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Autore: kateausten    02/11/2011    6 recensioni
"Oddio" disse Hermione aggrappandosi al tavolo.
"Miseriaccia" balbettò Ron guardando la figura davanti a loro.
Anche il piccolo Harry- poteva avere al massimo due anni- guardò i due ragazzi sconvolti. Fasciato dalla divisa afflosciata sulla sedia, fece un gran sorriso sdentato prima di tendere le manine verso i due.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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"Certe cose non cambiano mai" pensò Ron Weasley mentre girava pigramente la sua pozione. Si guardò intorno cercando di soffocare uno sbadiglio, notando l'atmosfera rilassata che c'era nei sotterranei.
Il fatto di non avere più gli occhi neri come il carbone di Piton puntati addosso, pronti a captare anche solo un minimo errore e togliere così venti punti a Grifondoro, migliorava alquanto il lavoro dei giovani Grifondoro.
Ron si rese conto che anche Neville era tranquillo. Ma Neville era cambiato e da goffo bambino era diventato un adolescente molto più sicuro di se.
Il professor Lumacorno si limitava a riprendere bonariamente gli studenti quando commettevano degli errori, percui Ron non era più preoccupato per quelle lezioni di Pozioni che un tempo gli sembravano impossibili.
Tuttavia, una persona non se la prendeva con calma come faceva lui.
Mentre Harry, alla sua sinistra, scriveva un bigliettino da mandare a Ginny, Hermione, seduta accanto al Ron, aveva i capelli crespi a causa dei vapori che uscivano dal suo calderone, le guancie rosse come due pomodori e mescolava freneticamente il liquido per ottenere il colore lilla che avrebbe dovuto avere la Pozione della Giovinezza.
Mentre la guardava, Ron nascose un sorriso.
Era il loro ultimo anno li a Hogwarts. Dopo la Battaglia, avevano deciso di tornare per completare la loro istruzione magica. Lui e Harry erano stati incerti fino all'ultimo momento. Non erano esattamente entusiasti di passare un altro anno a studiare, ma il periodo passato a cercare Horcrux al freddo e in completa solitudine, aveva tolto a tutti e tre una grossa fetta della loro adolescenza. Fetta che volevano, giustamente, riprendersi.
Era ottobre, Hogwarts era iniziata da un mese e niente sembrava cambiato. Le lezioni erano difficili e mai noiose, gli studenti sereni e preoccupati solo per i compiti e per i test, gli amici quelli di sempre. Ad un osservatore esterno, Hogwarts poteva sembrare sicura, perfetta.
Ron abbassò gli occhi a quel pensiero. Hogwarts non era pefetta. E per un certo periodo, non era stata neanche sicura.
Per rendersi conto che c'era stato un grosso cambiamento, bastava vedere le rughe che erano comparse intorno alla bocca della McGranitt, fin da quando era morto Silente. Oppure notare quante statue in meno c'erano nei corridoi. Bastava soltanto sentire che il castello era molto più silenzioso di quanto non fosse mai stato.
Infine, per rendersi conto che c'era stato davvero un grosso cambiamento, bastava affacciarsi alla finestra di qualsiasi aula.
L'enorme lapide di marmo bianco vicino al Lago, scintillante e accecante a causa del sole, aveva incisi sulla superfice i nomi di tutti coloro che erano morti durante la Guerra.
Fred.
A quel nome Ron strinse un pugno e cercò di mandare giù il magone. Suo fratello era morto da eroe, si, ma gli mancava terribilmente. Vedere George da solo, era scioccante.
Ma se tutte queste cose erano cambiate, c'era qualcosa che non sarebbe mai e poi mai cambiato. Ovvero, la dedizione di Hermione negli studi. E questo piccolo, sciocco, inutile pensiero era per Ron e Harry qualcosa che li consolava sempre.
Hermione alzò lo sguardo, sentendo gli occhi di Ron su di se, e velocemente si concentrò sulla pozione, con una smorfia stampata sul viso.
Anche Ron tornò a guardare la sua pozione, maledicendosi.
Si era scordato che avevano litigato e che adesso non si parlavano. Era stato tutto un semplice equivoco, almeno a parere del ragazzo, ma sapeva come era Hermione e anche quali erano i suoi tempi per tornare a rivolgergli la parola.
"Io e Hermione abbiamo litigato" aveva annunciato Ron a Harry, un'ora prima mentre erano seduti nelle comode poltrone della Sala Comune.
Harry aveva alzato gli occhi dal "Quidditch attraverso i secoli" e aveva alzato le sopracciglia.
"Scusa Ron, quale sarebbe la novità?" aveva chiesto.
"Non è una novità" rispose lui imbronciato "E' solo che quella ragazza ha bisogno di rivedere le sue priorità, io l'ho sempre detto".
Le sopracciglia di Harry erano ancora rivolte verso il soffitto così Ron decise di dovergli una minima spiegazione.
"Ho insultato... beh, insultato è una parola grossa... insomma, quello che adesso vuole fare per le creature marine, come i tritoni e le sirene. Vuole creare un'altra specie di C.R.E.P.A... io mi sono limitato a dirle che le avrebbe portato via del tempo che magari avrebbe potuto dedicare ad altro...".
Le orecchie di Ron diventarono rosse e Harry nascose un ghigno, perchè sapeva che per 'altro', Ron intendeva se stesso.
"Beh... sei sicuro di averle spiegato con.. uhm... parole gentili quello che pensavi?" chiese sperando di poter riprendere la lettura prima che iniziasse la prossima lezione.
