Revelations (Scoperte)
“Ok, fai un bel respiro. Molto
bene.”
Draco guardò la ragazza seduta sul letto
di fronte a lui. Sembrava fragile
e stanca, proprio come se avesse appena avuto un’esperienza
quasi mortale.
Eppure, in qualche modo, sembrava prenderla molto meglio di come la
stava
prendendo lui.
Erano arrivati in infermeria solo qualche minuto
prima. Quando Draco vi
aveva portato Hermione, lei respirava a malapena, e le labbra
cominciavano a
diventarle blu. Madama Chips, per quanto si fosse agitata, era riuscita
a
chiedere a Draco con calma cosa fosse successo. Quando lui le aveva
detto che
Hermione aveva preso un sorso da una pozione che aveva appena finito di
preparare, sembrava che Madama Chips avesse subito capito cosa fare.
Velocemente,
era corsa ad una delle sue dispense e aveva tirato fuori una fiala
contenente
un liquido trasparente, con la quale aveva riempito una specie di
siringa a
bulbo. Poi, con attenzione, l’aveva inserita fra le labbra di
Hermione e
l’aveva spremuta per far fuoriuscire l’antidoto,
direttamente nella sua bocca.
Mentre l’antidoto le scivolava in gola, le aveva magicamente
sgonfiato tutti i
gonfiori che le impedivano di respirare, consentendole di riprendere
fiato – e
di riacquistare il suo colore naturale.
Fu solo quando Hermione riuscì a
prendere un respiro bello profondo che
Draco si accorse di aver trattenuto il suo.
“Sei una ragazza molto
fortunata,” disse Madama Chips a Hermione. “Se
fossi
arrivata qua un minuto o due più tardi, sarebbe stato troppo
tardi.” Guardò
Draco. “Per fortuna tu eri lì.”
“Già,”
mormorò.
Madama Chips tornò a guardare Hermione.
“Ora, cara, cosa pensavi di fare
ingerendo occhi di pesce palla?”
Hermione sbatté le palpebre, confusa.
“Stavo facendo una pozione come
compito. Veritaserum.”
“Bontà divina!”
esclamò Madama Chips. “Non ci sono occhi di pesce
palla nel
Veritaserum!”
“Lo-lo so,” balbettò
Hermione. “Almeno, penso di saperlo. Non ricordo di
averli messi sulla lista.”
“La lista?” ripeté
Madama Chips.
All’improvviso, Draco avvertì
un brivido lungo la spina dorsale. “Ha fatto
una lista degli ingredienti necessari, perché il suo
compagno di progetto li
procurasse,” informò l’infermiera.
“Oh. Beh, in tal caso dovresti far sapere
al tuo compagno che gli occhi di
pesce palla non vanno nel
Veritaserum!”
Draco strinse i pugni. Era abbastanza certo che non
fosse necessario dirlo
a Blaise Zabini.
“Si riprenderà?”
chiese.
Madama Chips annuì. “Ma certo
che si riprenderà, deve solo stabilizzarsi il
respiro.” Si voltò verso Hermione e disse,
“Come va?”
“Bene,” disse Hermione, facendo
un respiro profondo per confermare le sue
parole.
“Molto bene,” disse
l’infermiera. “Indipendentemente da questo, ho
intenzione di darti una piccola fiala di liquido sgonfiante da portare
con te,
giusto per stare tranquilli. Solitamente, gli effetti della pozione
gonfiante
non si manifestano nuovamente, dopo essere stati curati, ma meglio
prevenire
che curare.” Porse una piccola fiala a Hermione.
“Grazie mille,” disse lei
educatamente. “Posso andare adesso?”
“Certamente,” rispose Madama
Chips. “Ma solo se mi prometti di sbarazzarti
della pozione appena torni nel tuo dormitorio.”
“Promesso.” Hermione sorrise,
poi si voltò verso Draco. “Andiamo?”
Draco annuì, mentre Hermione scendeva
dal letto. La seguì fuori
dall’infermeria, voltandosi per rivolgere a Madama Chips uno
sguardo riconoscente,
mentre usciva, senza sapere con certezza se la donna se ne fosse
accorta.
