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Autore: Eloise_elle91    01/11/2011    2 recensioni
Parto dalle origini di Charlotte Petrova, della quale tutti parlano, ma la domanda fondamentale è: Chi è?
Bhè io cercherò di delinearvi il suo personaggio con le basi che ho, cioè Katherine ed Elena.
La storia è ambientata al tempo della "Guerra dei Cento anni" quindi tra il XIV e XV secolo (1300/1400 circa) e tratterà di Charlotte in prima persona, ovviamente di Klaus e degli altri Originari, che per me saranno sette, arriveremo a Katherine e infine ad Elena.
Cercherò di delinearvi soprattutto la psicologia oscura di ogni singolo personaggio, sperando che alla fine del percorso ogni lettore abbia capito il filo logico del mio racconto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 16: Buon compleanno Elena!

Elena aveva la strana sensazione che qualcuno li stesse seguendo e nemmeno quando salì nella macchina con Damon riuscì a tranquillizzarsi, tanto che Damon le disse “è normale avere paura”
“Di cosa?”
“Di diventare grandi, tutto il mondo ti cade addosso, soprattutto quando sei il maggiore...”
“Mi vuoi trasmettere la tua paura forse?”
“Io non ho paura”
“Io si e credimi mi imbarazza parlarne con te”
“Mi reputi così ripugnante?”
“No, vorrei parlarne con un genitore, una figura autoritaria che mi sappia spianare la giusta strada, ma io non ce l’ho”
“Non è una gran cosa, i miei genitori non mi hanno mai voluto bene...”
“Erano altri tempi Damon...”
“Non per loro. Era sempre Stefan il loro preferito, perché bravissimo a scuola, educato a casa ecc..., io invece ero quello incorreggibile, come diceva mio padre”
“Io non credo che tu sia incorreggibile. Ci sono dei lati di te che non cambierei, altri che sono davvero insopportabili, ma c’è una parte di te che non cambierei per nulla al mondo”
“E quale sarebbe?” disse facendo la sua solita mossa con gli occhi
“Non te lo dico” disse Elena sorridendo
“E tu sei proprio una birichina” disse Damon in tono sarcastico... intanto dalla radio si sentiva la voce di Taylor Swift, con Love story. Elena alzò il volume e disse “adoro questa canzone”
“Perché parla di principi e principesse?”
“No, perché riesco a tuffarmi con l’immaginazione in un mondo dove la mia vita assomiglia di più ad un musical... poi finisce la canzone e ritorno alla noiosa e problematica vita di sempre”
Damon fermò la macchina e disse guardando negli occhi Elena “ Elena, devi fartelo passare, lo so che è difficile, ma ora hai un fratello di cui occuparti, una casa da mandare avanti e una vita da portare avanti... cosa vuoi fare da grande? La cameriera al Grill come fa tuo fratello o Matt?”
“Io volevo fare la scrittrice”
“Volevo? Cos’è questa parola Elena? Reagisci! Cosa posso fare per fartelo superare? Ti prego dammi un segno e io ti tendo la mia mano” disse allungando la mano in segno di amicizia. Elena sapeva che aveva bisogno di aiuto, doveva parlare con qualcuno degli strani sogni che le assillavano la mente. Guardò Damon negli occhi e poi disse spostando lo sguardo verso il finestrino “Charlotte!”
“Cosa?” disse Damon “Elena? Stai bene?”
“Era lei, era lei, accidenti!” disse Elena uscendo dalla macchina
“Elena!” urlò Damon prendendola per un braccio “Elena cosa hai visto?”
“Non hai avvertito nessuna presenza? Non hai visto che era dietro di te?”
“Elena chi doveva esserci? Ci siamo solo noi...”
“No! C’era anche Charlotte!”
“Chi è questa Charlotte?” disse Damon alla fine. Elena fissandolo si rese conto che lui non aveva visto niente. Quindi o lei stava diventando pazza o Damon aveva perso dei riflessi, cosa un po’ impossibile...
