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Autore: lolagirl    01/11/2011    4 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Revelations (Scoperte)

 


“Ok, fai un bel respiro. Molto bene.”

Draco guardò la ragazza seduta sul letto di fronte a lui. Sembrava fragile e stanca, proprio come se avesse appena avuto un’esperienza quasi mortale. Eppure, in qualche modo, sembrava prenderla molto meglio di come la stava prendendo lui.

Erano arrivati in infermeria solo qualche minuto prima. Quando Draco vi aveva portato Hermione, lei respirava a malapena, e le labbra cominciavano a diventarle blu. Madama Chips, per quanto si fosse agitata, era riuscita a chiedere a Draco con calma cosa fosse successo. Quando lui le aveva detto che Hermione aveva preso un sorso da una pozione che aveva appena finito di preparare, sembrava che Madama Chips avesse subito capito cosa fare. Velocemente, era corsa ad una delle sue dispense e aveva tirato fuori una fiala contenente un liquido trasparente, con la quale aveva riempito una specie di siringa a bulbo. Poi, con attenzione, l’aveva inserita fra le labbra di Hermione e l’aveva spremuta per far fuoriuscire l’antidoto, direttamente nella sua bocca. Mentre l’antidoto le scivolava in gola, le aveva magicamente sgonfiato tutti i gonfiori che le impedivano di respirare, consentendole di riprendere fiato – e di riacquistare il suo colore naturale.

Fu solo quando Hermione riuscì a prendere un respiro bello profondo che Draco si accorse di aver trattenuto il suo.

“Sei una ragazza molto fortunata,” disse Madama Chips a Hermione. “Se fossi arrivata qua un minuto o due più tardi, sarebbe stato troppo tardi.” Guardò Draco. “Per fortuna tu eri lì.”

“Già,” mormorò.

Madama Chips tornò a guardare Hermione. “Ora, cara, cosa pensavi di fare ingerendo occhi di pesce palla?”

Hermione sbatté le palpebre, confusa. “Stavo facendo una pozione come compito. Veritaserum.”

“Bontà divina!” esclamò Madama Chips. “Non ci sono occhi di pesce palla nel Veritaserum!”

“Lo-lo so,” balbettò Hermione. “Almeno, penso di saperlo. Non ricordo di averli messi sulla lista.”

“La lista?” ripeté Madama Chips.

All’improvviso, Draco avvertì un brivido lungo la spina dorsale. “Ha fatto una lista degli ingredienti necessari, perché il suo compagno di progetto li procurasse,” informò l’infermiera.

“Oh. Beh, in tal caso dovresti far sapere al tuo compagno che gli occhi di pesce palla non vanno nel Veritaserum!”

Draco strinse i pugni. Era abbastanza certo che non fosse necessario dirlo a Blaise Zabini.

“Si riprenderà?” chiese.

Madama Chips annuì. “Ma certo che si riprenderà, deve solo stabilizzarsi il respiro.” Si voltò verso Hermione e disse, “Come va?”

“Bene,” disse Hermione, facendo un respiro profondo per confermare le sue parole.

“Molto bene,” disse l’infermiera. “Indipendentemente da questo, ho intenzione di darti una piccola fiala di liquido sgonfiante da portare con te, giusto per stare tranquilli. Solitamente, gli effetti della pozione gonfiante non si manifestano nuovamente, dopo essere stati curati, ma meglio prevenire che curare.” Porse una piccola fiala a Hermione.

“Grazie mille,” disse lei educatamente. “Posso andare adesso?”

“Certamente,” rispose Madama Chips. “Ma solo se mi prometti di sbarazzarti della pozione appena torni nel tuo dormitorio.”

“Promesso.” Hermione sorrise, poi si voltò verso Draco. “Andiamo?”

Draco annuì, mentre Hermione scendeva dal letto. La seguì fuori dall’infermeria, voltandosi per rivolgere a Madama Chips uno sguardo riconoscente, mentre usciva, senza sapere con certezza se la donna se ne fosse accorta.

