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Autore: MissHarvelle    01/11/2011    5 recensioni
Questa FF é ambientata dopo la prima stagione ed é sulla ship Elena/Claudio. Che cosa succederebbe se una madre creduta morta per lungo tempo improvvisamente si facesse viva? Questa situazione é quella che si ritrova ad affrontare Claudio e solo con l' aiuto di Elena riuscirà a uscirne fuori..VIVO.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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13. Thinking Of You (parte seconda);;

 

You're like an Indian summer
In the middle of winter
Like a hard candy
With a surprise center

 

Un' ondata piacevole di calore lo avvolse quando spostò i ceppi scoppiettanti nel camino. Un flashback di lui e Francesco che giocavano a soldatini davanti al caminetto lo colpì in pieno petto, dandogli una sensazione di soffocamento. Gli occhi pizzicarono per un attimo, il dolore era ancora lì, ma lui non si diede la briga di sfregarseli: d' altronde aveva ospiti e gli sembrava inappropriato mettersi a fare la femminuccia proprio in quel momento. Ricacciò indietro le lacrime, si alzò in piedi e prese in mano il calice di vino che fino a pochi istanti prima si trovava appoggiato sull' elegante tavolino in vetro. Sorseggiò il liquido ambrato centellinando ogni singola goccia per cercare di cogliere tutti i dettagli del sapore.

Giada lo guardava di sottecchi meravigliandosi di come fosse diventato bello in quegli ultimi anni.

I capelli, che fino a qualche anno prima non avevano nulla a che fare della gioiosa vitalità di adesso, erano diventati molto più ricci e morbidi. Lo sguardo, allora acerbo, racchiudeva le mille sfumature del campo da giochi in cui lei, lui e Francesco erano soliti giocare da piccoli. La pelle aveva un odore, un misto tra zenzero e cannella, che la faceva impazzire e il corpo, o mio Dio quel corpo le faceva venire in mente dei pensieri così perversi da spaventarla ed eccitarla al tempo stesso.

Quella sera sarebbe stata la serata giusta, se lo sentiva.

Allora come ti sembra il vino che ti ho portato?” disse la ragazza, accavallando le gambe con fare seducente.

Claudio appoggiò il bicchiere prima di risponderle. “é dannatamente buono Giada, dove l' hai preso?”.

Si dice il peccato ma non il peccatore mio caro! Piuttosto mi stavi dicendo di tuo padre...”

Hai ragione scusami mi stavo dimenticando. Allora a quanto pare i nuovi avvocati che si sono offerti di aiutare Vittorio sono riusciti a fargli ottenere gli arresti domiciliari, però pare che non potrà venire a casa prima di Natale...”

Claudio lasciò il discorso in sospeso e nel frattempo si sedette vicino all' amica.

Beh non mi sembra una cattiva notizia, dai!”

Non so Gia' c' é qualcosa che non mi convince in quel gruppo di avvocati. Non capisco che cosa vogliano da mio padre sinceramente, sono sbucati fuori dal nulla...”

Ma dai Cla lo sai che tuo padre é un personaggio molto in vista qui a Roma. Probabilmente hanno deciso di occuparsi di lui solo per farsi un po' di pubblicità. Io non ci vedo nulla di male in tutto questo e sinceramente non capisco i tuoi dubbi!”

Già forse hai ragione. Parliamo d' altro adesso però. Raccontami un po' di te, non mi hai ancora detto cosa hai fatto in questi tre anni lontana da Roma, a parte prendere il bar!”

ma come siamo curiosi Claudietto...”

Claudio aggrottò le sopracciglia, poco divertito.

Smettila Giada! Lo sai che non mi piace quando mi chiami così...”

La ragazza lo guardò divertita, decidendo che quello era il momento giusto per mettere in atto il suo piano di seduzione. Si avvicinò a lui e gli sussurrò all' orecchio: “non mi dicevi così quella notte in spiaggia...”

Sono passati tre anni da quella notte Giada. In tre anni una persona cambia. Io l' ho fatto e forse é ora che anche tu segua il mio esempio.”

