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Autore: Cayce Morris    31/10/2011    9 recensioni
"Che vuol dire?", chiese, guardandola smarrito. "Sono morto, o no?" (Severus/Lily | traduzione a cura di ___Haven___)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buongiorno, cari lettori ^^ a parlarvi è Unbreakable_Vow, beta di questa stupenda One-shot (in originale qui). Il traduttore __Haven__ ed io, dopo averla letta su consiglio dell’autrice stessa (di cui sto traducendo già da tempo una long, che potete trovare qui) abbiamo deciso all’istante di metterci al lavoro per trasportare nel fandom italiano questa meravigliosa storia su un pairing molto amato e trattato, il Severus/Lily.
Non vi anticipo nulla: lascio che sia l’Autrice, nelle sue note, a dirvi più precisamente di cosa si tratta.
Vi auguro una buona e romantica lettura, vi assicuro che non ve ne pentirete!

 
 
 Titolo:  A man once more
Autrice: Cayce Morris
Traduttore: __Haven__
Beta: Unbrekable_Vow
Personaggi: Severus Snape, Lily Evans in Potter, Harry Potter

Ambientazione: Post-saga senza epilogo
Frase-chiave: “Che vuol dire?” chiese, guardandola smarrito. “Sono morto, o no?”

Genere: Romantico, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:  One-shot, Het, What If?
Note dell’autrice: Questa storia è la prima di una futura serie di tre storie. La seconda storia (molto più lunga di questa) e la terza (all’incirca più corta della seconda) trascineranno Severus e Harry attraverso un ampio arco narrativo, che mostrerà un ipotetico percorso che le loro vite possono percorrere se a Severus fosse possibile sopravvivere all’attacco di Nagini.
Tuttavia, queste storie saranno per dopo. Per ora, questa storia è semplicemente concepita per correggere alcuni errori, e suggerire un nuovo modo di aprire una porta verso il futuro.
È dedicata a S., che mi ha dato una tale quantità di incoraggiamenti che mi basteranno per il resto della vita. S., spero che tu possa continuare ad avere fiducia e a credere nella vera magia delle fanfic.

 A man once more

L’amore di una donna scalderà un uomo,
mentre il suo rispetto lo manterrà forte.
Se li possiede entrambi,
potrà superare i più difficili ostacoli... anche se stesso.  
 
(Bartolomeu Edgar Diaz, poeta brasiliano del diciannovesimo secolo,
liberamente tradotto dal poema in prosa “A Fuoco nelle Tenebre”)

 
 
 

Quando si risvegliò, Severus Snape si ritrovò sdraiato di schiena in una strana stanza buia assieme a Lily Evans Potter, china su di lui. I suoi occhi erano verdi e affascinanti come sempre, e gli stava sorridendo. Era così sorpreso che sobbalzò e mosse disordinatamente le braccia come per impedire a se stesso di cadere, per poi mormorare con voce strozzata un suono che sembrava essere il nome della donna.
 
Lei, continuando a sorridere, gli strinse le mani e lo aiutò a sedere. Lui la fissò, incapace di credere di poterla vedere come se fosse viva, in salute ed illesa, proprio di fronte a lui . Nonostante desiderasse disperatamente parlarle, non riusciva a trovare niente di adatto da dirle. Poté solo guardarla negli occhi e implorarla, attraverso questi, di non lasciarlo di nuovo.
 
Lei gli sollevò le mani e ne baciò la punta delle dita con le sue labbra calde e morbide. Lui cercò di allungare le dita per sfiorarle il volto, ma lei si ritrasse e si alzò in piedi, e con delicatezzalo fece alzare di modo da starle accanto. Restarono l’uno con le mani strette in quelle dell’altro, finché Severus non riuscì più a trattenersi - ed in un certo senso lei se lo aspettava - e si rifugiò nelle sue braccia come se lei fosse sempre stata lì. Si dimenticò completamente di cercare qualcosa da dirle e la tenne stretta, con la faccia immersa nei suoi capelli e gli occhi serrati, le dita tremanti contro la schiena della donna.
 
