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Autore: Angel_Kiss    01/07/2006    1 recensioni
silenzio avvolgi la mia anima peccatrice e accompagnami laggiù…all’Inferno dove brucerò e urlerò per sempre…dove il fuoco dell’amore peccaminoso mi avvolgerà e mi esproprierà dal sorriso….dove non esiste luce che ti esorti a vivere e continuare ad inseguirla perché convito che dopo la luce ci sia il sereno…avvolgimi silenzio…avvolgi le mia membra e il mio spirito…avvolgetemi fiamme…bruciatemi…rendete polvere i mie sogni e le mie speranze lasciate marcire il mio ego…questo il mio destino qui…questo aspetta la mia piccole e già logorata anima peccatrice di troppo amore…
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio, avvolgi la stanza. Silenzio, domina lo spirito. Silenzio è quello che domina me e te. Silenzio…

Solo questo ormai abbiamo ed è questo ciò che ci lega indissolubilmente: il silenzio.

Siamo divisi da questo muro di indifferenza, ma la cosa che mi ferisce e che svuota il mio animo è questa nube di odio e pesante silenzio. Ho sbagliato, lo so. Dovevo credere alle tue parole. Sono stata stupida ed orgogliosa eppure è questo quello che amavi di me…ed è quello che ti ha portato via da me….

Sono incazzata, ma non con te…con me…forse con l’Amore.

Non posso nemmeno dar la colpa a Lui…infondo è questo quello che fa…unisce e divide le persone…

Mi do della stupida, cerco un capro espiatorio per il mio errore…il mio grosso errore..

Avrei dovuto crederti quella sera, quando mi dicesti che avevo frainteso, ma la mia cocciutaggine mi dettava altro. Mi diceva di non crederti, che quella che dicevi non era la verità, ma solo una scusa per coprire il tuo errore. Il mio cuore…oh, il mio cuore. avrei dovuto credere a lui! A lui! Dice sempre la verità…mi diceva che stavo sbagliando, avrei dovuto chiederti scusa molto prima, almeno cercare di parlarti, cercare di confrontare quello che sapevo con quello che era vero. Invece, ho preferito allontanarti, costruire questo muro che ora cerco, inutilmente, di abbattere.

Sono qui che muoio nel mio dolore, che affogo nelle mie lacrime, che mi perdo nei miei ricordo. Sono qui e aspetto te, ma so che non verrai… lei è con te. hai trovato un’altra donna che ricopre il mio posto, una che ti da l’amore che avrei potuto darti io, una che ti stimola ad andare avanti e dimenticare il passato. Ed io, chiusa in questa stanza bianca, che invece di rilassarti ti innervosisce ancor di più, penso a noi…a me.

Qualche volta ti ho visto, sai? Insieme a lei che guardavi qui da quel vetro. È vero, non dovrei vedere cosa cela quel vetro, ma il mio dolore mi fa vedere cose che non esistono. Io sogno. Sogno di notte e di giorno. Ho imparato a farlo sempre. Ti vedo ogni giorno, riflesso nel vetro di questa cupa finestre grigia, sbarrata per evitare che la apri. Come è strana la vita per chi ama e sbaglia. Io ho sbagliato e sono finita qui, tu ami e sei lì, dietro il vetro, ora ti vedo, lei non è con te, come mai? Sei solo con il medico, sempre serio nei suoi vestiti cupi. Sei più bello che mai. Il volto ti si oscura, come mai? Non vedi che ti sorrido?

Mi avvicino al vetro e appoggio la mia mano su di esso, è freddo e liscio… Forse sbaglio ancora, ma vedo una lacrima solcarti la gote. Oh, Amor mio, non piangere, io ho sbagliato e io pagherò, non tu, non lei, ma io. Solo io. Ho deciso io di stare qui. È l’unico posto dove nessuno ti obbliga a vivere davvero. È questo quello che merito vivere sola in una stanza vuota, con persone che osservano la mia vita, ma che in fondo non possono far altro che stare ad osservare, non possono intervenire, rovinerebbero la tranquillità del mio antro oscuro.

