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Autore: Beatris    29/10/2011    1 recensioni
Immaginate di trovare, ai bordi della strada, un libro. Ma non uno come tutti gli altri, un libro speciale. Immaginate di prenderlo, aprirlo, ed essere trasportati davanti ad un portale enorme. Di fianco al portale c'è un bottone con sopra dei numeri. Chiudete gli occhi, premete un bottone a caso e lasciatevi trasportare dentro il portale. Voi non sapete cosa vi aspetterà oltre, ma una volta entrati non potrete più uscire. Dovete avventurarvi nel nuovo mondo, dovete sapervi adattare. Non sapete chi e cosa troverete dentro. Magari starete dall'altra parte del mondo a nuotare con i delfini, oppure a danzare attorno al fuoco insieme alle tribù africane. O semplicemente vi ritroverete nel paesino accanto con la maggior parte delle persone conosciute. Tutto è nelle vostre mani. Buona lettura ♥­­­­­­
-Dedicato a tutte quelle persone che ogni giorno mi colorano i pensieri. Grazie davvero di cuore.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Vorrei che tutto questo non finisse mai- Era una mattina calda e soffocante di pieno Luglio quando la sveglia trillò dritta nel mio orecchio.
Mi svegliai di malavoglia e andai a lavarmi la faccia.
Si prevedeva una lunga, soffocante e noiosa giornata.
Ero sola a casa e come al solito mia madre mi aveva messo davanti alla porta una lista delle cose da prendere per sopravvivere in giornata;
Si era dimenticata il cioccolato. Come faceva a dimenticarsi di un ingrediente così importante non lo so proprio, Ma decisi di non dare troppa importanza alla cosa. Cannottiera blu, infradito, pantaloncini di jeans, codini, mascara. Bé, in teoria l'importante era che ci fosse stato il mascara, il resto veniva da sé. Uscii di casa dopo aver messo a 15 il condizionatore d'aria e dopo essermi assicurata che il trucco non fosse troppo calcato..Non avevo proprio voglia di incontrare la nonna al mercato e farmi ripetere Centomila volte che la matita dovevo mettermela leggera leggera e che il fondotinta non serviva su "un bel faccino come il mio". Mi venne da ridere. La nonna era proprio una persona speciale! Se un giorno se ne dovesse andare molto probabilmente la mia vita perderebbe senso. Non volevo neanche sfiorare il pensiero. Volai sulle scale e m'incamminai verso il mercato della città. L'umidità avvolgeva ogni cosa e corpo che trovava costringendo la maggior parte dei cittadini ad andare in giro con spruzzini d'acqua o mini ventilatori che ronzavano di continuo. Io non ne avevo bisogno, riuscivo a trovare sempre un posticino ombroso dove passare, oppure trovare nell'aria qualche gocce fresca di una spruzzata appena lasciata. Mi guardai intorno; un uccellino cinguettava allegro sulla cima di un camino, una'altro ancora volteggiava nell'aria creando strane ed incomprensibili danze. Si vedevano persone intente a mettere ombrelloni nella macchina, e altre che si abbracciavano in lacrime. Era tutto così bello. Tutto così bello fuori, tutto un inferno dentro. La maschera rosa e fiori che nasconde il viso ricoperto di lacrime brucianti. Erano passati ormai sette mesi da quando mio papà ci aveva lasciati. sette orribili mesi.. Ad ogni mesiversario mi mettevo a piangere ascoltando "per te" degli Studio3..Non riuscivo a realizzare tutto quello che era successo senza di lui, senza i suoi sorrisi, e senza le sue maledette prediche. Non volli pensarci. Girai l'angolo della strada e mi ritrovai tante bancarelle colorate davanti a me; Era sempre bello fare un giro in mezzo a tanta gente indaffarata a comprare calzini scontati o pescivendoli che urlavano le loro ultime offerte. Passai in mezzo ad un gruppo di ragazzi che fumavano e quasi quasi mi intossicavano. Tossii, e nel tossire mi scappò di mano il mascara che rotolò tra i piedi della gente, tra le zampe dei cani fino a fermarsi oltre un gruppo di anziane signore. Sembrava un incubo. Gridai permesso ma nessuna sembrava essere intenzionata a sentirmi. Fino a quando..
"Questo è tuo vero?"
Mi voltai e vidi un ragazzo alto, castano e con deglio occhi blu mare dove potevo annegarci.
"Bè..s..si, Grazie!"
Ripresi il mio tanto adorato mascara dalle sue mani affusolate,
"Di niente, ma la prossima volta stai attenta!"
Mi fece l'occhiolino.