Di colpo realizzò che doveva essere morto. Avrei dovuto lasciare che mi uccidessero secoli fa, pensò, stringendo Lily ancora più forte fra le braccia, tentando di far aderire il proprio corpo al suo.
 
Dopo qualche istante, lei si ritrasse giusto quel poco che le permettesse di parlargli. “Severus”, sussurrò. La sua voce era proprio come la ricordava: giovane, dolce e piena di vita. “Severus”, disse di nuovo, “è così bello vederti.”
 
“E… tu”, disse con voce molto tenera, pur immaginando che a lei sarebbe sembrata fin troppo vecchia, molto più vecchia del ragazzo che ricordava. “Lily”, disse, sospirando il suo nome come se fosse tutto ciò di cui aveva bisogno per vivere. “Lily”. Era l’unica parola che voleva sentire sulle sue labbra ancora una volta.
 
Lei alzò lo sguardo e si guardò intorno. Lui seguì il suo sguardo, accigliandosi perplesso. Si trovavano in una grande stanza completamente in disordine che sembrava fatta di finestre. “Dove siamo?”, le chiese.
 
“Nella casa di cristallo.”, rispose.
 
Quelle parole non gli dicevano niente. “Quale casa di cristallo?”
 
“Dove stanno le barche, ovviamente.”
 
“Le barche?”
 
“Si. Sul lago.”
 
“Sul… ma io ero…” Si accigliò ancora di più. “Come ho fatto ad arrivare qui?”
 
“Ti hanno spostato.” Scrollò le spalle e sul suo volto apparve un accenno di sorriso. “Qualcuno ha deciso che sarebbe stato più carino così, e che questo fosse il posto dove dovessi morire".
 
“Dove dovessi… sono morto, quindi?”
 
“Beh,” disse lentamente, “dovresti. Ma io so un segreto.” Un sorriso fiorìsul suo volto e la sua espressione divenne giocosa.
 
“Dimmi.”, mormorò lui, sorridendole di rimando, credendo che lei non lo stesse affatto prendendo in giro, come se gli ultimi vent’anni non fossero mai passati, come se lui non fosse stato appena ucciso da un grande e maledetto… ah, giusto, pensò, ricordando, il serpente.
 
Ma poi lei posò la sua bocca sul suo orecchio in un bacio sussurrato, e improvvisamente fu sopraffatto dal bisogno fisico di lei. Il suo corpo dolente e avvelenato si risvegliò di colpo, e provò a focalizzare di nuovo l'attenzione su ciò che lei gli stava dicendo.
 
“Il segreto è questo, Sev.” Fece una breve risata, un suono poco promettente e malizioso. “Tutti pensano che stai per morire. Ma non sarà così.” Lo guardò con gioia. “Non ora. Non così, in qualche modo a caso”
 
“Non in qualche… che vuol dire?” chiese, guardandola smarrito. “Sono morto, o no?”
 
“No, perché non era previsto che tu morissi qui. È tutto sbagliato.”
 
“Davvero?”
 
“Oh, si. La tua morte doveva avvenire in un certo modo, e non possono permettersi di cambiare cose tanto per capriccio, soprattuttocose importanti come il luogo in cui morirai. Le profezie non funzionano così. Quindi, spostandoti qui, hanno perso il potere che avevano su di te… capisci? E ora non dovrai morire, non proprio.”
 
“Non proprio?” chiese, sentendosi smarrito. “Cosa stai dicendo?”
 
“Sto dicendo, Severus, che puoi lasciarti alle spalle le parti più buie della tua vita. Tutta la tristezza nel tuo passato, quella parte di te che ti era stata prima legata... se ne andrà.”
 
“Ma… come?” Stava continuando a dire cose insensate, ma continuava a tenerlo stretto, e questo era tutto ciò che gli importava.
 
“Ti hanno liberato da tutto questo, cambiando la tua morte. Permettendo che essa possa essere cambiata, ovviamente. Permettere un cambiamento tale, di qualcosa così importante, cambia tutte le regole. Hanno ammesso che la profezia non ha l’ultima voce in capitolo. Tutto ciò è imponente, Severus. È come se ti avessero dato il permesso di riscrivere la tua intera vita.”
 