Si avviarono verso la loro torre in completo
silenzio, con Hermione che
camminava qualche passo davanti a Draco. Comunque, non passò
molto tempo prima
che lei si fermasse e dicesse, “Mi sento così
stupida.”
Draco si bloccò sui suoi passi, evitando
per un soffio di andarle addosso.
Facendo un passo indietro, disse, “Non sentirti stupida,
Granger. Sarebbe
potuto succedere a chiunque.”
Hermione scosse la testa e riprese a camminare.
“Come posso essere stata
così sciocca da copiare male gli ingredienti? Avrei dovuto
prestare più
attenzione. Devo aver copiato dalla pagina sbagliata.”
“Granger, non abbatterti per
questo,” mormorò Draco, seguendola lungo il
corridoio. “Sono certo che non è stata colpa
tua.”
“Certo che è stata colpa mia!
Ho trascritto male le informazioni, e -” Fece
una pausa, poi sussultò. “E se Blaise
avesse assaggiato la pozione, e non io? E se nessuno di noi
l’avesse assaggiata
prima della settimana prossima, e il volontario
l’avesse bevuta? Ringraziamo Merlino che sia stata io la prima a provarla..”
Draco scosse la testa, incredulo. Non solo si stava
incolpando per tutta
quella faccenda, ma era anche sollevata per essere stata lei a
rischiare la
vita. Le somiglianze con la vera Hermione Granger diventavano sempre
più
evidenti, giorno per giorno – pensava sempre agli altri,
prima di pensare a se
stessa.
Decise di non contraddirla. Anzi, decise di non
dire proprio niente.
Perciò continuarono a camminare in
silenzio, finché Hermione non si voltò
per dirgli, “Grazie per.. lo sai. Per avermi
salvata.” Si strinse nelle spalle.
“Voglio dire, so che non sei un mio grande ammiratore, quindi
il fatto che tu
mi abbia aiutato.. beh, lo apprezzo molto.”
“Sì, beh, ti ho già
vista morire una volta. Non avevo intenzione di farlo
ancora,” borbottò Draco.
Hermione lo guardò. “Lei
significava molto per te, non è vero?” chiese
dolcemente.
Quando Draco non riuscì a trovare una
risposta, lei aggiunse, “Anche tu
significavi molto per lei, sai.”
Draco sbottò. “E dimmi un
po’, tu come lo sai?”
“Ho letto il suo diario,
ricordi?”
A Draco si bloccò il respiro in gola.
Guardò la ragazza che ormai camminava
al suo fianco, cercando sul suo volto un qualsiasi indizio che
indicasse che
stava mentendo, ma senza trovarne.
“Non voglio sentire niente a
riguardo,” disse velocemente, anche se era una
bugia. “Qualunque cosa abbia scritto in quel diario non
è affar mio, e a dire
il vero neanche tuo.”
“Oh, andiamo,” disse lei con un
accenno di sorriso. “Non vuoi sapere come
-”
“No!” sbottò Draco.
“E non riesco a credere che tu lo stia ancora
leggendo.”
“Non
lo sto ancora leggendo,”
disse. “L’ho finito la notte scorsa. So che non
avrei dovuto leggerlo, ma era
così interessante leggere i suoi pensieri, perché
erano così simili ai miei.”
Draco non rilevò vergogna o rimorso
nella sua voce, ma infondo, perché
avrebbe dovuto? Per quanto fosse certamente sbagliato leggere i
pensieri
privati di un’altra persona, forse si poteva fare
un’eccezione in quel caso, se
l’altra persona era semplicemente una diversa versione di te
stessa. Ad ogni
modo, non voleva averci niente a che fare, a prescindere da quanto
stesse
morendo dalla voglia di sapere cosa pensava Hermione di lui.
Alla fine tornarono alla loro torre, dove il
cavaliere del ritratto fu
entusiasta di vedere che Hermione era viva e vegeta.
La salutò calorosamente mentre varcava il
buco del ritratto, e per una volta non guardò Draco con
disprezzo. Draco
immaginò che il suo gesto eroico probabilmente gli aveva
fatto guadagnare
qualche punto con il cavaliere, che senza dubbio pensava che Draco
fosse un
bastardo egoista che pensava solo a se stesso.