Claudio si allontanò da lei, deciso a non avere nessun tipo di rapporto con lei. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma andare a letto con Giada gli sembrava una cosa sbagliata in quel momento. Un anno prima avrebbe fatto carte false pur di starle anche solo vicino, ma ora le cose erano cambiate.

L' amica contrasse i lineamenti del volto in una smorfia di pura incredulità, ma non si diede per vinta, nonostante il tono deciso dell' amico.

Non era abituata a non ottenere quello che voleva e quella non sarebbe di certo stata la prima occasione a farle cambiare le sue abitudini.

Perché allora mi hai detto che mi amavi quella notte Claudio?”

Perché era vero Giada. Perché a quindici anni si é convinti di sapere che cosa sia l' amore e invece... provavo qualcosa per te ma in tre anni ho avuto il tempo di capire che non era amore. Attrazione mista a affetto, forse. Ma amore, beh, quello no di certo. Sei incredibilmente bella Giada- nel dire questo si riavvicinò e le prese il viso tra le mani, fissandola intensamente- e in altre occasioni avrei approfittato di te, te lo assicuro. Non pensare che la tua presenza mi provochi indifferenza, al contrario. Ma non voglio quello che vuoi tu e ti voglio troppo bene per prenderti in giro...”

Giada abbassò gli occhi, sconfitta dal peso di quelle parole. Poi un lampo di vendetta le trapassò gli occhi, accecandola. Pensò a quella dannata Elena, a come Claudio l' aveva guardata quella sera in cui li aveva beccati insieme.

Non ci mise molto a fare due più due, i conti tornavano perfettamente.

Guardò in faccia il suo vecchio amante e gli sputò in faccia la verità, schifando se stessa per quell' attacco di gelosia.

é per quella Elena non é vero? Ho visto come la guardavi..ti avverto, non mentirmi!”

Il ragazzo lasciò il viso dell' amica e si girò, dandole le spalle.

Non voleva farle vedere quanto quel nome avesse il potere di turbarlo. L' immagine della bella Cicerino gli si parò davanti agli occhi in tutta la sua bellezza e candore oscurando per un secondo qualsiasi dettaglio circostante.

Ripensò a quel bacio maledettamente bello che si erano scambiati quella notte, a quel tardo pomeriggio in riva al mare e a come le loro labbre erano state a un passo dal ricongiungersi.

Una fitta di desiderio gli lancinò il petto, dandogli per un attimo un lieve senso di nausea.

Non é come pensi.” Scandì le parole come se volesse convincere più se stesso che Giada, ma la ragazza non era stupida perciò non sarebbe bastata quella semplice frase per convincerla.

Dimostramelo Claudio. Dimostrami che lei non é il motivo per cui tu mi rifiuti stanotte. Perché nessuno crede a quello stupido discorso che hai fatto prima, conosco bene i ragazzi e i loro ormoni quindi non me la dai a bere. Dimostramelo!”

La voce di Giada si era fatta quasi stridula. Il ragazzo si rigirò verso di lei e notò che i suoi occhi erano lucidi. Il suo turbamento la rendeva ancora più irresistibile, dannazione!

Claudio si avvicinò a lei e le prese il volto tra le mani, fissandola negli occhi avidamente più e più volte, finché la sensazione di avere Elena accanto sparì come per magia.

Giada era immobile, in attesa della sua prossima mossa.

al diavolo!” imprecò Rizzo prima di avventare le sue labbra su quelle di Giada in un gesto che nulla aveva di romantico o tenero.

I respiri dei due si fusero l' uno con l' altro, in un crescendo di deboli lamenti. La ragazza prese a mordicchiare con famelica aggressività il lobo destro dell' amico per poi spostare l' attenzione sulla sensuale piega del collo.

Claudio le sfilò il mini vestito beige che indossava e la buttò sul pavimento in un gesto di foga primitiva. Tutto quello che voleva fare in quel momento era dimenticarsi di lei, di quella cotta infantile che provava per lei, ma più baciava l' amica Giada, più l' immagine di Elena lo tormentava, divorandogli i sensi.

Cla – mugugnò la ragazza – mi stai facendo male!”

Il ragazzo solo al suono di quelle parole si accorse che le stava stringendo i polsi in un modo fin troppo tenace. Imbarazzato e dispiaciuto, mollò la presa e guardò Giada in cerca del suo perdono.

