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Autore: Sparrowhawk    01/11/2011    0 recensioni
«Un ballo non la ucciderà, dunque?» scherzi, come tuo solito «Ne sono felice.»
Detto questo mi stringi ancora di più a te, neanche mi avessi letto nel pensiero e sapessi quanto mi piace starti accanto. Neanche sapessi che un contatto così semplice mi rende enormemente felice.
E allora, io, che ho sempre i piedi per terra e non mi lascio mai trascinare dagli eventi, so per certo di essermi perdutamente, irreparabilmente ed inequivocabilmente innamorata di te.
Ti amo, ti amo da morire, e il mio cuore batte solo per te.

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Fanfiction nata da un'altra che sto scrivendo con mia cugina. Non si potrà capire molto della storia principale dal contesto ma, in un certo senso, va bene così. Volevo solo mettere in risalto i sentimenti della mia Raven. Così, per provare.
Spero che piaccia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Un ballo e tutto ha un senso.
Fandom: Storia Originale
Personaggi: Raven Moore; Andrea Scarlett
Rating: Verde
Genere: Romantico; Sentimentale; Fluff
Altro: One-shot; Storico (si svolge nell'800 Inglese anche se non lo si capisce)
Note: Non aspettatevi di comprendere la storia che sta dietro a questa Fiction perché lo troverei impossibile. Pensate solo ai sentimenti di Raven, quelli meritano attenzione.



Uno sguardo.
Mi è bastato quello, uno sguardo e già ho compreso di essere unicamente tua.
Mai prima di oggi mi sono sentita così confusa, talmente persa negli occhi di un altro da rischiare di non prestare attenzione a ciò che stavo facendo solo un istante prima.
Quante volte mi sono inciampata nei miei stessi piedi o nell’orlo dell’abito da quando ti ho visto entrare in sala?
Non lo so, migliaia forse.
Eppure mi va bene così, perché anche quel minimo di orgoglio ed amor proprio che possiedo, insieme alla mia leggendaria eppure così ben celata timidezza, è svanito nel nulla nell’istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati.
So chi sei.
Sei un mio nemico, una persona da cui dovrei stare alla larga, qualcuno che dovrei uccidere senza alcuna esitazione nell’istante stesso in cui ne avessi l’occasione. D’altro canto, per te deve essere lo stesso. Ti hanno ordinato di tenerci d’occhio, non è vero? Io e la mia famiglia siamo la nemesi naturale della tua. Sospettate che stiamo architettando qualcosa e, quindi, sei stato inviato a questa festa per scoprire di che cosa si tratta.
Sei finito nella tana del lupo, eppure non mi sembri per bulla turbato.
Anzi, mi appari quasi fin troppo calmo.
Mi spaventi un poco.
Nei tuoi occhi verdi c’è un pensiero indecifrabile. Un misto di pacata serenità al caos più completo.
Sembra un paradosso, me ne rendo conto, però è così che io la vedo.
Oh, ma non sei solo, con te c’è anche lei.
Lei sì, mia cugina, Jane. La tua protetta. L’altra mia nemica.
Nemico…nemica…
Questa parola mi suona talmente sbagliata, quando vi guardo. Vorrei potervi parlare senza il timore di essere mal vista dai miei genitori e da mio fratello. Vi vedo sorridere e mi piacerebbe unirmi a voi, senza tanti complimenti, dimenticando per un attimo la lotta che da anni ci porta all’odio reciproco. Non trovo nulla, in voi, che valga la pena di essere detestato, ma nonostante questo mio pensiero mi vedo continuamente costretta a fingere di odiarvi.
Perché io non vi odio.
Non odio Jane, che rappresenta tutto ciò che mi ha rovinato la vita.
…non odio te, che mi osservi con una strana luce negli occhi, una luce che riconosco e che, se da un lato mi lusinga, dall’altro mi spaventa.
Sappiamo entrambi che non potrà mai nascere nulla di buono, da due persone come noi. Siamo nati per darci battaglia, te ne sei dimenticato?
No, non ti avvicinare.
«Buonasera, my lady
Non donarmi questo dolce sorriso.
