Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: v91    02/11/2011    5 recensioni
Remus e Ninfadora stanno per sposarsi e la ragazza ripensa alla loro storia e a tutti i momenti che li hanno portati fino al giorno del fatidico sì. Ho cercato di inserire tutti gli avvenimenti principali, non descritti nei libri, dal punto di vista della sposa. Dal primo incontro alla famosa scena dell'infermeria, dal primo bacio alla partenza di Remus, con un piccolo accenno al futuro...per celebrare la mia coppia preferita! Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SENZA DI TE

 

-Ora cerca di dormire tesoro, so che sei agitata ma un po' di sonno ti farà bene.- Con queste parole Andromeda Tonks si era chiusa la porta alle spalle lasciando al buio una preoccupata Ninfadora che continuava a rigirarsi nel letto. Si trovava a casa dei suoi genitori, aveva deciso di passare lì la sua ultima notte da...nubile! Il giorno dopo si sarebbe infatti sposata con l'uomo che amava, Remus Lupin. Ancora non poteva crederci, temeva di svegliarsi all'improvviso, nel cuore della notte, e accorgersi che era stato tutto un sogno, una bellissima, dolcissima illusione. Tonks si era voltata verso il muro e aveva continuato a riflettere su ciò che la aspettava il giorno seguente: certo non era proprio il matrimonio che aveva sempre sognato. Non che lei fosse particolarmente romantica ma aveva sempre immaginato il giorno del suo matrimonio come un giorno di festa, in cui tutti gli amici e i parenti fossero presenti e gioissero insieme a lei e allo sposo (il fatto che lo sposo dovesse essere a tutti i costi Remus Lupin lo aveva capito solo circa un anno prima). La cerimonia del giorno dopo sarebbe stata semplice e veloce: solo i testimoni, Bill e Arthur Weasley, e i genitori di lei che, seppur non pienamente contenti del futuro genero (o meglio della sua versione pelosa, l'altro Remus, il mago, era proprio un tipo a posto) non se l'erano sentita di abbandonare la figlia nel giorno più importante della sua vita. Molte ragioni, tra cui la guerra imminente e l'insicurezza cronica di Remus, che temeva di fare di Ninfadora una donna infelice nonché una reietta, avevano spinto la coppia a decidersi per una cerimonia praticamente segreta. Nonostante tutto ciò lei era al settimo cielo, sapeva che Remus era quello giusto, perchè non avrebbe saputo spiegarlo, lo sapeva e basta. Forse perchè ormai aveva cominciato a sentirsi perfetta solo accanto a lui. Lo amava e tutto ciò che voleva era poter essere sua moglie e restargli accanto per sempre, poco le importava di non poter indossare il meraviglioso abito bianco che aveva sempre immaginato: i tempi erano cambiati, lei non era più una sciocca ragazzina sognatrice. Proprio non riusciva a prendere sonno, era come se ogni singola particella del suo corpo stesse vibrando, era tesa, preoccupata, nervosa, felice, speranzosa, impaziente, tutto contemporaneamente.

 

Un gufo stava picchiettando sulla finestra, era piccolo e un po' spelacchiato, decisamente il gufo di Remus. La donna si era alzata e con un balzo felino era corsa alla finestra liberando il gufo dalla piccola pergamena stropicciata che portava. Col cuore in gola per la paura la aveva aperta (e se Remus all'improvviso ci avesse ripensato?) ma ciò che vi aveva letto le aveva riempito il cuore di un dolce tepore:

 

           Senza di te

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio Amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.
John Keats
Ti amo, Remus

Quella poesia, ciò che significava per loro...quanti ricordi risvegliava in lei. Il modo in cui le parole di quel poeta rispecchiavano l'animo di Remus la stupiva ancora. La sua mente con un balzo era già tornata al giorno del loro primo incontro...


