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Autore: Der Henker    30/10/2011    2 recensioni

Ero alla fermata davanti a scuola, triste come al solito, ascoltavo la musica. Pensavo a lui, che mi aveva lasciata una settimana prima e non se n'era andato ancora dalla mia testa.
L' autobus sarebbe arrivato quindici minuti dopo, mi sembrava un sacco di tempo e sbuffai stretta nella giacca, faceva freddo. Continuavo a guardare l'ora sul telefono, avevo bisogno di tornare a casa, lì almeno mi sarei rilassata con un bagno caldo cercando ancora di dimenticare lui. Avevo fame, ma non avrei mangiato nemmeno quel giorno, stavo troppo male e poi sarei dimagrita evitando il cibo, così magari lui mi avrebbe ripresa...

Primo racconto dal genere romantico... O forse no.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo aspettavo ancora

Ero alla fermata davanti a scuola, triste come al solito, ascoltavo la musica. Pensavo a lui, che mi aveva lasciata una settimana prima e non se n'era andato ancora dalla mia testa.
L' autobus sarebbe arrivato quindici minuti dopo, mi sembrava un sacco di tempo e sbuffai stretta nella giacca, faceva freddo. Continuavo a guardare l'ora sul telefono, avevo bisogno di tornare a casa, lì almeno mi sarei rilassata con un bagno caldo cercando ancora di dimenticare lui. Avevo fame, ma non avrei mangiato nemmeno quel giorno, stavo troppo male e poi sarei dimagrita evitando il cibo, così magari lui mi avrebbe ripresa...
Continuavo ad aspettare quel maledetto autobus fissando l'altra parte della strada, quando sobbalzai, era lui quella figura che si avvicinava alla fermata opposta alla mia.
Volevo scappare, andare via, sparire, disintegrarmi, esplodere, volatilizzarmi, ma l'autobus era all'ultima sua corsa e se lo avessi perso non avrei saputo come tornare a casa, perciò stetti lì, cercando di farmi piccola piccola, lui si accorse della mia presenza, mi guardò, io mi girai sperando che lui stesse guardando qualcos'altro e finsi di leggere con interesse la didascalia di un manifesto politico di non so quale partito. Quando mi rigirai notai che mi stava guardando, magari, pensai, sta notando come sono dimagrita e pensa a quanto è stato stupido a lasciarmi, magari in questi giorni ha sentito così tanto la mia mancanza, magari ora verrà da me e mi chiederà di perdonarlo e si inginocchierà, mi bacerà la mano e mi implorerà di tornare con lui...
Come se mi avesse letto nel pensiero lui attraversò la strada sempre fissandomi, con un'espressione indescrivibile sul volto. Credevo che il mio cuore si fosse fermato, il mio respiro diventò affannoso e credetti di stare per svenire, quando lui arrivò da me con aria imbarazzata, sempre bello, bello come me lo ricordavo...
Continuavo a guardarlo, lui continuava a guardare me finchè non parlò.
-Ehm... Scusami Marta, perdonami se te lo dico ma.. Ehmmm... Ti sei mestruata addosso.-

 

  
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