Si avviarono verso la loro torre in completo silenzio, con Hermione che camminava qualche passo davanti a Draco. Comunque, non passò molto tempo prima che lei si fermasse e dicesse, “Mi sento così stupida.”

Draco si bloccò sui suoi passi, evitando per un soffio di andarle addosso. Facendo un passo indietro, disse, “Non sentirti stupida, Granger. Sarebbe potuto succedere a chiunque.”

Hermione scosse la testa e riprese a camminare. “Come posso essere stata così sciocca da copiare male gli ingredienti? Avrei dovuto prestare più attenzione. Devo aver copiato dalla pagina sbagliata.”

“Granger, non abbatterti per questo,” mormorò Draco, seguendola lungo il corridoio. “Sono certo che non è stata colpa tua.”

“Certo che è stata colpa mia! Ho trascritto male le informazioni, e -” Fece una pausa, poi sussultò. “E se Blaise avesse assaggiato la pozione, e non io? E se nessuno di noi l’avesse assaggiata prima della settimana prossima, e il volontario l’avesse bevuta? Ringraziamo Merlino che sia stata io la prima a provarla..”

Draco scosse la testa, incredulo. Non solo si stava incolpando per tutta quella faccenda, ma era anche sollevata per essere stata lei a rischiare la vita. Le somiglianze con la vera Hermione Granger diventavano sempre più evidenti, giorno per giorno – pensava sempre agli altri, prima di pensare a se stessa.

Decise di non contraddirla. Anzi, decise di non dire proprio niente.

Perciò continuarono a camminare in silenzio, finché Hermione non si voltò per dirgli, “Grazie per.. lo sai. Per avermi salvata.” Si strinse nelle spalle. “Voglio dire, so che non sei un mio grande ammiratore, quindi il fatto che tu mi abbia aiutato.. beh, lo apprezzo molto.”

“Sì, beh, ti ho già vista morire una volta. Non avevo intenzione di farlo ancora,” borbottò Draco.

Hermione lo guardò. “Lei significava molto per te, non è vero?” chiese dolcemente.

Quando Draco non riuscì a trovare una risposta, lei aggiunse, “Anche tu significavi molto per lei, sai.”

Draco sbottò. “E dimmi un po’, tu come lo sai?”

“Ho letto il suo diario, ricordi?”

A Draco si bloccò il respiro in gola. Guardò la ragazza che ormai camminava al suo fianco, cercando sul suo volto un qualsiasi indizio che indicasse che stava mentendo, ma senza trovarne.

“Non voglio sentire niente a riguardo,” disse velocemente, anche se era una bugia. “Qualunque cosa abbia scritto in quel diario non è affar mio, e a dire il vero neanche tuo.”

“Oh, andiamo,” disse lei con un accenno di sorriso. “Non vuoi sapere come -”

“No!” sbottò Draco. “E non riesco a credere che tu lo stia ancora leggendo.”

Non lo sto ancora leggendo,” disse. “L’ho finito la notte scorsa. So che non avrei dovuto leggerlo, ma era così interessante leggere i suoi pensieri, perché erano così simili ai miei.”

Draco non rilevò vergogna o rimorso nella sua voce, ma infondo, perché avrebbe dovuto? Per quanto fosse certamente sbagliato leggere i pensieri privati di un’altra persona, forse si poteva fare un’eccezione in quel caso, se l’altra persona era semplicemente una diversa versione di te stessa. Ad ogni modo, non voleva averci niente a che fare, a prescindere da quanto stesse morendo dalla voglia di sapere cosa pensava Hermione di lui.

Alla fine tornarono alla loro torre, dove il cavaliere del ritratto fu entusiasta di vedere che Hermione era viva e vegeta.  La salutò calorosamente mentre varcava il buco del ritratto, e per una volta non guardò Draco con disprezzo. Draco immaginò che il suo gesto eroico probabilmente gli aveva fatto guadagnare qualche punto con il cavaliere, che senza dubbio pensava che Draco fosse un bastardo egoista che pensava solo a se stesso.