 

“Come sempre era in ritardo, ma questa volta non era colpa sua: era stata trattenuta da un comunicato che quella vecchia megera della Umbridge aveva tenuto di fronte all'intero ministero. Aveva blaterato un'infinità di sciocchezze riguardo a qualche strana, e a suo dire pericolosissima, creatura per una buona mezz'ora e poi li aveva finalmente congedati. Ninfadora era dunque corsa alla ricerca di Kingsley Shakelbolt e Arthur Weasley che dovevano accompagnarla alla prima riunione dell'Ordine della Fenice come nuovo membro. Era tremendamente in ansia: sapeva che l'Ordine si opponeva da sempre a Voldemort e per lei entrare a farne parte significava moltissimo.

Quando il n° 12 di Grimmuld Place si era aperto di fronte a lei era rimasta senza fiato. Appena varcata la soglia un pungente odore di muffa e legno vecchio aveva raggiunto le sue sue narici. Lei era rimasta incantata a guardarsi attorno, per quanto il buio opprimente lo permettesse, e non aveva visto l'ostacolo contro cui stava inevitabilmente per andare a sbattere: un orribile portaombrelli. Ciò che era successo dopo era solo un ricordo confuso: ricordava di avere riaperto gli occhi incontrando il pavimento e di aver sentito un lancinante dolore alla caviglia destra, mentre l'aria si riempiva delle grida furiose (ed offensive) provenienti da un quadro appeso alla parete. Pochi secondi dopo le urla erano cessate e lei, alzandosi a fatica, aveva notato due uomini che chiudevano le tende dietro a cui, evidentemente, avevano nascosto la fonte delle grida. Tonks si era fermata ad osservarli meglio: erano entrambi piuttosto alti e magri ma uno aveva lunghi capelli neri mentre l'altro li portava più corti ed erano castano chiaro. Il primo indossava una veste nera, sembrava alquanto vecchia ma doveva essere stata davvero elegante e costosa; il secondo indossava invece abiti babbani, una camicia bianca arrotolata ai gomiti e un vecchio paio di jeans blu ormai scoloriti. L'attenzione di Dora era stata catturata dal viso di quest'ultimo che appariva molto stanco. Era magro e due profonde occhiaie gli scavavano le guance, conferendogli un aspetto trasandato ma, a suo parere, tremendamente sexy. Due occhi del colore dell'ambra, malinconici ma vispi allo stesso tempo, la stavano fissando con curiosità. Risvegliandosi da quella specie di trance in cui era caduta nell'osservare i due uomini, si era accorta che ora loro le stavano porgendo la mano, evidentemente in attesa di una sua risposta. Peccato che lei non avesse sentito la domanda. -Eh?- Aveva chiesto preoccupata.

-Sono Remus Lupin. Tu sei?- Aveva ripetuto pazientemente l'uomo che Dora aveva appena soprannominato, nella sua testa, Sconosciuto-dallo-sguardo-sexy.

-Oh, si, Tonks, cioè Ninfadora Tonks. Ma chiamatemi solo Tonks. Piacere.- Aveva farfugliato lei stringendo calorosamente le mani a entrambi. Che pessima figura! Ora lui avrebbe pensato che era una stupida ragazzina imbranata! -Mi dispiace per il portaombrelli, non lo avevo proprio visto.- Aveva tentato di scusarsi arrossendo visibilmente e facendo virare i suoi capelli, prima di un tenue rosa cicca, verso un acceso rosso fuoco.

-Non preoccuparti, odio quell'aggeggio, come del resto qualsiasi altro oggetto in questa casa!- Aveva risposto ghignando l'uomo dai capelli scuri -Ad ogni modo io sono Sirius Black, tuo cugino! Immagino avrai sentito parlare spesso di me-

-In effetti si! Mia madre parlava molto bene di te fino a che non sei finito ad Azkaban.- Accidenti! Seconda figuraccia (terza, contando la caduta) nel giro di circa 10 minuti -Voglio dire...non che tu sia un criminale...solo che...-

-Lascia stare, storia vecchia, non parliamone più!- L'aveva aiutata Sirius, intuendo l'imbarazzo della giovane che era arrossita ancora di più, letteralmente, fino alla punta dei capelli.

-I tuoi capelli...tu devi essere una metamorphomagus! Non ne avevo mai conosciuta una prima d'ora!- Aveva esclamato Lupin osservandola con attenzione.