“Ma che… riscrivere? La mia vita?” Sbatté le palpebre e quasi si strozzò di fronte a un’idea così assurda e invadente. “Chi vorrebbe… chi potrebbe mai voler fare una cosa del genere?”
 
“Beh, io lo vorrei, per esempio. Ora ti libererò dal tuo voto.” Sorrise, con un’aria non proprio innocente. “Allora tu potrai prendere il controllo del tuo stesso futuro, e farne ciò che vorrai.”
 
Sembrava perfettamente sicura e abbastanza decisa su quello che stava dicendo, mentre lui era profondamente perplesso. “Io... Io ho paura di non aver ancora capito.” Disse dolcemente.
 
“Non devi capire tutto proprio ora. Per adesso sappi solo che sei davvero libero, per la prima volta nella tua vita. Puoi lasciarti indietro tutta la tristezza, proprio qui, ma il resto di te – le parti più importanti di te - torneranno indietro.
 
“Le… parti più importanti?” Si stava staccando da lui, e provò dolore nel perdere contatto con qualsiasi parte del suo corpo.
 
“Si.” Lo strinse nuovamente a sé, come se avesse capito. “Il tuo corpo non morirà. Il tuo cuore non morirà.” Gli baciò la guancia. “Ma sei libero dal tuo voto, libero dalla profezia, libero da… beh, tutto questo”
 
Lo abbracciò, e lui si aggrappò a lei. Si chiese se potesse restare lì con lei, in questo strano posto dove l’aveva ritrovata, e dove almeno alcune parti di lui ancora vivevano. Cercava disperatamente di capire, in modo da sapere cosa voleva che lui facesse. “Lily,” chiese, odiando la tremula esitazione nella sua voce, sperando che lei non si stancasse della sua confusione e delle sue domande, “cos’ha a che fare la profezia con me o con la mia morte? Non ha mai parlato di me, ne sono sicuro.”
 
“Oh, non quella profezia,” gli rispose sorridendo con indulgenza, cosa che lui sperò significasse che non si era ancora stancata. “Intendo la profezia più grande, quella davvero importante, la storia che prevede tutte le nostre vite. È quella che hanno cambiato. Ed è proprio quella da cui sei libero, ora.”
 
“Di quale profezia stai parlando?” chiese. “Di chi è questa profezia che ha previsto la mia vita?”
 
Di colpo il viso di Lily tornò serio. Quell’espressione era proprio caratteristica di lei, proprio come la ricordava, ed era di una bellezza altrettanto devastante di come lo era sempre stata. Gli ci volle un grande sforzo per prestare attenzione alle sue parole, quando tutto ciò che voleva era fissare i suoi occhi e perdersi in essi. Ma lei stava parlando con tono basso e urgente, e lui ascoltò come meglio poteva.
 
“È stata Colei-Che-Non-Deve-Essere-Nominata”, disse in un sussurro. “Era la Sua storia. Posso vedere molto più chiaramente ogni cosa da questo lato del Velo rispetto a te, e so cosa doveva accadere. Ho visto la tua morte, Severus, ho visto il serpente attaccarti, ed è stato orribile.” Sussultò tra le sue braccia. "Ho capito da subito che dovevi sembrare morto, di modo che l’Oscuro Signore credesse di essere il padrone della bacchetta di Sambuco. Sapevo anche che lei voleva che tu morissi davvero, ma non potevo permetterlo. Non dopo tutto quello che hai fatto, non dopo che finalmente ho capito.”

Lei lo guardò animosamente, poi lo strinse a sé ancora più forte di prima con il volto premuto contro il suo petto. Lui fece un respiro profondo e la strinse, dicendosi che non gli importava di capire di cosa lei stesse parlando. Ciò che importava era il fatto che lei in quel momento fosse agitata e lui doveva confortarla, proprio come avrebbe fatto volentieri un migliaio di volte prima, se solo glielo avesse permesso.
 