Quando entrarono nella sala comune, Hermione si avviò direttamente nella sua stanza, ma Draco la fermò.

“Allora, per quale motivo stavi assaggiando la pozione, di preciso?” le chiese. “Perché te l’ha detto Blaise?”

“Me l’ha consigliato, sì,” rispose Hermione. “Ha detto che avremmo dovuto provarla su noi stessi prima di darla a qualcun altro. Ha detto che sarebbe stata buona se non avesse avuto alcun sapore, e che se ci fosse stato qualche errore sarebbe stata amara. E aveva ragione – era amara.”

Draco avvertì la rabbia impossessarsi di lui. “Quindi è stata una sua idea?”

“Immagino di sì,” disse Hermione. Strinse gli occhi, guardandolo. “Se non ti conoscessi, potrei pensare che stai suggerendo che Blaise mi avrebbe avvelenata intenzionalmente.” Scosse la testa, come se il solo pensiero fosse ridicolo.

La sua ingenuità era sconvolgente, eppure allo stesso tempo accattivante, perché era la stessa ingenuità che aveva la vera Hermione Granger. Cercava sempre di trovare il buono in tutti, finché non le veniva data una ragione per non farlo.

Quando Draco non rispose, Hermione sospirò e disse, “Vado a letto. Ci vediamo domani mattina. Oh e per favore, non dire niente a Blaise, va bene? Mi sento già abbastanza stupida così.”

“Non dirò una parola,” mentì Draco. “Buonanotte.”

“Buonanotte,” rispose lei con un sorriso. “E grazie ancora.”

Draco annuì mentre si voltava e si avviava verso la sua stanza. Non appena si fu richiusa la porta alle spalle, lui si diresse al tavolino da caffè, dove avevano lasciato tutto in disordine, prima. La pozione era ancora lì, insieme ai testi scolastici di Hermione. Raccolse il libro di pozioni e lo sfogliò. Non trovandovi niente, lo poggiò nuovamente sul tavolino, e solo allora notò un pezzetto di pergamena spiegazzato che sporgeva da un altro libro. Lo prese, lisciandolo.

Era proprio quello che cercava. La lista di Hermione degli ingredienti per il Veritaserum. Esaminò la lista, dal primo all’ultimo ingrediente, e proprio come aveva pensato, non c’era traccia degli occhi di pesce palla.

Draco accartocciò il pezzo di pergamena fra le mani. La mattina seguente, avrebbe fatto una visita a Blaise Zabini.


Durante il loro quarto anno, alcuni Serpeverde avevano pensato che sarebbe stato divertente fare degli scherzi ai compagni delle altre Case. Quando l’aveva saputo Pansy Parkinson, aveva proposto di fare qualche scherzo ad alcuni degli insospettabili Corvonero – inclusa una ragazza dalla quale aveva sentito fare un commento poco carino su di lei nel bagno delle ragazze. Il gruppetto di Serpeverde che organizzò gli scherzi, composto da Draco Malfoy, Vincent Tiger, Gregory Goyle e Blaise Zabini, era più che contento di fare scherzi a chiunque, perciò con l’aiuto di Pansy avevano presto organizzato un piano contro la ragazza di e le sue amiche. Pansy aveva detto che, giacché la ragazza di Corvonero aveva proprio una ‘bocca larga’, in senso metaforico, magari avrebbero potuto farlo diventare un po’ più alla lettera, con l’aiuto di una pozione gonfiante.

Perciò a Draco era venuta in mente l’idea di fare una pozione gonfiante, che avrebbero poi messo sul suo burro cacao. In qualche modo, riuscirono a sostituire il burro cacao della ragazza con uno contaminato, e poi si sedettero per godersi lo spettacolo, mentre tutte le ragazzine correvano in infermeria terrorizzate, con le labbra grossolanamente gonfie. Da quando Draco aveva avuto quell’idea, aveva dato a Tiger e Goyle il compito di procurarsi le confezioni di burro cacao, e a Blaise di trovare gli ingredienti e aiutarlo a preparare la pozione. Blaise non aveva avuto problemi a trovare gli ingredienti, che comprendevano gli occhi di pesce palla, e sapeva facilmente riconoscerli.

