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Autore: SaSmile    02/11/2011    4 recensioni
Una passeggiata in riva al lago può ispirare stimolanti e divertenti battibecchi di coppia...
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solo la seconda RDJude che scrivo. Ancora consapevolissima del fatto che ci siano storie meravigliose e autrici spaventosamente brave nel fandom, pubblico questa mia storiella senza pretese, sperando di non aver fatto troppo male! =D

Un bacio!

 

Sorprese

 

 

La superficie dell’acqua del fiume rifletteva il cielo terso di quel giorno di settembre che man mano che la sera scendeva, rifletteva il lento sfumare di ogni colore dall’azzurro acceso, tanto raro nei cieli di Londra, ad un azzurro tinto di giallo e oro, fino a scivolare in un blu scuro.
Nell’immenso parco però, la sera non era scesa negli animi dei passanti, dei bambini intenti a inseguire una palla gridando allegramente, nelle coppie che si sporgevano dal ponte tenendosi per mano. E la sera non sarebbe mai scesa sui due uomini che in disparte, sedevano sulla sponda del fiume a fissare l’acqua e il suo lento scorrere.
Un’anatra nuotava indisturbata di fronte a loro, scalpicciando vivacemente l’acqua sotto di lei in una buffa quanto semplicissima danza involontaria.
“Quel papero ti somiglia, Robert” disse all’improvviso l’uomo biondo dagli occhi azzurri stringendosi addosso la sua giacca.
L’uomo accanto a lui, dai grandi occhi castani e arruffati capelli dello stesso colore lo guardò con espressione curiosa, come se si stesse chiedendo cosa diavolo il suo compare stesse blaterando.
“L’ultima volta che mi sono guardato allo specchio, il becco non l’ho visto. Qualche piuma forse si ma credo facessero parte del mio ultimo acquisto…” disse, pensieroso.
Jude rabbrividì, con un espressione di disgusto sul volto. Conosceva bene l’ultimo acquisto di Robert e conosceva altrettanto perfettamente il suo gusto in fatto di vestiti.
Alle riprese si era presentato con un completo bianco con inserti rosa shocking, con variopinte penne e piume a decorargli le spalle e le tasche. Scosse la testa, cercando di rimuovere quella visione dalla sua mente.
“Ti prego, risparmiami il pensiero di quell’orrore. Intendevo il modo in cui si muove. Il modo in cui sbatte quelle sue adorabili zampette mi ricorda quel giorno in cui ti portai in discoteca” disse, sorridendogli con scherno.
Robert lo guardò fingendosi offeso.
“Per tua informazione io ballo benissimo. Ho seguito scuole e corsi, mio caro e scommetto che in una gara seria ti distruggerei” affermò, scuotendosi il bavero della giacca con fare impertinente. Mi divertiva da matti quando si comportava così, nonostante lui cercasse di essere serio.
“Perdonami, caro. Ormai ho perso il conto delle tue innate qualità. Certamente allora è un tuo sosia che ho visto dimenarsi in pista come un forsennato” esordì nuovamente Jude con una finta vocina che implorava perdono.
Robert lo squadrò, gli occhi ridotti a fessure.
“Sicuramente” fu tutto quel che disse.
“Sicuramente” ripeté Jude, rendendomi conto dell’assurdità di tutta quella conversazione.
Però era proprio quello che amava di lui, di loro due. Ogni volta che erano insieme non sapevano mai che cosa avrebbero fatto, dove sarebbero andati, in quale strambe o serissime conversazioni si sarebbero avventurati. O entrambe. Erano capaci di parlare di qualcosa di assolutamente drammatico per ore per poi finire a discutere di qualcosa di completamente opposto come se niente fosse. Se l’eccentricità avesse avuto un volto, sarebbe stato quello di Robert.
Il moro si sdraiò sull’erba puntellandosi sui gomiti mentre Jude mordicchiava il suo panino abbandonato, osservando gli ultimi passeggiatori del parco attraversare il ponte.
