voce. Un brusio di diffuse tra i
presenti, che fino a
quel momento avevano ascoltato in silenzio.
“E’
vero, Malfoy?” chiese Hermione
lentamente.
“Può
essere.”
“E’
vero?” ripeté la ragazza a voce
più alta.
Draco
tacque per qualche secondo.
“Be’,
tutti possono gioire
liberamente della morta di mia zia, no?” rispose infine.
“Bellatrix
Lestrange era una
Mangiamorte evasa da Azkaban.” ribatté Hermione.
“Stai
forse dicendo che ci sono
differenze tra una morte e l’altra? Una persona merita la
morte più di un’altra?”
“No,
io-“
“Sai,
non mi sembra carino, come
pensiero. Per niente Grifondoro. Insomma,-“
“Santi
Numi, Malfoy, taci! – lo
interruppe Hermione irritata. – Sai benissimo quello che
volevo dire, quindi
smettila di fare l’avvocato delle cause perse. Non so di
preciso cosa tu abbia
detto su Colin Canon, ma è assolutamente inammissibile che
uno studente insulti
i parenti di un suo compagno di scuola. Tanto più se si
tratta di un parente
che purtroppo è deceduto. – continuò
Hermione, appoggiando una mano sulla
spalla di Dennis. – D’altro canto, Dennis, non
è giusto nemmeno rispondere con
la violenza, lo sai bene.”
“Mi
dispiace, Hermione, ma dopo
quello che ha detto ho perso il controllo…” disse
il ragazzino, i pugni stretti
e lo sguardo basso.
“Spero
che un episodio del genere
non ricapiti più, ma se doveste avere ancora problemi di questo tipo rivolgetevi immediatamente
a un Caposcuola o a un professore, chiaro? E questo vale per tutti. -
disse
girando lo sguardo verso tutti i presenti. Tutti annuirono in silenzio;
Draco
fischiettò con noncuranza. – Detto questo, sono
venticinque punti in meno per
Grifondoro e trenta per Serpeverde, dato che sei stato tu, Malfoy, a
scatenare
il tutto. In più, stasera dovrai occuparti della Sala
Trofei. Tutto chiaro?”
disse Hermione in tono autoritario.
“Cristallino,
Caposcuola Granger. –
disse Malfoy. – Prometto che non insulterò
più… Com’è che si chiamava
quel
ragazzino? Ah, sì, Colin Canon. Non in presenza del
fratello, almeno.”
Dennis
stava già per rispondergli,
ma Hermione lo fermò con un gesto della mano.
“Non
ne vale la pena, Dennis.
Malfoy è solo stupido e cattivo.” disse Hermione
lanciando al ragazzo uno
sguardo sprezzante.
“Oh,
e tu sai bene quanto sono
cattivo, vero Granger?” ribatté Draco con un
sorrisetto. Hermione arrossì
violentemente, mentre Dennis la guardò per chiederle che
cosa intendesse
Malfoy. Lei si affrettò a scuotere la testa, senza
rispondere.
Draco
raccolse la sua bacchetta e
la sua borsa e si allontanò lungo il corridoio. Nel passare
di fianco ad un’armatura
le diede una spinta, facendola cadere a terra in un fragore metallico.
“Oh,
come sono cattivo!” esclamò
ridendo.
No, I don’t wanna fall in love
(This love is only gonna break your heart)
With
you
***
Era
stato un pomeriggio tranquillo:
aveva già fatto tutti i compiti, ovviamente, e a nessun
bambinetto del primo
anno era venuto in mente di provare improbabili incantesimi inventati
al
momento sui propri compagni, quindi Hermione aveva deciso di concedersi
qualche
ora di svago in biblioteca. C’erano un paio di volumi su cui
aveva messo gli
occhi da un po’, ma i suoi doveri di Caposcuola occupavano
quasi tutto il suo
tempo libero, ultimamente.
Le
piaceva camminare per la scuola
nelle ore del tramonto, quando gli ampi finestroni lasciavano entrare
ondate di
luce dorata nei corridoi, e l’unico rumore era quello dei
tacchi delle sue
scarpe. I corridoi che portavano alla biblioteca non erano molto
frequentati,
con suo grande disappunto. Hermione sospirò, fermandosi
qualche attimo ad
ammirare il panorama; era una giornata così tranquilla che
non avrebbe permesso
a nessuno di rovinarla. Nemmeno a Ron, che non le scriveva da
più di una
settimana, e sicuramente si era solo dimenticato di risponderle, non
era in
pericolo di vita e non la stava tradendo.
