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Autore: Marge    31/10/2011    0 recensioni
Raccolta di fanfic -alcune brevi, altre meno- ispirate esclusivamente alla versione cartacea della storia del Castello Errante di Howl (tre romanzi scritti da Diana Wynne Jones).
I. Fusa di Mezzanotte [Il Castello in Aria]
II. D’ortensie Arancioni e Amori non Corrisposti [post La casa per ognidove]
III. I capricci di Twinkle [La casa per ognidove]
IV. Dolcetto o scherzetto? [post Il castello errante]
V. La danza dei sette veli [post Il Castello in cielo]
VI. Conoscere la famiglia /1 [post Il castello in cielo]
VII. Favole [tra Il Castello Errante e Il castello in cielo]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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DOLCETTO O SCHERZETTO?



Fare le scale in quelle condizioni stava cominciando a divenire veramente una tortura.
Con i piedi gonfi e doloranti, Sophie si lasciò cadere sul letto, per riprendersi dalla fatica: il cesto di panni lavati che portava con sé non aveva certo aiutato. Sbuffò sonoramente, chiedendosi con stizza, ancora una volta, perché Michael e Martha avessero deciso di partire proprio in quel momento, in cui lei aveva maggiormente bisogno del loro aiuto. Sotto sotto, Sophie era convinta che avesse a che fare con una strana idea di Michael, per cui una donna nelle sue condizioni deve sentirsi libera, in casa propria, di lamentarsi senza dover temere il giudizio di estranei. “Hanno decisamente scordato che in questo Castello non sono certo io, quella che si lamenta giorno e notte!” pensò.
Fuori, nel Galles, stava lentamente scendendo il buio, ed il tramonto tingeva anche le pareti della stanza d’un tenue color rosato. Sentendosi rinfrancata dalla pausa, Sophie si alzò con in mano le calze di Howl, ordinatamente appaiate, per riporle nel comò, e come sempre gettò un’occhiata nel giardino della casa di Megan, la sorella di lui. La strana vita che quella parte della sua famiglia svolgeva in Galles, la dimensione di cui lui stesso era originario, non stancava mai di incuriosire Sophie, nonostante il mago non amasse il suo voler continuamente ficcare il naso in quelle questioni, e le domande che lei gli porgeva a riguardo.
Neanche a farlo apposta, proprio in quel momento Howl entrò nella stanza, e nel vederla presso la finestra corrugò la fronte.
“Stai sempre lì a ficcanasare” la rimproverò, ma lei non gli badò e chiese invece: “Ma cosa stanno facendo Mari e Neil? Sono vestiti in maniera stramba: sembra che tutto ad un tratto abbiano deciso di mettere abiti provenienti da Ingary… ”
“Accidenti, me ne ero scordato!” esclamò Howl correndo alla finestra. “Hanno effettivamente indossato i vestiti che avevo regalato loro! Megan sicuramente sarà molto contrariata, ma i bambini erano così felici quando glieli ho portati!”
Sorrise molto soddisfatto e si allontanò dalla finestra, cominciando a sciogliere l’intricato nodo che chiudeva il suo mantello.
“Ma perché vanno in giro conciati a questo modo? E cos’è quella lanterna che Megan ha posto davanti casa?”
“È una zucca. Si tratta di una festa del Galles.”
“In cui i bambini devono mascherarsi da abitanti di Ingary?”
Howl rise nel rispondere, liberandosi finalmente del vestito: “È la festa dell’orrore e dei mostri. I bambini si vestono da creature orribili, e girano di casa in casa chiedendo dolci ai vicini.”
“Non capisco cosa c’entrino i dolci con i mostri” ribatté la fanciulla, cominciando a piegare gli altri indumenti della cesta. Porse al mago il lembo di un lungo lenzuolo, ed assieme cominciarono la danza della piegatura.