Quando entrarono nella sala comune, Hermione si
avviò direttamente nella
sua stanza, ma Draco la fermò.
“Allora, per quale motivo stavi
assaggiando la pozione, di preciso?” le
chiese. “Perché te l’ha detto
Blaise?”
“Me l’ha consigliato,
sì,” rispose Hermione. “Ha detto che
avremmo dovuto
provarla su noi stessi prima di darla a qualcun altro. Ha detto che
sarebbe
stata buona se non avesse avuto alcun sapore, e che se ci fosse stato
qualche
errore sarebbe stata amara. E aveva ragione – era
amara.”
Draco avvertì la rabbia impossessarsi di
lui. “Quindi è stata una sua
idea?”
“Immagino di sì,”
disse Hermione. Strinse gli occhi, guardandolo. “Se non
ti conoscessi, potrei pensare che stai suggerendo che Blaise mi avrebbe
avvelenata intenzionalmente.” Scosse la testa, come se il
solo pensiero fosse
ridicolo.
La sua ingenuità era sconvolgente,
eppure allo stesso tempo accattivante,
perché era la stessa ingenuità che aveva la vera
Hermione Granger. Cercava sempre di trovare il buono in tutti,
finché non le
veniva data una ragione per non farlo.
Quando Draco non rispose, Hermione
sospirò e disse, “Vado a letto. Ci
vediamo domani mattina. Oh e per favore, non dire niente a Blaise, va
bene? Mi
sento già abbastanza stupida così.”
“Non dirò una
parola,” mentì Draco.
“Buonanotte.”
“Buonanotte,” rispose lei con
un sorriso. “E grazie ancora.”
Draco annuì mentre si voltava e si
avviava verso la sua stanza. Non appena
si fu richiusa la porta alle spalle, lui si diresse al tavolino da
caffè, dove
avevano lasciato tutto in disordine, prima. La pozione era ancora
lì, insieme ai
testi scolastici di Hermione. Raccolse il libro di pozioni e lo
sfogliò. Non
trovandovi niente, lo poggiò nuovamente sul tavolino, e solo
allora notò un
pezzetto di pergamena spiegazzato che sporgeva da un altro libro. Lo
prese,
lisciandolo.
Era proprio quello che cercava. La lista di
Hermione degli ingredienti per
il Veritaserum. Esaminò la lista, dal primo
all’ultimo ingrediente, e proprio
come aveva pensato, non c’era traccia degli occhi di pesce
palla.
Draco accartocciò il pezzo di pergamena
fra le mani. La mattina seguente,
avrebbe fatto una visita a Blaise Zabini.
Durante il loro quarto anno, alcuni Serpeverde
avevano pensato che sarebbe
stato divertente fare degli scherzi ai compagni delle altre Case.
Quando
l’aveva saputo Pansy Parkinson, aveva proposto di fare
qualche scherzo ad
alcuni degli insospettabili Corvonero – inclusa una ragazza
dalla quale aveva
sentito fare un commento poco carino su di lei nel bagno delle ragazze.
Il
gruppetto di Serpeverde che organizzò gli scherzi, composto
da Draco Malfoy,
Vincent Tiger, Gregory Goyle e Blaise Zabini, era più che
contento di fare
scherzi a chiunque,
perciò con
l’aiuto di Pansy avevano presto organizzato un piano contro
la ragazza di e le
sue amiche. Pansy aveva detto che, giacché la ragazza di
Corvonero aveva
proprio una ‘bocca larga’, in senso metaforico,
magari avrebbero potuto farlo
diventare un po’ più alla
lettera,
con l’aiuto di una pozione gonfiante.
Perciò a Draco era venuta in mente
l’idea di fare una pozione gonfiante,
che avrebbero poi messo sul suo burro cacao. In qualche modo,
riuscirono a
sostituire il burro cacao della ragazza con uno contaminato, e poi si
sedettero
per godersi lo spettacolo, mentre tutte le ragazzine correvano in
infermeria
terrorizzate, con le labbra grossolanamente gonfie. Da quando Draco
aveva avuto
quell’idea, aveva dato a Tiger e Goyle il compito di
procurarsi le confezioni
di burro cacao, e a Blaise di trovare gli ingredienti e aiutarlo a
preparare la
pozione. Blaise non aveva avuto problemi a trovare gli ingredienti, che
comprendevano gli occhi di pesce palla, e sapeva facilmente
riconoscerli.
