Stavo camminando in solitudine per le strade, guardando i bambini che camminavano in gruppo e si fermavano ad ogni casa a suonare e a chiedere ‘Dolcetto o Scherzetto?’.
Sì, è la sera di Halloween ed io sto camminando da sola per strada.
Ma non indosso nessun costume, sono cresciuta ormai per festeggiare questa inutile festa.
- Miao! – esclama improvvisamente qualcuno alle mie spalle.
Mi volto e mi ritrovo davanti un Ikuto vestito da neko*.
- Ma dai. Il tuo travestimento è così scontato, e poi non sei un po’ troppo grande per queste cose? – chiesi indifferente.
- Non si è mai troppo grandi per festeggiare la notte di Halloween. – rispose ridacchiando. – e poi io sono ancora un bambino! -
- Oh, ma dai. Quando la smetterai di comportanti come uno scemo? – domandai a mia volta, girandomi e riprendendo a camminare seguita da Ikuto.
- Non smetterò mai di farlo! Perché so che questo lato di me ti attrae. – ribattè malizioso.
- TACI, STUPIDO GATTACCIO PERVERTITO! – urlai rossa in volto.
- Sei troppo carina quando arrossisci, lo sai? – disse parandosi davanti a me.
- Lasciamo passare! Stupido… -
- Non voglio! – affermò beffardo.
- Smettila di comportarti da scemo! – gli urlai contro.
Si scostò, forse offeso da quelle mie parole. Cominciai a correre verso casa mia.
- Tsk… stupida ragazzina. – disse prima di correre nella mia direzione.
Con un salto agile saltò davanti a me, fermandomi ancora.
- Che vuoi ancora? – chiesi scocciata.
- Hai sempre quest’aria così indifferente, non dimostri mai i tuoi veri sentimenti. Amu, voglio dirtelo, dopo di che me ne andrò per sempre. - ... – Ti amo, Amu. – confessò lui per poi sparire tra gli alberi.
- Ikuto! – gridai, forse con la speranza di fermarlo.
Cominciai a correre verso il parco, forse per istinto.
Vidi una figura nera muoversi tra gli alberi, ero sicura, era lui.
- Ikuto, non ho mai detto che voglio che te ne vai, per sempre. – urlai.
Una lacrima mi rigò la guancia.
- Dici davvero, Amu? – chiese una figura dietro di me.
Mi voltai e mi si mozzò il fiato.
Le labbra di Ikuto sulle mie. Istintivamente l’avrei rifiutato.
Ma il tempo di mentire sia a me che a lui era finito.
Io amavo Ikuto, e lo sapevo, ma volevo convincere me stessa che non fosse così.
Non voglio rischiare di perderlo ancora.
- Così tu mi ami, eh? – chiese malizioso staccandosi da me.
- Chi lo sa. – risposi rossa in volto.
Lo ribaciai.
Adesso sì, sono sicura: io amo Ikuto.
Si staccò da me e mi posò qualcosa sulla testa.
Me lo tolsi, per paura che fosse qualcosa di strano.
- Delle orecchie da gatto? – chiesi sorpresa.
- E’ pur sempre Halloween. – si giustificò divertito.
- Ma è una cosa ridicola… - dissi imbarazzata rimettendomele in testa.
- Se sono con te, farei qualsiasi cosa, ridicola che sia. – confessò lui.
- Idiota. – ribattei dandogli un colpetto in testa.
- Ma tu ami questo idiota. – disse facendo la faccia da cucciolo bastonato.
- G-già.. -
Mi abbracciò.
Sentii il suo cuore battere forte. Era emozionato come me.
Era così carino e tenero.
- Ti amo, stupido gatto pervertito. -
- Tsk… anche io, Amu. -
Mi sorrise.
Eravamo felici, ed eravamo insieme finalmente.

*Gatto.