I
personaggi di questa storia non mi appartengono (purtroppo!); non
scrivo a
scopo di lucro e quel che scrivo non è reale ma è
frutto della mia
immaginazione.
Dedico
questa mia piccola ff a Kyrie Eleison, senza la quale non avrei nemmeno
pubblicato… semplicemente GRAZIE mia Leviatuccia! XD
La
canzone è Wicked Game, nella versione degli H.I.M.!
Buona lettura!
The world was on fire, no one could save me but
you
Cos’era
il mondo per te, Dean Winchester? Fuoco,
tormento? Dolore, violenza?
E
le urla, Dean, quelle urla… non potevi udire
altro in fondo a quel pozzo infame; non si smorzavano mai, non riuscivi
nemmeno
più riconoscere le tue stesse grida in mezzo a quel coro di
dannati. Cos’era il
mondo per te, Dean? Eternità e sofferenza, tenebre e fiamme. Solitudine. Rassegnazione.
Credevi che
non sarebbe mai finita, Dean, credevi che il tuo supplizio sarebbe
durato in
eterno. Tenevi gli occhi chiusi, serrati in modo spasmodico, non ti
accorgesti
di quella luce bianca; nemmeno ricordavi l’esistenza del bianco. Una mano si chiuse con forza
sulla tua spalla nuda. Calore.
Ti bruciò in profondità, fu quanto di
più doloroso tu avessi mai provato, anche
dopo quarant’anni di torture indescrivibili. Ma allo stesso
tempo fu
meraviglioso, Dean, fu commovente il modo in cui
quell’ennesima agonia ti
risvegliò. Fu il contatto.
Quarant’anni… e in quarant’anni di
tormenti nessuno
ti aveva mai realmente toccato: certo, i rasoi ti avevano sfregiato,
gli uncini
arrugginiti si erano conficcati crudelmente nelle tue carni, gli
strumenti dei
tuoi aguzzini ti avevano strappato pezzo per pezzo, sfigurato, reso un
ammasso
informe di sangue raggrumato e brandelli di carne e budella.
Ma
nessuna mano, nessun artiglio infernale ti
aveva mai sfiorato.
Solo
in quel momento comprendesti di aver bramato
quel contatto a lungo, forse per tutta la vita; solo allora, aprendo
gli occhi
e rimanendo abbagliato da quel candore, da quella purezza intonsa,
comprendesti
di aver agognato la mano che ti stringeva forte, ustionandoti,
lasciandoti impresso
un marchio indelebile. La mano che sancì l’inizio
di un legame indissolubile
quando ti prese, reclamandoti con possessività.
La
mano che ti trascinò con sé, lontano
dall’orrore,
sempre più in alto.
Cos’era
il mondo per te, Dean
Winchester? In quel momento fu solo luce. Luce bianca, accecante,
mentre quell’entità
a cui non sapevi dare un nome ti avvolgeva in un tepore sconosciuto e
mistico,
mentre la sofferenza svaniva, rimanendo intrappolata nel buco nero che
ti aveva
ingurgitato e soffocato troppo a lungo. Le urla erano ormai lontane,
così come
le fiamme nere, le catene, i fumi sulfurei. I tuoi occhi si fecero
pesanti,
Dean, le membra risanate si distesero; prima di lasciarti vincere dalla
stanchezza fissasti lo sguardo in qualcosa di blu che splendeva nel
cuore di
quel chiarore. Comprendesti tutto allora, il pensiero ti
folgorò: eri
innamorato, Dean, innamorato come non lo eri mai stato in tutta la tua
vita.
Poi, per la prima volta dopo quarant’anni, crollasti
addormentato, sentendoti
finalmente al sicuro.
I'd
never dreamed that I'd
need somebody like you
Il
silenzio ti
faceva impazzire, Dean; ti feriva le orecchie, ti spaventava con il suo
vuoto
assordante. Gli incubi erano sempre
gli stessi. Viscidume nero che usciva dai corpi irriconoscibili che
tormentavi,
fiamme scure, sensazione di soffocamento. Le urla. Le urla erano la
parte
peggiore. Ti svegliavi gridando, la mano che cercava
l’interruttore per
illuminare un’anonima stanza di motel, con le sue pareti
sporche e la moquette
polverosa. Anche i sogni erano
sempre
gli stessi. Una mano ti ghermiva, con il suo calore sconvolgente,
doloroso ma
allo stesso tempo confortante; una luce bianca e accecante ti avvolgeva
come in
un abbraccio e ti trascinava lontano, asciugando le lacrime che nemmeno
sapevi
di avere sul viso, guarendo le tue ferite. Sentivi che in qualche modo
quella
luce riusciva a lenire le tue sofferenze e a infonderti sentimenti che
non
credevi di poter provare. Ti svegliavi respirando forte, con il cuore
in gola,
immaginando occhi blu che si specchiavano nei tuoi. Sentendone il bisogno. E tu, Dean… oh, tu
non avresti
mai immaginato di poter avere un bisogno così schiacciante
di qualcuno.