Hermione
riprese a camminare verso
la biblioteca, scuotendo la testa per scacciare quei pensieri, quando
improvvisamente un altro rumore ruppe il silenzio. La ragazza si
fermò di
colpo, trattenendo il fiato: un altro paio di tacchi stava percorrendo
quel
corridoio, proprio davanti a lei. Poi, così
com’era iniziato, il rumore cessò.
Hermione avanzò verso l’angolo, sapendo
perfettamente chi la stava aspettando
al di là.
“Ciao.
– disse Draco Malfoy quando
la ragazza arrivò davanti a lui. Era appoggiato al muro, le
mani in tasca, in
una posa artificiosamente rilassata; Hermione vide la tensione della
sua
mascella. – Scusa se ti ho spaventata.”
“Non
mi hai assolutamente
spaventata. – mentì Hermione alzando le spalle.
– Cosa vuoi?”
“Be’,
sai, pensavo che la punizione
di settimana scorsa fosse solo una scusa per passare un po’
di tempo insieme.
So bene quanto ti piace mettermi in punizione… –
rispose Draco con un
sorrisetto. – Ci sono rimasto molto male quando non sei
venuta.”
“Non
avevo voglia di vederti.”
“L’avevo
intuito.” ribatté il
ragazzo avvicinandosi a Hermione; lei arretrò
automaticamente di qualche passo.
“E
non ne ho ancora voglia.” continuò
decisa, voltando la testa all’improvviso per sfuggire al
tocco del ragazzo.
“Avevo
intuito anche questo. Attenta.
– disse mettendole una mano dietro la testa quando
sbatté contro la parete del
lato opposto del corridoio. – Hai tagliato i capelli. Ti
avevo detto che li
preferivo lunghi.” aggiunse sistemando una ciocca ribelle.
“Io
non faccio quello che vuoi tu.”
ribatté Hermione con tono aggressivo.
“Oh,
certo, tu sei una donna
indipendente e forte, non fai mai quello che vogliono gli altri, non
hai
bisogno di uomini… Che cambiamento in due settimane!
– replicò Draco con
espressione stupita. – Allora doveva essere una ragazza che
ti somigliava
molto, quella che due settimane fa mi ha trascinato nelle
serre… Vuoi che ti
racconti quello che mi ha fatto quella ragazza?”
“A
dire il vero no, avrei altro da
fa-“
“Ho
sentito un sì? – la interruppe
il ragazzo. – Per cominciare, mi ha preso per un braccio,
trascinandomi fuori
dal sentiero… Ecco, così. – disse
afferrando un braccio di Hermione e
stringendola a sé. – Poi mi ha guidato nelle
serre; la porta era aperta. –
Draco roteò su se stesso un paio di volte, trascinando la
ragazza fino a una
porta poco distante, guidandola all’interno di una piccola
aula in disuso. –
Be’, queste non sono proprio le serre, ma tu hai molta
fantasia, no? Però anche
lì era buio, proprio come qui; sai, in quelle serre
c’erano delle piante che non
sopportano la luce del sole. Me l’ha detto lei,
ovviamente.”
“Draco,
io…”
“Ho
appena iniziato; e no, non
m’importa delle tue stupide lamentele e dei tuoi ancor
più stupidi impegni.
Sai, l’altra ragazza era molto più simpatica;
parlava di meno e… agiva di più.
Oh, quasi dimenticavo; lei ha sigillato la porta con un incantesimo. – aggiunse con
un gesto della bacchetta verso
la porta, che si chiuse immediatamente. - Poi si è
avvicinata a me, lentamente,
spingendomi verso un banco vuoto… Pensavo volesse baciarmi:
era così vicina… -
continuò Draco; Hermione deglutì nervosamente,
arretrando, finché non trovò
dietro di sé un banco vuoto. Maledetto Malfoy… -
E invece no, niente bacio. –
disse il ragazzo ritraendosi all’improvviso. – Mi
ha messo una mano sugli occhi,
così, e si è messa alle mie spalle; potevo
sentire il suo seno sfiorarmi la
schiena, attraverso i maglioni e le camicie… Poi ha iniziato
a baciarmi sul
collo, proprio qui, in questo punto che mi fa impazzire”
Draco posò un bacio
dietro il collo della ragazza, e poi un altro, e un altro ancora.
Hermione
scostò la testa, testarda, ma il ragazzo la costrinse subire
i suoi baci
tenendola ferma per il collo con la mano libera.