Questo ricordo continuava a tornare in mente a Draco, mentre aspettava pazientemente, fuori dal dormitorio di Serpeverde, il mattino seguente. Fino a quel momento, la maggior parte degli studenti era uscita per andare a fare colazione, ma di Blaise ancora nessuna traccia.

Quando finalmente uscì, vide Draco proprio di fronte a lui e ghignò.

“Draco! A cosa devo il piacere?”

Mantenendo la calma, per quanto possibile, Draco rispose, “Stavo solo pensando ai vecchi tempi, quando combinavamo il putiferio da queste parti.”

“Ah sì?” disse Blaise, sollevando un sopracciglio. “Ti mancano i bei vecchi tempi, non è vero?”

“Non proprio, Zabini. Vedi, sono cresciuto un po’, da quei giorni. Mi piace pensare di essere un po’ più vecchio e saggio di quanto lo fossi allora. E di te che mi dici?”

“Beh, io sono più vecchio,” disse con un sorriso strafottente. “E allora, di preciso, cosa ti porta a percorrere il sentiero dei ricordi?”

“Oh, penso che tu lo sappia,” disse Draco. “Hai fatto qualche scherzo divertente ultimamente?”

Blaise ghignò. “Non saprei. Perché non me lo dici tu?”

“Poteva morire,” disse Draco a bassa voce.

Blaise sbuffò. “Chi, la Granger? È per questo allora? Vuoi dire che ha davvero bevuto la pozione?” Rise. “Amico, era solo uno scherzo.”

Solo uno scherzo?” ripeté Draco a denti stretti. “Come può essere solo uno scherzo, se ha quasi ucciso una persona?”

“Andiamo, non essere così melodrammatico,” disse Blaise. “È morta? No. Allora che problema c’è? Se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con lei per essere stata così stupida. Si è fidata di me – è stata solo colpa sua.”

“Stai incolpando a lei per essersi fidata di te? Bella questa, Zabini. Tutto quello che posso dirti, è che sei stato fortunato che io fossi lì ad aiutarla. Perché se fosse morta, non saresti così allegro adesso.”

“Allora le hai salvato la vita, eh?” disse Blaise. “Avrei dovuto saperlo che saresti arrivato tu in soccorso, il cavaliere dalla scintillante armatura. Dunque cosa sta succedendo – ti stai innamorando anche di questa?”

Il sangue di Draco gli si gelò nelle vene, e il respiro gli morì in gola.

Osservando lo sguardo sul volto di Draco, Blaise scoppiò a ridere. “Che c’è – vuoi dirmi che non eri a conoscenza del fatto che sapessi dei tuoi sentimenti per Hermione Granger? Andiamo, Draco – non sono uno stupido.”

“Non so di cosa tu stia parlando,” disse Draco debolmente. Non sembrò convincente neanche a se stesso.

“Lo sospettavo da qualche tempo, sai,” disse Blaise, “ma ne ho avuta conferma solo al Ballo del Ceppo. Ti ho visto sbavare quando è arrivata in quel vestitino sexy, e poi ti ho visto scioglierti fra le sue braccia, sulla pista da ballo. Oh, e chi può dimenticare lo sguardo di pura rabbia sul tuo volto quando Potter l’ha baciata? Sembrava che volessi uccidere qualcuno. Davvero, non avrebbe potuto essere più evidente. Era nauseante.”

