Solo la seconda RDJude che
scrivo. Ancora consapevolissima del fatto che ci siano storie
meravigliose e
autrici spaventosamente brave nel fandom, pubblico questa mia storiella
senza
pretese, sperando di non aver fatto troppo male! =D
Un bacio!
Sorprese
La superficie
dell’acqua
del fiume rifletteva il cielo terso di quel giorno di settembre che man
mano
che la sera scendeva, rifletteva il lento sfumare di ogni colore
dall’azzurro
acceso, tanto raro nei cieli di Londra, ad un azzurro tinto di giallo e
oro,
fino a scivolare in un blu scuro.
Nell’immenso parco però,
la sera non era scesa negli animi dei passanti, dei bambini intenti a
inseguire
una palla gridando allegramente, nelle coppie che si sporgevano dal
ponte
tenendosi per mano. E la sera non sarebbe mai scesa sui due uomini che
in
disparte, sedevano sulla sponda del fiume a fissare l’acqua e
il suo lento
scorrere.
Un’anatra nuotava
indisturbata di fronte a loro, scalpicciando vivacemente
l’acqua sotto di lei
in una buffa quanto semplicissima danza involontaria.
“Quel papero ti somiglia, Robert” disse
all’improvviso l’uomo biondo dagli
occhi azzurri stringendosi addosso la sua giacca.
L’uomo accanto a lui, dai
grandi occhi castani e arruffati capelli dello stesso colore lo
guardò con
espressione curiosa, come se si stesse chiedendo cosa diavolo il suo
compare
stesse blaterando.
“L’ultima volta che mi
sono guardato allo specchio, il becco non l’ho visto. Qualche
piuma forse si ma
credo facessero parte del mio ultimo acquisto…”
disse, pensieroso.
Jude rabbrividì, con un espressione di disgusto sul volto.
Conosceva bene
l’ultimo acquisto di Robert e conosceva altrettanto
perfettamente il suo gusto
in fatto di vestiti.
Alle riprese si era presentato con un completo bianco con inserti rosa
shocking, con variopinte penne e piume a decorargli le spalle e le
tasche.
Scosse la testa, cercando di rimuovere quella visione dalla sua mente.
“Ti prego, risparmiami il pensiero di quell’orrore.
Intendevo il modo in cui si
muove. Il modo in cui sbatte quelle sue adorabili zampette mi ricorda
quel
giorno in cui ti portai in discoteca” disse, sorridendogli
con scherno.
Robert lo guardò fingendosi offeso.
“Per tua informazione io
ballo benissimo. Ho seguito scuole e corsi, mio caro e scommetto che in
una
gara seria ti distruggerei”
affermò,
scuotendosi il bavero della giacca con fare impertinente. Mi divertiva
da matti
quando si comportava così, nonostante lui cercasse di essere
serio.
“Perdonami, caro. Ormai ho
perso il conto delle tue innate qualità. Certamente allora
è un tuo sosia che
ho visto dimenarsi in pista come un forsennato”
esordì nuovamente Jude con una
finta vocina che implorava perdono.
Robert lo squadrò, gli
occhi ridotti a fessure.
“Sicuramente” fu tutto quel che disse.
“Sicuramente” ripeté Jude, rendendomi
conto dell’assurdità di tutta quella
conversazione.
Però era proprio quello che amava di lui, di loro due. Ogni
volta che erano
insieme non sapevano mai che cosa avrebbero fatto, dove sarebbero
andati, in
quale strambe o serissime conversazioni si sarebbero avventurati. O
entrambe.
Erano capaci di parlare di qualcosa di assolutamente drammatico per ore
per poi
finire a discutere di qualcosa di completamente opposto come se niente
fosse.
Se l’eccentricità avesse avuto un volto, sarebbe
stato quello di Robert.
Il moro si sdraiò
sull’erba puntellandosi sui gomiti mentre Jude mordicchiava
il suo panino
abbandonato, osservando gli ultimi passeggiatori del parco attraversare
il
ponte.
Poi sbocconcellò con le dita il pane e ne tirò un
po’ all’anatra che sguazzava
nel fiume che subito vi si avventò correndo con le zampette
rapide e allungando
il collo per il lauto pasto.
