Silenzio, avvolgi la
stanza. Silenzio, domina lo spirito. Silenzio è quello che domina me e te.
Silenzio…
Solo questo ormai abbiamo
ed è questo ciò che ci lega indissolubilmente: il silenzio.
Siamo divisi da questo muro
di indifferenza, ma la cosa che mi ferisce e che svuota il mio animo è questa
nube di odio e pesante silenzio. Ho sbagliato, lo so. Dovevo credere alle tue
parole. Sono stata stupida ed orgogliosa eppure è questo quello che amavi di
me…ed è quello che ti ha portato via da me….
Sono incazzata, ma non con
te…con me…forse con l’Amore.
Non posso nemmeno dar la
colpa a Lui…infondo è questo quello che fa…unisce e divide le
persone…
Mi do della stupida, cerco
un capro espiatorio per il mio errore…il mio grosso
errore..
Avrei dovuto crederti
quella sera, quando mi dicesti che avevo frainteso, ma la mia cocciutaggine mi
dettava altro. Mi diceva di non crederti, che quella che dicevi non era la
verità, ma solo una scusa per coprire il tuo errore. Il mio cuore…oh, il mio
cuore. avrei dovuto credere a lui! A lui! Dice sempre la verità…mi diceva che
stavo sbagliando, avrei dovuto chiederti scusa molto prima, almeno cercare di
parlarti, cercare di confrontare quello che sapevo con quello che era vero.
Invece, ho preferito allontanarti, costruire questo muro che ora cerco,
inutilmente, di abbattere.
Sono qui che muoio nel mio
dolore, che affogo nelle mie lacrime, che mi perdo nei miei ricordo. Sono qui e
aspetto te, ma so che non verrai… lei è con te. hai trovato un’altra donna che
ricopre il mio posto, una che ti da l’amore che avrei potuto darti io, una che
ti stimola ad andare avanti e dimenticare il passato. Ed io, chiusa in questa
stanza bianca, che invece di rilassarti ti innervosisce ancor di più, penso a
noi…a me.
Qualche volta ti ho visto,
sai? Insieme a lei che guardavi qui da quel vetro. È vero, non dovrei vedere
cosa cela quel vetro, ma il mio dolore mi fa vedere cose che non esistono. Io
sogno. Sogno di notte e di giorno. Ho imparato a farlo sempre. Ti vedo ogni
giorno, riflesso nel vetro di questa cupa finestre grigia, sbarrata per evitare
che la apri. Come è strana la vita per chi ama e sbaglia. Io ho sbagliato e sono
finita qui, tu ami e sei lì, dietro il vetro, ora ti vedo, lei non è con te,
come mai? Sei solo con il medico, sempre serio nei suoi vestiti cupi. Sei più
bello che mai. Il volto ti si oscura, come mai? Non vedi che ti sorrido?
Mi avvicino al vetro e
appoggio la mia mano su di esso, è freddo e liscio… Forse sbaglio ancora, ma
vedo una lacrima solcarti la gote. Oh, Amor mio, non piangere, io ho sbagliato e
io pagherò, non tu, non lei, ma io. Solo io. Ho deciso io di stare qui. È
l’unico posto dove nessuno ti obbliga a vivere davvero. È questo quello che
merito vivere sola in una stanza vuota, con persone che osservano la mia vita,
ma che in fondo non possono far altro che stare ad osservare, non possono
intervenire, rovinerebbero la tranquillità del mio antro oscuro.
Ogni giorno alla stessa ora
mi rifugio in quel piccolo angolo e piango. Piango fino a consumare l’anima, ma
ogni giorno scopro che c’è ancora…o meglio io ne posseggo una piccolissima
parte, tu possiedi il resto e anche il mio cuore. tu possiedi tutto di
me…l’unica cosa che è mia è questo corpo che posseggo, ma vorrei lasciare.