Ogni giorno alla stessa ora mi rifugio in quel piccolo angolo e piango. Piango fino a consumare l’anima, ma ogni giorno scopro che c’è ancora…o meglio io ne posseggo una piccolissima parte, tu possiedi il resto e anche il mio cuore. tu possiedi tutto di me…l’unica cosa che è mia è questo corpo che posseggo, ma vorrei lasciare. Vorrei lasciare tutto così com’è. Proprio per questo mi trovo qui, per questo mio desiderio, per questo mi controllano per salvarmi casomai decida di andare via…

Sono ancora qui davanti al vetro, non ti vedo più, mi dispero e cado a terra urlante e gemente. Entrano molte persone e mi iniettano qualcosa per calmarmi, so cos’è. Morfina. Morfina e ancora Morfina. Mi sento adagiare sul letto duro che per me è il più soffice e tutti vanno via, li caccio. Devo essere sola mentre trovo la pace che cerco, ma che ho solo per pochi minuti al massimo. Fisso il vetro e ti rivedo lì, seduto, le mani al viso…

Mi guardi, distesa nel mio letto, che altro non è che un materasso logoro appoggiato su una rete rotta, amore mio…piango mentre tu mi guardi. Non sono degna del tuo sguardo. I tuoi occhi neri mi fissano e non posso reggere quello sguardo così penetrante. Non riesco a sopportarti, vederti sofferente mi rende ancor più triste, quella che deve soffrire sono io…

L’effetto è finito e, come al solito, risale l’angoscia e il dolore, uniche cose che dominano le mie intere giornate. Passo ore a pensare. A cercare una soluzione o, perlomeno, qualcuno su cui scaricare la colpa di questo errore ed orrore.

“-Perché devi farmi male?-”-questa frase risuona nella mia mente tutto il giorno, ogni minuto la tua voce sofferente e tremolante mi pone questa domanda, e io, puntualmente le rispondo di non parlare, di stare zitta e di non aver scusanti…ma l’unica che non ne ha sono io…solo io…

Che dolore prova chi ama, e vuole ancora amare qualcuno che non c’è.

Ho la soluzione, ma nessuno vuole regalarmela, nessuno vuole donare a quest’essere immondo e solo la gioia che dura per sempre. Nessuno vuole donarmi il mio momento. Il mio minuto…sì perché basterebbe un minuto per rendermi felice…uno solo…

Sono stanca. Mi alzo e sotto i vostri occhi vado in bagno, lì nessuno mi vede, poiché ho oscurato le telecamere ve ne accorgete troppo tardi…

Apro lo specchio, non c’è nulla dentro, ma scorgo molto in alto una bottiglietta, mi arrampico rischio anche di cadere, la prendo e dentro ci sono delle pillole non so cosa siano, forse morfina dimenticata…o altro…ne prendo un mucchietto e le ingoio senza pensarci troppo. Poso in fretta la bottiglia e chiudo tutto. Mi sciacquo la faccia mentre un esercito di camici grigi mi assalgono.

-Tutto bene?- mi chiedono. -Tutto bene-, rispondo. Sì, tutto bene, tra poco andrà tutto bene.

Intravedo la tua figura tra loro che mi accompagnano al letto e tu resti in camera con me e mi fissi.

“Non guardarmi così…sono orribile.”-piangi. “Non piangere, ti prego. Non versare altre lacrime per me…non le merito…amore mio.”-mi guardi. Non sono pazza davvero…io fingo di esserlo per stare qui e per poter vivere sognando. “Ricordi cosa mi dicesti? –Perché devi farmi soffrire?- questa domanda mi rimbomba nelle testa tutto il giorno, e ora ho la risposta… perché ti amo disperatamente…addio…”-ultime parole uscite da quella fessura sul mio viso. Chiudo gli occhi e tu sei con me e mi accompagni fino al capolinea, fino a quella luce accecante, vorresti venire con me, ma non puoi io ti spingo indietro e vado via…

silenzio avvolgi la mia anima peccatrice e accompagnami laggiù…all’Inferno, dove brucerò e urlerò per sempre…dove il fuoco dell’amore peccaminoso mi avvolgerà e mi esproprierà dal sorriso….dove non esiste luce che ti esorti a vivere e continuare ad inseguirla, perché convito che dopo la luce ci sia il sereno…avvolgimi silenzio…avvolgi le mia membra e il mio spirito…avvolgetemi fiamme…bruciatemi…rendete polvere i mie sogni e le mie speranze lasciate marcire il mio ego…questo il mio destino qui…questo aspetta la mia piccola e già logorata anima peccatrice di troppo amore…

 

  
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