CAPITOLO UNO.
The souls are gray.
Mi svegliai in preda all'ennesimo incubo.Il cielo?Grigio come sempre. Mi preparai per andare a scuola,per la prima volta dopo un anno passato in un carcere minorile con l'accusa di aver ucciso il mio quasi ragazzo.Non sapevo nemmeno cosa era successo in quei fatidici istanti.Sapevo solo quello che avevo visto:che lui bruciava,si autocombustionava senza che nessuno l'avesse toccato.Tantomeno io.Ma non era così che la pensava la polizia e il giudice.E il mio tutore,Victor.
-'Giorno- salutai Victor che stava leggendo il giornale cittadino,che raccontava dei soliti crimini,se si potevano così definire,che avvenivano in città. Anime grigie come questo tempo pensai.E non mi riferivo ai “criminali”,accusati di aver rubato un pacco di pasta al supermercato o di chissà cos'altro, ma ai giornalisti.Perchè i giornalisti sono degli sciacalli,si nutrono delle disgrazie altrui,giudicano,non si pongono nemmeno il minimo scrupolo.Ti accusano o ti lodano,poi se ci stai male o no sono affari tuoi. E io c'ero rimasta male.
-Heaven.Vuoi fare colazione?-
-Ho lo stomaco chiuso.-
-Ok.sei pronta?-
-Si-No. Non potevo essere pronta ad avere tutti quegli sguardi accusatori puntati contro.No,no,no.Tutti pronti a giudicare.Tutti ipocriti.-Adesso vado,ci vediamo dopo.Se sopravvivo.-detto questo uscì dalla porta di casa ma riuscì comunque a sentire la solita risatina di Victor.
Non capiva quanto difficile poteva essere tornare a scuola dopo tutto quello che era successo.Lì ti uccidono da dentro.
Camminai per circa tre metri prima che la pioggia iniziasse a battere insistente sulla nostra città,ma ringraziando il Cielo ero già arrivata ai cancelli scolastici.
Era passato un anno ma niente era cambiato.Era la solita vecchia,vecchissima scuola.
Avvicinandomi sentì uno strano bruciore provenire da dentro,dal petto e poi diffondersi per tutto il corpo,poi mi accorsi di essere fissata. Mi voltai vero il lampione sulla sinistra e mi accorsi che un ragazzo,coperto ca un ombrello,mi fissava intensamente.Ricambiai lo sguardo non senza un certo interesse.Era stupendo:capelli neri come la pece,occhi azzurri come il mare in tempesta e pelle diafana.
Continuò a guardarmi per vari minuti ed io ero intrappolata nei suoi occhi.Il fuoco nel petto divampò insieme al passare dei minuti.
Subito dopo mi accorsi di essere bagnata fradicia a scappai dentro la scuola col cuore che batteva a mille.
Il calore era scomparso.
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E' un pò corto,lo sò.Ma per adesso va bene così.Se recensite domani posto un altro capitolo :)