le ampie pareti bianche rilucevano delle prime luci dell' alba, mentre sfrecciavo in quel lungo corridoio.

le decorazioni sfilavano via, sfumandosi, come il panorama visto dal finestrino di un treno in corsa, troppo veloce, per un paesaggio di poca importanza.

Sentivo il rumore sordo del mio cuore, battere all' impazzata nelle mie tempie, come il ticchettio di un orologio, due grossi goggioloni di sudore, mi rigarono la colonna vertebrale, facendomi rabbrividire.

Sentivo le mie gambe implorare pietŕ, correvo ormai da molte ore senza essermi mai fermata un secondo.

tolsi la mantellina gettandola a terra, senza proccuparmi troppo di dove sarebbe finita, in testa avevo solo l' immagine di quella porta, e l' urgente pensiero che dovevo sbrigarmi a raggiungerla.

il corridoio era arrivato alla fine, e adesso mi trovavo in un ampia sala, gremita di statute a grandezza naturale di tutti gli dei, probabilmente sempre troppo piccole per il loro ego spropositato.

tutt' un tratto, un terremoto, scosse la stanza, una statua di Hera tremň. 

me ne accorsi troppo tardi, provai a schivarla scivolando a destra, ma peggiorai solo la situazione.

un dolore lancinante, mi pervarse il corpo, mentre il rumore secco di ossa sbriciolate si propagava lungo tutta la colonna vertebrale, la cassa toracica e parte delle gambe.

in quel momento urlai come mai nella mia vita, urlavo sotto il peso di una statua di marmo, che mi aveva quasi distrutto i polmoni.

sentivo gli occhi farsi prima umidi, poi bagnarsi, via via sempre di piů fino a trasformarsi in due pozzi frastagliati che mi deturpavano gli occhi, rendendomi la vista difficoltosa e sfuocata, mentre ancora l' urlo lancinante delle mie grida si propagava nella stanza vuota.

sentivo il sangue straripare dalle mie vene spappolate e propagarsi dentro il mio corpo, creandomi una sensazione di caldo e freddo umido spiacevole mi mancava solo una emorragia interna.

Stavo diventatndo livida, sentivo le forze abbandonarmi.

E mentre avrei dovuto correre a vedere un ultima volta il viso di Luke, quel ragazzo che tanto avrei voluto stringere, sentii, come una sensazione ghiacciata trapassarmi il corpo, cessando le mie grida, che d' un tratto si fermarono proprio come d' un tratto erano partite.

Sapevo di essere stata attraversata da lui, ero riuscita a sentire la sua essenza.

Sapevo che lui era morto. Se ne era andato, e io non avevo potuto fare niente per fermarlo, non avevo potuto dirgli la veritŕ, e mai avrei potuto.

Le lacrime cominciarono a scendere salate, imapastandomi la bocca, come se avere il corpo spappolato non bastasse.

Il dolore in tutto il corpo bruciante, si uni, al vuoto freddo e dilaniante che mi squarciava il petto interiormente.

Emisi un ultimo grido soffocato, come se fosse stato un addio, poi svenni.

my little space : dedico questa ff a thalia_socia_grace *saluta con la manino* che mi ha ispirata.
ok lo so, č privo di testo e tutto, noioso, triste (spero di farvi venire almeno una lacrimuccia)  quindi recensite pleaseee, un bacione.

nedy :3