Questo ricordo continuava a tornare in mente a
Draco, mentre aspettava
pazientemente, fuori dal dormitorio di Serpeverde, il mattino seguente.
Fino a
quel momento, la maggior parte degli studenti era uscita per andare a
fare
colazione, ma di Blaise ancora nessuna traccia.
Quando finalmente uscì, vide Draco
proprio di fronte a lui e ghignò.
“Draco! A cosa devo il piacere?”
Mantenendo la calma, per quanto possibile, Draco
rispose, “Stavo solo
pensando ai vecchi tempi, quando combinavamo il putiferio da queste
parti.”
“Ah sì?” disse
Blaise, sollevando un sopracciglio. “Ti mancano i bei vecchi
tempi, non è vero?”
“Non proprio, Zabini. Vedi, sono
cresciuto un po’, da quei giorni. Mi piace
pensare di essere un po’ più vecchio e saggio di
quanto lo fossi allora. E di
te che mi dici?”
“Beh, io sono più
vecchio,” disse con un sorriso strafottente. “E
allora,
di preciso, cosa ti porta a percorrere il sentiero dei
ricordi?”
“Oh, penso che tu lo sappia,”
disse Draco. “Hai fatto qualche scherzo
divertente ultimamente?”
Blaise ghignò. “Non saprei.
Perché non me lo dici tu?”
“Poteva morire,” disse Draco a
bassa voce.
Blaise sbuffò. “Chi, la
Granger? È per questo allora? Vuoi dire che ha
davvero bevuto la pozione?” Rise. “Amico, era solo
uno scherzo.”
“Solo uno scherzo?”
ripeté Draco
a denti stretti. “Come può essere solo uno
scherzo, se ha quasi ucciso una
persona?”
“Andiamo, non essere così
melodrammatico,” disse Blaise. “È morta?
No.
Allora che problema c’è? Se vuoi prendertela con
qualcuno, prenditela con lei per
essere stata così stupida. Si è
fidata di me – è stata solo colpa sua.”
“Stai incolpando a lei
per
essersi fidata di te? Bella questa, Zabini. Tutto quello che posso
dirti, è che
sei stato fortunato che io fossi lì ad aiutarla.
Perché se fosse morta, non
saresti così allegro adesso.”
“Allora le hai salvato la vita,
eh?” disse Blaise. “Avrei dovuto saperlo
che saresti arrivato tu in soccorso, il cavaliere dalla scintillante
armatura.
Dunque cosa sta succedendo – ti stai innamorando anche di
questa?”
Il sangue di Draco gli si gelò nelle
vene, e il respiro gli morì in gola.
Osservando lo sguardo sul volto di Draco, Blaise
scoppiò a ridere. “Che c’è
– vuoi dirmi che non eri a conoscenza del fatto che sapessi
dei tuoi sentimenti
per Hermione Granger? Andiamo, Draco – non sono uno
stupido.”
“Non so di cosa tu stia
parlando,” disse Draco debolmente. Non sembrò
convincente neanche a se stesso.
“Lo sospettavo da qualche tempo,
sai,” disse Blaise, “ma ne ho avuta
conferma solo al Ballo del Ceppo. Ti ho visto sbavare quando
è arrivata in quel
vestitino sexy, e poi ti ho visto scioglierti fra le sue braccia, sulla
pista
da ballo. Oh, e chi può dimenticare lo sguardo di pura
rabbia sul tuo volto
quando Potter l’ha baciata? Sembrava che volessi uccidere
qualcuno. Davvero,
non avrebbe potuto essere più evidente. Era
nauseante.”
Draco non sapeva cosa rispondere. Una parte di lui
voleva maledirlo, ma
sapeva che un suo atteggiamento sulla difensiva l’avrebbe
tradito. Perciò
disse, “Non hai idea di cosa stai dicendo, Zabini. Io e la
Granger eravamo compagni di stanza.