“Damon...Io...non lo so...”
“Elena” disse Damon prendendole la mano “va tutto bene. Non c’è nessuno che ti possa fare del male, te lo assicuro io”
“Io...non...mi sento” ed Elena si accasciò a terra priva di sensi con Damon che urlava “Elena! Elena!...”
 
“Come farò? Sono sola adesso...”
“Charlotte ti ho promesso che sarei rimasta con te, che ti avrei aiutata...ma ora dobbiamo pensare alla spada e ai diari...”
“La spada la nasconderemo bene da qualche parte, per quanto riguarda i diari, alcuni sono nelle mani di Joey, il quarto diario, quello che racconta la storia degli Originari invece l’ho sepolto al sicuro...”
“Benissimo, sai che ne nasceranno altre vero?”
“Si, ma solo una avrà i miei poteri, dubito che da mia sorella possa nascere qualcosa di puro...”
“Charlotte, non è la prima volta che vedo un vampiro dai poteri telepatici, ma è la prima volta che ne vedo uno vivo dopo che Klaus l’ha ucciso”
“Skyler non aveva speranza, lei credeva in Klaus, io no e nessuno dovrebbe credere in lui...”
 
Quando Elena si svegliò si accorse che era nella stanza di Damon, si girò sul cuscino e pensò all’ennesimo sogno su Charlotte. Non aveva dubbi, le somigliava troppo e aveva la strana sensazione che fosse una sua discendente; aveva scritto dei diari sulla storia degli Originari, allora sapeva tutto di loro? E chi è questa Skyler? Quanti diari aveva scritto Charlotte? Doveva saperne di più, doveva trovare questo Joey, forse era un vampiro e se Charlotte fosse ancora viva? Ma questo non era possibile...
“Elena!” disse Bonnie “come stai? Hey ragazzi si è svegliata!!”
E tutti si precipitarono sopra, c’erano Caroline, Damon, Tyler, Bonnie e Alaric che sembravano parecchio preoccupati, infatti Caroline disse “Non possiamo perderci la festeggiata! Sono due settimane che organizzo questa festa e tu cosa fai? Svieni e ci fai prendere a tutti uno spavento?”
“Caroline mica l’ho fatto apposta?”
E tutti la fissarono, Elena li fissò sbigottita e disse “Hey! Non penserete che mi voglia suicidare spero!”
“No Elena ma sono settimane che non tocchi una pizza, delle patatine e tutte le cose che fanno tanto male, ma che sono tanto buone” disse Tyler, e per notarlo lui...
“Ragazzi sto bene! Mangio il giusto e poi non è importante”
“Elena” disse Damon stavolta “Siamo preoccupati per te, non ti abbiamo mai vista così e vorremmo che tu ne parlassi con noi”
“Magari non ne voglio parlare” disse Elena lasciando tutti senza parole “e non meravigliatevi, le risposte ve le andate a cercare voi...” scese dal letto e uscì dalla stanza. Damon stava per seguirla ma Alaric lo fermò dicendo “No Damon, non adesso... credo di sapere cosa provi, le parlo io” disse con un gesto che ispirava fiducia. Damon sembrava riluttante, ma alla fine disse “Ok, provaci tu, ma se non darà ascolto nemmeno a te, fosse l’ultima cosa che faccio, ma la soggiogherò per farmi dire tutto...”
“Così sbagli Damon” disse Bonnie “diamole tempo, l’ultima volta le è passata subito perché aveva ancora una vita normale, ma ora non ce l’ha più e quindi sta metabolizzando tutto a rallentatore”
“Strega ficcanaso”
“No Damon, ti parlo come Bonnie la migliore amica di Elena che sa cosa è capace di fare se la stuzzichi mentre dorme, non come Bonnie la strega. C’è una bella differenza...”