Robert sembrò fulminare
Jude con lo sguardo, mentre seguiva attentamente, come un arbitro
particolarmente meticoloso osserva i movimenti di un giocatore, ogni
sua mossa.
Quando Jude ebbe finito, sbuffò. Jude non poté
non notare la sua espressione
inequivocabilmente irritata.
Alzò gli occhi al cielo.
“Che c’è stavolta? Che enorme e
imperdonabile torto ti ho fatto -senza nemmeno
saperlo- per provocare questa tua reazione?”
domandò, cercando di modulare il
suono della sua voce su ‘tono paziente’.
“Niente” rispose l’altro,
senza guardarlo.
“Dimmelo” continuò Jude, cominciando a
sentirsi come una madre alle prese con
un ragazzino particolarmente capriccioso.
“Niente, ho detto”
“Dillo. Subito.” Si impose Jude, mettendo le mani
sui fianchi mentre pensava
alla piega assurda che stava prendendo quella conversazione.
Robert lo guardò
sottecchi, indeciso se cedere o resistere alla sua insistenza. Alla
fine sbuffò
nuovamente, come un bimbo imbronciato e Jude riuscì a stento
a trattenersi dal
ridergli in faccia.
“Ecco…” cominciò cercando di
reggere lo sguardo “tu fai più regali a lei che a
me” disse tutto d’un fiato. Jude rimase li fermo,
ad osservarlo, come se si
sforzasse di interpretare quelle parole in un altro modo rispetto a
quello che
aveva immediatamente pensato. Non sapeva se ridere o piangere, e subito
dopo,
scoppiò in una fragorosa risata.
“Intendi… al pennuto?”
disse indicando la superficie dell’acqua dove ancora
l’anatra stava spartendosi
il bottino. “Cos’è, vuoi anche tu un
po’ del mio panino?”
Aveva le lacrime agli
occhi.
Robert, dal canto suo,
sembrava ancora più offeso dalla sua reazione, come se non
concepisse la
leggerezza con cui il suo compagno aveva preso in mano la situazione.
“Non funziona così. Dev’essere una cosa
spontanea, Jude” incrociò le braccia “io
ti ho regalato quella bellissima cornice con quella mia
foto…”
Jude rise ancora.
“Sapessi che rarità! Basta una ricerca su google
per trovarne a decine” lo
stuzzicò ancora di più. In realtà
aveva adorato quel regalo. Gli era sembrata
una cosa infinitamente dolce, intima. Quasi a volergli regalare un
po’ di se
stesso.
“Oh, allora la prossima
foto me la scatto da solo nella doccia” disse sarcastico.
Jude ammiccò e gli si avvicinò di più,
osservandolo con giocosa malizia.
“Quella non mi dispiacerebbe” ammise.
“Non la meriti”
Jude si finse dispiaciuto.
“Sei crudele se mi illudi così” disse,
mettendo il muso, scherzosamente.
Robert non riuscì a mantenere la sua espressione seria e il
lampo di un sorriso
comparve per un secondo sul suo volto mentre si voltava a guardare
nuovamente
Jude negli occhi.
“Resta il fatto che siamo in disparità”
“E resta il fatto che
stiamo discutendo sul fatto che tu sia invidioso di una
papera”
“Se la papera in questione
è più coccolata di me dal mio compagno, allora la
cosa diventa seria”
“Tutta questa faccenda è molto lontana
dall’essere seria”
“Dipende dai punti di
vista” asserì Robert.
Jude scosse la testa, ripensando a quanto aveva pensato poco prima
sull’eccentricità di Robert. Evidentemente non
aveva ancora testato su di lui i
livelli più alti.
Rise ancora. Dove lo
avrebbe trovato un altro così?
“Bisogna analizzare i pro
e i contro. Potrei instaurare una sana e duratura relazione con quella
papera,
che a tuo dire io preferisco a te, ma ci sarebbero diverse
difficoltà, io temo”
Robert aggrottò le
sopracciglia.
“Tipo?”
Jude sembrò pensoso, e cinse le spalle del compagno con un
braccio.
“Uhm… prima cosa, non potrei avere molti spunti di
conversazione” Jude contò
mentalmente, ma tenendo il segno con le dita della mano sinistra.
“Poi mi sentirei veramente a disagio se dovesse covare uova
sul mio cuscino”
L’espressione di Robert in
quel momento era indecifrabile.
