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Autore: ausel dawn    02/11/2011    4 recensioni
Nessuno parla mai di Olivia, per questo ho pensato di farlo.
La sua storia e quella di George (come sono andate le cose secondo me..)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Piacere, sono Olivia", lo incontrai in questo modo, ero una semplice segretaria io, ma poter parlare con George Harrison mi elettrizzava.
"George Harrison, e così sei la mia nuova segretaria... bello", mi rispose semplicemente questo, era un uomo timido. 
Sembrava distaccato.
"Allora, mi deve spiegare qualcosa, signor. Harrison?" chiesi in tono formale.
"Che c'è da spiegare? E' semplice quando entra uno gli chiedi chi è e cosa voglia e se è armato... beh, scappa. Se qualcuno ti chiama devi fare lo stesso, mi sembra semplice... no, tranne per la pistola, va beh, gli chiedi se è un assassino.." mi sorrise.
Aveva un magnifico senso dell'umorismo, sorrisi anche io.
"Ok, mi sembra semplice signor. Harrison!" dissi.
"Va bene, io vado a suonare allora... oh, e un ultima cosa... non chiamarmi "signor. Harrison" odio le formalità, per te sono George. Intesi, altrimenti ti licenzio!" se ne andò via spavaldo.
Rimasi di sasso... "wow" dissi questo. 
Non mi sembrava il tipo di uomo che potesse gestire una casa discografica... per niente.
La giornata passò velocemente.
Non c'era nulla da fare, così decisi di andare dal signor. Ha... ehm... George!
Sentivo della musica da lontano, decisi di seguirla.
Era dolcissima, profonda, non volevo più staccarmi da essa.
C'era una stanza, un porta chiusa.
L'aprii senza fare rumore.
C'era lui che cantava e suonava.
Il cuore mi batteva all'infinito.
"ODDIO!" pensai, "ricomponiti Olivia!" dovevo mantenere la calma.
Stetti a guardarlo per circa dieci minuti, non volevo smettere.
Si girò di scatto, "merda!" pensai...
cercai di nascondermi.
Inciampai e finii dentro la sala.
"Oh cazzo... questo mi licenzia!" pensai.
"Scu - scusi, ora torno al lavoro. Mi- mi scusi ancora, si - signor Harrison!" balbettai questa frase.
"Non così in fretta!" mi rispose arrabbiato.
"Oh merda!" pensai, "Sì, mi vuole?"
"Cosa ti ho detto prima?" era incazzatissimo.
"Ah.. beh - beh di vedere se arriva gente... ma - ma posso spiegare, il fatto è che - che non c'era nessuno e - e allora mi - mi stavo annoian..." "NO, non questo!" mi interruppe.
" E - e cosa?!" ero preoccupata,
"Basta con queste formalità, insomma. Poi, puoi stare qui se vuoi... tanto so che non c'è nessuno!"
Feci una faccia stranita.
"Ma questo che cazzo si fuma!?" pensai.
"Ah, o - ok, signo... George!"
gli sorrisi.
"Comunque suoni benissimo, sai?" gli disse per allentare la tensione.
"Ah.. grazie..." mi guardò.
Stetti là per tutto il giorno a guardarlo.
Era bravissimo, era bellissimo!
Qunado era una quindicenne andavo matta per George... 
Si fece sera.
"Beh.. allora a domani.." mi baciò la guancia.
"Ciao!" lo vidi andarsene via.
Era stupendo.

Questi ricordi riempivano le mie giornate mentre stavo con George.
Eravamo a letto, insieme, lui mi stringeva forte.
Lo baciai.
"Ti amo." mi disse, amavo sentirglielo dire.
"Anche io, non sai quanto.." sorrisi.
"Nostro figlio sarà felicissimo, te lo prometto. Tu sarai felice, noi saremo felici!" disse accarezzandomi la pancia.
Ero incinta, ne ero felicissima.
Tra una settimana sarei stata la signora Harrison, mi sembrava un sogno e invece no, era la realtà.
Mi appoggiai al suo petto.
Mi accarezzò i capelli.
Questo momento così bello doveva durare in eterno...
volevo stare con lui. (dovevo stare insieme a lui!)

Dhani mi abbracciò mentre tenevo il mio volto incollato al suo petto.
Tutte quelle belle parole,
tuti quei baci, quelle carezze,
quei momenti di inestimabile valore passati con lui...
erano finiti e non potevano più tornare.
"Dai mamma, non piangere" disse mi figlio trattenendosi una lacrima.
George era morto.
Il cancro l'aveva ucciso, gli chiesi miliardi di volte di smettere di fumare, ma non mi diede mai ascolto...
per lui non era un fatto grave.
Invece ora può vedermi solo dal paradiso.
Sono queste piccole cose che distruggono la vita di un uomo
sono questi grandi fatti che distruggono la vita di mille persone.

George, ho bisogno di te.
Sono la tua Dark Sweet Lady!

 

   
 
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