“Mi
hai fatto male.” disse Hermione
cercando di non farsi distrarre dal ragazzo.
“Lo
so. – rispose semplicemente
Draco interrompendo i baci. – E te ne farò ancora
se opporrai resistenza o
m’interromperai un’altra volta. –
aggiunse tranquillo. Lasciò liberi gli occhi
della ragazza, solo per slacciarle con lentezza esasperante la camicia.
Hermione continuò a tenere gli occhi chiusi, mentre le mani
del ragazzo la
sfioravano in carezze sempre più ardite. Ad ogni tocco
rabbrividiva, così come
si mordeva le labbra ogni volta che lui smetteva di toccarla, anche
solo per un
secondo. – Devi capire, Granger, che non puoi permetterti
d’ignorarmi per una
settimana. – disse togliendole la camicia con mani esperte.
La prese per i
fianchi e la girò sul banco, fino ad averla di fronte. Le
appoggiò una mano
sulla coscia, mentre l’altra s’insinuava sotto la
gonna della ragazza. – Non mi
chiamo Weasley: io non tollero questi comportamenti. – con un
gesto improvviso
le divaricò le gambe e le artigliò il bordo delle
mutandine, tirandolo verso il
basso. Hermione spalancò gli occhi e cercò di
fermarlo, ma il ragazzo le bloccò
entrambi i polsi con una sola mano. – Non costringermi a
pietrificarti; non ti
piacerebbe, te lo assicuro. E guardami negli occhi. Subito. –
disse con un tono
che non ammetteva repliche. Hermione si voltò a fissarlo,
impotente. – Quel tuo
adorabile broncio con me non funziona. Non deve mai più
succedere, capito?”
ringhiò Draco serrando la stretta intorno ai polsi della
ragazza.
“Ero
arrabbiata.” rispose
semplicemente Hermione.
“Non
me ne frega niente del tuo
umore; non ho bisogno di parlare con te, e lo sai benissimo!”
“Io
non-
“Io
non cosa, Granger? Non volevi
che finisse così? Troppo tardi. Forse avresti dovuto
pensarci prima di venire
ad offrirmi la tua compassione. Se avessi saputo che questo era
l’amore di cui
parlavate tanto te e i tuoi amichetti Grifondoro sarei venuto da te
molto tempo
prima, lo sai?” disse Draco con uno sguardo eloquente.
Hermione arrossì.
“Cosa
vuoi che ti dica, Draco? Che
nemmeno una So-tutto-io come me aveva previsto tutto questo?”
gli chiese aspra.
“Voglio
che tu sia sincera. Tutto
qui. Voglio che tu ammetta che mi vuoi così come io voglio
te. – continuò
slacciandole il reggiseno; lei non oppose resistenza. – Non
puoi semplicemente
piombare nella vita di un tranquillo reietto figlio di Mangiamorte,
offrirgli
tutta te stessa, e poi ritrarti quando ti accorgi che tutto questo ti
fa paura.
– le sue mani graffiavano lentamente la schiena della
ragazza. – Non puoi
giocare a fare la fidanzatina fedele e poi venire a letto con me tutte
le
notti… Per quanto rendere Weasley cornuto possa rendermi
felice, ovviamente. –
rise Draco sfilando le mutande della ragazza. – Dì
che mi vuoi, Hermione.” continuò
posando una mano sulla guancia accaldata della ragazza. Scese
lentamente lungo
il collo, e Hermione si appoggiò a quella mano come se fosse
un porto sicuro
durante una tempesta, il centro esatto del suo mondo in quel momento di
dolorosa perfezione.
Poi
Draco scese sul seno della
ragazza, e sentì sotto la sua mano il battito accelerato del
suo cuore; più
giù, tracciando sentieri invisibili intorno
all’ombelico, e poi sotto la gonna…
Hermione si mosse istintivamente verso la mano del ragazzo.
“Io
ti voglio. E tu, mi vuoi?” le
chiese Draco muovendo lentamente la propria mano.
Hermione
respirò affannosamente,
guardandolo negli occhi. Poi, con estrema lentezza, iniziò a
slacciargli i
bottoni della camicia.
“Mai…
- Gettò la cravatta a terra, e
arrivata alla fine della camicia si mosse verso la cintura del ragazzo.