Ha vinto lei. Ha vinto Elena ” disse lentamente, cercando di mandare indietro le lacrime brucianti di umiliazione. Si alzò da terra e con una grazia innaturale per la circostanza si rivestì. Evitò il contatto visivo con Claudio per tutto il tempo.

Il ragazzo intanto giaceva a terra,ancora confuso per quello che era appena successo.

Mi dispiace Giada. Avrei voluto sai... ma non riesco,non se ...”

Non importa. Davvero. É fortunata sai, questa Elena...”. Una punta di delusione le fece incrinare debolmente la voce mentre pronunciava il nome della ragazza a cui Claudio era ormai irrimediabilmente legato.

Rizzo sbuffò leggermente,il sorriso velato da una profonda malinconia.

Non credo che a lei importi in ogni caso.”

Il suono del citofono sollevò loro dall' imbarazzo di dirsi frasi di circostanza come mi dispiace, troverai qualcuno migliore di me, sono sicura che quello che é successo non metterà alla prova la nostra amicizia. Claudio non sapeva se le cose tra lui e Giada sarebbero state le stesse dopo quella notte ma quello in fondo era il problema minore. Ormai non poteva più negare a se stesso il fatto di provare qualcosa di molto importante nei confronti di Elena; tutto ciò però era inutile, lei sembrava ostinata a stare con quel troglodito di Riccioli d' Oro.

Si avviò alla porta lasciando l' amica in balia dei suoi pensieri.

 

 

Un soffio di aria gelida le penetrò lungo la schiena e scatenò una serie di brividi spasmodici per tutto il decorso degli arti inferiori. Giunse le mani e le portò vicino alla bocca, tentando di scaldarle con rivoli di aria calda.

Non sapeva che cosa voleva dimostrare a se stessa stando lì in piedi davanti a quel cancello come una ebete. Non le importava saperlo. L' unica cosa di cui era assolutamente sicura era che voleva vederlo ad ogni costo. Doveva farlo.

Non avrebbe mai creduto di potersi innamorare di Claudio Rizzo. Non dopo tutto quello che era successo tanto tempo prima... invece, complice il destino, ora si trovava lì davanti a casa sua in attesa di vederlo, di abbracciarlo, di baciarlo.

Non era sicura che avrebbe ottenuto gli ultimi due punti però. In effetti non era sicura di niente, se non dei suoi sentimenti, ma stranamente non le importava di essere ricambiata. Non in quel momento almeno.

La porta si aprì in quel momento e apparve lui, in tutta la sua bellezza. Si guardò intorno finché non la individuò, poi si diresse verso di lei facendo un cenno con la testa a mò di saluto.

Che cosa ci fai qui Ele? Il cancello é aperto, se vuoi entrare!”

Ah okay arrivo subito allora! Avevo bisogno di parlarti o meglio di vederti..”

Sei qui per il ciondolo? - replicò lui notando il monile di famiglia appeso al collo della famiglia – l' ultima volta che ci siamo visti sei scappata come una pazza isterica!”.

Nel dire questo le regalò un sorriso sardonico, ma i suoi lineamenti erano distesi e rilassati, perciò quella che doveva suonare come una presa in giro ebbe un effetto balsamico sul suo cuore.

Già infatti ...”. Elena avrebbe voluto aggiungere altro, anche una scemenza sarebbe andata bene pur di smorzare la crescente tensione che le attanagliava lo stomaco. Invece niente, le parole che fino a pochi minuti prima avrebbe voluto urlare al mondo intero le morirono in gola, rendendola muta e imbarazzata.

Ele sicura che va tutto bene? Non l' avrei mai pensato, ma preferisco i tuoi insulti a questo strano silenzio!”

Claudio si avvicinò a lei e le prese la mano destra, che lei stringeva ostinatamente a pugno. Molto dolcemente spostò ad una ad una le dita in direzione del suo addome fino a che scoprì che l' interno del palmo custodiva il suo monile. Restarono lì in quella posizione per un tempo che alla ragazza parve infinito. Lui accarezzava le sue mani mentre lei continuava a guardare il ciondolo che era passato a Claudio, incapace di fare altro.

