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Autore: Zenith    29/10/2011    4 recensioni
-Ora basta!
Feliciano saltò a destra, e il vassoio si schiantò a un pelo da suo naso. Uno scone volò fuori dalla finestra, un altro colpì la credenza. Feliciano alzò le braccia per proteggersi dalla pioggia di biscotti.
-P… per favore, Inghilterra…
Per tutto il giorno, Italia non ha fatto altro che tediare Inghilterra, e si sa che anche la pazienza di un gentleman ha un limite.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scones e spaghetti

 

 

-Ora basta!   

Feliciano saltò a destra, e il vassoio si schiantò a un pelo da suo naso. Uno scone volò fuori dalla finestra, un altro colpì la credenza.  Feliciano alzò le braccia per proteggersi dalla pioggia di biscotti

-P… per favore, Inghilterra…

Arthur si morse il labbro inferiore. Non avrebbe dovuto tirare il vassoio con i suoi meravigliosi scones. Tutta colpa di quell’italiano.

Batté le mani sul tavolo.  -Come hai osato?- indicò il bancone, ancora sporco di farina. -Hai idea di quanto ci abbia messo a prepararli?

Italia si appiattì contro il muro.

-Veh, io…

-Tu hai osato dire che non sono buoni!

Feliciano deglutì. 

-Non è così… io non ho mai…

-Però l’hai pensato!- urlò Arthur. Aveva ben in mente il naso arricciato di Feliciano dopo aver assaggiato uno dei suoi scones. Come se gli italiani capissero qualcosa di cucina!

Feliciano alzò le mani. –Veh, mettiamola così… diciamo che ci vorrebbe più… insomma…

Inghilterra digrignò i denti, e Italia ammutolì.

-Allora lo ammetti! Lo hai pensato, e lo hai anche detto!-  si avvicinò a grandi passi al nemico, stando attento a non calpestare i biscotti.

Feliciano chiuse gli occhi. -Ti prego, non voglio morire vergine…

Arthur sospirò e contò fino a dieci.

-Oh, ma io non voglio ucciderti, Italia.- lo afferrò per il bavero. Solamente, io esigo che tu esca di qui. Adesso.-

Ne aveva abbastanza. Feliciano si era presentato a casa sua il mattino presto, interrompendo la sua chiacchierata con gli unicorni. Poi gli aveva mostrato tutti i suoi quadri, compreso quello minuscolo con la scema che sorrideva.

Ma che ci trovava di bello in quella tizia  dal ghigno inquietante, quella… Lisa? Elisa? Mah… 

Non lo aveva lasciato un attimo in pace. Si era intrufolato in casa sua anche a ora di cena. E così, da vero gentleman, Arthur gli aveva preparato la sua specialità, per insegnargli cosa fosse la vera cucina.  E quell’imbecille…

-Ma, Inghilterra…

-Non hai capito?- lo prese per un braccio e lo trascinò verso l’ingresso. Aprì la porta.

-Ho detto fuori!

Italia sospirò. –Veh, va bene… lo facevo solo per tirarti su, sai… siccome oggi…

-Non mi interessa! Fuori!

Italia, a testa bassa, uscì. Si voltò verso Arthur, come per dirgli qualcosa, ma poi cambiò idea e gli voltò le spalle.

Inghilterra sbatté la porta.

Si appoggiò allo stipite e sorrise.

Solo, finalmente.

Entrò in sala e aprì l’armadietto dei liquori.

Scelse una bottiglia di rum.

Passò il dito sul bordo di un bicchierino, poi lo prese.

Portò tutto in cucina, leccandosi le labbra.

Cercò di non pensare alla marea di scones calpestati sul pavimento, avrebbe pulito dopo. Ora aveva qualcosa di più importante da fare.

Appoggiò il rum sul tavolo. Si asciugò la fronte sudata: faceva davvero caldo. D’altronde, si era in luglio…

Lo sguardo gli andò sul calendario.

Spalancò la bocca, sgranò gli occhi.

Si avvicinò al calendario,  sfiorò la data segnata in rosso.

“È la data di oggi…”

Il quattro di luglio.

E Italia era stato con lui tutto il giorno…

Corse all’ingresso, spalancò la porta.

-Italia!

Feliciano si voltò. Era rimasto fuori casa per tutto il tempo.

-Veh… sì?

Inghilterra arrossì.

-Senti…- si passò una mano tra i capelli.  -Come si fa, questa “pasta”?

Feliciano sorrise.

-Adesso ti spiego!

 

 

 

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Questa è la mia prima fan fiction, e non sono sicura di come sia venuta fuori, anche se ci ho messo tutto il mio impegno. Sarò molto grata a chiunque vorrà recensire, anche se per criticarmi.

Voglio ringraziare Cosmopolita, che mi ha sopportata e mi ha consigliata per tutta la fase di revisione. Inoltre non mi ha uccisa, né torturata, né ha minacciato di farlo, anche se qualsiasi giuria l’avrebbe assolta dopo quello che le ho fatto patire.

Con affetto,

Zenith.

  
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