Elena era fuori nel terrazzo, che bel compleanno, pensò, l’ultima cosa che voleva era litigare con tutti, ma se l’erano cercata, non dovevano provocarla. Era una parte di se che Elena credeva di aver sepolto con la morte dei suoi genitori, invece ora sembrava che stesse risorgendo di nuovo e si sentiva sempre più simile a Katherine, ma mai ai suoi livelli, ma poteva diventare parecchio dispettosa se la infastidivano troppo...
“Elena” disse una voce...
“Ancora? Ma basta...oh scusa Alaric” disse Elena voltandosi...
“Non preoccuparti, ti capisco, ma ti va di parlarne?”
“Vorrei Alaric, io ci provo continuamente, ma non riesco ad aprirmi con nessuno ora. Però vorrei un consiglio”
“Dimmi Elena, tutto quello che ti serve”
“Se una persona ha la sensazione di non essere sola, ma che ci sia qualcuno che ti vuole fare capire che c’è qualcosa che ti riguarda che tu ancora non sai, ma ti sta mandando dei segnali, tu cosa faresti?”
“Andrei a cercare questa persona”
“Anche se significa allontanarti dalle persone che ami e da casa tua?”
“Si, la paura di un dubbio genera altre paure Elena, e se qualcuno mi sta davvero mandando un segnale allora lo coglierei all’istante”
“Grazie Alaric”
“Di niente Elena, ma perché proprio questa domanda?”
“Credo che qualcuno mi stia mandando un segnale, ma non è niente di speciale...”
“è il tuo compleanno Elena, vai a festeggiarlo, non pensare a niente ora”
“Hai ragione, vado a scusarmi con tutti” ed entrò dentro, ma nessuno poteva immaginare cosa frugava nella mente di Elena, quando arrivò nel salotto c’erano tutti e disse “Vi chiedo scusa, ero arrabbiata con me stessa e me la sono presa con voi, ma non volevo rispondervi in quel modo...”
“Ma io lo sapevo che era solo uno sfogo” disse Bonnie abbracciandola e Caroline si unì a loro dicendo “concordo stavolta, ma mi sa che ne avevi proprio bisogno”
All’improvviso bussarono alla porta ed Elena disse “vado io!” e corse alla porta e aprì e si ritrovò una ragazza dai capelli rossi che le disse “è questo il pensionato dei Salvatore?”
“Si, ma non si fittano più camere mi dispiace”
“Oh no, io non cerco una camera, io sto cercando te Elena”
“Me? Scusa ma ci conosciamo?”
“Direi proprio di si” disse ridendo “sono Meredith!”
“Meredith? Quella Meredith? La rossa?”
“Buon compleanno Elena!”
“Oh mio Dio” disse Elena abbracciando l’amica “sono nove anni che non ci vediamo!”
“Lo so, ma mi inviti ad entrare?”
“Si, entra!” disse Elena facendo entrare Meredith, che aveva una grossa valigia che lasciò all’ingresso, quando entrarono nel salotto Caroline e Bonnie dissero all’unisono “Meredith?!” e andarono ad abbracciare la loro amica “Oh mi siete mancate tutte e tre” disse Meredith...
“Solo io ho avuto l’amnesia della prima infanzia?” disse Elena
“No veramente anche io non mi ricordavo bene di Meredith!” disse Tyler avvicinandosi a lei, che rispose “Santo cielo Tyler, nella mia testa hai ancora l’apparecchio e gli occhiali da vista”
“Sono un po’ cresciuto Meredith!”
“Si vede” disse lei osservandolo con sguardo ammiccante “bella casa Elena!”
“Non è mia, cioè era mia, ma ora non lo so più”
“E tutti gli altri?” chiese Meredith osservando con meraviglia la casa “Matt, Vichy, Jeremy... dove sono finiti?” chiese guardando le ragazze. Elena e Bonnie di scambiarono uno sguardo, poi Bonnie disse “Vichy è morta e Matt lavora al Grill”
“Cosa? Morta?”
“Si, l’anno scorso per overdose...”