-Già, non siamo in molti ad avere questa particolarità. Spero non vi dia fastidio.-

-Fastidio! Stai scherzando? E' una cosa interessantissima!- Cosa intendeva dire? L'aveva forse scambiata per uno strano fenomeno magico? I capelli di Ninfadora erano diventati blu scuro e Remus probabilmente aveva capito cosa stava pensando perchè si era affrettato ad aggiungere -Non nel senso che sei una strana creatura, intendevo dire che mi piacerebbe poterlo fare...cambiare ciò che si è quando lo si vuole.- Aveva pronunciato le ultime parole con una nota di tristezza nella voce, ma poi quell'ombra scura era subito stata rimpiazzata da un sorriso cortese e decisamente bello, almeno a parere di Ninfadora. -In molte situazioni ti sarà tornato utile, per l'Ordine lo sarà sicuramente- I capelli della strega erano tornati rosa e lei aveva sorriso.

-Non prendertela Tonks, il nostro professore qui è affascinato e irrimediabilmente attratto da tutto ciò che risulta essere fuori dall'ordinario!- Aveva latrato Sirius ammiccando verso l'amico che era improvvisamente arrossito, probabilmente per l'uso improprio dei termini “affascinato” e “attratto”.

-Ahahah...in effetti mi è risultato spesso utile durante le missioni in veste di Auror, diciamo che posso fare a meno della pozione polisucco, il che è un vantaggio notevole!-

-Sei un Auror?!- Aveva quasi gridato Remus sorpreso -Ma quanti anni hai esattamente?-

Ora Ninfadora si sentiva leggermente offesa -22, quasi 23! Non sono una ragazzina incapace se è quello che intendi! Ho superato a pieni voti tutti gli esami e sono stata allenata da Moody in persona e...-

Il suo discorso era stato interrotto da Silente in persona che aveva richiamato l'attenzione di tutti i presenti e così era iniziata la riunione dell'ordine.

Per tutto il tempo Ninfadora se ne era rimasta in silenzio, cercando di non farsi notare troppo mentre osservava attentamente tutti i presenti. Peccato che il suo sguardo venisse irrimediabilmente calamitato da uno solo di essi, il professor Lupin. Dai discorsi che aveva sentito aveva capito che era stato insegnante di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts per un anno, incontrando il consenso di tutti, soprattutto degli studenti. Chissà perchè se ne era andato,allora. Se ne stava seduto un po' in disparte, vicino a Sirius. Ascoltava in silenzio e ogni tanto annuiva col capo. Non era intervenuto molte volte ma quando lo aveva fatto aveva parlato in modo gentile, il tono cortese ma fermo. Si notava, da come gli altri lo osservavano e lo ascoltavano, che provavano per lui una sorta di muto rispetto ma anche qualcosa che non riusciva bene a definire...timore?? No, doveva sbagliarsi! Come si poteva avere paura di un uomo così...così...attraente? Ninfadora, concentrati è la tua prima riunione, non puoi trovarti a fantasticare su un uomo che a malapena conosci. Eppure non poteva fare a meno di seguire con lo sguardo quel viso così bello e malinconico, i suoi occhi ambrati e gentili richiamavano la sua attenzione, come se nascondessero un segreto che lei voleva scoprire. I capelli scomposti sulla fronte, sebbene prematuramente striati di grigio, gli conferivano un'aria trasandata e giovanile, a dispetto delle cicatrici che gli solcavano il volto. Un momento: cicatrici? Si fermò ad osservarlo meglio. Eh si, erano proprio cicatrici...ma come? All'improvviso il capo dell'uomo si era girato verso di lei: accidenti! Si era accorto che lo stava fissando! No, un momento...la stavano fissando tutti!

-Dunque signorina Tonks? Cosa ne pensa?- Silente stava parlando proprio con lei e sembrava in attesa di una risposta.

-Mmm...io...- perfetto! Era alla sua prima riunione e alla prima occasione di intervenire aveva fatto la figura dell'allocca!”