Poi sbocconcellò con le dita il pane e ne tirò un po’ all’anatra che sguazzava nel fiume che subito vi si avventò correndo con le zampette rapide e allungando il collo per il lauto pasto.
Robert sembrò fulminare Jude con lo sguardo, mentre seguiva attentamente, come un arbitro particolarmente meticoloso osserva i movimenti di un giocatore, ogni sua mossa.
Quando Jude ebbe finito, sbuffò. Jude non poté non notare la sua espressione inequivocabilmente irritata.
Alzò gli occhi al cielo.
“Che c’è stavolta? Che enorme e imperdonabile torto ti ho fatto -senza nemmeno saperlo- per provocare questa tua reazione?” domandò, cercando di modulare il suono della sua voce su ‘tono paziente’.
“Niente” rispose l’altro, senza guardarlo.
“Dimmelo” continuò Jude, cominciando a sentirsi come una madre alle prese con un ragazzino particolarmente capriccioso.
“Niente, ho detto”
“Dillo. Subito.” Si impose Jude, mettendo le mani sui fianchi mentre pensava alla piega assurda che stava prendendo quella conversazione.
Robert lo guardò sottecchi, indeciso se cedere o resistere alla sua insistenza. Alla fine sbuffò nuovamente, come un bimbo imbronciato e Jude riuscì a stento a trattenersi dal ridergli in faccia.
“Ecco…” cominciò cercando di reggere lo sguardo “tu fai più regali a lei che a me” disse tutto d’un fiato. Jude rimase li fermo, ad osservarlo, come se si sforzasse di interpretare quelle parole in un altro modo rispetto a quello che aveva immediatamente pensato. Non sapeva se ridere o piangere, e subito dopo, scoppiò in una fragorosa risata.
“Intendi… al pennuto?” disse indicando la superficie dell’acqua dove ancora l’anatra stava spartendosi il bottino. “Cos’è, vuoi anche tu un po’ del mio panino?”
Aveva le lacrime agli occhi.
Robert, dal canto suo, sembrava ancora più offeso dalla sua reazione, come se non concepisse la leggerezza con cui il suo compagno aveva preso in mano la situazione.
“Non funziona così. Dev’essere una cosa spontanea, Jude” incrociò le braccia “io ti ho regalato quella bellissima cornice con quella mia foto…”
Jude rise ancora.
“Sapessi che rarità! Basta una ricerca su google per trovarne a decine” lo stuzzicò ancora di più. In realtà aveva adorato quel regalo. Gli era sembrata una cosa infinitamente dolce, intima. Quasi a volergli regalare un po’ di se stesso.
“Oh, allora la prossima foto me la scatto da solo nella doccia” disse sarcastico.
Jude ammiccò e gli si avvicinò di più, osservandolo con giocosa malizia.
“Quella non mi dispiacerebbe” ammise.
“Non la meriti”
Jude si finse dispiaciuto.
“Sei crudele se mi illudi così” disse, mettendo il muso, scherzosamente.
Robert non riuscì a mantenere la sua espressione seria e il lampo di un sorriso comparve per un secondo sul suo volto mentre si voltava a guardare nuovamente Jude negli occhi.
“Resta il fatto che siamo in disparità”
“E resta il fatto che stiamo discutendo sul fatto che tu sia invidioso di una papera”
“Se la papera in questione è più coccolata di me dal mio compagno, allora la cosa diventa seria”
“Tutta questa faccenda è molto lontana dall’essere seria
“Dipende dai punti di vista” asserì Robert.
Jude scosse la testa, ripensando a quanto aveva pensato poco prima sull’eccentricità di Robert. Evidentemente non aveva ancora testato su di lui i livelli più alti.
Rise ancora. Dove lo avrebbe trovato un altro così?
“Bisogna analizzare i pro e i contro. Potrei instaurare una sana e duratura relazione con quella papera, che a tuo dire io preferisco a te, ma ci sarebbero diverse difficoltà, io temo”
Robert aggrottò le sopracciglia.
“Tipo?”
Jude sembrò pensoso, e cinse le spalle del compagno con un braccio.
“Uhm… prima cosa, non potrei avere molti spunti di conversazione” Jude contò mentalmente, ma tenendo il segno con le dita della mano sinistra.