–
Nessuno… - Draco chiuse gli occhi un attimo, respirando
profondamente, quando
sentì le mani della ragazza muoversi vicino ai bordi delle
sue mutande. – Mi
aveva fatta sentire così…” Con un gesto
fulmineo le prese il viso tra le mani,
costringendola ad alzare lo sguardo verso il suo volto.
“Dillo.
– sussurrò guardandola
intensamente, negli occhi una supplica che l’orgoglio non gli
avrebbe mai
permesso di esprimere a voce. – Dillo.”
Hermione
lo guardò a lungo,
tremante. Pensò a Ron, il suo Ron, quel ragazzo allegro e
gentile che ora era
così lontano. Pensò a tutto quello che avevano
passato insieme: a ciò che
quella guerra vinta aveva significato per loro. Pensò alla
sua reputazione
immacolata; mai un passo falso, mai una parola sbagliata.
E
poi vide Draco davanti a sé. Si
avvicinò e lo baciò. Si scostò da lui
senza riaprire gli occhi. Non voleva
vedere quella supplica, non aveva il coraggio di guardarla.
“Lo
sai.” disse infine.
What a wicked game to play, to make me feel
this way
What a wicked thing to do, to let me dream of
you
What a wicked thing to say, you never felt this
way
What a wicked thing to do, to make me dream of
you
***
Draco
si bloccò subito dopo aver
svoltato l’angolo. Dall’altra parte della strada un
gruppetto di quattro
persone stava camminando nella sua direzione: Harry Potter, Ginny
Weasley, Ron
Weasley, e Hermione. Le due coppie passeggiavano pigramente per
Hogsmeade
godendosi quella calda giornata primaverile.
Potter
e Weasley avevano deciso di
non tornare a scuola per recuperare il settimo anno, così i
due dovevano accontentarsi
dei week end in cui erano previste gite a Hogsmeade per poter vedere le
rispettive ragazze. Ovviamente, per gli eroi del mondo magico erano
previste
numerose eccezioni.
Hermione
rise, stringendo il
braccio del suo ragazzo; probabilmente quel pezzente di Weasley aveva
detto
qualcosa di divertente, anche se Draco dubitava fortemente di questa
possibilità, dato il quoziente intellettivo del rosso.
Poi,
prima ancora di capire quello
che stava facendo, Draco si avvicinò a grandi passi
all’allegro gruppetto.
Ginny Weasley lo vide avvicinarsi, e lo disse subito agli altri: Draco
lo lesse
nelle loro espressioni, che persero improvvisamente tutta
l’allegria.
L’espressione di Hermione, in particolare, era impagabile.
“Potter,
Weasley… Devo ammettere
che Hogwarts senza di voi è davvero un posto
migliore.” esordì Draco con un
sorriso cordiale.
“Cosa
vuoi?” chiese subito Hermione
ansiosa.
“Solo
salutare dei vecchi compagni
di scuola, Granger. E in ogni caso non stavo parlando con te; noi due
ci
vediamo già abbastanza spesso a scuola.” rispose
il ragazzo con uno sguardo
pieno di sottintesi.
“Il
mondo sarebbe un posto migliore
senza di te, Malfoy. – disse Ron piazzandosi a gambe larghe
davanti a Hermione.
– E non azzardarti ad avvicinarti alla mia ragazza. Solo
perché io e Harry non
siamo in giro non vuol dire che puoi fare quello che vuoi.”
Draco rise
apertamente, mentre Ron lo guardava perplesso.
“Oh,
ma è la tua ragazza a venire
da me, Weasley. A proposito, come sta la tua famiglia? Spero che
l’attività di
tuo fratello Fred stia andando bene. – rispose il ragazzo.
– O forse era
George, quello vivo? Mi confondo sempre!” aggiunse con
espressione pensierosa.
“Bastardo!”
esclamò Ginny
scagliandosi verso di lui. Harry la trattenne per le spalle, cercando
di
calmarla.
“Ehi
Potter, tieni a bada la tua
ragazza. Non sapevo che voi Weasley foste così selvaggi;
dev’essere una
controindicazione della povertà.”
“Sta
zitto, Malfoy. Tu non devi
neanche parlare della mia famiglia, chiaro?” gli rispose Ron
irritato
avvicinandosi di un passo.
“Per
Merlino, Weasley, ora sì che
ho davvero paura! Ti prego, non ti avvicinare di un altro passo, o
potrei
mettermi a piangere!” lo schernì Draco con voce
fintamente lamentosa.
“Non
eri così allegro l’anno scorso,
quando i tuoi genitori erano ostaggi di Voldemort, Malfoy.”
s’intromise Harry
con voce tranquilla.