Improvvisamente si ricordò, come se una nebbia fosse stata spazzata via dalla sua mente, di tutto quello che non era stato capace di dimenticare negli ultimi vent’anni... del fatto che lei ancora lo incolpasse, senza dubbio, della sua morte e di quella di James, per tutto ciò che era accaduto nonostante il fatto che lui non l'avesse voluto o previsto. Lo colpì il fatto che, alla fine, non era riuscito a proteggere una sola persona di quelle importanti della sua vita. “Lily,” disse cautamente, cercando di non abbattersi mentre scopriva cautamente tutti i vecchi ricordi come se volesse fare ammenda per essi. “Mi dispiace. Mi dispiace tanto. Per tutto.”
 
Lei lo guardò con sorpresa e con rapida comprensione, ma non con rabbia. “Non lo sapevi, tesoro, e a quel tempo non avresti potuto cambiare ciò che accadde, anche se lo avessi saputo.”
 
“Io... forse. Avrei fatto qualunque cosa... pur di proteggerti.” Doveva capire; era su questo che aveva costruito la sua vita, sul fatto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
 
“So che l’avresti fatto. E l'hai fatto, non capisci? Hai fatto ciò che nessun altro avrebbe potuto fare.” Lo guardò dritto negli occhi con una dolce espressione che, era sicuro, non avrebbe mai dimenticato. “Hai fatto quello che James non ha potuto fare. Ti sei preso cura di Harry per me.” Fece un sorriso smagliante, e lui si beò di esso, per poi riaddolorarsi. Non lo sa, pensò, dispiaciuto, e devo dirglielo.
 
“A proposito di Harry,” esordì, “io non lo sapevo, ma era tutto un piano di Dumbledore, non avrei mai... Lily, sta per morire. Mi... mi dispiace tanto. Ho provato a proteggerlo, non ho mai voluto-“
 
E lei se lo tirò ancora più vicino, stringendolo forte per confortarlo, come se le sue parole non stessero raggiungendo il suo cuore o come se non le comprendesse. “Nemmeno lui morirà. Lo hai protetto abbastanza a lungo, e gli hai dato ciò di cui aveva bisogno. Sa cosa fare adesso, e andrà tutto bene.” Gli sorrise. “I cambiamenti che hanno fatto alla storia sono stati sufficienti per liberarlo, inoltre, del futuro che Lei aveva programmato per lui. Ora ha la possibilità di scoprire da sé cosa vuole dalla vita.”
 
Severus la fissò con stupore. “Come fai a saperlo?”
 
“L’ho visto, Severus. Gli ho parlato.”
 
Suppose che fosse possibile dato che, dopo tutto, in quel momento lei gli stava parlando. “Davvero?" chiese, temendo di sembrare sciocco nel mettere in discussione le sue parole.

“Certo. Ho sempre saputo che l’avrei fatto, perché la storia diceva così. Pensavo che non sarei riuscita più a vedere te. Fino ad ora, ovviamente.” Sorrise come se tutto ciò fosse ovvio.
 
“Fino ad ora...” Si accorse improvvisamente che ovviamente lei appariva come vent’anni fa, mentre lui sembrava avere ben oltre i trentotto anni che entrambi avrebbero dovuto avere. “Sei così bella, Lil,” disse, perché doveva dirglielo, “e così giovane, e mi manchi così tanto. Sono diventato vecchio sentendo la tua mancanza.”
 
Lei rise sommessamente. “Tu non sei vecchio. Sei solo cresciuto e diventato un uomo, un bell’uomo.” Si fece ancora più vicina, così tanto che il suo naso sfiorava il suo collo. “Un uomo delizioso, Severus. Un uomo buono”
 
La sua faccia avvampò.  “Tutto ciò che ho sempre voluto eri tu.”
 
“Lo so, ora,” disse, molto gentilmente. “Ma quando tornerai indietro, le cose saranno diverse. Migliori. Vedrai.” Sembrava molto convinta, e lui non capì del tutto.
 
“Io ti voglio ancora. Ti vorrò sempre.” Non voleva tornare indietro.
 