“Mi dispiace...povero Matt”
Le tre ragazze si guardavano, ovviamente Meredith non sapeva nemmeno dei genitori di Elena...
“Elena mi dispiace di non essere stata presente al funerale dei tuoi, sarei voluta venire, ma ho saputo la notizia dopo molto tempo, perché ero in Africa a fare delle ricerche...” Disse Meredith. Lei era la più grande del gruppo, quando se ne andò da Mystic Falls loro avevano dieci anni e Meredith tredici.
“In Africa?” disse Caroline “sei già all’università?”
“Oh si, studio a Yale, ma sono andata in Africa solo per curiosità, c’erano delle caverne molto interessanti che mi hanno suscitato curiosità...”
“Cosa studi?” chiese Alaric
“Oh scusate” disse Elena “ehm... Meredith lui è Alaric Saltzman, il nostro professore di storia e lui è Damon Salvatore”
“Un professore di Storia? Anche io studio storia, ma faccio anche un corso di archeologia e di parapsicologismo, piacere di conoscerla” disse stringendo la mano ad Alaric “e Damon Salvatore, avete una proprietà a Venezia, anche se sembra disabitata, giusto?” disse stringendo la mano a Damon che rispose “Si, ero dello zio Zach, ma lui è morto e non c’è il tempo di andare a Venezia...”
“Come ti capisco, in fondo gestire tutto questo da solo non deve essere una passeggiata”
“Veramente c’è anche mio fratello Stefan, ma è in viaggio”
“Certo” disse Meredith, con la sua solita voce, la so più lunga di te. Poi si voltò verso Elena e disse “e Jenna? Sono secoli che non la vedo...”
“E non la vedrai...” rispose Damon sotto voce e a denti stretti, e Bonnie disse subito “Damon!”
“No, non importa” disse Elena “Jenna e lo zio John sono morti due mesi fa...”
“Elena, ma cosa dici?” disse Meredith “Come è successo?”
“Te lo spiegherò con calma” disse Elena guardando l’amica che era visibilmente sconvolta. Meredith a quel punto disse “Ok, allora io vado a cercarmi un albergo...”
“Vieni alla festa?” disse Elena
“Certo che vengo” rispose Meredith sorridendo “dove la fai?”
“Qui” disse Elena indicando la casa
“Perfetto, ci sarò...”
“Non serve che cerchi un albergo” disse Damon “abbiamo sei camere disponibili e completamente nuove, puoi restare qui”
“Si” disse subito Elena “sarebbe meraviglioso!”
“Oh, non voglio causare disturbo...”
“Nessun disturbo” disse Damon “ha vissuto di peggio in questa casa...”
“Ok, io mi fermo solo per tre giorni, devo fare delle ricerche per un saggio di storia e poi ritorno a Yale”
“Mi sa che abbiamo un sacco di cui parlare” disse Elena “vieni, dai sistemiamo la stanza” e andarono sopra verso la camera.
“Complimenti” disse Bonnie “Hai centrato in pieno Damon”. Damon l’aveva capito guardando Elena, era felice e fin troppo contenta dell’arrivo della sua amica, se questo voleva dire vedere Elena sorridere anche solo per tre giorni, sarebbe stata una buona partenza per riportarla alla normalità...
Caroline e Tyler avevano finito di appendere tutti gli addobbi per la festa, la torta era arrivata e messa con cura nel frigorifero, era tutto pronto per la festa di Elena.
