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Autore: S o p h i e    02/11/2011    3 recensioni
Tu dici sempre di buttare fuori quello che si pensa, perché noi a differenza dei castori possiamo vomitare. E allora io mi chiedo, come posso fare per rimettere dal mio stomaco tutte le farfalle che mi hai fatto provare? Persino prima d’incontrare i tuoi occhi, avevo già i bruchi appiccicati sulle pareti dello stomaco.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                               La dura verità   
                                                                                                  

L’altro giorno sono passata davanti a quella cioccolateria che ti piaceva tanto, non so se ricordi, quella dove mi hai detto che c’era un’altra, mentre mi pulivo i baffi di cioccolato.

Mi domando, se tra tutte le cose che mi hai detto, ti viene in mente quella che proprio quel pomeriggio, mi hai sussurrato davanti alla tazza di cioccolata al mou.
Ho la memoria labile io, ma certe parole riesco a tenermele strette, così da usarle come cicatrizzante sulle ferite. Ora non so bene come ripeterle, perché erano parole pesanti, roba da sollevatori di pesi, e di certo non facili per un corpicino gracile e fragile come il mio. Però ci proverò lo stesso, perché tu ci sei riuscito senza stringere neppure la mia mano, quindi non dovrebbe essere tanto difficile no? In caso posso sempre annaspare e sperare che qualcuno mi tiri fuori prima che anneghi, giusto?

Tu dici sempre di buttare fuori quello che si pensa, perché noi a differenza dei castori possiamo vomitare. E allora io mi chiedo, come posso fare per rimettere dal mio stomaco tutte le farfalle che mi hai fatto provare? Persino prima d’incontrare i tuoi occhi, avevo già i bruchi appiccicati sulle pareti dello stomaco.
Comunque, non è per questo che ti scrivo, no signore. Volevo solo farti tornare in mente quelle famose parole. No, non pensare alle ultime, quelle che mi hanno graffiato la pelle e tatuato sulle ossa. Io mi riferisco a ciò che hai detto prima, mentre entrava quella signora con quel buffo cappello giallo, quella che tu hai detto essere la sosia della Regina.
Hai detto: «Io ci proverò lo stesso, anche se so che dopo ti metterai a ridere…»
Vorrei dire una cosa prima di continuare, non so se hai notato che dopo tutto quello che hai detto, di parole non ce n’erano  più per nessuno. E che se rievochi bene, non ricordavo neppure più il mio nome. Ora mi chiedo, a distanza di quanto? Uno, due mesi? Tre anni? Ricordi qual è stata la mia reazione?
«Perché sai bene come sono fatto, le cose le dico sempre quando ormai è tardi, ma stavolta no, voglio fare le cose per bene...»
Ora aspetta un momento, puoi farlo? Un secondo soltanto prima di riprendere il tuo monologo. Vorrei farti notare che non sei l’unico a sbagliare, quindi non colpevolizzarti. Quello che ti chiedevo prima di arrivare a oggi, era semplicemente di promettermelo, tu non ci sei riuscito e allora io sono andata via. Ma tutto questo non c’entra nulla vero? Forse la verità, quella semplice, lineare, l’unica che riesco ad accettare è quella di smettere di domandarmi che cosa sarebbe successo, se quel pomeriggio io ti avessi risposto.
Tu questo puoi capirlo vero?
«E lo so che da grande tu vorresti solo essere vergognosamente felice, ma io questo non posso assicurartelo, non con me accanto.»
Ci avrei provato, se solo tu me l’avessi permesso.  Se solo tu mi avessi lasciato abbastanza tempo per farti capire quanto eri importante per me.
«Ora, sappi che io ti amo, ma…»
Ma… se tu fossi stata bruna, ti avrei portata a conoscere i miei genitori.
Ma… non so se ricordi che detesto le cravatte sopra le camicie.
Ma… tanto l’amore prima o poi si consuma e il corpo inizia a ferirsi a furia di strisciare sulla vita.
Ma chissà se le conseguenze le hai mai prese in considerazione. Credo di no, amore.
«Ma… devo dirti la verità, anche se so che rovinerò quello che di bello abbiamo costruito.»
No, non farlo, tanto sarebbe inutile ripeterlo no?
Però va bene, se proprio dovevi farlo, prima potevi avvisare, avrei indossato il paracadute, perché sai, da certe cadute in pochi sopravvivono.
«L'altro giorno non sono uscito con Marco, non sono neppure rimasto in ufficio a fare gli straordinari. Ho semplicemente portato a cena una ragazza e dopo l’ho baciata. Forse perché ero un po’ brillo, o forse perché tu non mi hai permesso di baciarti dopo il primo appuntamento.»
Vedi? Era tanto difficile dirlo?
C’è un'altra.
Non ti amo più.
Ho fatto sesso con una vagina che non è la tua.
Lo vedi? Non c’era mica bisogno di tutte quelle parole.
«E’ una settimana che mi domandò perché se ti amo ti ho tradito con un’altra?»
Io questo non lo so, non lo so proprio. Però ti posso dire che fa male e credo che dopo tutto, una bella risata di scherno in quel momento era proprio quello che ci voleva.
«Non mi credi vero? Lo sapevo.»
In verità, non ti credevo così capace di uccidere qualcuno a sangue freddo. Mi hai sparato addosso la verità per non rimanere schiacciato dai tuoi sensi di colpa e ora guarda? Sono io quella sotto terra.
«Però ti giuro che non era mia intenzione ferirti e che lo so bene di aver sbagliato. Per questo voglio chiederti scusa come si deve, ti ho confessato la verità proprio perché ti amo e non voglio perderti.»
E chissà perché hai pensato che una buona cioccolata calda mi avrebbe addolcito l’anima, eh?
«Puoi perdonarmi?»
Non l’ho fatto, e tu questo lo ricordi bene.
Ora però sai cosa? Una bella risata me la faccio, magari proprio dentro la nostra cioccolateria.
Sai perché ti ho scritto amore?
Perché non posso fare a meno di congratularmi con te. Ho saputo che sei riuscito a tenerti stretta la tua Ginevra per un solo mese, poi ne hai cercato subito un’altra e un’altra ancora. Chissà, a me piace pensare, che in realtà, cercavi me.
C’è qualcosa che non quadra vero? Provaci tu a vomitare che tanto il tuo stomaco è più grosso di quello di un castoro.



Gli uomini sono tutti stronzi.
Mi sembra che questo commento spieghi abbastanza bene questa breve shot. Non sono io la protagonista, ma dentro di lei ci sono entrata abbastanza facilmente. Forse perchè alla fine in un modo o nell'altro, l'altro sesso il modo per ferirci lo trova sempre.
Sophie.

  
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