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Autore: Mia Swatt    02/11/2011    12 recensioni
Isabella Marie Swan Cullen, ormai vampira da cento anni, non riesce ad accettare la sua trasformazione – per mano di Alice – avvenuta dopo la tragica morte di Edward. Tutto si svolge come scritto dalla Meyer: Edward lascia Bella dopo un diciottesimo compleanno disastroso, ma succede l’irreparabile. Bella non arriva in tempo a Volterra e vede il suo grande amore perire sotto la morsa di Felix. Tornata a Forks, insieme ai Cullen, la ragazza non riesce a superare la perdita, così tenta il suicidio. Alice, troppo scossa per la morte del fratello, non vuole perdere anche Bella – perciò la trasforma. Passano diversi decenni da quel giorno. Bella, a fatica, riesce a perdonare la piccola vampira trovando un macabro senso di poesia in quel gesto. Alice, secondo Isabella, le ha donato la forza per contrastare i Volturi, vendicando così Edward. Ma tutto cambia quando arrivati Londra, i Cullen fanno la conoscenza di uno studente particolare: Eric Hunter.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Ciao a tutti, eccomi qui con l'epilogo di questa storia. Ci tenevo davvero molto a dirvi quanto mi ha fatto piacere vedere che la storia sia stata ccolta bene. da tutti voi! Dirvi grazie è poco, ma l'unica parola che mi viene da dire è proprio questa: GRAZIE MILLE A TUTTI VOI!
Questa storia, per certi versi, è stata un azzardo... Insomma, Edward morto; Isabella vendicativa; riprendere in considerazione un concetto di anima per i vampiri, forneno così credibilità alla morte/reincarnazione di Edward Cullen; e molto altro. Eppure avete apprezzato questa mia idea, per questo vi ringrazio!
Adesso vi lascio all'epilogo, ma mi raccomando, date un'occhiata a quello che scriverò a fondo pagina!


EPILOGO

« Un palazzo viene dato alle fiamme, tutto quello che ne rimane è cenere.
Prima pensavo che questo valesse per ogni cosa, famiglie, amici, sentimenti.
Ora so che a volte, se l'amore è vero amore, niente può separare due persone fatte per stare insieme. »
Sarah - Il Corvo.