Forse eravamo
diventati addirittura amici. Ma
niente di più. Ma anche se ci fosse
stato qualcosa in più, onestamente non mi sarebbe
interessato quanto potesse essere
nauseante per te. E di certo non mi sto innamorando
di questa Hermione Granger.
Perdonami
se semplicemente non voglio starmene a guardare mentre fai del male a
qualcuno
che non ti ha fatto assolutamente niente. Hai idea dei guai in cui
potresti
cacciarti, con una cosa del genere?”
“Draco, è stato un incidente.
Nessuno se ne sarebbe accorto, se solo quella
stronzetta avesse tenuto la bocca chiusa. Scommetto che ti ha detto che
le ho
suggerito io di berla, non è vero?”
“Guardati le spalle, Zabini,”
ringhiò Draco. “Saresti sorpreso di sapere
cosa sospetterebbe la gente.”
“Temo di non essere d’accordo,
Draco.”
“Stalle lontano,” lo
avvertì Draco.
“E come potrei farlo?”
disse
Blaise. “Lei è la mia compagna per
Pozioni.”
“Tornerai a fare quello che fai di solito
per progetti come questo –
assolutamente niente. Finirà il progetto da sola, senza
aiuto da parte tua.
Prenderà un buon voto, che tu non ti sarai per niente
meritato, e in cambio tu
starai dannatamente lontano da lei. E se ti vedo a meno di cinque metri
di
distanza, te ne farò pentire. Sono stato chiaro?”
“Forte
e chiaro,” ribatté Blaise
con un sorriso malizioso.
Soddisfatto per la risposta ricevuta, Draco si
voltò per andarsene – ma si
fermò quando sentì le parole pronunciate da
Blaise.
“Hai detto che io sarei sorpreso di
sapere cosa sospetterebbe la gente.
Intendi proprio come tu, per tutto questo tempo, hai sospettato che la
Granger
sia morta per colpa di Potter?”
Draco si fermò sui suoi passi. Si
voltò. “Che cazzo stai dicendo?”
Blaise incrociò le braccia sul petto e
si poggiò distrattamente contro il
muro. “Lo sospetti da sempre, non è vero? Voglio
dire, ha senso, perfettamente,
no? Era un’amica dell’onnipotente Harry Potter.
Ovviamente ci sono persone che
vorrebbero ferire gente cui tiene. Sarebbe un modo meschino per
ferirlo,
giusto? Togliendogli per sempre una persona cui vuole un bene
profondo.” Si
staccò dal muro e fece qualche passo verso Draco.
“Ma quello che io non
capisco, se tutto questo è vero, è
perché il Mangiamorte non ha preso Weasley,
al suo posto? Di certo in
questi sette anni lui è stato più vicino a Potter
di quanto lo sia mai stata la
Granger. O meglio ancora, perché non uccidere la piccola
Ginny Weasley – la fidanzata
di Harry Potter? Sono certo
che una di queste due morti su di lui avrebbe avuto più
effetto della morte
della Granger. Perciò mi
chiedo,
perché ha scelto lei?”
A Draco non piaceva la piega che stava prendendo la
discussione, ma era
troppo sbalordito per dire qualcosa. Troppo sbalordito per andarsene.
“Ti sei mai fermato a pensare che forse
la morte di Hermione Granger non
aveva niente a che fare con Harry Potter? Che forse la sua morte aveva
a che
fare con qualcosa di completamente diverso? O piuttosto, qualcuno
completamente diverso?”
E improvvisamente, a Draco fu tutto chiaro. Questa
realizzazione gli tolse
il respiro. “Tu,” riuscì a sputare.
“Zabini, cosa hai fatto?”
“Io non ho fatto niente, Draco. Sei stato
tu a farlo. Tu ti sei innamorato di
una mezzosangue. Hai idea di cosa
questo avrebbe causato al nome della
tua famiglia? O come avrebbe reagito tua madre, quando
l’avrebbe scoperto? E il
tuo povero padre – probabilmente si stava rivoltando nella
tomba -”
Senza pensarci due volte, Draco si
allungò, afferrò Blaise per il colletto
della camicia e lo sbatté violentemente contro il muro.
“CHE CAZZO HAI
COMBINATO?” urlò.