“Forse.” La sua espressione divenne seria. “Ma non sarai più legato al tuo voto. Hai fatto tutto ciò che avevi promesso, e anche di più. Ora è giunto il momento che tu viva la vita nel modo che desideri. Trova un po’ di felicità. Trova l’amore. Sii un uomo completo. Te lo meriti, Severus.”
 
Riusciva solo a guardarla con desiderio, chiedendosi cosa volesse dire. Tutta la sua felicità, così come era sempre stato, era morta con lei. Non c’era altro.
 
Sembrava che lei stesse ascoltando i suoi pensieri, dato che poi fece l’unica cosa che lui desiderava di più ma che non poteva chiedere. “Severus, mio caro,” sussurrò, “ti devo così tanto, per tutto quello che hai fatto. Ecco perché sono venuta qui per vederti, e proverò ad aiutarti ancora dopo, se potrò, ma ora... c’è un’altra piccola cosa che voglio fare, un qualcosa che posso darti. Mi sono sempre pentita di non averlo fatto, e ora che ne ho la possibilità non me la farò sfuggire.”
 
E poi lo baciò, e lui se ne accorse in tempo, cosicché quando lei si avvicinò, socchiudendo le labbra e chiudendo gli occhi, lui non rimase immobile e confuso.Dovette sforzarsi per rimare lucidoe congiungere le sue labbra aperte in benvenuto, e la baciò di rimando con un gemito profondo, la sua bocca gentilmente desiderosa, consapevole che questa sarebbe stata la sua unica possibilità. Severus non pensava che sarebbe mai stato molto bravo nel baciare, ma con lei finalmente tra le sue braccia si lasciò andare, rilasciando tutto ciò che aveva nel suo cuore, e lei lo lasciò fare, lasciandogli avere tutto ciò che desiderava, in quest’unica, preziosa occasione.
 
Quando infine il loro bacio passionale e vissuto si concluse, lui le restò molto vicino, e posò le labbra sul volto di lei in piccole e riconoscenti carezze tra le sue parole. “Io resterei con te, se solo tu me lo permettessi.” Le disse, quasi implorando, nel caso lei potesse ancora cedere e permetterglielo. “Morirei per te ora, così come avrei fatto allora.”
 
“So che lo faresti. Ma non devi farlo. E non sarai solo per sempre, Severus. Ti fidi di me?” sussurrò. Passò dolcemente le sue dita tra i suoi capelli, proprio come lui aveva sempre sognato che lei facesse.
 
“Si,” le sussurrò di riamando, annuendo solennemente e chiedendosi cosa volesse dire, e a cosa lei sapesse e lui no. Lo avrebbe presto lasciato, lo poteva avvertire. Cercò di raccogliere tutte le sue ultime forze, cercando di non spezzarsi dentro quando l’avrebbe fatto. Non voleva che lei lo vedesse piangere.
 
“Bene.” Gli baciò la guancia. “Harry arriverà presto.”
 
“Cosa?”
 
“Sta vendendo a prenderti.” Sorrise. “Sta per salvarti.”
 
“Harry sta salvando me?”
 
“E' l’unico che può farlo. Lascialo fare. Puoi fidarti anche di Harry, Severus, proprio come ti fideresti di me, te lo giuro. Lo farai?”
 
“Io... io proverò. Si. Lo farò.” Stava guardando intensamente i suoi occhi, tentando di non farla andare via, quando fu colto da un intenso e squarciante dolore al collo. La lasciò andare in modo da poter premere le sue mani contro le ferite in quel punto, e si piegò con un lamento agonizzante, improvvisamente insicuro sul riuscire a reggersi in piedi.
 
Il sangue cominciò a colare tra le sue dita. Barcollò, e Lily lo aiutò a sedersi di nuovo sullo sporco pavimento in legno della casa di cristallo. Avvolse le sue braccia attorno a lui e si spinse contro di lei. “Cosa... cosa succede?” le chiese, tra gli spasmi di dolore. “Non lasciarmi!”
 
“Va tutto bene, Severus. Riposa e basta. È tempo che io vada, ma Harry è in cammino. Non ci vorrà molto.”
 