 

Ne era passato di tempo da quel primo incontro. Ripensandoci, adesso che stava per sposarsi, si era chiesta come avesse fatto a non capirlo subito. Come aveva fatto a non riconoscere i segni lasciati dalle continue trasformazioni, il velo di tristezza creato dalla condizione di lupo mannaro? Eppure era un Auror, avrebbe dovuto capirlo subito. Invece non l'aveva notato, perchè Ninfadora Tonks in Remus Lupin aveva visto sempre e solo l'uomo fantastico che era, incapace di accettare il fatto che la sua licantropia impedisse ad egli stesso di comprendere che uomo speciale fosse.

“-Cosa? Lui è...cioè vuoi dire che lui...?-

-Si, Tonks, voglio proprio dire questo: Remus è un lupo mannaro! Come hai fatto a non accorgertene? E poi scusa, ma che differenza fa?- aveva chiesto Sirius, a metà tra l'arrabbiato e l'esasperato, ad una attonita Ninfadora.

-Nessuna! Non cambia nulla. Solo non l'avrei mai immaginato! Mi dispiace...davvero...- Tonks si era trovata quasi a gridare, gli occhi umidi che minacciavano lacrime mentre i capelli erano diventati improvvisamente blu notte.

-Che cosa non avresti mai immaginato?- Remus era appena entrato dietro di lei e ora la stava guardando con aria curiosa, un sopracciglio alzato.

-Mi dispiace!- Aveva gridato la ragazza tra le lacrime prima di fuggire via da Grimmuld Place, lasciando un Remus sorpreso e un Sirius piuttosto dispiaciuto.”


 

Ninfadora si era seduta alla scrivania, tenendo la lettera di Remus tra le mani. Fissava quella carta ingiallita cercando di imprimere nella memoria ogni singola parola. Lui se ne era ricordato, si era ricordato di quella poesia e aveva capito che cosa rappresentasse per lei. Improvvisamente tutta l'ansia e la paura per il giorno seguente erano sparite. Lei amava Remus, e questa era l'unica cosa importante. Lo amava da sempre, probabilmente lo stava già aspettando anche prima di incontrarlo, ecco perchè lei si era accorta subito di essersene innamorata, non appena lo aveva visto. Peccato che per lui non fosse accaduto lo stesso.


 

“-Tonks, posso entrare?- Remus aveva bussato piano alla porta di quella che era diventata la sua stanza dopo che si era trasferita a Grimmuld Place, dato che il suo appartamento babbano era inagibile per via di un tubo rotto. Erano passate alcune settimane dall'incidente della licantropia e Ninfadora aveva ormai capito di amare Remus. Aveva capito anche che lei non gli era indifferente ma che per un incomprensibile motivo lui si rifiutava di ammetterlo persino con se stesso. Per questo cercava di evitarlo il più possibile. Per soffrire meno.

-Si, certo. Entra pure.- Aveva risposto lei dall'interno.

-Credo che la cena sia pronta.-

-Non ho molta fame. Ti dispiace dire tu a Sirius che non scendo?-

-E' per me,vero? Perché mi eviti? E' per via della licantropia? Mi dispiace se il mese scorso ti ho spaventata, ma non sapevo dove andare per passare il plenilunio.- Remus sembrava davvero dispiaciuto e profonde rughe gli solcavano la fronte mentre abbassava lo sguardo per fuggire quello di lei. Evidentemente il ricordo dell'ultima luna piena passata lì a Grimmuld Place ancora gli bruciava e questa sensazione era resa ancora più dolorosa dal fatto che Ninfadora fosse presente, sebbene lui le avesse impedito di entrare nella cantina dove si era rinchiuso.

-No, Remus, come puoi pensare che sia per questo? Sai che la licantropia per me non è un problema.- la ragazza aveva preso tra le mani il viso del mago, costringendo gli occhi di lui a fissarla. -Ti sembro forse spaventata ora?-

-Allora perchè? Cos'è cambiato tra noi? Pensavo fossimo amici- Ora Remus era davvero confuso, l'unica cosa che riusciva a capire, o meglio, a sentire, era quel calore dolce che si diffondeva dalle mani di lei e gli entrava dentro attraverso la pelle.