«Avete organizzato una deliziosa festicciola, non è vero? La Famiglia Moore sa di certo come divertirsi.»
Non parlarmi come se non ci fosse niente di male in ciò che stai facendo.
«Ho notato che non avete ancora ballato con nessuno, Signorina Moore.»
Lo dici sogghignando ed io, che sono un’esperta nel comprendere le persone semplicemente guardandole, posso ben comprendere che genere di pensiero sia guizzato nella tua mente.
«…mi domando se non stiate aspettando un cavaliere in particolare.»
Ti avvicini di un passo, senza abbandonare quell’espressione compiaciuta.
«Magari…aspettavate me.»
Io non dico niente e mi limito ad incrociare le braccia al petto, girando il volto altrove ed interpretando la parte dell’offesa. Una parte che, lo sappiamo bene tutti e due, mi riesce sempre troppo bene.
Voglio scoraggiarti, esatto, e tu anche se sembri comprenderlo non demordi prendendo a forza la mia mano e conducendomi al centro della Sala da Ballo.
Sento gli sguardi degli invitati su di noi, pesanti e carichi di stupore.
Odo il rumore sommesso dei commenti acidi di chi ci circonda.
Percepisco nell’aria l’arrivo di un problema che né io e né te potremo evitare, comportandoci a questo modo.
«Non pensi a nulla, Signorina Moore.» mi dici, stringendomi la vita con un braccio ed avvicinandomi a te. Hai un buonissimo profumo, lo sai questo? «Pensi solo…a me. A noi
E al suono di una simile richiesta non posso fare altro che addolcirmi, percependo dentro al petto una sensazione di calore che, ormai, riesco a ricondurre solo ed unicamente a te.
Tu mi sai calmare.
Mi doni la sicurezza necessaria per andare avanti, proseguendo per la difficile strada che è la vendetta.
Che cosa ridicola, se ci pensi con attenzione. Io, te, Jane e perfino il mio adorato Kame…non c’entriamo niente con questa faccenda, eppure ci ritroviamo coinvolti nostro malgrado. Siamo qui, a rincorrerci come il gatto con il topo, sperando di poterci ritagliare qualche attimo da passare insieme mentre, tutt’attorno, imperversa questa solita, orribile, dannata guerra.
Vorrei non essere una Moore.
Così, finalmente, potrei stare con te.
«Quel viso triste non le si addice, my lady
Stiamo ballando, ma tu trovi il tempo di alzare il mio viso per poterti specchiare ancora una volta nei miei occhi e, forse, per potermi far vedere quel tuo bellissimo sorriso.
«Possibile che ogni volta che la vedo, io debba scontrarmi con un simile muso?»
Noto che fremi per poterti avvicinare ancora di più, posando un debole bacio sulle mie labbra, e allora un fremito mi percorre la schiena. Ti imploro di non farlo con lo sguardo, impaurita da ciò che potrebbero fare i miei parenti se solo tu ti azzardassi a compiere un simile atto. Certo, io ne sarei felice –entrambi lo saremmo-, ma loro…loro no.
«E dire che il suo sorriso è così magnifico da incantare perfino il cielo…un vero peccato che lei lo sfoderi tanto raramente.»
Sciocco che non sei altro. Dovresti sapere che se fosse per me ti sorriderei ogni istante della mia vita. Solo per te, solo per poterti rendere felice.
«Il ballo non comporta necessariamente il dialogo…»
Finalmente mi sono decisa a parlare e, ostentando tutta la mia superiorità, torno a vestire i panni della tua personale spina nel fianco, colei che farà in modo di metterti a tacere per sempre un giorno di questi. Non potrei mai lasciare a nessun altro l’onere di ucciderti. Quando quel momento arriverà voglio avere bene in mente i tuoi occhi, sia che debba morire io o che debba morire tu.
Voglio che le cose finiscano così, dentro alle tue iridi verdi e calde.
«Normalmente sarei d’accordo con lei, Signorina, ma mi trovo a dover dissentire in questo caso specifico.» ridi, come tuo solito «Sentire la sua voce mi rende contento, che ci posso fare?»
«Mi piacerebbe se la smettesse di dire simili idiozie.»
«Idiozie?»
