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Autore: Vivien L    29/10/2011    4 recensioni
Quando comincia il nuovo amore?
Non si sa perchè tutto ciò che è venuto prima svanisce al suo arrivo. E' una vita nuova.
Tutto quello che c'era prima è svanito nel libro della memoria.
Un poeta l'ha scritto: il desiderio apre come un taglio nel tempo, l'incisione di una vita resa nuova dall'amore.
Allora arriva un dio, più forte di tutto, e regna.
Io sono quel dio, dice, colui che cancella tutti i simulacri della vita senza di lui.

Missing moment di "The bronze horseman", ambientato durante il terzo libro della serie.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le notti bianche di Leningrado'
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Chi sono, non chiedetelo, sono colui che cade e che nella caduta trascina con sé tutte le cose del mondo.
"Niente conta più della vertigine" scrive un poeta.
E ancora: "Essere un uomo vuol dire poter cadere all'infinito"
Io sono quell'uomo: lui o un altro, uno qualsiasi.
Colui che parla mentre cade.
Nella mia vita è rimasto un buco, là dove eri tu.
Intorno tutto cade, e dentro quella caduta cado io.

 

 

 

Il dolore la prende in ostaggio, lentamente, inesorabilmente. Come un'onda di alta marea che s'infrange sullo scoglio dei silenzi, delle incomprensioni, delle insicurezze che si sono ormai insinuati fra di loro.
Così tragico, così incredibilmente vivo. Pulsante.

Lo riconosce, lo ha provato tante volte.

Quando Alexander si chiude nel suo guscio, isolandosi dal resto del mondo, escludendola dai suoi pensieri. E lei lo chiama, perchè non può fare a meno di lui, perchè lui è tutta la sua vita, perchè Tatiana ha lasciato che il suo amore la sommergesse.

Shura, gli sussurra nel sonno. Torna da me. Sai che non ho pace senza di te, senza di noi, senza il tuo respiro che m'infiamma i sensi. Torna da me, Shura. Lo senti il mio cuore che batte? Non posso vivere senza di te. Non voglio vivere senza di te. E tu... tu ti allontani, anima mia. Consolandoti coi tuoi tormenti, camminando fra le distese ghiacchiate della Neva, scavalcando gli avanzi della guerra, sangue e cadaveri, sudore e sporcizia. Li scavalchi, lo sguardo perso nel vuoto.
Posso quasi vederti, sai? La mia mente forma immagini di te che impugni il fucile e ti prepari a fare strage di nemici, e ogni uomo che hai ucciso ruba un po' di quella luce che illumina i tuoi occhi,  occhi che mi hanno fatto innamorare dell'uomo che eri.
Dell'uomo che eri è rimasto ben poco, e tuttavia io sono qui, senti il mio corpo che pulsa mentre i tuoi pensieri vagano inquieti fra le montagne straniere, quando il battaglione nemico ha cercato di catturarvi, e invece siete stati voi a catturare loro. E poi lo hai trovato, il fascio di speranza con cui ti sei trascinato lungo il lastricato sentiero della vita.
Mio fratello era un eroe, o forse solo un miserabile codardo.
Ma i codardi sono tutti un po' eroi, sai,  perchè fuggire è un atto di coraggio, forse più dell'affrontare una guerra che non ci appartiene, che non abbiamo voluto, che ci ha ridotti allo stremo, che ha sterminato la mia famiglia e quella di molte altre. La verità è che c'è poco di eroico, in te. C'è poco di eroico in noi. Inermi e impassibili, non abbiamo il coraggio di fuggire.  E io ti lascio maltrattare il mio cuore, la mia anima e il mio essere donna. E tu rivivi attraverso i miei occhi il tormento di quei mesi, del sangue e dei cadaveri, della polvere e dello sparo delle mitragliatrici, dei corpi flosci degli ebrei ammucchiati sopra un cumulo di macerie, della puzza di carne bruciata, dei forni crematori, della Russia, di Leningrado, della Neva, del Giardino d'estate, di Lazarevo, del Cavaliere di bronzo, della fabbrica d'armi, della mia divisa sudicia, di quella parte di te che entrava nel corpo di mia sorella, i pensieri pieni di me invece che di lei; tu, che mi stringevi fra le braccia mentre stavo per morire, quando pregavo che la fame, la debolezza, il freddo e l'oblio mi sormeggessero.

