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Autore: Noppy_PizzaPazza    29/10/2011    3 recensioni
Questa mia FF parla di Gregory, un ragazzo di quindici anni, che si ritrova ad affrontare i primi anni dell'adolescenza, la sua vita familiare è pessima, ha un brutto rapporto con suo padre, i voti a scuola scarseggiano e ha perso sua sorella. Questa storia mi sta particolarmente a cuore per vari motivi... Spero vi piaccia. ^^
Genere: Commedia, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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1. Piacere, il mio nome è Gregory.

La odio.
Perchè? Perchè sta succedendo tutto questo? Non andava bene il posto di prima? Cosa cambiava? Nulla. Assolutamente nulla.
Però, per questo suo capriccio, perchè è di questo che si tratta, devo subire questo inutile supplizzio.
Stronza.
Sono seduto su una sedia di una classe che non riconosco, con persone che mi guardano incuriositi è un po' stupiti.
Ovviamente si staranno chi sia io e cosa ci faccio nella loro classe.
Beh, me lo chiedo anche io.
Non mi si avvicina nessuno, preferiscono guardarmi dai loro posti, senza avvicinarsi.
Un minuscolo sorriso, forse il primo della giornata, mi solca il viso pallido. Buffo no?
Un ragazzo dovrebbe stare bene in mezzo ai suoi coetanei, dialogare con loro, scherzare, insomma essere in branco.
Io invece sto molto meglio da solo, per questo sono contento che nessuno mi si sia ancora avvicinato.
Aspetto, senza troppa impazienza, che entrino tutti e che finalmente arrivi un professore o una professoressa.
Oh, eccolo.
E' un uomo di mezza età, dal fisico gracile e tremendamente pallido. I suoi occhi, che un tempo saranno stati azzurri, ora sono acquosi, brutti.
I pochi capelli che gli rimangono, ai lati del cranio, sono secchi e sale e pepe.
E' vestito con vestiti comuni, quasi banali direi, tranne per un'orribile cravatta verde a pois gialli. 
Pezzente, mi ritrovo a pensare e subito dopo me ne pento.
Non è colpa sua.
Quell'uomo ha l'aria di voler essere in qualsiasi posto tranne che in quell'aula. il 2B del liceo linguistico.
I ragazzi lo ignorano sfacciatamente fino a che l'ometto non dice con voce un po' tremante  e balbettante - R..Ragazzi su..Se...Sedetevi! -
Gli alunni gli lanciano un'occhiata di scherno per poi andarsi a sedere svogliatamente ai loro posto.
Il banco affianco al mio rimane vuoto. Perfetto.
Il Professore riprende la parola. -Bene...Allora devo farvi un'annuncio, come avrete...no...notato in classe abbiamo un nuovo studente. Vieni pure qui e presentati.-
Mi invita con un sorriso stanco, sebbene sia soltanto la prima ora.
Lentamente mi alzo e mi dirigo affianco al professore, lo osservo un secondo, avevo sbagliato, non è affatto un uomo di mezza età, avrà più o meno cinquantacinque anni.
-Su avanti- mi sprona. Detesto quando mi si dicono le cose più di una volta.
Osservo tutti quei volti a me sconosciuti e poi con il mio solito tono un po' annoiato mi presento.
-Piacere, il mio nome è Gregory Ek.- Dico solo questo, che bisogno c'è di sapere qualcos'altro su di me?
Ma ecco che, come previsto, un ragazzo grassoccio e dai capelli castani scuri mi domanda con un'accento dialettale che fatico un po' a comprendere.
- Ma te non sei de qui vero?-
Woooow, che grande spirito d'osservazione! Complimenti, dieci in pagella...! -.-
Non bisogna essere un genio per capire che una persona che ha un nome come il mio e che ha il mio aspetto fisico non sia un'italiano, o no?
Pazientemente rispondo alla sua sorprendente domanda. - No, infatti, sono svedese.-
Mi sono traseferito qui un mese fa, con mia madre e mio fratello più piccolo, Ivan, che ha dodici anni da poco compiuti.
 Si sente un fastidioso bisbiglio di sottofondo che mi irrita un pochino.
Nervi saldi Gregory, nervi saldi!
Faccio un lievissimo e distaccato sorriso mentre mi volto verso il professore per domandargli se posso sedermi.
Mi da il consenso, ci mancherebbe pure che me lo neghi, tsz!
Torno al mio posto. La sedia è un po' bassa e alquanto scomoda, ma mi accontento.
Il professore, che scopro che insegna tedesco, inizia la sua lezione.
Non lo ascolta nessuno, sono diventato io il nuovo centro di attenzioni.
Proprio quello che desideravo, penso con estremo sarcasmo.

  
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