Elena era in camera sua, era vestita e pronta per la sua festa. Per una volta non era lei ad andare alle feste degli altri, stavolta era lei la festeggiata...chissà se Stefan se l’era ricordato che era il suo compleanno, ovunque fosse con Klaus... Elena doveva scoprire perché aveva scelto proprio lui, era una domanda che le gironzolava per la testa da due mesi ormai, andò in camera di Stefan alla ricerca di qualche indizio, ma sapeva che li avrebbe trovato il nulla, non aveva lasciato traccia. Al telefono non rispondeva mai... All’improvviso entrò Damon, lei lo vide dallo specchio e gli disse “Non c’è nemmeno lui”. Damon si avvicinò ad Elena e si guardò allo specchio, poi disse “Ho una cosa per te, è il tuo regalo di compleanno”
“Non dovevi regalarmi niente, io non ho bisogno di niente”
“Aspetta” disse lui estraendo un piccolo ciondolo e lo mise al collo di Elena. Era una piccola pietra gialla scintillante incastrata nell’argento “è l’unico ricordo che mi resta di mia madre” disse Damon
“è bellissima” disse Elena “ma non dovevi”
“Voglio che la tenga tu, non c’è verbena all’interno, non c’è niente...”
“Grazie” disse Elena voltandosi e guardandolo negli occhi “grazie per tutto quello che fai per me, per aiutarmi con Jeremy e con la casa. Io non ho più nessuno e in questo momento sento che tu sei la persona più vicina a me”
“Persona?”
“Persona, non vampiro Damon. Orami ti vedo come una persona normale. Grazie” e gli diede in piccolo bacio sulla guancia e andò giù. A Damon venne in mente il giorno della morte di sua madre, era oggi, la madre di Damon morì proprio lo stesso giorno del compleanno di Elena...i suoi occhi erano lucidi e persi nel ricordo dell’infanzia che non ha mai avuto...
 
La festa era iniziata da poco, anche Jeremy era arrivato e appena vide Elena disse “Buon compleanno sorella”
“Grazie, Jeremy” disse Elena abbracciando il fratello, che le disse “ ho una cosa per te” e le diede un opuscolo azzurro e argentato dove c’era scritto Yale...
“Yale” disse Elena “cosa significa?”
“Che ho intenzione di fare domanda al college, ma prima dovrai iscriverti tu”
“Jeremy, come faccio?”
“Puoi farcela Elena, io credo in te” disse Jeremy andando a prendere da bere e lasciando Elena con l’opuscolo in mano a pensare a quanto sarebbe stato bello andare all’università con le sue amiche...
C’erano tutti i suoi compagni di classe, Matt stava parlando con Meredith e Caroline li guardava con sguardo caino, Bonnie ballava con Jeremy e si teneva il più lontana possibile da Meredith: lei e Bonnie non erano mai andate molto d’accordo, Damon chiacchierava con Alaric sul balconcino ed entrambi avevano in mano un bicchiere pieno di wisky, Elena li raggiunse fuori e disse “la smettete di ubriacarvi?”
“è divertente” disse Damon sorridendo “anzi propongo un brindisi, io, tu e Alaric” disse alzando il bicchiere dicendo all’orecchio di Elena “Ad Elena, la donna più bella e forte della terra”
Elena sorrise tra se e se e pensò “ma che scemo...”
Tutti ballavano, persino Meredith si stava divertendo, Elena decise di buttarsi nella mischia trascinata da Caroline e Mere e ballò con le sue migliori amiche; all’improvviso squillò il telefono di Elena, era un messaggio e diceva:
“Buon compleanno Elena, che ne dici di una partita a scacchi? K”
Elena non capiva il senso di quel messaggio, K, chi poteva mai firmarsi così. La paura le salì addosso, conosceva una sola persona con la K, era Klaus, ma come aveva fatto ad avere il suo numero?... Stefan, pensò Elena, che si precipitò verso la porta d’ingresso. La aprì, ma non c’era nessuno, solo un biglietto rosa a terra che diceva “Per Elena”. Elena lo aprì con cura e vi trovò dentro una lettera; la lesse:
Ciao Elena, ora che hai diciotto anni, devi sapere le tue vere origini, vuoi trovare Stefan? Io so dov’è... vuoi uccidere Klaus? Io so come fare... vuoi sapere chi è Charlotte? Risponderò anche a questa domanda... vediamoci domani mattina alla grande cascata, mi troverai li ad aspettarti...
Il mio nome è Joey...”
Fine capitolo 16 

  
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