“Poi mi sentirei veramente a disagio se dovesse covare uova sul mio cuscino”
L’espressione di Robert in quel momento era indecifrabile.
“…per non parlare delle piume che lascerebbe in giro per casa, e poi dubito che cucinerebbe frittelle migliori delle tue” disse soddisfatto.
“Tutto qui?” domandò Robert, con espressione sempre più divertita.
“Oh, dimenticavo. Quell’adorabile becco rappresenterebbe un ostacolo non indifferente” aggiunse mentre il suo viso si avvicinava sempre di più a quello di Robert.
“…per?”
“Perché non potrei fare questo” continuò Jude, con la sua voce scemava sempre di più mentre univa le sue labbra a quelle dell’uomo di fronte a lui in un bacio dolce, appassionato e pieno d’amore. Robert lo strinse a se con forza e Jude non si ritrasse accogliendo quell’abbraccio con calore. Quando si separarono Robert era visibilmente più convinto.
Riprendendo fiato, e riaggiustandosi il bavero della giacca, sorrise.
“Le tue motivazioni sono state soddisfacenti” disse “ma rimane la spinosa questione del regalo”
Jude ridacchiò e scosse la testa.
“Ti assicuro che la disparità era stata appianata anche prima che cominciassimo il discorso” sussurrò Jude, come per non farsi sentire da qualcun altro “ma occhio a non farti sentire da Miss Bellepiume o ci rimarrà male”
L’espressione di Rob era quella di un ragazzino la mattina di Natale quando appena sveglio corre ad aprire i regali sotto l’albero. Il suo amore per quell’uomo raggiunse in quel momento vette inimmaginabili.
“Sei serio? E che cos’è?” domandò con insistenza, tirandogli la manica della camicia.
“Non te lo dico”
“Ma…”
“Non ammetto repliche. Sarà una sorpresa” tagliò corto Jude sorridendogli, godendo dell’impazienza di Robert e pregustando la sua espressione quando avrebbe scoperto di cosa si trattava.
Robert gli rivolse un’occhiata provocatoria.
“Non avrà mica a che fare con quei due biglietti per una crociera sul Mediterraneo che ho trovato nella tua tasca un paio di giorni fa?” disse, con nonchalance.
Jude rimase fermo, immobile, sbigottito. Come diavolo aveva fatto a…? Immediatamente gli tornò in mente tutta la conversazione di quella sera, ogni parola detta, ogni gesto, ogni occhiata. Sapeva tutto. Sapeva tutto fin dall’inizio.
Sarebbe dovuto essere arrabbiato per la mancata sorpresa ma davvero non riusciva ad essere in collera con lui e con la sua bislacca ma originale maniera di divertirsi. Era un attore dopotutto, e quella di quella sera, era un interpretazione da Oscar.
“Sei un farabutto” gli disse, spintonandolo mentre Robert era piegato in due dal ridere. Non poté fare a meno di imitarlo e chiunque fosse passato di li in quel momento, avrebbe visto due uomini adulti e vaccinati rotolarsi sull’erba in preda ad una sfrenata ridarella.
“Se fossi cattivo, adesso dovrei annullare tutto e optare per un'altra sorpresa” affermò il biondo.
“Che io prontamente scoprirei lo stesso” ribattè Robert con un espressione seria che in quel contesto era seriamente inverosimile.
“Sei irritante a volte, sai”
“Lo so, ma tu ami i miei pregi e i miei difetti”
“Cosa ti fa essere così sicuro?”
“Credo che il fatto di sopportare due settimane con me in mezzo al mare sia abbastanza eloquente”
Jude gli scompigliò i capelli, scuotendo la testa,
“Forse dovrei davvero fuggire con il pennuto”
“Jude, sappi che sono veramente geloso”
“E ti assicuro che avrai ragione di esserlo. Prevedo notti di fuoco con lei”
Robert lo zittì con un altro bacio, stavolta frettoloso, ma ugualmente tenero.
Jude lo guardò e il cuore gli batté forte, come non mai. Era fortunato, il più fortunato.
“Se ti eccita potrei mettere il completo con le piume per la partenza”
Jude sembrò quasi pensarci, mentre il vento si alzava nuovamente tra gli alberi. Rise.
“Scordatelo, Robert"

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