Blaise non batté ciglio. “Non
potevo lasciare che succedesse,” rispose con
calma. “Avresti fatto cadere in disgrazia la tua famiglia.
Avresti umiliato i
purosangue.. e i Serpeverde. Non potevo lasciartelo fare. Eri il mio
migliore
amico, Draco. Te lo ricordi? Saremmo diventati Mangiamorte, un giorno.
Avremmo
reso I nostri genitori orgogliosi. Era il nostro sogno,
Draco. Un sogno di cui ti sei dimenticato nel momento in cui
hai cominciato a giocare a fare l’uomo di casa con la
mezzosangue. Ti ho visto
cambiare. Anche Tiger e Goyle se ne sono accorti, e pure Pansy. Ma
erano troppo
stupidi per capirlo – che ti stavamo perdendo, che stavi
passando dall’altro
lato. Ma io non ero disposto a perderti così facilmente,
Draco. E allora ho
dovuto fare qualcosa.”
Draco strinse di più la prese sui
vestiti di Blaise e lo spinse ancora di
più contro il muro. “L’hai
uccisa,” sibilò.
Blaise scosse la testa. “Mi sono limitato
ad informare un Mangiamorte del
tuo rapporto con lei. Quello che ha fatto lui, con questa informazione,
è stata
una sua decisione, sua e solo sua.
Però devo ammetterlo, penso che abbia fatto la cosa
giusta.”
In quel momento, Draco gli strinse una mano intorno
alla gola, senza però
bloccargli il respiro. “Perché mi stai dicendo
queste cose?”
“Perché penso sia arrivato il
momento che tu scopra,” rispose, “che lei
è
morta a causa tua.”
Allontanandolo dal muro, Draco gli diede un pugno
in faccia, con tutta la
forza che aveva. Sentì il rumore del suo naso che si
rompeva. Provò un dolore
acuto alla mano, ma lo ignorò.
“Figlio di puttana!”
strillò, colpendolo di nuovo.
Il colpo fece cadere Blaise a terra. Rimase seduto
per qualche secondo, tenendosi
la mano sul naso sanguinante. Alzò lo sguardo verso Draco e
disse, “Riempirmi
di botte non la riporterà indietro. Né
proteggerà la nuova.”
Draco rispose prendendolo a calci nello stomaco,
facendolo rivoltare sulla
schiena sul pavimento. Si chinò e si sporse, sovrastandolo.
Estrasse la
bacchetta e la puntò al centro del petto di Blaise.
“Dammi una buona ragione
per cui non dovrei ucciderti in questo preciso momento.”
Blaise sorrise, sputacchiando sangue, ma non
rispose.
Per un istante, Draco si chiese come potesse Blaise
rimanere così calmo e
freddo, quando a separarlo da una possibile morte c’erano
solo due semplici
paroline, ma poi comprese il perché quando sentì
una mano afferrargli la
spalla.
“Che cosa sta succedendo?”
Draco abbassò immediatamente la
bacchetta, e si prese la testa fra le mani.
Si spostò da Blaise, consentendogli di alzarsi.
Il professor Silente guardò Blaise.
“Vada in infermeria, signor Zabini,”
ordinò.
“Signore, Blaise -”
“Silenzio, signor Malfoy,”
disse con calma Silente. Continuò a tenere una
mano sulla spalla di Draco, mentre Blaise si alzava lentamente e
cominciava ad
allontanarsi. Quando Blaise ebbe svoltato l’angolo, Silente
lasciò andare
Draco, lasciando che si alzasse. “Adesso,” disse,
“saresti così gentile da
raccontarmi cosa è successo?”
Draco scosse la testa. “Era solo un
litigio fra amici, signore.”
“Hai rotto il naso di un ragazzo,
Draco,” disse Silente. “Potrei
sospenderti per questo.”
“Potrebbe,” disse Draco con
calma. “Ma se Blaise avesse appena detto a lei
quello che ha detto a me, penso che
anche lei gli avrebbe
rotto il naso.”
“Illuminami.”
Tralasciando l’ultima parte della sua
conversazione con Blaise, si limitò a
raccontare a Silente che Blaise aveva cercato di avvelenare Hermione
con la
loro pozione, la sera prima.
“Questa è un’accusa
molto seria,” disse Silente.
