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Autore: Betty    17/03/2004    3 recensioni
La carriera di Benji è finita bruscamente e la sua vita sta andando a rotoli. Ma dal passato ritorna una vecchia amica che avrà bisogno del suo aiuto. Sarà lei a donargli una nuova speranza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14

CAPITOLO 14

Una secchiata d'acqua la svegliò dal torpore, suo padre la osservava con un ghigno, il vestito già leggero della ragazza le aderì ancora di più al corpo, era come se non ci fosse.

"Svegliati! È ora di fare contento il papà!" disse Castle abbassandosi e mettendo un bavaglio ad Eileen.

"Non c'è in giro nessuno ma non voglio comunque sentirti urlare!"

Eileen cercò di ribellarsi ma un ceffone da parte dell'uomo la fece sbattere contro il muro, togliendole il respiro.

"Sei come tua madre, faceva tante storie ma alla fine le piaceva" disse iniziando ad accarezzare i capelli di Eileen, che piangeva senza sosta.

La mano di quell'uomo scese lungo il collo e poi fini sul seno della ragazza, strinse tra le dita il capezzolo, con crudeltà, strappò quello che restava del vestito; la osservò a lungo soddisfatto, scrutò la nudità della ragazza poi strappò anche l'ultima barriera.

Eileen cercava di urlare, era nuda sotto i suoi occhi, il bellissimo vestito era accantonato vicino a lei, adesso le aveva strappato anche le mutandine, era finita. Nessuno l'avrebbe salvata da quell'orrore, chiuse gli occhi cercando di isolarsi dal mondo, sentì le mani di Castle posarsi su di lei, accarezzarla e violarla con violenza, sentì i morsi che le lasciava lungo tutto il corpo. Voleva morire, all'improvviso lo sentì allontanarsi, aprì gli occhi con la speranza che fosse arrivato qualcuno invece lui si era solo allontanato per togliersi i vestiti, Eileen tentò nuovamente di muoversi, i polsi e le caviglie erano legati così stretti che le impedivano qualsiasi movimento.

Iniziò a pregare, pensò ad Eleonor e a Benji, come avrebbe fatto a guardarlo ancora negli occhi, sempre se fosse riuscita a rivederlo.

"Finalmente, bambina mia. È tutto come ai vecchi tempi!"

Benji non sapeva più cosa fare, più passava il tempo e più Eileen sarebbe stata in pericolo, era tutta colpa sua, non era riuscita a difenderla! Se solo non avesse avuto le gambe ancora così deboli, sarebbe riuscito a stendere quel bastardo.

"Castle deve per forza avere un posto dove si sente al sicuro" disse Jonathan distogliendo Benji dai suoi pensieri.

"Non lo so, dopotutto è scomparso dopo che Eleonor gli ha sottratto Eileen, ed è andato all'estero."

"Però se considera ancora Eileen come la sua bambina, forse si è nascosto in un posto dove può rivivere quegli anni."

Benji frenò di colpo "Papà sei un genio! Chiama il tuo amico comandante e chiedigli dove abitava quello stronzo prima di sparire"

"Figliolo ti ringrazio del complimento, ma avvisami quando freni così, per poco non mi strozzo con la cintura di sicurezza!"

"Scusa, adesso chiama, sono sicuro che e lì"

Dopo pochi minuti Benji si stava dirigendo verso il vecchio palazzo, correva a più non posso ed evitò per un pelo di fare qualche incidente.

"Benji se corri così non arriviamo vivi!"

"Papà fidati di me! Dobbiamo arrivare il prima possibile altrimenti lui potrebbe.." Benji non riuscì a finire la frase, lo stomaco gli si stava rivoltando al solo pensare cosa stava passando Eileen.

"Anch'io sono in ansia, però dobbiamo essere lucidi per poterla salvare!" disse Jonathan capendo in pieno le paure del figlio.

Appena arrivarono nel quartiere videro intorno a loro solo edifici abbastanza diroccati, alcuni sarebbero stati demoliti entro poco tempo, rallentarono quando furono davanti al palazzo dove abitava Castle anni prima.

"Sembra abbandonato" disse Jonathan.

"Resta qui, io vado a vedere nel vecchio appartamento, che numero era?"

"Appartamento 46, al quarto piano. Benji stai attento."

"Se trovo quel bastardo, dovrà stare attento lui!" rispose Benji poi corse verso l'interno dello stabile.

"Stai ferma piccola cagna!" urlò Castle picchiando nuovamente la ragazza, ma Eileen non si arrendeva e cercava di divincolarsi in tutti i modi. Ormai aveva il corpo ricoperto di lividi, ma preferiva morire che essere violentata, all'improvviso vide un ombra sulla porta e un attimo dopo Castle era stato sollevato da sopra il suo corpo.

Eileen ci mise un attimo a capire chi era il suo salvatore, quando realizzò che era Benji non riusciva a crederci, il ragazzo stava riempendo di pugni Castle che essendo stato preso alla sprovvista non era riuscito a sottrarsi alla furia di Benji.

Ormai l'uomo era semi svenuto ma Benji non dava segno di voler smettere, lo riempì ancora di calci fino a quando le urla di Eileen penetrarono nel suo cervello e lo fecero smettere.

"Benji smettila! Non cadere al suo livello!" urlava la ragazza tra le lacrime, quando vide Benji fermarsi tirò un sospiro di sollievo.