Draco non sapeva cosa rispondere. Una parte di lui voleva maledirlo, ma sapeva che un suo atteggiamento sulla difensiva l’avrebbe tradito. Perciò disse, “Non hai idea di cosa stai dicendo, Zabini. Io e la Granger eravamo compagni di stanza. Forse eravamo diventati addirittura amici. Ma niente di più. Ma anche se ci fosse stato qualcosa in più, onestamente non mi sarebbe interessato quanto potesse essere nauseante per te. E di certo non mi sto innamorando di questa Hermione Granger. Perdonami se semplicemente non voglio starmene a guardare mentre fai del male a qualcuno che non ti ha fatto assolutamente niente. Hai idea dei guai in cui potresti cacciarti, con una cosa del genere?”

“Draco, è stato un incidente. Nessuno se ne sarebbe accorto, se solo quella stronzetta avesse tenuto la bocca chiusa. Scommetto che ti ha detto che le ho suggerito io di berla, non è vero?”

“Guardati le spalle, Zabini,” ringhiò Draco. “Saresti sorpreso di sapere cosa sospetterebbe la gente.”

“Temo di non essere d’accordo, Draco.”

“Stalle lontano,” lo avvertì Draco.

“E come potrei farlo?” disse Blaise. “Lei è la mia compagna per Pozioni.”

“Tornerai a fare quello che fai di solito per progetti come questo – assolutamente niente. Finirà il progetto da sola, senza aiuto da parte tua. Prenderà un buon voto, che tu non ti sarai per niente meritato, e in cambio tu starai dannatamente lontano da lei. E se ti vedo a meno di cinque metri di distanza, te ne farò pentire. Sono stato chiaro?”

Forte e chiaro,” ribatté Blaise con un sorriso malizioso.

Soddisfatto per la risposta ricevuta, Draco si voltò per andarsene – ma si fermò quando sentì le parole pronunciate da Blaise.

“Hai detto che io sarei sorpreso di sapere cosa sospetterebbe la gente. Intendi proprio come tu, per tutto questo tempo, hai sospettato che la Granger sia morta per colpa di Potter?”

Draco si fermò sui suoi passi. Si voltò. “Che cazzo stai dicendo?”

Blaise incrociò le braccia sul petto e si poggiò distrattamente contro il muro. “Lo sospetti da sempre, non è vero? Voglio dire, ha senso, perfettamente, no? Era un’amica dell’onnipotente Harry Potter. Ovviamente ci sono persone che vorrebbero ferire gente cui tiene. Sarebbe un modo meschino per ferirlo, giusto? Togliendogli per sempre una persona cui vuole un bene profondo.” Si staccò dal muro e fece qualche passo verso Draco. “Ma quello che io non capisco, se tutto questo è vero, è perché il Mangiamorte non ha preso Weasley, al suo posto? Di certo in questi sette anni lui è stato più vicino a Potter di quanto lo sia mai stata la Granger. O meglio ancora, perché non uccidere la piccola Ginny Weasley – la fidanzata di Harry Potter? Sono certo che una di queste due morti su di lui avrebbe avuto più effetto della morte della Granger. Perciò mi chiedo, perché ha scelto lei?”

A Draco non piaceva la piega che stava prendendo la discussione, ma era troppo sbalordito per dire qualcosa. Troppo sbalordito per andarsene.

“Ti sei mai fermato a pensare che forse la morte di Hermione Granger non aveva niente a che fare con Harry Potter? Che forse la sua morte aveva a che fare con qualcosa di completamente diverso? O piuttosto, qualcuno completamente diverso?”

E improvvisamente, a Draco fu tutto chiaro. Questa realizzazione gli tolse il respiro. “Tu,” riuscì a sputare. “Zabini, cosa hai fatto?”

“Io non ho fatto niente, Draco. Sei stato tu a farlo. Tu ti sei innamorato di una mezzosangue. Hai idea di cosa questo avrebbe causato al nome della tua famiglia? O come avrebbe reagito tua madre, quando l’avrebbe scoperto? E il tuo povero padre – probabilmente si stava rivoltando nella tomba -”

Senza pensarci due volte, Draco si allungò, afferrò Blaise per il colletto della camicia e lo sbatté violentemente contro il muro. “CHE CAZZO HAI COMBINATO?” urlò.