“E
tu non sarai così allegro quando
ti avrò spaccato la faccia, Potter.”
replicò altrettanto tranquillo Draco.
“Provaci.”
lo sfidò Ron estraendo
rapidamente la bacchetta.
“E
tu prova a passare sotto una
porta.” ribatté Draco.
“Che
cosa?... Che cosa intendi
dire, Malfoy?”
“Intendo
dire che sei cornuto,
Weasley. Lo sa con chi scopa la tua ragazza quando tu sei
lontano?” gli chiese
con un sorriso fintamente gentile Draco. Hermione, che fino a quel
momento si
era tenuta in disparte, si avvicinò per replicare, ma fu
tenuta lontana da Ron.
“Sei
il solito stronzo, Malfoy.” gli
disse il ragazzo con espressione disgustata.
“A
dire il vero la risposta giusta
non è questa, ma data la tua scarsa intelligenza era
piuttosto difficile che tu
la azzeccassi. La risposta giusta era ‘Draco
Malfoy’, stupido pezzente.” rispose
Draco con un sorrisetto arrogante.
“Questa
è la volta buona che ti
spacco-“
“Oh,
no, la tua ragazza potrebbe
prendersela se mi rovini, Weasley!”
“Stupe-“
“Fermo!”
urlò Hermione bloccando il
braccio del proprio ragazzo. Alcuni passanti si erano fermati a
guardarli,
richiamati dal loro vociare. La ragazza costrinse Ron a rinfoderare la
bacchetta.
“Non
siamo più a scuola, Ron, e
nessun professore metterà a tacere le stupidate che farai. E
poi, ti sembra il
caso di tirare fuori la bacchetta per lui?” disse Hermione
indicando con la
testa Draco.
“Ma
lui ha detto-“
“Ho
sentito anch’io quello che ha
detto, ero qui di fianco a te. Tu gli credi? – gli chiese
seria la ragazza. Ron
sorrise e scosse la testa. – E allora non
c’è niente di cui discutere. –
concluse velocemente Hermione. – Io direi di andare ai Tre
Manici di Scopa e
dimenticarci tutto.” aggiunse guardando gli amici. Questi
annuirono, non senza
lanciare sguardi disgustati verso Malfoy.
“Ehi,
non mi guardate così! Non
sono io l’adultero qui!” disse lui. Ron
alzò un braccio verso di lui,
minaccioso, ma Hermione lo bloccò ancora.
“Non
ne vale la pena. Lo sai che Malfoy
è solo stupido e cattivo.” gli disse
semplicemente, senza degnare Draco di uno
sguardo. Ron annuì, la prese per mano e si
allontanò con lei verso i Tre Manici
di Scopa. Harry e Ginny fecero lo stesso, voltando le spalle al ragazzo.
“Andate
già via? Non vi ho ancora
detto nulla! – urlò Draco a quattro schiene.
– Weasley, non vuoi sapere qual è
la posizione preferita della tua ragazza? Lo so che mi sentite, non
fate finta
di niente! – continuò con voce sempre
più flebile. Nessuno dei quattro si voltò
a guardarlo, nemmeno Hermione. – Ehi!”
Per
un attimo, la vista di Draco si
annebbiò, offuscata dalle lacrime. Era colpa del freddo,
sicuramente colpa del
freddo, o al massimo di qualche moscerino fastidioso, pensò
rabbiosamente.
Poi
si ricordò che lui era uno dei
cattivi; l’aveva detto proprio lei, dopotutto. E i cattivi
non piangono: si
vendicano. Le avrebbe
dimostrato di
essere più malvagio che stupido.
Scacciò
le lacrime con il dorso
della mano e s’incamminò da solo verso Hogwarts.
World was on fire, no one could save me but you
It’s strange what desire make foolish
people do
I’d never dreamed that I’d
love somebody like you
I’d never dreamed that I’d
lose somebody like you
***
Hermione
stava facendo colazione,
cercando contemporaneamente di ripassare Incantesimi, quando un piccolo
gufo
dalle piume chiare le picchiettò sulla spalla con il becco.
La ragazza lo
guardò perplessa: non era il gufo di Ron, né
tanto meno quello che usava
regolarmente per la corrispondenza con i suoi genitori.
Hermione
ruppe una fetta di pane
tostato in piccoli pezzettini e l’offrì al gufo,
prendendo la busta che aveva
tra le zampe. Era grossa e pesante, bianca; Hermione la
girò. Nessun mittente.