“Blaise conosce bene l’aspetto
degli occhi di pesce palla. E sa benissimo
che non è un ingrediente per preparare il Veritaserum. Ha
raccontato qualche
storia a Hermione, dicendole che doveva assaggiarlo. Se non vuole
credere a me,
chieda a lei. Diamine, chieda allo stesso Blaise –
probabilmente confesserà. È
un bastardo malato, professore.”
Silente lo fissò con gli occhi chiusi in
due fessure. “C’è qualcosa che non
mi stai dicendo?”
“Non ne ha idea,”
borbottò Draco. Mentre passava accanto al Preside, poi,
aggiunse, “Le risparmio il fastidio di sospendermi. Mi
sospendo da solo.”
Draco s’imbatté in Hermione
che usciva dalla torre dei Caposcuola. Sussultò
sorpresa, lasciando cadere i libri sul pavimento.
“Vai nella direzione
sbagliata,” gli disse, mentre Draco s’inginocchiava
a
raccoglierle i libri. “Le lezioni sono dall’altro
lato.”
“Non vengo a lezione oggi,”
mormorò. “Non mi sento molto bene.”
“Stai male?”
“Una cosa del genere,” rispose,
passando al suo fianco. “Oh, e non
scordarti che dobbiamo fare la ronda stasera. Torna prima delle
otto.”
Hermione annuì. “Spero che tu
ti senta meglio,” disse, prima di riprendere
la sua strada.
Draco dubitava di potersi sentire meglio molto
presto.
Questa nuova scoperta lo stava lentamente
ammazzando. Nel profondo, negli
ultimi due mesi si era sentito responsabile per la morta di Hermione
– ma solo
perché non era stato in grado di proteggerla o salvarla. Ma
sapere che erano
stati i suoi sentimenti per lei a portarla alla morte – era
troppo da
sopportare. Blaise sapeva che lo avrebbe ucciso. Era per questo che
alla fine
glielo aveva detto.
Entrò nella sala comune, incerto su cosa
fare nel suo tempo libero. Tutto
quello che voleva, era stendersi e dormire per tutto il tempo. Ma
dormire non
era mai una salvezza per lui, ormai, perché era sempre
afflitto dagli incubi su
di lei. E con questa informazione, c’erano ottime
possibilità che Hermione non
sarebbe solo morta nel suo prossimo sogno, ma sarebbe stato proprio lui
a
ucciderla.
Perciò si sedette sul divano e nascose
il volto fra le mani. Non aveva idea
di cosa avrebbe fatto. Non
era certo di
quanto tempo potesse ancora stare lì, in quel dormitorio
– in quella scuola.
All’improvviso, poteva capire il desiderio della nuova
Hermione di lasciare il
suo mondo. In quel momento, l’idea gli sembrava ottima.
Si stese sul divano, intenzionato a passare i
prossimi minuti a fissare il
soffitto, ma qualcosa sul tavolo attirò il suo sguardo: il
diario di Hermione.
Era stato poggiato sul tavolo, con un segnalibro che spuntava da un
lato – e il
lucchetto aperto a lato. Non era stato lasciato lì per
disattenzione dalla sua
coinquilina. L’aveva lasciato lì apposta
perché lui lo leggesse.
“Per la miseria,”
sussurrò. Quella ragazza era insistente. Non importava
quante volte le avesse detto che non voleva leggere il diario di
Hermione –
c’era qualcosa che ovviamente lei voleva che leggesse.
La tentazione era opprimente. Considerò
l’opportunità di fare appello alla
sua forza di volontà e ignorarlo, ma era troppo indebolito
dalla discussione avuta
poco prima con Blaise, e alla fine si arrese. Che danno poteva fare,
leggere il
suo diario? Era il responsabile della sua morte. A confronto, leggere
il suo
diario era uno scherzetto.
Perciò lo prese e lo aprì
lentamente alla pagina contrassegnata. Tolse il
segnalibro e lo poggiò sul tavolo. Con un sospiro e un
ultimo istante di
esitazione, cominciò a leggere.
15 Novembre 1997
Caro diario,
È successa
una cosa
straordinaria. Ero seduta di fronte ad Harry, questa mattina a
colazione, e
sono stata improvvisamente colpita dalla realizzazione che
l’ho dimenticato.