Blaise non batté ciglio. “Non potevo lasciare che succedesse,” rispose con calma. “Avresti fatto cadere in disgrazia la tua famiglia. Avresti umiliato i purosangue.. e i Serpeverde. Non potevo lasciartelo fare. Eri il mio migliore amico, Draco. Te lo ricordi? Saremmo diventati Mangiamorte, un giorno. Avremmo reso I nostri genitori orgogliosi. Era il nostro sogno, Draco. Un sogno di cui ti sei dimenticato nel momento in cui hai cominciato a giocare a fare l’uomo di casa con la mezzosangue. Ti ho visto cambiare. Anche Tiger e Goyle se ne sono accorti, e pure Pansy. Ma erano troppo stupidi per capirlo – che ti stavamo perdendo, che stavi passando dall’altro lato. Ma io non ero disposto a perderti così facilmente, Draco. E allora ho dovuto fare qualcosa.”

Draco strinse di più la prese sui vestiti di Blaise e lo spinse ancora di più contro il muro. “L’hai uccisa,” sibilò.

Blaise scosse la testa. “Mi sono limitato ad informare un Mangiamorte del tuo rapporto con lei. Quello che ha fatto lui, con questa informazione, è stata una sua decisione, sua e solo sua. Però devo ammetterlo, penso che abbia fatto la cosa giusta.”

In quel momento, Draco gli strinse una mano intorno alla gola, senza però bloccargli il respiro. “Perché mi stai dicendo queste cose?”

“Perché penso sia arrivato il momento che tu scopra,” rispose, “che lei è morta a causa tua.”

Allontanandolo dal muro, Draco gli diede un pugno in faccia, con tutta la forza che aveva. Sentì il rumore del suo naso che si rompeva. Provò un dolore acuto alla mano, ma lo ignorò.

“Figlio di puttana!” strillò, colpendolo di nuovo.

Il colpo fece cadere Blaise a terra. Rimase seduto per qualche secondo, tenendosi la mano sul naso sanguinante. Alzò lo sguardo verso Draco e disse, “Riempirmi di botte non la riporterà indietro. Né proteggerà la nuova.”

Draco rispose prendendolo a calci nello stomaco, facendolo rivoltare sulla schiena sul pavimento. Si chinò e si sporse, sovrastandolo. Estrasse la bacchetta e la puntò al centro del petto di Blaise. “Dammi una buona ragione per cui non dovrei ucciderti in questo preciso momento.”

Blaise sorrise, sputacchiando sangue, ma non rispose.

Per un istante, Draco si chiese come potesse Blaise rimanere così calmo e freddo, quando a separarlo da una possibile morte c’erano solo due semplici paroline, ma poi comprese il perché quando sentì una mano afferrargli la spalla.

“Che cosa sta succedendo?”

Draco abbassò immediatamente la bacchetta, e si prese la testa fra le mani. Si spostò da Blaise, consentendogli di alzarsi.

Il professor Silente guardò Blaise. “Vada in infermeria, signor Zabini,” ordinò.

“Signore, Blaise -”

“Silenzio, signor Malfoy,” disse con calma Silente. Continuò a tenere una mano sulla spalla di Draco, mentre Blaise si alzava lentamente e cominciava ad allontanarsi. Quando Blaise ebbe svoltato l’angolo, Silente lasciò andare Draco, lasciando che si alzasse. “Adesso,” disse, “saresti così gentile da raccontarmi cosa è successo?”

Draco scosse la testa. “Era solo un litigio fra amici, signore.”

“Hai rotto il naso di un ragazzo, Draco,” disse Silente. “Potrei sospenderti per questo.”

“Potrebbe,” disse Draco con calma. “Ma se Blaise avesse appena detto a lei quello che ha detto a me, penso che anche lei gli avrebbe rotto il naso.”

“Illuminami.”

Tralasciando l’ultima parte della sua conversazione con Blaise, si limitò a raccontare a Silente che Blaise aveva cercato di avvelenare Hermione con la loro pozione, la sera prima.