Si versò del succo di zucca e ne bevve un sorso, aprendo la
busta con la mano libera
ed estraendone il contenuto.
Non
era una lettera. Erano delle
foto.
Il
bicchiere che aveva in mano
cadde per terra, frantumandosi. Il rumore si perse
nell’allegro vociare della
colazione in Sala Grande, ma le persone più vicine a lei se
ne accorsero e la
guardarono, perplesse.
“Tutto
bene, Hermione? – le chiese
Ginny. La ragazza non le rispose; sembrava sconvolta dal contenuto
della busta
che le era appena arrivata. – Hermione?”
La
ragazza deglutì nervosamente,
incapace di distogliere lo sguardo da quelle foto. Anche se non fossero
state
magiche, non lasciavano molto spazio all’immaginazione. Lei e
un ragazzo dai
capelli biondi in un angolo buio, stretti l’uno
all’altro; lei e lo stesso
ragazzo sdraiati l’uno sopra all’altro; lei e quel
ragazzo nudi…
Lei
era perfettamente
riconoscibile, mentre il volto del ragazzo era sempre in ombra; Draco
Malfoy
non era certo uno stupido.
Hermione
si voltò verso l’amica,
cercando una scusa plausibile, ma prima che potesse risponderle Ginny
fu
distratta da un gufo che richiamò la sua attenzione con
delle lievi beccate.
Tra le zampe teneva una busta uguale a quella che lei aveva appena
aperto.
Hermione
si guardò intorno,
improvvisamente preda di un terribile presentimento, e vide che decine
di gufi
stavano consegnando la stessa identica busta a decine di studenti,
perplessi e
incuriositi.
“Ferma!
- esclamò Hermione
prendendo la busta dalle mani di Ginny. Non ascoltò le
proteste dell’amica,
correndo lungo il tavolo dei Grifondoro.
– Fermi, fermi!” disse ancora,
strappando buste dalle mani di studenti
increduli.
“Ma
che cosa?!”
“Hermione,
sei impazzita?”
La
ragazza balbettò qualche scusa,
mentre nel resto della Sala Grande i gufi continuavano ad arrivare, e
le buste a
essere aperte. Erano troppe, ovviamente. Alcuni le avevano
già aperte, e si
stavano voltando a cercarla con lo sguardo, mostrando le foto alle
persone più
vicine.
Hermione
percorse con lo sguardo il
tavolo dei Serpeverde, ma ovviamente lui non c’era; poi,
improvvisamente, capì,
e corse verso la guferia. Non si preoccupò nemmeno di
chiedere scusa a tutte le
persone cui era andata addosso, e si ricordò mentalmente che
era proibito
correre per i corridoi, ma per una volta decise di poter soprassedere a
qualche
regola.
Arrivò
con il fiato corto, e troppo
tardi. Draco Malfoy stava guardando tranquillo un gufo ormai lontano da
Hogwarts.
“Oh,
Hermione! – le disse il
ragazzo voltandosi verso di lei, un sorriso cortese sul bel volto.
– Temo che
tu sia arrivata troppo tardi; il gufo indirizzato a Ron Weasley
è partito da
qualche minuto. Che peccato; avresti potuto allegare una tua
lettera!” continuò
con espressione fintamente dispiaciuta. Hermione inspirò
profondamente,
chinandosi per riprendere fiato.
“Tu…
Non puoi averlo fatto
veramente” disse infine.
“Ne
sei davvero certa? - le chiese
Draco con un sospiro. – Pensaci: tu hai giocato con me,
Granger. Hai fatto le
tue mosse, e poi un bel giorno hai deciso che la partita era finita. Ma
io
avevo ancora un turno da giocare, e la partita non finisce
finché non lo decido
io.” continuò freddamente. La sua voce era poco
più di un sussurro, ma per
Hermione risuonò come un urlo.
“Cosa
stai dicendo? Io non-“
“Non
ci provare nemmeno, Granger.
Potrei tagliarti la lingua, se continuassi a parlare, e sarebbe
sicuramente una
grave perdita, dati gli usi che ne conosci. – la interruppe
Draco sorridendo,
come se quella minaccia fosse uno scherzo particolarmente divertente.
– Ti
avevo già avvertita: io non sono Weasley. Non avrei
tollerato altri
comportamenti del genere.” aggiunse avvicinandosi alla
ragazza. Prima che lei
potesse arretrare lui era già lì, a bloccarla con
le sue braccia.