-O Remus, davvero non capisci? E' così difficile?-

-Che cosa non capisco?-

-Questo.- Ninfadora aveva appoggiato le labbra contro quelle di Remus, piano, delicatamente, dando tutto il tempo al mago di ritrarsi se avesse voluto. Ciò che lei non avrebbe potuto immaginare era quello che era accaduto in seguito: aveva sentito le labbra dell'uomo spingere di più sulle sue, il bacio si era fatto violento, intenso, intimo. Come presi da una furia inspiegabile i due si erano ritrovati a rotolare tra le coperte, mentre le lingue erano impegnate in una passionale danza dei sensi e le mani a esplorare i rispettivi corpi. Non era durato molto, giusto il tempo per Ninfadora di capire che anche Remus la amava e che provava per lei lo stesso struggimento che la attanagliava da settimane. Poi, così come era iniziato, Remus si era scansato ponendo fine a quel lungo bacio. Con aria mesta e colpevole era uscito dalla stanza, rivolgendo alla donna un pallido sorriso di scuse.”


 

Ripensare a quel bacio le faceva provare ancora le stesse sensazioni della prima volta: le labbra ruvide del mago spinte con forza contro la sua bocca mentre le mani, morbide e calde, avide di sensazioni, toccavano la sua pelle lasciando una scia infuocata. Ancora oggi questa immagine le provocava un'ondata di calore che dal basso ventre si irradiava lungo tutta la spina dorsale. Mai era stata baciata così, con foga e con violenza, ma anche con dolcezza e profondo amore, come se con quel bacio si volesse suggellare un bellissimo segreto ed un momento che non sarebbe mai più tornato.

I giorni che erano seguiti a quella sera costituivano per la giovane strega niente più che un vago ricordo sfocato fatto di assenza e dolore. Non solo il rifiuto di Remus, ma anche la morte di Sirius, avevano provocato in lei una voragine incolmabile. Aveva perso l'unico parente, a parte i suoi genitori, a cui volesse bene ma soprattutto aveva perso un amico. Sirius era l'unico a sapere cosa provasse per Remus e in questo la sosteneva. Si sentiva come se le avessero portato via la terra da sotto i piedi. Aveva cercato più e più volte di incontrare Remus e di parlargli ma non ci era mai riuscita poiché il mago evitava di restare da solo con lei. Ancora oggi ricordare la faceva soffrire. A lungo era rimasta in attesa di un suo gesto, di una parola, di qualcosa che le facesse capire che non si era immaginata tutto e che anche lui l'amava allo stesso modo. Ma non era servito a nulla. Ninfadora sapeva che anche lui soffriva enormemente per la morte dell'unico vero amico che gli fosse rimasto e avrebbe voluto poter condividere con lui il suo dolore. Avrebbero potuto consolarsi a vicenda e sanarsi l'un l'altra le ferite, ma il licantropo le sfuggiva allo stesso modo in cui avrebbe voluto fuggire dalla luna piena. Mentre Ninfadora si lasciava andare alla scia di quei ricordi, stringendo convulsamente tra le mani quella piccola pergamena, grossi goccioloni avevano preso a scendere lungo il suo viso, senza che lei potesse fare nulla per fermarle.


 

“Qualcuno aveva bussato alla porta del suo appartamento ormai risistemato. Ninfadora stava guardandosi allo specchio, poco prima di mettersi a letto. Ancora stentava a riconoscere l'immagine di colei che dalla parete la fissava di rimando. I capelli grigio topo, gli occhi spenti, il volto incavato, non potevano essere i suoi. Non era più se stessa e questo si rifletteva nella sua immagine e nei suoi poteri. E lei sapeva chi dover ringraziare per questo. Lentamente era andata ad aprire.

-Sono io. Posso entrare?- Remus, avvolto in un pesante mantello nero,stava in piedi sul suo uscio. Ninfadora era rimasta turbata nel vederlo, ormai non ci sperava più.