“Questa è un’accusa molto seria,” disse Silente.

“Blaise conosce bene l’aspetto degli occhi di pesce palla. E sa benissimo che non è un ingrediente per preparare il Veritaserum. Ha raccontato qualche storia a Hermione, dicendole che doveva assaggiarlo. Se non vuole credere a me, chieda a lei. Diamine, chieda allo stesso Blaise – probabilmente confesserà. È un bastardo malato, professore.”

Silente lo fissò con gli occhi chiusi in due fessure. “C’è qualcosa che non mi stai dicendo?”

“Non ne ha idea,” borbottò Draco. Mentre passava accanto al Preside, poi, aggiunse, “Le risparmio il fastidio di sospendermi. Mi sospendo da solo.”


Draco s’imbatté in Hermione che usciva dalla torre dei Caposcuola. Sussultò sorpresa, lasciando cadere i libri sul pavimento.

“Vai nella direzione sbagliata,” gli disse, mentre Draco s’inginocchiava a raccoglierle i libri. “Le lezioni sono dall’altro lato.”

“Non vengo a lezione oggi,” mormorò. “Non mi sento molto bene.”

“Stai male?”

“Una cosa del genere,” rispose, passando al suo fianco. “Oh, e non scordarti che dobbiamo fare la ronda stasera. Torna prima delle otto.”

Hermione annuì. “Spero che tu ti senta meglio,” disse, prima di riprendere la sua strada.

Draco dubitava di potersi sentire meglio molto presto.

Questa nuova scoperta lo stava lentamente ammazzando. Nel profondo, negli ultimi due mesi si era sentito responsabile per la morta di Hermione – ma solo perché non era stato in grado di proteggerla o salvarla. Ma sapere che erano stati i suoi sentimenti per lei a portarla alla morte – era troppo da sopportare. Blaise sapeva che lo avrebbe ucciso. Era per questo che alla fine glielo aveva detto.

Entrò nella sala comune, incerto su cosa fare nel suo tempo libero. Tutto quello che voleva, era stendersi e dormire per tutto il tempo. Ma dormire non era mai una salvezza per lui, ormai, perché era sempre afflitto dagli incubi su di lei. E con questa informazione, c’erano ottime possibilità che Hermione non sarebbe solo morta nel suo prossimo sogno, ma sarebbe stato proprio lui a ucciderla.

Perciò si sedette sul divano e nascose il volto fra le mani. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto.  Non era certo di quanto tempo potesse ancora stare lì, in quel dormitorio – in quella scuola. All’improvviso, poteva capire il desiderio della nuova Hermione di lasciare il suo mondo. In quel momento, l’idea gli sembrava ottima.

Si stese sul divano, intenzionato a passare i prossimi minuti a fissare il soffitto, ma qualcosa sul tavolo attirò il suo sguardo: il diario di Hermione. Era stato poggiato sul tavolo, con un segnalibro che spuntava da un lato – e il lucchetto aperto a lato. Non era stato lasciato lì per disattenzione dalla sua coinquilina. L’aveva lasciato lì apposta perché lui lo leggesse.

“Per la miseria,” sussurrò. Quella ragazza era insistente. Non importava quante volte le avesse detto che non voleva leggere il diario di Hermione – c’era qualcosa che ovviamente lei voleva che leggesse.

La tentazione era opprimente. Considerò l’opportunità di fare appello alla sua forza di volontà e ignorarlo, ma era troppo indebolito dalla discussione avuta poco prima con Blaise, e alla fine si arrese. Che danno poteva fare, leggere il suo diario? Era il responsabile della sua morte. A confronto, leggere il suo diario era uno scherzetto.

Perciò lo prese e lo aprì lentamente alla pagina contrassegnata. Tolse il segnalibro e lo poggiò sul tavolo. Con un sospiro e un ultimo istante di esitazione, cominciò a leggere.