“Non
ho fatto niente, niente!”
“Non
eri forse tu quella attaccata
al braccio di Weasley come una stupida scimmia, Granger?”
disse spingendola
contro il muro. Questa volta non si curò del fatto che lei
potesse sbattere la
testa.
“Ma
di cosa-“
“A
Hogsmeade, Granger, a Hogsmeade!
Hai già dimenticato il nostro incontro?” Draco
sottolineò ogni parola con una
brusca scrollata alle spalle della ragazza.
“Ron
è il mio fidanzato!”
“E
allora perché scopavi me?” urlò
sbattendo una mano contro il muro. Hermione tremò e
occhieggiò cautamente la
porta; nessuno avrebbe potuto sentirli, ma sperava comunque di veder
comparire
qualcuno che doveva spedire una lettera.
“Io
non… non…”
“Hai
perso le parole, So-tutto-io?
Nessun libro ti viene in aiuto in questa situazione?” disse
con un’espressione
disgustata.
“Io
non lo so… Draco. - disse
Hermione mordendosi il labbro inferiore. Il ragazzo avvicinò
una mano al suo
viso, così velocemente che lei si scostò,
impaurita. – Non farmi… per favore,
io-“
“Non
voglio farti del male. – la
interruppe prendendole il viso tra le mani. – Non voglio
darti una ragione per
poter andare a raccontare a tutti per l’ennesima volta quanto
io sia stupido e
cattivo. Parole tue, Granger.” le accarezzò piano
le guance, come aveva fatto
tante altre volte negli ultimi mesi.
“Quando
hai fatto quelle foto?” gli
chiese Hermione dopo qualche secondo. Non poteva abbandonarsi alla
finta
dolcezza di quelle carezze, non poteva abbassare la guardia nemmeno per
un
secondo.
“Oh,
sono sempre stato affascinato
dalla fotografia; la possibilità di catturare un preciso
istante che rimarrà
lì, per sempre, impresso sulla carta, anche quando
quell’istante sarà distante
anni ed anni…”
“Quando?”
“Non
riconosci i luoghi e le
posizioni, Granger? – le chiese con un sorriso, mentre le
carezze scendevano
rapidamente verso il basso. – Siamo all’inizio di
maggio, manca poco alla fine
della scuola; era ovvio che stava per finire tutto. Così ho
pensato che sarebbe
stato carino catturare qualcuno di quegli istanti, per poterli
riassaporare tra
qualche anno… e per poterli condividere.”
“Nessuno
crederà mai a quelle foto.
Ron non crederà mai a quelle foto.” disse Hermione
con sicurezza.
“E
allora perché sei venuta qua di
corsa, e hai cercato di strappare la busta dalle mani di tutti? So che
ci hai
provato.” replicò Draco ridendo. La ragazza
rabbrividì quando appoggiò le sue
mani fredde sulle cosce.
“Lasciami.”
disse cercando di
scostarsi; lui la riportò contro il muro.
“Detesti
quando le cose ti sfuggono
di mano, e questa… cosa ti è decisamente sfuggita
di mano, vero?”
“Non
so di cosa tu stia parlando.”
“Pensavi
di potermi consolare un
po’, riportarmi sulla retta via, magari; dopotutto, perdere
qualche ora del tuo
prezioso tempo con un figlio di Mangiamorte come me non poteva fare
altro che
santificarti ancora un po’, no? La paladina dei diritti degli
elfi domestici
che prende sotto la propria ala protettrice il povero Malfoy!
L’avrebbero
scritto sul retro della tua figurina delle Cioccorane, probabilmente.
– disse
Draco senza lasciarla andare, né dare segno di averla
sentita. – Poi ti
dev’essere venuto in mente che non sarebbe stato tanto male
andare a letto con
un ex nemico; il fascino dei serpenti, immagino…”
“Io
non-“
“Quand’è
che ti sei ricordata di
avere un fidanzato, Granger? Quando ti è venuto in mente che
tu odi i serpenti
come me?”
“Non…
non lo so. Io non volevo fare
niente, niente di tutto questo…” disse Hermione
evitando il suo sguardo.
“E’
stato quando ti sei accorta che
mi volevi davvero?” continuò Draco stringendola
improvvisamente a sé; Hermione
sussultò, ma non lo respinse.
“Non
ho mai detto di volerti.”
rispose con arroganza. Il ragazzo le accarezzò lentamente i
capelli, seguendo
la curva della nuca, per poi scendere sul seno, e fino alla
gonna… Hermione si
morse un labbro, cercando di non assecondare i movimenti del ragazzo.