"Lo farò" mi affrettai a rispondere mentre lo vedevo girare l'angolo. Penso che avrei continuato a fissare quell'angolo della strada per un'altra mezz'ora se non fosse stato che una signora mi passasse di fianco riempendomi le narici di un profumo al cioccolato bianco. LA SPESA! quasi dimenticavo. Feci una rapida passata tra le bancarelle degli alimentari, diedi una veloce occhiata ad un paio di collane per poi andare a prendere i calzini per mia sorella. Nella mia mente erano ancora incisi quegli occhi blu, un blu mai visto, il più bello che potessi incontrare. Dovevo rivederli; Mi misi a correre per tutto il mercato pescando varietà di iridi di colori diversissimi: Andavano dal nero scurissimo dove non si intravedeva la pupilla, all'azzurro chiaro chiaro dove a momenti si vedevano noutare i pesci rossi. Ma quel blu, quel benedettissimo blu non l'avevo visto. 
Ormai avevo perso le speranze, così mi dirigei verso casa sconsolata.
"Ancora qui sei?" Una voce familiare mi bloccò la strada.
Quegli occhi blu, finalmente li avevo ritrovati.
"Hem, sto tornando a casa" dissi consapevole del sorrisetto ebete che mi era spuntato in faccia.
"A ok..posso accompagnarti?"
Rimasi inizialmente scioccata, poi un brivido di rabbia si impossessò di me.
"Scusa??"
"No, cioè..se ci siamo incontrati una seconda volta un motivo ci dovrà pu essere..Hem.."
Rimasi così scioccata che non gli diedi il tempo di finire
"Tu credi nel destino?" Gli chiesi senza pensare
"Si; strano vero?"
"Bè, ecco.." Non sapevo cosa rispondergli.
"Va bè comunque non importa, ci vediamo in giro. Ciao!"
"No aspetta." Lo fermai.
"Non mi dispiacerebbe un po' di compagnia nel tragitto fino a casa"
Sorrise.
Si presentò.
"Piacere, Mark"
"Genevieve"
"Hai un nome stupendo, lo sai?"
"Oh, grazie. Me lo dicono in molti"
Mi sorrise ancora.
"E tu invece hai degli occhi magnifici" Gli dissi incantata dal quel blu mai visto prima.
"Haha, grazie, me lo dicono in molti"
Ci mettemmo a ridere, e per tutto il tragitto verso casa iniziammo a raccontarci della nostra vita e degli interessi. Gli dissi che mi piaceva molto leggere e lui mi disse che praticava calcio.
"Come tutti" Gli risposi. "Ma io dico, cosa c'è di bello a passare una vita intera dietro ad un pallone?"
"Non lo so, sinceramente" Mi rispose.
 Dopo un po'arrivammo davanti casa mia.
"Bé, è stato bello parlare con te" Accennai.
"La stessa cosa vale per me" disse con un sorriso. Poi aggiunse "Forse sono un po' impertinente..ma posso avere il tuo numero?" Sorrise.
Ricambiai il sorriso e ci scambiammo i numeri di cellulari.
"Ciao Occhi Blu" Lo salutai.
"Ciao Ragazza con il nome più bello di questo mondo" Si chinò e mi diede un bacio sulla guancia.
Sorrisi e lo vidi girare l'angolo.
Seconda volta che mi ritrovavo a fissare quell'angolo.
Mi ripresi.
Avevo appena conosciuto un ragazzo. Non ci potevo credere.
Non ero una tipa molto socievole, il mio passatempo preferito era chiudermi in camera e leggere, e con le amiche uscivo poco. Non mi piaceva quello che facevano loro, ma soprattutto com'erano fatte. Tutte con lo stesso paio di scape, che fumavano e che frequentavano ragazzi su ragazzi. No, non ero proprio fatta così. A loro, molte volte, preferivo i libri, quel mondo dove rinchiudermi in un'altra dimensione e non pensare a niente.
Chi l'avrebbe detto che una come aveva appena conosciuto ragazzo?
Se lo avessi raccontato a mia madre sicuramente non ci avrebbe creduto, eppure non vedevo l'ora di dirgli tutto quanto.
Salii in camera e mi buttai sul letto. Avevo ancora quel sorrisetto ebete che non mi aveva lasciato per tutto il tragitto trascorso con lui fino a quando non ci eravamo salutati.
Avevo voglia di chiamarlo o di mandargli un messaggio ma non volevo essere troppo invasiva. Quanta voglia di rivederlo.
Ci riflettei un po' su..Forse avevo sbagliato ad accettare che mi accompagnasse fino a casa..E se in un futuro me ne sarei pentita??
Nàà, non credo. Per il momento volevo lasciare tutto al tempo. se era destino qualcosa sarebbe accaduto. Sorrisi più di quanto non stavo facendo, Mentre sentii il citofono suonare.
  
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