“Sono
Castiel. Sono un angelo del Signore” ti
aveva detto. Ma prima ancora che quella creatura aprisse bocca, Dean,
tu avevi
capito tutto, sapevi che era lui.
Ti
era bastato guardarlo. Ti era bastato percepire la sua presenza per
riconoscerlo. Certo, non avevi nemmeno osato sperare di incontrarlo di
nuovo, e
d’altronde non avresti mai pensato di trovare qualcuno come
lui. Un angelo. Il tuo angelo.
Ti
aveva salvato dalla perdizione e continuava a
salvarti ogni notte, quando nel sonno rivivevi il tuo personale
inferno. Certe
volte era troppo da sopportare, vero Dean?
Non
volevi ammetterlo, ma a un certo punto ti fu
impossibile frenare le lacrime e, annegando nella vergogna, ti
allontanasti per
nasconderti dal mondo intero.
Crollasti
a terra, gli occhi chiusi, i pugni
stretti con rabbia. Una mano si strinse dolcemente sulla tua spalla. Il
calore
di quel contatto ti guarì, e quando apristi gli occhi eri
sicuro di aver
aspettato quel momento per tutta la vita.
Una
vita intera solo per giungere esattamente a
quel momento.
Now I wanna fall in love
(this world is only gonna
break your heart)
...with
you
Di
cosa avevi paura, Dean
Winchester? La vita ti aveva riservato una serie infinita di battaglie,
e tu le
avevi sempre affrontate a testa alta, con l’onnipresente
sorriso beffardo e le
dita pronte a scattare sul grilletto. Avevi sfidato la morte,
combattuto mostri
e demoni e salvato persone innocenti… eppure non potevi far
fronte alle
perdite, vero Dean? Sì, perché, presto o tardi,
chi ti era vicino finiva per
andarsene, e tu avevi una fottuta paura di essere abbandonato, di
rimanere
solo.
Ti
eri imposto delle regole: non
dovevi mai affezionarti a
qualcuno,
non dovevi mai abbassare la
guardia e
permettere ai sentimenti di prendere il sopravvento.
Quindi
ecco il Dean che
permetteva a pochissimi di avvicinarsi - Sam e Bobby, al massimo Ellen
e Jo -,
ecco il Dean da una scopata e via, quello che non poteva né
tanto meno voleva
avere una ragazza fissa, qualcuno da cui tornare ogni sera; nessun
coinvolgimento, nessuna complicazione.
Pensavi
che fosse la
soluzione ideale, pensavi di poter evitare il problema: se non avessi
più permesso
ad anima viva di avvicinarsi a te tanto da scorgere quello che si
celava al di
là delle tue difese, allora non avresti più
dovuto affrontare l’ennesimo
fallimento, l’ennesimo abbandono. Perché tutto
finiva prima o poi, e tu lo
sapevi bene.
L’intero,
maledettissimo mondo
non faceva altro che ferirti, metterti alla prova, cercare di
spezzarti… e tu
non sapevi davvero per quanto tempo saresti ancora riuscito a
sopportare tutto
quello schifo. Saresti potuto morire di nuovo un giorno non molto
lontano, questa
volta in modo definitivo, e ne eri ben consapevole: ogni giorno poteva
essere
l’ultimo per te, vero Dean? Perciò ti ripetevi che
andava più che bene avere
solo due persone su cui poter contare e di cui fidarti, due persone che
erano
la tua unica famiglia, e magari una
cameriera ogni tanto da portarti sul sedile posteriore
dell’Impala. Tutto qui.
Non volevi di più, non potevi avere di più,
sarebbe stato sbagliato, sarebbe
finita male… e semplicemente non te lo meritavi. Non
meritavi altro che sofferenza
e dolore, vero Dean? Ma non avevi fatto i conti con il Paradiso. Non
avevi
fatto i conti con Castiel, perché lo amavi, Dean, lo amavi
dal primo momento,
quando nemmeno sapevi cosa fosse quella luce che ti strappava
all’inferno, e
non importava quanto strenuamente tentassi di lottare contro quel
sentimento, non
c’era nulla che tu potessi fare per estirparlo. Te ne
rendesti conto in quel
preciso istante, vero Dean? Quando apristi gli occhi e incontrasti i
suoi: non
ti vergognasti nemmeno delle lacrime che rigavano il tuo viso, non
provasti
imbarazzo: come se la paura di mostrarti
per quello che eri davvero, con le tue debolezze e i tuoi demoni
interiori,
fosse semplicemente svanita nel nulla, spazzata via dallo sguardo che
lui ti
rivolgeva, mentre la sua mano sulla tua spalla ti marchiava una seconda
volta.