Vorrei lasciare tutto così com’è. Proprio per questo mi trovo qui, per questo
mio desiderio, per questo mi controllano per salvarmi casomai decida di andare
via…
Sono ancora qui davanti al
vetro, non ti vedo più, mi dispero e cado a terra urlante e gemente. Entrano
molte persone e mi iniettano qualcosa per calmarmi, so cos’è. Morfina. Morfina e
ancora Morfina. Mi sento adagiare sul letto duro che per me è il più soffice e
tutti vanno via, li caccio. Devo essere sola mentre trovo la pace che cerco, ma
che ho solo per pochi minuti al massimo. Fisso il vetro e ti rivedo lì, seduto,
le mani al viso…
Mi guardi, distesa nel mio
letto, che altro non è che un materasso logoro appoggiato su una rete rotta,
amore mio…piango mentre tu mi guardi. Non sono degna del tuo sguardo. I tuoi
occhi neri mi fissano e non posso reggere quello sguardo così penetrante. Non
riesco a sopportarti, vederti sofferente mi rende ancor più triste, quella che
deve soffrire sono io…
L’effetto è finito e, come
al solito, risale l’angoscia e il dolore, uniche cose che dominano le mie intere
giornate. Passo ore a pensare. A cercare una soluzione o, perlomeno, qualcuno su
cui scaricare la colpa di questo errore ed orrore.
“-Perché devi farmi
male?-”-questa frase risuona nella mia mente tutto il giorno, ogni minuto la tua
voce sofferente e tremolante mi pone questa domanda, e io, puntualmente le
rispondo di non parlare, di stare zitta e di non aver scusanti…ma l’unica che
non ne ha sono io…solo io…
Che dolore prova chi ama, e
vuole ancora amare qualcuno che non c’è.
Ho la soluzione, ma nessuno
vuole regalarmela, nessuno vuole donare a quest’essere immondo e solo la gioia
che dura per sempre. Nessuno vuole donarmi il mio momento. Il mio minuto…sì
perché basterebbe un minuto per rendermi felice…uno
solo…
Sono stanca. Mi alzo e
sotto i vostri occhi vado in bagno, lì nessuno mi vede, poiché ho oscurato le
telecamere ve ne accorgete troppo tardi…
Apro lo specchio, non c’è
nulla dentro, ma scorgo molto in alto una bottiglietta, mi arrampico rischio
anche di cadere, la prendo e dentro ci sono delle pillole non so cosa siano,
forse morfina dimenticata…o altro…ne prendo un mucchietto e le ingoio senza
pensarci troppo. Poso in fretta la bottiglia e chiudo tutto. Mi sciacquo la
faccia mentre un esercito di camici grigi mi assalgono.
-Tutto bene?- mi chiedono.
-Tutto bene-, rispondo. Sì, tutto bene, tra poco andrà tutto
bene.
Intravedo la tua figura tra
loro che mi accompagnano al letto e tu resti in camera con me e mi
fissi.
“Non guardarmi così…sono
orribile.”-piangi. “Non piangere, ti prego. Non versare altre lacrime per me…non
le merito…amore mio.”-mi guardi. Non sono pazza davvero…io fingo di esserlo per
stare qui e per poter vivere sognando. “Ricordi cosa mi dicesti? –Perché devi
farmi soffrire?- questa domanda mi rimbomba nelle testa tutto il giorno, e ora
ho la risposta… perché ti amo disperatamente…addio…”-ultime parole uscite da
quella fessura sul mio viso. Chiudo gli occhi e tu sei con me e mi accompagni
fino al capolinea, fino a quella luce accecante, vorresti venire con me, ma non
puoi io ti spingo indietro e vado via…
silenzio avvolgi la mia
anima peccatrice e accompagnami laggiù…all’Inferno, dove brucerò e urlerò per
sempre…dove il fuoco dell’amore peccaminoso mi avvolgerà e mi esproprierà dal
sorriso….dove non esiste luce che ti esorti a vivere e continuare ad inseguirla,
perché convito che dopo la luce ci sia il sereno…avvolgimi silenzio…avvolgi le
mia membra e il mio spirito…avvolgetemi fiamme…bruciatemi…rendete polvere i mie
sogni e le mie speranze lasciate marcire il mio ego…questo il mio destino
qui…questo aspetta la mia piccola e già logorata anima peccatrice di troppo
amore…