15 Novembre 1997

Caro diario,

È successa una cosa straordinaria. Ero seduta di fronte ad Harry, questa mattina a colazione, e sono stata improvvisamente colpita dalla realizzazione che l’ho dimenticato. Del tutto. Proprio così – completamente e al cento per cento dimenticato. Non posso esprimente il sollievo che ho provato quando l’ho capito. Infatti, non potevo smettere di sorridere. Ma ero così contenta. Questi ultimi anni sono stati tristissimi per me, mi struggevo per un ragazzo che non mi voleva. L’ho visto innamorarsi di una delle mie migliori amiche. Ma questa, probabilmente, è la cosa peggiore dell’amore – non essere in grado di accenderlo e spegnerlo a piacimento. Ami chi ami, finché non lo ami più.

È per questo che improvvisamente mi sento come se mi fosse stato tolto un peso. Mi sento libera – libera da questi sentimenti che mi hanno tormentato per anni. Non devo più preoccuparmi di poter rovinare la mia amicizia con Harry – perché sono perfettamente felice per il fatto che l’amicizia sarà tutto quello che ci sarà mai fra noi. È stato un giorno davvero meraviglioso, diario.

Tranne, ovviamente, per il fatto che mentre dimenticavo Harry Potter, sono riuscita a innamorarmi per qualcun altro, altrettanto irraggiungibile. Perché continuo a farmi questo? Perché non posso provare qualcosa per qualcuno che sarebbe contento di ricambiare? Qualcuno tipo.. Neville. È un ragazzo così gentile, e sono certa di piacergli almeno un po’. Se solo potessi provare dei sentimenti sinceri per lui. Ma no, dovevo innamorarmi di Draco Malfoy, che è un insopportabile idiota – e che mi odia a morte. Non potrebbe mai essere interessato a me – proprio come non potrebbe mai esserlo Harry. Sono solo una noiosa, so-tutto-io, poco attraente mezzosangue. Ma perché, dico io, perdo tempo con i ragazzi? Sono Hermione Granger! Amo la scuola! Dovrei metterla al primo posto. Anzi, penso che adesso andrò a fare i compiti – specialmente perché Malfoy è appena entrato nella stanza.

Ugh, mi ha appena rivolto il solito sguardo che mi rivolge ogni volta che mi vede scrivere sul diario. Se solo sapesse le cose che ho scritto su di lui. Oh, non posso neanche immaginare una cosa del genere. Morirei, semplicemente.

Lentamente, Draco chiuse il diario, ma continuo a fissarlo incredulo. Straordinariamente, pensava di ricordare quel giorno. Ricordava di averla vista, dall’altro lato della Sala Grande, di aver visto il suo grande sorriso rivolto a Harry, e averlo interpretato come un segnale del suo affetto per lui. E invece era esattamente l’opposto!

E non solo quello, ma.. aveva cominciato a provare qualcosa per lui? Nella prima metà di novembre? Come poteva non essersene accordo? Come poteva non aver saputo cosa provava? Non aveva alcun senso.

Ma a pensarci bene, , aveva senso. Era stata innamorata di Harry per anni, e neanche lui se ne era accorto. L’unica differenza fra Harry e Draco era che Draco aveva davvero ricambiato i suoi sentimenti. E lei non ne aveva avuto idea. Aveva pensato che lui non avrebbe mai potuto amarla.

Questa scoperta avrebbe dovuto renderlo felice – sapere che anche lei lo aveva amato. Eppure, gli spezzò il cuore in un milione di pezzi, sapere che se solo lui le avesse rivelato cosa provava, sarebbero potuti stare insieme, e forse non sarebbe morta. Sarebbero potuti scappare insieme – da qualche parte, dove nessuno sarebbe stato in grado di trovarli – in un altro mondo, magari. Se questa nuova Hermione era scappata dal suo, forse loro sarebbero stati capaci di scappare da questo. Lui lo avrebbe fatto – e senza un attimo di esitazione. Avrebbe fatto di tutto per lei. Qualsiasi cosa.

Ma adesso era troppo tardi.

Ripose il diario sul tavolo. Non voleva più leggere.

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