“Ma
il tuo corpo lo sta urlando.
Sei solo troppo supponente per ammetterlo. – disse
lasciandola andare con la
stessa velocità con cui l’aveva presa; lei
barcollò un attimo. – Pensavi di
potertene andare come se niente fosse, cancellando tutto? Ti sei
semplicemente
Obliviata?”
“Io
non… E’ stato un errore. Tutto,
dall’inizio alla fine.” rispose cercando di
ricomporsi.
“Un
errore lungo mesi, Granger.”
“Ho…
sbagliato i miei calcoli.”
“Non
avevi messo in conto che avrei
potuto arrabbiarmi, Granger? Non avevi messo in conto che non avresti
potuto
semplicemente smettere di giocare?”
“No.
No, non l’avevo messo in
conto. Sei soddisfatto adesso? Ti senti appagato?” gli chiese
a sua volta
stringendo i pugni con rabbia.
“Oh,
no, no di certo. Per essere
soddisfatto dovrei spaccarti quel tuo bel visino, Granger. Ma so anche
che quel
tipo di dolore non ti avrebbe fatto nessun male, così ho
preferito colpire la
tua reputazione. Qualcuno crederà a quelle foto.
Così come io ho creduto a te.”
rispose gelido, appoggiandosi a una delle finestre della guferia.
“Cosa
intendi dire?”
“Sai,
per qualche tempo ho
veramente creduto a quello che mi dicevi, Granger; al fatto che nessuno
ti
avesse mai fatto sentire così, e che mi volessi
davvero… Avrei dovuto
accorgermi che sei solo una lurida bugiarda.”
“Io
non intendevo…”
“Non
intendevi dire quelle parole?
Un altro errore? Granger, non ti facevo così
distratta.”
“Pensavo
che anche per te fosse lo
stesso.”
“Un
gioco? - Hermione annuì
velocemente, senza guardarlo. – E’ stato un gioco
lasciarmi credere di contare
qualcosa? Un gioco illudermi che… che ci fosse veramente
qualcosa, oltre a
quello che facevamo? Un gioco?” la ragazza deglutì
nervosamente.
“Non
pensavo che tu… che tu-“
“Non
pensavi che io potessi
veramente provare qualcosa, Granger? Non pensavi di lasciarti
coinvolgere? –
Draco le voltò le spalle, scrutando con attenzione il cielo.
– Come immaginavo,
ecco che arriva il gufo del tuo fidanzato. – le disse
tornando a guardarla.
Hermione spalancò gli occhi. – Adesso il gioco
è finito, Granger. E credo
proprio che tu abbia perso. - aggiunse avvicinandosi a lei.
Tirò fuori dalla
tasca un foglio piegato con cura. – Il tuo premio sta
arrivando, - disse
indicando il gufo che stava atterrando sul davanzale. –
questo consideralo un
regalo.” continuò dandole il foglio. Hermione lo
osservò mentre si allontanava;
non si voltò indietro nemmeno una volta.
Aprì
il foglio. Questa volta il
viso di Draco era ben visibile, mentre si baciavano appassionatamente
nelle
serre.
Hermione
si riguardò baciare il
ragazzo ancora e ancora, finché non si accorse di aver
bagnato di lacrime la
fotografia.
Allora
si rese veramente conto di
aver perso.
Nobody
loves no one.
“Wicked
Game”,
Chris Isaak
Grazie
per essere arrivati fino
alla fine! :)
Rapidamente:
tutte le frasi in
corsivo tra una parte e l’altra della storia vengono dalla
canzone che ho
citato alla fine. L’idea principale per questa fan fiction mi
era venuta anni
fa, ma l’ho ripresa solo qualche settimana fa dopo aver
riascoltato la canzone;
mi sono ispirata alle parole ed alle sensazioni che mi trasmetteva per
scrivere
questa storia. Anche se non vi è piaciuta vi consiglio di
ascoltare la canzone,
perché secondo me è davvero bellissima.
Poi,
tra gli avvertimenti ho messo
OOC perché, anche se ho cercato di non allontanarmi troppo
dai personaggi
originali, mi rendo conto che difficilmente Hermione e Draco possano
aver avuto
una sordida storia di sesso nelle idee della Rowling. XD
Detto
questo, ovviamente spero che
vi sia piaciuta!
A
presto (forse),
Contessa