-Come ti pare. Non mi sembra che ti interessi più quello che ho da dire.- Si era voltata andandosi a sedere sul divano e il mago l'aveva seguita.

-Mi dispiace.-

-Mi dispiace, mi dispiace! Remus non sai dire nient'altro? Mi dispiace di averti baciata Tonks, mi dispiace di essere un lupo mannaro, mi dispiace di amarti! Sono stanca,Remus. Pensavo di contare qualcosa per te ma evidentemente mi sbagliavo.- Non voleva essere così aggressiva, ma vederlo lì davanti a lei, con quell'aria sempre tremendamente dispiaciuta l'aveva fatta infuriare.

-Hai ragione. Sono sempre dispiaciuto perchè con te ho fatto un errore dopo l'altro. Prima mi sono permesso di amarti illudendo me stesso, e poi ti ho baciata, così ho finito per illudere anche te e farti soffrire. Questo amore è sbagliato, e lo sai bene anche tu, Ninfadora!-

-Non chiamarmi Ninfadora!- la strega ormai stava urlando. -Non hai nessun diritto di usare quel nome. Io ti amo,Remus ed è il tuo rifiuto ad avermi ridotto in questo stato, non il tuo amore!-

-Devi dimenticarmi e tornare ad essere felice.- L'uomo aveva pronunciato queste parole con una nota di incertezza nella voce, come se non fosse davvero sicuro di quello che stava dicendo.

-Impossibile.- aveva risposto Ninfadora con voce dura e ferma.

-Impossibile sì, fino a che io sarò nei paraggi, ma ora andrà tutto meglio.-

-Che vuoi dire,Remus? Cosa significa “ora andrà meglio”?- La strega si era alzata e si era avvicinata a lui, strattonandolo per il mantello con violenza -Che intenzioni hai?-

-Domani partirò. In missione per conto di Silente. Tra i mannari. Non ti starò più fra i piedi e tu potrai finalmente tornare ad essere felice.-

-No...no...non può essere...no...- la strega si era accasciata sul pavimento tremando convulsamente. La notizia le aveva strappato quell'ultimo filo di speranza che ancora impediva al suo cuore di frantumarsi in mille pezzi. -No..tu non...no, ti prego...-

-Ninfadora, non fare così per favore, vedrai che sarà meglio per tutti.- Il mago si era chinato sulla donna e, mettendo a tacere la voce della ragione che nella sua testa gli diceva di voltarsi e andarsene, l'aveva abbracciata. Lei si era aggrappata a lui con tutte le sue forze, come se questo potesse davvero trattenerlo e impedirgli di partire. Aveva cominciato a piangere e le lacrime calde bagnavano il mantello del mago che era incapace di staccarsi da lei.

-Ti prego resta con me.- lo aveva implorato tra le lacrime.

-Non posso.- Quelle parole erano costate all'uomo una fatica infinita, peggio di mille trasformazioni. Sapeva che il suo posto era accanto a quella donna ma sapeva anche che era l'unico posto dove non poteva assolutamente restare.

-Resta con me almeno stanotte.-

-Ninfadora non...- Ma lei non lo aveva lasciato finire, si era aggrappata a lui ancora più stretta e lo aveva baciato. Lui non aveva avuto più la forza di respingerla e aveva risposto al bacio con forza. Si erano baciati a lungo, sempre con più violenza e con più passione. I capelli di Ninfadora erano tornati rosa mentre lui la stringeva, incapace di lasciarla andare. Si erano amati follemente per tutta la notte, più e più volte. I corpi intrecciati e gli animi uniti. Si erano scambiati parole dolci di amanti e con voci ansimanti si erano cercati e trovati ripetutamente. Ma la notte era finita e quando le prime luci dell'alba erano entrate nell'appartamento di Tonks quel mattino, avevano trovato una donna nuda nel suo letto, sola e con i capelli grigio topo.”