“I bambini chiedono, ad ogni porta cui bussano, dolcetto o scherzetto? Si dice che in questo giorno gli spiriti malevoli si divertano a fare scherzi di ogni tipo. Normalmente accade che il proprietario della casa chieda ai bambini di superare qualche prova, tipo fare una capriola, o recitare una poesia, ed in cambio dia un dolcetto. Tutto qui.”
“E Mari e Neil andranno in giro da soli, di notte, bussando ad ogni porta?”
“Oh, vedrai che Megan non li lascerà allontanare troppo, e sicuramente ci saranno anche altri amici. È una tradizione, ogni bambino nel Galles questa notte farà così. Domani si faranno venire il mal di pancia per la quantità di dolci che ingurgiteranno.”
Sophie sorrise beata, all’idea di poter trangugiare qualcosa di dolce: “Come mi piacerebbe andare con loro…” sospirò.

Più tardi, mentre rimestava nel pentolone, in compagnia di Calcifer, si rese conto di non aver chiesto ad Howl il nome di quella festa così particolare.
“Hai avuto notizie di Lettie e del mago Sullivan?” chiese il demone del fuoco, interrompendo le sue fantasticherie.
“Non ancora” rispose lei. “Del resto, sono partiti da così poco tempo, che sicuramente ancora non avranno avuto modo di compiere la loro missione per conto del Re. Sono sicura che Lettie mi scriverà quando avranno qualcosa d’interessante da raccontare…”
Continuarono a parlare ancora del più e del meno, mentre Sophie aggiungeva ingredienti alla zuppa che sobbolliva piano sul fuoco; nonostante fosse ormai autunno pieno, la serata non era poi così fredda, e la ragazza aveva un gran voglia di appisolarsi sul divano davanti al focolare.
“Ho sempre sonno, in questo periodo” commentò rilasciando l’ennesimo sbadiglio. Calcifer le riservò un’occhiata tutta particolare, che aveva adottato da qualche mese, piena di ansia e preoccupazione.
In quel momento, udì tre rintocchi provenire dal ripostiglio delle scope, come se qualcuno stesse bussando sul legno. Girò lo sguardo stralunata, poi fissò Calcifer che si affrettò a dire: “Non avverto nulla di strano, nell’aria.” Ci fu qualche secondo di silenzio, poi i tre tocchi si ripeterono.
“Sembra il ticchettio che faceva lo spaventapasseri” pensò Sophie con un brivido, ripensando al terrore che quel rumore era capace di produrre in lei.
Si alzò per andare a vedere, trascinandosi stanca, ma quando aprì la porta dello sgabuzzino, non notò nulla di diverso dal solito. Nel momento in cui stava richiudendo la porta, udì nuovamente i tre tocchi, stavolta dalla porta del bagno. “Sarà un topo” pensò, seccata all’idea di doverlo cacciare via. Aprì la porta del bagno, pronta a lanciare il provvidenziale urlo che avrebbe informato tutto il Castello della presenza del roditore, ma si bloccò stupita, notando che anche in quell’ambiente era tutto in ordine. In quel momento, i tre tocchi si ripeterono dal piano di sopra, poi dalla finestra che dava su Market Chipping, poi nuovamente dal bagno ed infine un continuo ticchettare si produsse dalla porta che dava sul cortile interno. A quel punto, Sophie era immobilizzata dalla paura, tratteneva il fiato e Calcifer si era fatto grande fino al soffitto, pronto ad attaccare chiunque avesse anche solo cercato di turbare la sua signora.
“Prova ad aprire, Sophie” le consigliò, “io sono qui dietro di te.”
La ragazza annuì, convinta se non altro per porre fine a quel fastidiosissimo rumore, che le martellava nella mente e sembrava voler competere con i battiti accelerati del suo cuore. Con una mano sul ventre sporgente si diresse verso la porticina, la aprì e per poco non gettò un grido, alla vista di una figura completamente nera, eccezion fatta per una grossa lanterna arancione tra le mani, resa spettrale da un ghigno distorto e due occhi lucenti.
“Dolcetto o scherzetto?” tubò la figura.
“HOWL!” esclamò lei, infuriandosi tutt’insieme. “Mi hai fatto prendere uno spavento…!”