Benji osservò il bellissimo corpo di Eileen ricoperto di livide ed escoriazioni, anche il volto non era stato risparmiato, l'occhio sinistro era gonfio e un enorme ematoma le ricopriva lo zigomo destro e una parte di guancia.

Le avvicinò lentamente, aveva paura do toccarla, era così fragile in quel momento, si tolse la giacca dello smoking che stranamente aveva tenuto addosso e la coprì, poi le slegò i polsi e le caviglie, la pelle delicata era stata tagliata dalle corde e sanguinava. La abbracciò delicatamente e sentì le sue lacrime e i suoi singhiozzi.

"E' tutto finito amore, è tutto finito!"

"Sei arrivato in tempo, lui stava per.." un conato di vomito le fece interrompere la frase, allontanò da sé Benji e svuotò lo stomaco.

"Tutto a posto?" chiese il ragazzo.

"Sì, credo, non avresti niente da darmi da mettere, il mio vestito.."

Benji vide quello che era diventato il vestito di Eileen, un ammasso di stracci.

"In macchina dovrei avere un cambio, sai vecchie abitudini, c'è giù mio padre, gli dico di portarmi tutto."

"Non voglio che mi veda così" disse Eileen stringendosi nella giacca.

"Non ti preoccupare" Benji prese il cellulare dalla tasca e chiamò il padre, dopo pochi minuti era già al quarto piano con il borsone.

"Tieni, aspetto qui." Disse Jonathan anche se era ansioso di vedere come stesse Eileen.

"Amore, tieni, è la mia tuta. È un po’ grande ma va bene lo stesso."

"Grazie" Eileen prese la tuta e si vestì in fretta "Portami via, Benji, ti prego" lo supplicò la ragazza.

"Torniamo a casa."

 

John Castle venne arrestato per rapimento, percosse e tentato stupro, Eileen lesse nuovamente i capi di imputazione e scosse la testa.

"Cara cosa c'è?" chiese Catherine, seduta di fronte a lei nel salotto di villa Price.

"Niente, sono un po’ stanca. Vado di sopra a riposare"

"Certo, ti faccio chiamare quando è pronta la cena"

Eileen annuì distrattamente e si diresse verso la sua camera da letto; era passata una settimana dal suo rapimento ma non si era ancora ripresa, di notte gli incubi non la lasciavano dormire, non riusciva a mangiare perché era sempre assalita da conati di vomito e non riusciva ad avvicinarsi a nessun uomo. Neppure a Benji, anche se sapeva che lui non le avrebbe mai fatto del male, aveva paura del suo tocco, infatti al suo ritorno a villa Price aveva chiesto una camera tutta per se. Suo padre le aveva distrutto la vita! Era così infuriata che avrebbe rotto volentieri qualcosa, si guardò intorno la sua stanza era così in ordine.

Iniziò a disfare il letto, poi prese un vaso con dei fiori e lo sbatté contro il muro, buttò a terra tutto quello che c'era sulla scrivania, strappò i tendaggi e li ridusse in pezzi fino a quando due forti braccia la fermarono.

"Calmati, Eileen!"

"Perché doveva succedere a me!! Perché??" urlò la ragazza piangendo.

Benji la strinse di più a sé, lasciandola sfogare "Non riesco più a dormire, non riesco a mangiare, non riesco ad avvicinarmi ad un uomo senza avere paura, non riesco a stare con te!"

Benji non sapeva come comportarsi, la lasciò piangere ed urlare, ancora per un po’ di tempo, poi la stanchezza ebbe il sopravvento ed Eileen si addormentò tra le sue braccia. La prese in braccio e la portò nella sua camera, per tutta la notte la tenne abbracciate a sé.

Il mattino dopo Benji si svegliò presto, osservò Eileen che dormiva tranquilla, da dove era uscita tutta quella rabbia? La sera precedente era riuscito a stento a tenerla ferma, aveva paura che si fosse fatta del male. Trovò i suoi genitori che facevano colazione, appena lo videro arrivare gli chiesero subito cosa fosse successo.

"Ha avuto una specie di crisi isterica. Aveva addosso una rabbia, ha distrutto mezza camera e ho faticato a tenerla ferma, ha paura ed io ho il terrore che si possa fare del male."

"Forse è il caso di farla parlare con uno psicologo" disse Catherine.

"Forse.. non lo so! Deve essere lei a deciderlo, non possiamo obbligarla." Rispose Benji prendendo un vassoio colmo di mangiare e dirigendosi verso la sua camera.

"Jonathan, non possiamo starcene qui senza fare niente." Disse Catherine dopo aver visto la sofferenza del figlio.

"Invece dobbiamo stare qui e sperare che Eileen riesca a superare questo problema." Rispose l'uomo prendendo la mano della maglie tra la sua.

Benji trovò Eileen davanti alla finestra. "Buongiorno! Come ti senti?" chiese cercando di non mostrare tutta la sua preoccupazione.

"Scusami per ieri sera, non so cosa mi sia preso" disse Eileen sempre guardando fuori dalla finestra.

"Non ti preoccupare, adesso è tutto passato."

"No, non è tutto passato. Sto male, veramente. Penso di aver bisogno di aiuto" disse Eileen voltandosi e mostrando gli occhi spenti e il viso pallido.

Benji le si avvicinò e le accarezzò leggermente la guancia, non voleva spaventarla "Non ti lascerò sola"

Eileen afferrò la mano di Benji e la trattenne tra la sua "Grazie" disse mentre calde lacrime scorrevano sul suo volto.

 

 

 

 

 

 

  
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