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Il mondo. Esso muta sempre.
I giorni passano, le stagioni si alternano, i mesi si susseguiscono. Era così che andava il mondo. Esso continuava a cambiare, ma io no. Noi no.
Mi trovavo dinanzi allo specchio, intenta a pettinare i capelli a quella ragazza che, conosciuta in circostanze orribile, era diventata mia figlia.
Aveva dodici anni da più di cinquant’anni, ormai. I capelli mossi, castani scuri, gli occhi ambra – che sostituirono quel cresimi agghiacciante – alta sul metro e cinquanta, minuta nella sua eterna perfezione.
― Non capisco perché dobbiamo ritornare a scuola.
Bree, non cominciare. ― l’ammonii ― Lo sai, più giovani arriviamo in un posto e più tempo possiamo restare.
― Questa volta cosa sono? ― domandò ― Cugina, sorella…?
― Sorella. ― dissi, baciandole una guancia per poi stringermela con delicatezza ― La mia sorellina pasticciona! ― lei scoppiò a ridere e mi abbracciò.
― Grazie, mamma. ― sussurrò, tornando seria.
― Per cosa?
― Per avermi accolta nella tua famiglia, nonostante il modo in cui ci incontrammo molto tempo fa.
― Non eri cattiva, tesoro. ― risposi ― Non lo sei mai stata. Aro ti aveva trasformata per le tue doti, ma non eri come loro.
Ricordavo ancora quel giorno, quando la vidi terrorizzata nello scontro con i Volturi – se non fosse stato per i lupi o per la genialità di Lidia, non avremmo mai vinto quello scontro. Carlisle ed Esme capirono subito la situazione e decisero di farla rimanere con noi. Rosalie ne fu entusiasta; finalmente avrebbe potuto guardare qualcuno correre per casa. Io – esattamente come mia sorella – non avrei mai potuto avere figli; Bree era la mia unica e sola possibilità di essere madre. Non mi dispiaceva affatto.
― Siete pronte? ― domandò una voce, entrando nella stanza. Mi voltai, riconoscendola al’istante. Era dolce, calda e melodiosa… meravigliosa, proprio con me lui. I capelli bronzei scompigliati, gli occhi ambra, fisico scolpito che ricordava quello di un Dio greco.
― Certo, papà! Guarda che acconciatura. ― disse Bree, facendo varie giravolte su se stessa ― Me l’ha fatta la mamma, che ne dici?
― Sei meravigliosa! ― rispose Edward, baciandole la testa ― Ora vai giù da Alice, vuole controllare che tu sia vestita alla perfezione. ― annuì e poi sparì a velocità vampiresca.
― Non ti dispiace mai per lei? ― domandai a lui, sentendola al piano di sotto intenta a parlare con zia Alice.
― Perché non crescerà mai? Perché rimarrà una dodicenne per il resto della sua vita? ― chiese ed io annuii ― Molto. È ingiusto, è così piccola.
― Lo so. ― risposi, avvicinandomi a lui. Mi accolse tra le sue braccia e posò le sue labbra sulle mie. Mi persi in quel contatto, cristallizzando il momento e tutto ciò che ci circondava. Riavere Edward fu un miracolo. Dopo la trasformazione, infatti, riaprì gli occhi e, come per magia, ricordò tutto: chi era, cos’era. Ovviamente rammentava anche di essere stato Eric Hunter, e dire che si vergognava per ciò che era stato capace di fare era un eufemismo.
Da allora molte cose cambiarono. Prima di tutto, Edward, tornò a vivere con noi. Dovettimo andare via da Londra, a causa dei suoi inspiegabili cambiamenti – o, per meglio dire, a causa della sua prematura morte. Ci dispiacque non poco. Entrambi ci eravamo affezionati a Lidia – la quale si sposò, avendo figli e nipoti – e lui, amava i suoi genitori adottivi che avevano sopportato tutti i colpi di testa di Eric Hunter.
Tornammo a Forks per qualche tempo e vedere che tra Edward e Jacob non ci fosse più astio mi rese molto felice. Ci eravamo sposati, avevamo fatto il grande passo durante la luna di miele e tutti i nostri sogni romantici ebbero il loro coronamento. Eravamo diventati una famiglia, a tutti gli effetti.
Jacob ci raccontò la sua storia e quella della trovatella nel bosco – Nessie. Era una mezza vampira, abbandonata a se stessa. L’aveva trovata Seth in un suo pattugliamento e quando Jacob la vide si perse nei suoi smeraldi verdi. Come suo imprinting i lupi non potettero toccarla, perciò cambiarono le regole, facendo entrare una vampira nella tribù.
― A cosa pensi? ― mi chiese Edward, mentre mi teneva la porta della stanza aperta.
― A tutto quello che è successo in questi anni.
― E…?
― E ti amo, Edward Anthony Masen Cullen.
― Ti amo anche io, Isabella Marie Swan Cullen.
― Per sempre? ― domandai, ad un millimetro dalle sue labbra.
― Abbiamo un’eternità, amore mio. ― disse, passando la sua lingua sulle mie labbra e stringendomi di più a sé ― Il “per sempre” non mi basta.
― Nemmeno a me. ― risposi, beandomi dei suoi baci e delle sue carezze.
Raggiungemmo gli altri, sapendo che quello era solo l’inizio di una nuova vita, ma che comunque, noi, avremmo avuto dalla nostra parte la nostra piccola e perfetta eternità.

Fine.


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Eccoci qui, anche questa storia è finita. Se devo essere onesta, mi dispiace... Ma tutto ha un inizio e una fine, questa storia ha visto la parola fine oggi. Molte di voi - che ringrazio davvero tantissimo! - mi hanno chiesto di non terminarla così presto, ma ho risposto che era giusto così. Non avrebbe avuto senso portarla avanti, perchè tutto quello che dovevo dire l'ho detto. Non mi piace allungare il brodo, perciò se quello che voglio trasmettere riesco a farlo in dieci capitoli - senza contare prologo ed epilogo - ben venga!
Voglio dirvi davvero grazie. Grazie a chi ha messo la storia nei preferiti, nelle storie seguite o in quelle da ricordare; grazie a chi ha recensito tutti i capitoli, senza perdersene nemmeno uno! Grazie, ancora, a chi ha letto in silenzio, apprezzando il mio lavoro... GRAZIE DAVVERO A TUTTI VOI!
Sono dell'idea che il "lavoro" di uno "scrittore" valga poco se non ci fossero persone a sostenerlo, a leggere le sue opere e via dicendo. Perciò, questa storia è arrivata alla fine anche grazie a voi, che non mi avete abbandonata durante il cammino.
  
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