02/11/2011
6 recensioniN/A: scritta per la Notte Bianca @ maridichallenge, prompt Stefan/Klaus, un giorno a casaccio negli anni post-Ripper, Klaus incontra Stefan per caso da qualche parte nel mondo.
PS: ogni volta che devo usare la parola "squartatore" al posto di rippah, il mio cuore piange sangue.
Cheers
La prima volta che rivede Stefan, dopo il loro breve incontro a Chicago, è a Londra, in un pub sconosciuto ai più ma dotato di una birra quantomeno decente, e per questo tra i suoi favoriti.
Non lo riconosce subito: quando la coppia di vampiri entra nel bar, infatti, i suoi occhi devono posarsi sul volto vagamente familiare del ragazzo almeno tre o quattro volte, prima che qualcosa scatti nella sua testa.
Dopotutto sono passati diversi decenni, e Stefan ha avuto modo di cambiare. Ora indossa vestiti diversi, i suoi capelli sono pettinati in modo diverso, persino la sua postura è diversa: molto meno arrogante di quanto ricordasse.
Klaus non ci mette molto ad indovinare che i suoi giorni da squartatore sono finiti da un pezzo.
Seduto in angolo buio del locale, con un paio di bottiglie vuote davanti, il vampiro osserva i due accostarsi al bancone del bar e ordinare un paio di drink.
Non sa chi sia la tizia al fianco di Stefan, e nemmeno gli importa. Il suo sguardo si concentra unicamente sul suo vecchio amico – e quasi sorride del modo in cui quella parola risulti estranea ai suoi stessi pensieri. Non ha avuto modo di usarla molto, durante gli ultimi secoli.
Stefan però mantiene lo sguardo basso, sembra arrabbiato, o forse preoccupato, e in lui non c'è più alcuna traccia di quell'aria strafottente e sicura di sé che tanto aveva attratto Rebekah negli anni '20.
Prima ancora di rendersi conto di essersi alzato, Klaus si ritrova appoggiato a sua volta al bancone del bar, poco distante da Stefan e dal suo bicchiere perfettamente intatto.
I loro occhi si incontrano per un breve istante, quando, sentendolo ordinare un'altra birra, Stefan rialza la testa di scatto, quasi come se avesse riconosciuto la sua voce. Cosa impossibile, ovviamente: è stato lui stesso ad accertarsene.
Notando il gesto, Klaus alza comunque la propria birra, in una specie di brindisi alla lontana, ma l'altro distoglie immediatamente lo sguardo.
«Guarda guarda, sembra che tu abbia fatto conquiste stasera», ghigna sottovoce la ragazza bionda seduta accanto a Stefan.
«Piantala, Lexi», borbotta quest'ultimo, non senza un lieve imbarazzo. Poi svuota d'un fiato il contenuto del suo bicchiere ed aspetta che la compagna faccia altrettanto, prima di tendere al barista una banconota stropicciata e avviarsi verso l'uscita del locale.
Per un attimo Klaus pensa seriamente di seguirli. Di uccidere la ragazza e ricordare a Stefan chi diamine lui sia. Di mettere fine a quell'isolamento forzato, a quella partita senza tregua e senza più possibili vittime, dato che ha già eliminato tutti i membri della sua famiglia a parte Elijah. Ma poi pensa a Mikael, alla maledizione, alla luna piena che sorgerà ancora una volta per sbeffeggiarlo dall'alto, e si dice che non è ancora tempo, che non può permetterselo, che deve aspettare.
Stefan è stato il primo a mostrargli amicizia, ma non è abbastanza: quando metterà di nuovo fine alla sua solitudine, Klaus si assicurerà di non poter essere davvero mai più solo.