Del tutto. Proprio così – completamente e al cento
per cento dimenticato. Non
posso esprimente il sollievo che ho provato quando l’ho
capito. Infatti, non
potevo smettere di sorridere. Ma ero così contenta. Questi
ultimi anni sono
stati tristissimi per me, mi struggevo per un ragazzo che non mi
voleva. L’ho
visto innamorarsi di una delle mie migliori amiche. Ma questa,
probabilmente, è
la cosa peggiore dell’amore – non essere in grado
di accenderlo e spegnerlo a
piacimento. Ami chi ami, finché non lo ami più.
È per questo
che
improvvisamente mi sento come se mi fosse stato tolto un peso. Mi sento
libera
– libera da questi sentimenti che mi hanno tormentato per
anni. Non devo più
preoccuparmi di poter rovinare la mia amicizia con Harry –
perché sono
perfettamente felice per il fatto che l’amicizia
sarà tutto quello che ci sarà
mai fra noi. È stato un giorno davvero meraviglioso, diario.
Tranne, ovviamente,
per il fatto che mentre dimenticavo Harry Potter, sono riuscita a
innamorarmi
per qualcun altro, altrettanto irraggiungibile. Perché
continuo a farmi questo?
Perché non posso provare qualcosa per qualcuno che sarebbe
contento di
ricambiare? Qualcuno tipo.. Neville. È un ragazzo
così gentile, e sono certa di
piacergli almeno un po’. Se solo potessi provare dei
sentimenti sinceri per
lui. Ma no, dovevo innamorarmi di Draco Malfoy, che è un
insopportabile idiota
– e che mi odia a morte. Non potrebbe mai essere interessato
a me – proprio
come non potrebbe mai esserlo Harry. Sono solo una noiosa, so-tutto-io,
poco
attraente mezzosangue. Ma perché, dico io, perdo tempo con i
ragazzi? Sono
Hermione Granger! Amo la scuola! Dovrei metterla al primo posto. Anzi,
penso
che adesso andrò a fare i compiti – specialmente
perché Malfoy è appena entrato
nella stanza.
Ugh, mi ha appena
rivolto il solito sguardo che mi rivolge ogni volta che mi vede
scrivere sul
diario. Se solo sapesse le cose che ho scritto su di lui. Oh, non posso
neanche
immaginare una cosa del genere. Morirei, semplicemente.
Lentamente, Draco chiuse il diario, ma continuo a
fissarlo incredulo.
Straordinariamente, pensava di ricordare quel giorno. Ricordava di
averla
vista, dall’altro lato della Sala Grande, di aver visto il
suo grande sorriso
rivolto a Harry, e averlo interpretato come un segnale del suo affetto
per lui.
E invece era esattamente l’opposto!
E non solo quello, ma.. aveva cominciato a provare
qualcosa per lui? Nella
prima metà di novembre? Come poteva non essersene accordo?
Come poteva non aver
saputo cosa provava? Non aveva alcun senso.
Ma a pensarci bene, sì,
aveva
senso. Era stata innamorata di Harry per anni, e neanche lui se ne era
accorto.
L’unica differenza fra Harry e Draco era che Draco aveva
davvero ricambiato i suoi
sentimenti. E lei non
ne aveva avuto idea. Aveva pensato che lui non avrebbe mai potuto
amarla.
Questa scoperta avrebbe dovuto renderlo felice
– sapere che anche lei lo
aveva amato. Eppure, gli spezzò il cuore in un milione di
pezzi, sapere che se
solo lui le avesse rivelato cosa provava, sarebbero potuti stare
insieme, e
forse non sarebbe morta. Sarebbero potuti scappare insieme –
da qualche parte,
dove nessuno sarebbe stato in grado di trovarli – in un altro
mondo, magari. Se
questa nuova Hermione era scappata dal suo,
forse loro sarebbero stati capaci di scappare da questo.
Lui lo avrebbe fatto – e senza un attimo di esitazione.
Avrebbe fatto di tutto per lei. Qualsiasi cosa.
Ma adesso era troppo tardi.
Ripose il diario sul tavolo. Non voleva
più leggere.