A questa domanda Ron sprofondò in un silenzio meditativo per qualche secondo.
"Forse... forse mi sono scappate parole come 'inutile' e 'chi te lo fa fare'..." borbottò.
Harry combattè contro se stesso per non alzare gli occhi al cielo.
"Eppure mi sembra che gli elfi domestici e il C.R.E.P.A. ti abbiano portato fortuna, no?".
Ron arrossì del tutto, e Harry, soddisfatto, riprese a leggere il suo libro. Aveva appena letto le prime due parole che la voce di Ron lo interruppe nuovamente.
"Lo so. E' che dopo... siamo stati entrambi imbarazzati. Non ne abbiamo parlato. Non ne abbiamo mai fatto accenno. E Hermione..." Ron aggrottò la fronte "Prima mi ha detto cose che non c'entravano niente con i tritoni o le sirene. Mi ha detto che era ovvio che lo vedessi come uno spreco di tempo perchè io non riuscivo a occuparmi di niente e di nessuno e che lei era stanca di aspettare e che avrebbe tanto voluto infilzarmi con un aggeggio babbano di cui non mi ricordo il nome...".
Harry mugolò comprensivo, lanciando un'occhiata di desiderio al suo libro prima di chiuderlo.
"Abbiamo affrontato Voldemort. Abbiamo affrontato Mangiamorte e.. e ogni genere di pericolo... e lei se la prende per.. questo? Capisci quando dico che deve rivedere le sue priorità?" disse Ron guardando il suo amico.
Harry sospirò. Quei due erano al limite, come due bombe pronte a scoppiare e non lo capivano. Per Godric, come erano ottusi!
"Ron " disse pazientemente Harry "Hermione non ti ha fatto quella scenata solo perchè le hai detto che quella nuova associazione era inutile".
Ron fece per parlare ma Harry lo anticipò.
"Sono passati cinque mesi da quel bacio. Prima poteva capire... la guerra era appena finita, c'era il lutto per Fred e tutto il resto... un sacco di cose da sistemare... ma adesso, ecco... credo che lei si aspettasse anche un minimo segnale da te".
Ron aprì la bocca e poi la richiuse.
"Quindi, secondo te... è per questo?" chiese a mezza voce.
Harry annuì, passandosi una mano fra i capelli. Guardò poi il vecchio orologio di Fabian Prewett e sobbalzò.
"Avanti Ron! Dobbiamo essere a Pozioni fra cinque minuti!".
Pensierso, seguì il suo amico verso il ritratto.
"Perchè per te e Ginny non è così difficile?" chiese Ron immusonito, mentre camminavano.
"Non è vero che non è difficile. E' stato sempre difficile" rispose laconico Harry e Ron si pentì di quella domanda. Poi Harry sorrise: "Solo che adesso non riesco più a concentrarmi a lezione... pensa, il Bambino Sopravvissuto, colui che ha sconfitto Voldemort... bocciato ai M.A.G.O perchè pensa solo a una ragazza".
Ron sghignazzò mentre entravano nel sotterraneo.
Ron ripensò a quella conversazione, mentre il Professor Lumacorno annunciava che mancavano cinque minuti alla fine della lezione. Hermione aveva una faccia soddisfatta, ma Harry guardò preoccupato il suo lavoro.
"Credo che un bel suggerimento del Principe non ci stia proprio male adesso" bisbigliò a Ron.
Ron guardò comprensivo la pozione che invece di essere lilla era turchese.
"Forse... se ci provo a mettere..." borbottò Harry mentre prendeva alcuni ingredienti e li gettava alla rinfusa nel calderone.
Ron rivolse uno sguardo alla sua Pozione, che era viola scuro. Beh, ne aveva fatte di peggiori e poteva...
BOOM!
Una grossa esplosione accanto a lui lo aveva fatto sobbalzare e toccare il braccio di Hermione, trascinandola via velocemente da quel punto. Anche lei aveva gli occhi sbarrati e tutta la classe aveva cominciato a tossire a causa del fumo che si stava diffondendo.
"Mi... Miseriaccia!" riuscì a dire Ron, tra un colpo di tosse e l'altro.
"E' stato Harry?" chiese Hermione con le lacrime agli occhi.
Dal fumo, spuntò il Professor Lumacorno, con un fazzoletto premuto sulla bocca.
"Cosa è successo?" riuscì a chiedere.
"Non lo so professore..." balbettò Ron.
"Harry?" chiese una voce, la voce di Ginny, dall'altra parte della stanza.
Nessuna risposta. Il fumo si stava diradando ed era possibile vedere i contorni degli oggetti.
"Do... dov'è Harry?" chiese Hermione facendo un passo per avvicinarsi.
In quel momento, un piccolo vagito riempì la stanza. I Grifondoro rimasero silenziosi davanti a quel suono.
"Oh no" mormorò il professor Lumacorno.
Ron si girò completamente sconvolto verso Hermione, che ricambiò lo sguardo stralunata.
Entrambi si avvicinarono alla sedia dove solo qualche minuto prima, era seduto un Harry Potter diciottenne.
Adesso, c'era sempre lui. Aveva sempre gli occhi verdi, la cicatrice sulla fronte e i capelli neri. Ma non aveva più diciotto anni.
"Oddio" disse Hermione aggrappandosi al tavolo.
"Miseriaccia" balbettò Ron guardando la figura davanti a loro.
Anche il piccolo Harry- poteva avere al massimo due anni- guardò i due ragazzi sconvolti. Fasciato dalla divisa afflosciata sulla sedia, fece un gran sorriso sdentato prima di tendere le manine verso i due.

  
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