Degli occhi di Shura che scivolano negli occhi di Tatiana, in quel camion arrugginito che li avrebbe condotti verso la salvezza, mentre le dice di non averla mai amata, e la menzogna si annida nel suo sguardo, il sacrificio offusca la sua espressione impenetrabile, e lei si sente morire al pensiero che quelle parole possano essere vere.

Lasciali andare, amore mio. Questi ricordi, che come un cancro avvelenano il sangue e corrodono l'anima. Lasciali andare. Pensa al viso di tuo figlio, al suo sorriso, al suo candore, alla sua innocenza. Pensa ad Anthony se pensare a me è troppo doloroso. Pensa al morbido corpo della tua amante, perché so che ne hai una. Non chiedermi come, non chiedermi perchè: certe cose una donna le sente, e io sono doppiamente donna poiché il mio amore per te è una fiamma che arde viva, inghiottisce  tutto il resto, lo logora, lo uccide, lo sopprime. Soffocandolo. Non mi resti che tu a rendermi ciò che sono. Non mi resti che tu ad ancorarmi alla realtà.

"Alexander?" dice, sperando che lui senta il suo richiamo. Alexander, non Shura. Alexander. Quel nome. Il suo nome. Non prova più lo stesso brivido d'esaltazione quando lo pronuncia. C'è soltanto desolazione nella sua voce, i rimasugli di ferite che le inondano il petto. Lasciando tracce invisibili dentro di lei, e ogni graffio produce uno stridulo eco, un gemito di dolore, una lacrima di protesta. 
Ma il silenzio di Alexander è ancora più rumoroso. Non vuole risponderle, non le  risponderà. E forse è meglio così; forse il silenzio gli  permetterà di udire le grida strozzate del  cuore di lei.
E Tania prega. Prega che il dolore non lo abbia reso sordo, oltre che cieco e insensibile alla sua presenza. Prega che Alex torni da lei. Prega che la guerra, i cadaveri e la sporcizia gli restituiscano l'uomo che ama, perchè Tania ne ha bisogno, ha bisogno di lui, soltanto di lui. Lui, lui, lui. Sempre lui, totalmente, inesorabilmente. Tatiana continua a pregare; la sua ultima preghiera, prima di scivolare nel confortevole limbo del sonno, è che quel bisogno sia qualcosa di reciproco. Che l'eco dei suoi gemiti straziati risvegli il cuore muto di Alexander.  




Quando comincia il nuovo amore?
Non si sa perchè tutto ciò che è venuto prima svanisce al suo arrivo.
E' una vita nuova.
Tutto quello che c'era prima è svanito nel libro della memoria.
Un poeta l'ha scritto: il desiderio apre come un taglio nel tempo, l'incisione di una vita resa nuova dall'amore.
Allora arriva un dio, più forte di tutti, e regna.
Io sono quel dio, dice, colui che cancella tutti i simulacri della vita senza di lui.















*Le frasi scritte in grassetto sono tratte dal libro L'amore nuovo, di P.Forest.
** La frase inserita nel banner della storia è tratta dal libro Venuto al mondo, di M.Mazzantini.




Ringrazio ancora una volta Jakefan per aver betato questa breve shot. Un ringraziamento speciale lo dedico alle lettrici che hanno commentato lo scorso missing moment:  Stella del sud, erzsi, Jakefan, Tessitricedinuvole, Marinissima e Isangel. Ringrazio anche Erika per aver acconsentito a creare il fandom.
Tornando a noi, che dire? Questa shot l'ho scritta pensando a quanto dolore deve aver provato Tania nei momenti in cui Shura si chiudeva in se stesso, tormentato dai ricordi di una guerra che ha visto nascere il loro amore ma che ha anche portato tanta distruzione nella loro vita. Spero davvero che vi sia piaciuto e, perchè no?, che mi facciate sapere cosa ne pensate. A presto, Elisa.


 

 

 

     

   
 
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