 

Quante volte Ninfadora aveva ripensato a quella notte e ai giorni successivi! Aveva amato Remus con tutta se stessa e il distacco che ne era seguito aveva provocato in lei una ferita profonda che ancora tardava a rimarginarsi. Non avrebbe mai smesso di temere il suo abbandono. Ma non si era mai pentita di quella notte, almeno aveva avuto qualcosa di bello da ricordare nei mesi successivi mentre osservava la luna, lontana e indifferente, pensando al suo uomo in mezzo ai licantropi. Ben presto altri pensieri erano arrivati a occuparle la mente: la guerra contro Voldemort era sempre più vicina e lo scontro imminente richiedeva tutti gli sforzi dei membri dell'Ordine. La morte di Silente aveva scosso gli animi di tutti e lei, già sofferente per la perdita del preside che tanto aveva amato, era stata costretta a rivedere Remus e a subire l'ennesimo rifiuto. Ripensando alla scena nell'infermeria riusciva a farsi tornare alla mente tutti i minimi particolari: il bianco del locale, il freddo che l'aveva invasa nel vedere Bill steso su quel letto, poi il viso, ancora più stanco e magro del solito, di Remus che la osservava e la sua mano che istintivamente andava a intrecciarsi con quella dell'uomo come a voler assicurarsi che fosse realmente lì. Poi c'era stata la dichiarazione di Fleur e lei non ce l'aveva fatta più. Si era voltata verso Remus e gli aveva sbattuto in faccia il suo amore per l'ennesima volta. E lui, per l'ennesima volta, l'aveva respinta. Gli amici erano accorsi in suo aiuto: ma da quanto sapevano di quella situazione? Persino la McGranitt! Poi la tensione e la rabbia erano divenute insopportabili: era dovuta fuggire, mentre sentiva che il suo cuore, che credeva in pezzi ormai da tempo, emetteva un flebile lamento.


 

“-Ninfadora aspettami!-

-Non chiamarmi Ninfadora!- Aveva sbraitato lei senza nemmeno voltarsi indietro. Non voleva più vederlo, non voleva più sentirlo. L'unica cosa che voleva era tornare a casa sua, nascondere la testa sotto al cuscino e piangere tutte le ultime lacrime rimaste. Perché aveva appena promesso a se stessa che non avrebbe più permesso a Remus di farla soffrire in quel modo. Non la voleva? Bene, non l'avrebbe avuta. Appena oltrepassati i confini di Hogwarts si era smaterializzata direttamente a casa sua, infischiandosene di tutti i sistemi di sicurezza. Per ore era rimasta sdraiata nella sua stanza, lavando via col pianto tutto il dolore, per quanto fosse difficile. Ora si sentiva svuotata, spossata. Non aveva più lacrime. Sarebbe dovuta tornare alla scuola di magia per il funerale di Silente e lì avrebbe rivisto Remus ma per ora non voleva pensarci. Era troppo stanca. Doveva essersi addormentata da qualche minuto quando un ticchettio insistente alla finestra l'aveva costretta a guardare. Era il vecchio gufo spelacchiato di Remus. Con uno sforzo disumano si era alzata e aveva aperto. Un vento gelido l'aveva attraversata, soffiando via le ultime tracce di sonno. Con attenzione aveva slegato la piccola pergamena legata alla zampa dell'uccello e gli aveva dato un biscotto per farlo stare buono. Con curiosità mista a paura aveva aperto la lettera: il suo contenuto aveva fatto affiorare in lei nuove lacrime, proprio quando pensava di averle piante tutte: una poesia di un vecchio poeta babbano, Keats, che lei amava particolarmente. “Senza di te” era il titolo.”


 

Quella stessa, piccola, preziosa pergamena si trovava ora tra le mani di Ninfadora che, ancora seduta alla scrivania, stava ripensando al suo passato con Remus e a come alla fine fosse riuscita a conquistarsi il suo amore. Non era difficile per lei ricordare ciò che era seguito:

 

“Aveva preso i primi indumenti che le erano capitati sotto mano e, indossato il mantello viola che adorava, si era fiondata fuori di casa. Passando di fronte allo specchio dell'ingresso le era parso di vedere una macchia rosa correre verso il portone ma non si era fermata a controllare. Senza fiato per la corsa si era presentata di fronte a casa di Remus che l'aveva accolta con un sorriso -Perché non ti sei Smaterializzata?-

-Cosa? Oh...io...non ci ho pensato!- aveva replicato picchiandosi la fronte con una mano.