La
consapevolezza ti colpì
come un pugno in pieno viso. Dolorosamente.
Sì,
volevi smettere di
combattere le tue emozioni, volevi essere libero di vivere quel
sentimento. Sì, volevi concederti
di amarlo.
What
a wicked game to play
To make me feel this way
Castiel
capì subito, Dean, intuì il momento esatto in cui
tu
decidesti di far crollare le tue difese e di mostrarti a lui per quello
che eri
realmente: un piccolo e fragile essere umano straziato, impaurito e
bisognoso.
Scrutò nei recessi della tua anima facendoti vibrare
d’emozione, perché era così spaventoso
e allo stesso tempo
così liberatorio, così piacevole sentirsi
totalmente esposto al suo sguardo.
Non avevi mai provato nulla di simile. Scorse anche l’amore
nei tuoi occhi,
Dean, e in quel momento ti accorgesti di quel suo sguardo, uno sguardo
colmo di
reverenza, di rispetto, di adorazione oltre che d’amore.
Rimanesti scioccato:
cosa avevi fatto tu per meritare la sua devozione? Era sbagliato, era
in
qualche modo una blasfemia, vero Dean? Non eri degno del suo amore e
non lo
saresti mai stato. Non potevi sporcare una creatura tanto pura, non
potevi
infangare un angelo con la melma di quella tua anima dannata, non
potevi essere
così egoista da macchiare consapevolmente il suo candore.
No, era stata una
pessima idea, la peggiore che tu avessi mai avuto. Ti alzasti di
scatto, senza
guardarlo, cercando di allontanarti da lui il più possibile,
il prima
possibile, ma la sua mano, ancora fermamente stretta alla tua spalla,
ti fermò
costringendoti a fronteggiarlo. Solo quando fu sicuro che non avresti
più
tentato di fuggire, l’angelo ammorbidì la presa,
fece scorrere la mano con
delicatezza fino al tuo collo e lentamente si chinò per
posare un bacio casto
sulle tue labbra. Quando si scostò potesti di nuovo vedere
quei suoi occhi blu,
addolciti dalla dedizione, dalla stima, dalla fiducia nei tuoi
confronti. Eri
stato guardato in tanti modi dalle tue numerosi amanti, Dean: con
desiderio,
con lussuria, a volte con risentimento e altre persino con affetto, ma
Castiel…
bhe, l’angelo aveva quel
modo di
guardarti, qualcosa che non avevi mai visto prima. Non avresti mai
immaginato
di meritare tanto, ma per
quanto le tue paure
fossero soverchianti, in quel preciso istante sapesti che lui era
già tuo, così
come tu eri totalmente suo. Ed era
terrificante, Dean! Quei
sentimenti erano così intensi, bellissimi e crudeli allo
stesso tempo, e non
c’era via d’uscita: potevi solo lasciare che
prendessero il sopravvento, potevi
solamente viverli.
Non
era mai esistito qualcosa
di più giusto, Dean. Lo sapevi con certezza ogni volta che
lui ti fissava in
quel suo modo infantile e puro, quando di fronte agli altri non osava
avvicinarsi troppo a te ma lasciava che le vostre mani si sfiorassero
in modo
quasi casuale, quando prendeva le tue difese ed era disposto a riporre
in te la
sua fede per l’ennesima volta, mettendo in discussione tutto
ciò che aveva
creduto vero per molto, moltissimo tempo. Lo sapevi con certezza ogni
volta
che, nella penombra silenziosa di un motel, ti abbracciava
accarezzandoti la
schiena con mani tremanti di desiderio e venerazione, quando ti baciava
e si
lasciava spogliare assecondando la tua impazienza famelica. Lo sapevi
soprattutto, e senza alcun dubbio, quando lo guardavi, sopra di te,
perfetto e
innocente, mentre lo accoglievi dentro di te accettando anche il
dolore,
incantato dai suoi occhi velati di lussuria e dai sospiri che
sfuggivano dalle
sue labbra piene. Lo sapevi, Dean, quando ansimando nascondeva il viso
contro
il tuo collo e mormorava il tuo nome, e tu rispondevi invocando il suo,
con
gemiti sempre più strozzati quando il piacere diventava
estatico, quando il
culmine vi trovava avviluppati e smarriti l’uno
nell’altro, mentre vi
chiamavate con un ultimo grido roco, le bocche che si cercavano per
l’ennesimo
bacio disperato.
Lo
sapevi, non potevi far
altro che vivere quei sentimenti.
Non
sarebbe mai esistito
qualcosa di più giusto.
No,
Dean Winchester, non
avresti mai immaginato di poter amare qualcuno in modo così
intenso, con tutto
te stesso e senza riserve… e sicuramente non avresti mai
sognato di poter avere
un angelo al tuo fianco, solo per te, per sempre.
No, and I never dreamed that I'd love somebody
like
you