Vorrei dirti qualcosa ma non trovo le parole per iniziare- replicò la ragazza in un sussurro, guardandolo per la prima volta direttamente negli occhi.

Lui ricambiò lo sguardo,la piega sinistra della bocca rivolta simpaticamente verso l' alto. “Ti ricordi quando ti ho chiesto di tua madre e tu non sapevi come iniziare a parlare di lei?”

Elena fece un cenno con la testa, pensando dentro di sé che era impossibile dimenticare qualsiasi dettaglio che riguardasse i suoi discorsi con Claudio, specialmente se il fulcro della conversazione riguardava sua madre.

Bene. Ricordi che cosa ti ho suggerito?”

Beh mi hai detto che di solito le prime cose che ci vengono in mente sono le più belle, ma n.. - una lampadina in quel momento le si accese nel cervello - … come ho fatto a non pensarci prima? Hai ragione Claudio, anche se nel mio caso non é così semplice..”

Perché Ele, è successo qualcosa? Mi devo preoccupare?”

No é che.. dannazione mi ero preparata un discorso bellissimo e adesso non me lo ricordo più – gli occhi le si annebbiarono, incapaci di reggere il peso di quel segreto - la verità é che ho lasciato Cook perché mi sono innamorata di te!”

Gridò quelle ultime parole con rabbia mista a paura lasciandole riecheggiare nel vento. Claudio la guardava esterrefatto, incapace per la prima volta di dire qualcosa. Si sentì stordito, piacevolmente stordito.

Ele,io..”

Ho lottato contro tutto questo ma invano. Non posso più reprimere i sentimenti che provo nei tuoi confronti, sebbene siano del tutto inaspettati. Odio tutto ciò, odio il sentirmi così tanto sulle spine e insicura, ma questo te lo devo. Forse lo devo prima a me stessa che a te, ma tanto è. Lo so che mi sono comportata da egoista però non potevo più tacere..”

Una lacrima solitaria scese dal volto di Elena e andò a cadere sul palmo della sua mano.

Claudio, senza dire una parola, alzò la mano della ragazza in modo che arrivasse all' altezza della sua bocca e assaporò il sapore salino della lacrima, facendola sussultare piacevolmente. Poi la guardò negli occhi con accecante bramosia.

Elena, é da tanto tempo che...”

Cla, dove é l' accappatoio fucsia, non lo trovo..”

La voce di Giada interruppe la magia. Elena guardò più voltel' espressione colpevole di Claudio mentre osservava il corpo perfetto della bionda avvolta solo da un misero asciugamano e si sentì avvampare.

La delusione iniziale fu sostituita da una furia accecante, che investì come un uragano il povero ragazzo.

Cosa ci fa lei qui?- sbraitò Elena tentando di ricacciare indietro le lacrime – lo sapevo che non potevo fidarmi di te, che stupida sono stata...”

Detto questo corse via come un fulmine, lasciando Rizzo nel più totale disappunto e nella completa infelicità. Il ragazzo dette un calcio nel vuoto, imprecando contro quel destino tanto beffardo che aveva cospirato contro di lui. Quella notte aveva conosciuto la pura felicità, aveva sfiorato le sue mani e baciato la sua pelle salata, ma ciò non era bastato per trattenerla con sé.

Mi basterà un Martini, domani starò meglio, forse”.

Già, forse.

 

 

 

 

Note dell' autrice: eccomi qua con questo nuovo capitolo! Non mi convince per niente, proprio non mi piace uffa! Mi farebbe piacere però sapere cosa ne pensate, se vi piace la direzione che sta prendendo la storia, se vi convincono i dialoghi etc. Per me sarebbe un piacere immenso oltre che un bello stimolo per proseguire questa storia :) Purtroppo il fatto di avere visto tanto tempo fa gli episodi dei Liceali mi sta condizionando negativamente, nel senso che non so se i miei personaggi sono coerenti oppure no. Vi avverto già che il prossimo capitolo non so quando verrà pubblicato, ma comunque l' argomento principale sarà il Natale ^^ Un bacio e a presto (sperando di ricevere nuovi commenti che non fanno mai male XD) fabi

  
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