Lo strinse forte per un istante, poi si alzò. Provò a raggiungerla per afferrarla, ma lei scivolò dalla sua presa. “Non ti preoccupare, tesoro. E' così che devono andare le cose, per ora, ma tutto andrà bene. Te lo prometto.” Lei afferrò di nuovo la sua mano e si portò le dita sulle sue labbra un ultima volta, poi se ne andò, al di fuori della sua portata e camminando con passi graziosi e silenziosi.
 
“Lily!” la richiamò.
 
“Fidati di Harry,” rispose di rimando dal'altra parte della strana stanza di vetro. “Ora lui capisce.” Aveva attraversato la stanza fin troppo velocemente, come se avesse adoperato una non meglio definibile magia.
 
“Lo farò,” promise, “Ma, Lily...”
 
Lei si voltò per guardarlo, sorridendo.
 
“Tu sai che ti amo,” disse, la sua voce che suonava come un sussurro lieve, così tanto che temette che lei non l'avrebbe mai sentito, visto che si trovava di nuovo così lontana.
 
Ma lei sussurrò di rimando, “Ti amo anch’io.” Poi, ancora più flebilmente, disse “L’ho sempre fatto.”
 
Guardò intorno alla stanza un'altra volta, e mentre faceva ciò il dolore al collo aumentò, e cominciò a sentirsi stordito da esso. Si chiese se questa, ora, fosse la morte, e tutto ciò che era successo fino a poco prima un mero sogno. Potrei ancora morire, pensò, per niente scontento della possibilità, poiché anche se era stato tutto un sogno, gli aveva ricordato che Lily era sempre lì, oltre il Velo, e che forse... ma forse... poteva starlo aspettando. Chiuse i suoi occhi e provò a rivederla ancora una volta, e la stanza di cristallo sparì completamente, anche se il dolore persistette.
 
Stava provando a lasciarsi andare, sperando che tutto andasse via, desiderando di andare da lei, quando sentì una voce lontana. Non si trattava di quella di Lily, anche se era giovane e forte come era stata la sua. “Professore?” chiamò. “Professor Snape?” Non aprì gli occhi, angosciato dal pensiero che chiunque fosse il proprietario di quella voce stesse per impedirgli di raggiungere lei. Forse se non avesse guardato, loro se ne sarebbero andati... ma chiunque fosse continuò ad avvicinarsi e a chiamarlo, e presto Severus poté sentire dei veloci passi in corsa, ora molto più vicini. Si diressero proprio verso di lui, e poi si fermarono a breve distanza. “Snape! Dio mio, aveva ragione. Ma come diamine è finito qui?”
 
Il proprietario della voce toccò il suo braccio con delicata gentilezza, come se fosse preoccupato di ferirlo o di farlo infuriare. Tutto ciò che Severus avvertì, tuttavia, fu sbalordimento nel capire tardivamente chi fosse. “È tutto a posto, signore,” continuò la voce giovane, e poi disse, con molta fermezza, “Non si preoccupi, la porterò fuori di qui.”
 
Si trattava di Harry. Era arrivato, proprio come Lily aveva detto. Questo significa, pensò Severus, sentendo una disgustosa nebbia di tenebre e dolore ruotare attorno a lui, che è successo davvero? Che lei era davvero qui con me, fino a poco fa? Aprì gli occhi, sperando che potesse vedere nel ragazzo ancora un po’ di Lily.
 
Ma era solo Harry che lo fissava, completamente bruciacchiato, sporco e apparentemente esausto, e con una spalla che sanguinava copiosamente. Era solo Harry Potter, Il Ragazzo La Cui Madre Ha Sempre Amato Severus, inoltre.
 
Severus lo guardò a lungo, infine chiuse gli occhi un’altra volta. Le tenebre brulicarono ancora e lo sopraffecero, proprio mentre poteva sentire le mani di Harry muoversi gentilmente attorno al suo corpo, calmandolo, sostenendolo, e sollevandolo.
 
Si lasciò andare e si rilassò in quelle mani mentre sveniva nell’oblio, e lasciò che Harry Potter lo portasse a casa.

 

  
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