«Avete capito bene.»
«Oh, mi rammarica il fatto che i miei complimenti per voi siano delle idiozie. Io penso davvero ciò che sto dicendo.»
Come se non lo sapessi, Andrea.
Come se non lo sapessi…
«Che voi lo pensiate o meno non è affar mio. Siamo ad un ballo e l’etichetta mi impone di non reclinare ogni offerta per danzare che mi viene posta, tutto qui. Non mi pare il caso di farsi simili castelli in aria. E poi lei è stato così insistente nel chiedermelo…»
«Colpito ed affondato. Avrei dovuto essere più educato, forse.»
«Forse.»
«Ebbene, Signorina Moore…le va di ballare con me?»
Non posso fare a meno di guardarti, perplessa.
«Stiamo già ballando, mi sembra.»
«Vero, ma non mi va di costringerla a fare cose che non la aggradano. Se balla con me…voglio che sia perché lo desidera.»
Rimango senza parole di fronte a quest’affermazione.
Nessuno mai, prima di te, mi ha detto una cosa del genere. Tutti mi danno cose da fare, compiti da svolgere e regole da rispettare, senza pensare mai a ciò che voglio io o a ciò che desidero.
E pensare che mi basterebbe poco, per essere felice.
Così poco.
Un bacio…magari?
No, no.
Anche di meno.
Infondo mi è bastato l’abbraccio che mi hai concesso per farmi danzare con te a rendermi felice.
Abbasso lo sguardo ed arrossisco, ben sapendo che tu hai modo di vedere ogni mia reazione visto quanto siamo vicini. Ma io non voglio nascondermi, sono abbastanza coraggiosa da evitarmi tentativi tanto stupidi ed inutili. Se guardo altrove è solo per prendermi una pausa. Una piccola, innocente pausa.
Da te.
Da ciò che rappresenti.
«Sì, mi piacerebbe molto ballare con lei.»
So che stai sorridendo di nuovo, ora.
Lo so anche se non ti sto vedendo.
Al posto tuo lo farei anche io, udendo la mia risposta.
Ma d’altro canto che cosa potrei dire, di diverso? Io voglio ballare con te e non sono tipo da mentire.
…o almeno non quando si tratta dei miei sentimenti.
Quelli non li posso mascherare. Non sono ancora così brava, purtroppo.
«Un ballo non la ucciderà, dunque?» scherzi, come tuo solito «Ne sono felice.»
Detto questo mi stringi ancora di più a te, neanche mi avessi letto nel pensiero e sapessi quanto mi piace starti accanto. Neanche sapessi che un contatto così semplice mi rende enormemente felice.
E allora, io, che ho sempre i piedi per terra e non mi lascio mai trascinare dagli eventi, so per certo di essermi perdutamente, irreparabilmente ed inequivocabilmente innamorata di te.
Ti amo, ti amo da morire, e il mio cuore batte solo per te.
Perfino la mia mente, la quale si è ridotta ai soliti quattro pensieri –rendere orgogliosi i miei genitori, vendicare la mia stirpe, togliere di mezzo chi mi intralcia la strada e godermi quel po’ di normalità che mi è concessa- da che ne ho memoria, ora ha come punto focale il tuo viso. La tua persona. La tua aura benevola e speciale.
Mi viene da piangere però, perché so che il mio amore non avrà mai uno sbocco. È destinato a perire, svanendo così come è nato. O forse sono io ad essere destinata a morire nella mia passione, uccisa dal fuoco che mi divampa dentro ogni qual volta che posso anche solo osservarti.
Ebbene, non lo trovo affatto un cattivo modo per andarmene.
L’ho già detto, se potessi morire ubriacandomi semplicemente del tuo sguardo lo farei.
«…vorrei che questo lento non smettesse mai…Raven
Sorrido, incapace di fare altro.
Il mio nome, pronunciato da te, ha un suono così musicale. Così dolce. Così speciale.
«…è lo stesso per me, Andrea.»
Alzando gli occhi posso specchiarmi nei tuoi e ogni cosa trova un suo posto.
 
Sì, se potessi morire ubriacandomi semplicemente del tuo sguardo io…io lo farei.
  
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