-Sei sempre la solita sbadata!-

-Pensavo di piacerti anche così.- Tutte le difese appena costruite stavano miseramente crollando mentre se ne restava lì, in piedi, di fronte all'uomo che amava.

-Ti amo, Dora. Sono stato un vero stupido ma ora ho capito che il rifiuto era l'errore, non l'amore. Potrai mai perdonarmi?- La ragazza si era fiondata tra le braccia del mago e l'aveva stretto così forte da togliergli il fiato. Ogni promessa fatta a se stessa solo poche ore prima adesso, in quel luogo sicuro che erano le sue braccia, non aveva più alcuna importanza.

-Perdonato! Ma...Dora?-

-Si, Dora! Io adoro il tuo nome ma dato che tu lo detesti ho pensato che potesse essere un giusto compromesso!- Le aveva sussurrato l'uomo all'orecchio prima di richiudersi la porta alle spalle e di condurre la strega nella sua camera da letto.

-Lo farai di nuovo?- aveva chiesto Ninfadora mentre il mago aveva iniziato a baciarle il collo -Mi lascerai di nuovo?-

-No, non lo farò. E come potrei adesso che ho capito che senza di te non posso vivere?

Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio Amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.”
-Bene, perchè in quel caso sarei costretta a sottoporti ad una maledizione senza perdono!- aveva replicato Ninfadora sorridendo felice e lasciandosi finalmente andare alle carezze di Remus.”

 
Nel silenzio della sua stanza la strega aveva ripiegato con cura il foglietto e lo aveva messo tra le pagine di un vecchio libro che stava lì vicino, la raccolta di poesie di John Keats. Poi aveva preso un nuovo foglio di pergamena e aveva intinto la penna nel calamaio:
Non hai mai avuto bisogno delle parole di un poeta per esprimere il tuo amore. Lo fanno i tuoi occhi ogni volta che mi guardi, lo fanno le tue mani ogni volta che mi tocchi, lo fa la tua voce ogni volta che mi parli. Ti amo, Remus, vorrei poterlo gridare al vento, così che tutti possano sentirlo. Per ora posso solo imprimerlo su questa carta e domani ripetertelo ancora un'altra volta. Ti amo, non mi stancherò mai di ricordartelo. Ti amo e non vedo l'ora di essere tua moglie!
Tua per sempre, Dora.








Salve a tutti!
Eccomi tornata in tempi record con una nuova ff! E' doveroso per me fare una piccola premessa (si, lo so che generalmente le premesse stanno all'inizio ma ho preferito non annoiarvi in anticipo!): questa storia, a differenza di molte altre che ho scritto, non mi è uscita di getto. Era nata come una ff sul primo incontro tra Remus e Dora ma poi si sono aggiunti tutti gli altri pezzetti, come in una sorta di collage. Mi ha portato via moltissimo tempo perchè ci tenevo che venisse bene: l'ho controllata e ricontrollata, scritta, riveduta e riscritta nuovamente. Prima di decidermi a pubblicarla sono passate settimane di dubbi. Alla fine mi sono decisa...ed eccola qua! Ci tengo davvero moltissimo e, anche se in certi punti non mi convince al 100%, sono piuttosto soddisfatta del risultato. Mi sono innamorata di quella poesia appena l'ho letta e da allora non facevo altro che pensare a quanto fosse dannatamente perfetta per Remus, sono stata praticamente costretta a inserirla in questa one-shot! Spero abbiate voglia di farmi sapere cosa ne pensate, anche se è una critica!
Grazie in anticipo a tutti coloro che la leggeranno (e in particolare a chi avrà voglia di lasciarmi un commento!)!
Un bacio,
v91;)
ps: ho inserito Sirius tra i personaggi anche se la sua è una parte piccola piccola, ma mi sembrava giusto inserirlo dato che è una figura importantissima sia per Remus sia per Dora e in un certo qual modo influenza entrambi.

 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: v91