“…per non parlare delle piume che lascerebbe in
giro per casa, e poi dubito che
cucinerebbe frittelle migliori delle tue” disse soddisfatto.
“Tutto qui?” domandò
Robert, con espressione sempre più divertita.
“Oh, dimenticavo. Quell’adorabile becco
rappresenterebbe un ostacolo non
indifferente” aggiunse mentre il suo viso si avvicinava
sempre di più a quello
di Robert.
“…per?”
“Perché non potrei fare questo”
continuò Jude, con la sua voce scemava sempre
di più mentre univa le sue labbra a quelle
dell’uomo di fronte a lui in un
bacio dolce, appassionato e pieno d’amore. Robert lo strinse
a se con forza e
Jude non si ritrasse accogliendo quell’abbraccio con calore.
Quando si
separarono Robert era visibilmente più convinto.
Riprendendo fiato, e riaggiustandosi il bavero della giacca, sorrise.
“Le tue motivazioni sono state soddisfacenti” disse
“ma rimane la spinosa
questione del regalo”
Jude ridacchiò e scosse la
testa.
“Ti assicuro che la disparità era stata appianata
anche prima che cominciassimo
il discorso” sussurrò Jude, come per non farsi
sentire da qualcun altro “ma
occhio a non farti sentire da Miss Bellepiume o ci rimarrà
male”
L’espressione di Rob era
quella di un ragazzino la mattina di Natale quando appena sveglio corre
ad
aprire i regali sotto l’albero. Il suo amore per
quell’uomo raggiunse in quel
momento vette inimmaginabili.
“Sei serio? E che cos’è?”
domandò con insistenza, tirandogli la manica della camicia.
“Non te lo dico”
“Ma…”
“Non ammetto repliche.
Sarà una sorpresa” tagliò corto Jude
sorridendogli, godendo dell’impazienza di
Robert e pregustando la sua espressione quando avrebbe scoperto di cosa
si trattava.
Robert gli rivolse un’occhiata
provocatoria.
“Non avrà mica a che fare con quei due biglietti
per una crociera sul Mediterraneo
che ho trovato nella tua tasca un paio di giorni fa?” disse,
con nonchalance.
Jude rimase fermo,
immobile, sbigottito. Come diavolo aveva fatto a…?
Immediatamente gli tornò in
mente tutta la conversazione di quella sera, ogni parola detta, ogni
gesto,
ogni occhiata. Sapeva tutto. Sapeva tutto fin dall’inizio.
Sarebbe dovuto essere arrabbiato per la mancata sorpresa ma davvero non
riusciva ad essere in collera con lui e con la sua bislacca ma
originale
maniera di divertirsi. Era un attore dopotutto, e quella di quella
sera, era un
interpretazione da Oscar.
“Sei un farabutto” gli disse, spintonandolo mentre
Robert era piegato in due dal
ridere. Non poté fare a meno di imitarlo e chiunque fosse
passato di li in quel
momento, avrebbe visto due uomini adulti e vaccinati rotolarsi
sull’erba in
preda ad una sfrenata ridarella.
“Se fossi cattivo, adesso
dovrei annullare tutto e optare per un'altra sorpresa”
affermò il biondo.
“Che io prontamente scoprirei lo stesso”
ribattè Robert con un espressione
seria che in quel contesto era seriamente inverosimile.
“Sei irritante a volte,
sai”
“Lo so, ma tu ami i miei pregi e i miei difetti”
“Cosa ti fa essere così
sicuro?”
“Credo che il fatto di sopportare due settimane con me in
mezzo al mare sia
abbastanza eloquente”
Jude gli scompigliò i
capelli, scuotendo la testa,
“Forse dovrei davvero fuggire con il pennuto”
“Jude, sappi che sono veramente
geloso”
“E ti assicuro che avrai
ragione di esserlo. Prevedo notti di fuoco con lei”
Robert lo zittì con un altro bacio, stavolta frettoloso, ma
ugualmente tenero.
Jude lo guardò e il cuore gli batté forte, come
non mai. Era fortunato, il più
fortunato.
“Se ti eccita potrei mettere il completo con le piume per la
partenza”
Jude sembrò quasi
pensarci, mentre il vento si alzava nuovamente tra gli alberi. Rise.
“Scordatelo, Robert"
*