Il mago entrò nel Castello, tremando per le risate. “Dovresti vedere la tua espressione, Sophie!”
“Un altro spavento del genere e Morgan nascerà molto prima del termine, te lo assicuro!”
Si voltò arrabbiata ed afferrò un lungo mestolo, per sfogare la sua ira nella minestra.
“Ti ho portato del dolci” la blandì lui, posando la grossa zucca intagliata sul tavolo. A Sophie venne l’acquolina in bocca e si voltò a guardarlo trepidante, facendolo scoppiare nuovamente a ridere.
“Non è colpa mia” borbottò lei, “è Morgan che ha sempre fame.”
Il mago le posò un bacio sui capelli ramati, e trasse da sotto al mantello un fagotto: “Ci sono tortine alla panna e fragoline, un pasticcio di crema al flambé, un intero barattolo di marmellata di zucca, dei pasticcini alle castagne, e tre dolcetti di pasta di mandorle. Credi di riuscire a farli durare fino alla settimana prossima?”
Sophie annuì, senza neanche cogliere la sottile presa in giro, catturata com’era dall’elenco di prelibatezze contenute nel pacco.
“Hai derubato Mari e Neil del loro bottino?” chiese poi, sedendosi sul divano.
“Figurati!” brontolò lui, fingendosi offeso, prendendo posto accanto a lei. “Sono andato a piedi fino alla pasticceria di Martha, per comprarli appositamente per te! Dovresti essermi riconoscente, Sophie.”
“Lo sono, infatti” asserì lei, senza distogliere lo sguardo dal pacchetto.
“È il tuo stomaco a parlare, e non il tuo cuore, lo so bene. Mi fai soffrire, lo sai” ribatté lui, portandosi una mano al petto ed assumendo una smorfia dolorante.
“Che ne dici di affogare le tue pene d’amore nello zucchero?” domandò lei con l’acquolina in bocca.
“Od in un bacio” sussurrò lui, chinandosi verso le labbra della ragazza.
“Scusate il disturbo, questo è il castello magico del mago Howl, nevvero?”
Ad Howl si rizzarono i capelli, e Sophie emise un grido rifugiandosi tra le braccia del mago, al sentire la voce sconosciuta che sussurrava alle loro spalle.
“Jack!” esclamò invece Calcifer, sputacchiando lapilli per la contentezza.
“Io morirò giovane” affermò con sicurezza il mago, una mano sul cuore.
“Questa gravidanza non finirà in maniera normale, me lo sento” aggiunse Sophie, chiudendo gli occhi e buttando la testa indietro, fino ad appoggiarsi sul bracciolo del divano. “Un altro scherzetto di questo genere, e non vi sarà nessun bambino, e tantomeno nessuna madre. Lo assicuro.”
“Si può sapere cosa hai combinato, Calcifer?” tuonò Howl, voltandosi irato verso il demone del fuoco. Accanto a lui, uno strano essere con una zucca iridescente al posto della testa si prostrò educatamente in un inchino.
“Non vi avevo avvertito della visita del mio amico Jack?” pigolò il demone, facendosi piccolo piccolo.
“Qualcuno vuole un dolcetto?” disse l’uomo-zucca, porgendo un vassoio colmo di leccornie.
Con un calcio ben assestato, Morgan fece capire che avrebbe molto apprezzato.




~ Buon Halloween a tutti!
Aggiorno questa raccolta con un capitolo a tema (è il 31 ottobre da cinque minuti, circa). Non sono un’amante di questa festa, ma oggi sono stata colta da questa ispirazione improvvisa e non ho saputo rinunciarvi!
Ah, tra l’altro stamattina ho veramente comprato un barattolo di marmellata alla zucca, assieme ad uno di salsa pere & cannella, e non vedo l’ora di assaggiarli entrambi!
Che ne dite, vi è piaciuta la mia piccola storiella senza pretese?
See you soon, my Jack-o’-lantern carissimi!

  
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