Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: visbs88    02/11/2011    5 recensioni
Simon era sempre stato eccezionalmente curioso. Si divertiva ad esplorare ogni angolo di ogni ristorante in cui i genitori lo portassero. Voleva visitare sempre ogni stanza, quando un nuovo amico lo invitava a casa per merenda. Voleva sapere tutto di tutti, faceva miriadi di domande fino ad esasperare anche il più paziente degli adulti e il più socievole dei bambini. Leggeva molti libri pur avendo solo dieci anni, leggeva i regolamenti affissi in ogni locale pubblico, leggeva il giornale del papà. Sbirciava tra i trucchi della mamma, tra i giocattoli della sorella più piccola, tra i videogiochi del fratello più grande. Era, insomma, nato per scoprire, e gli riusciva davvero bene. Una sola cosa poteva fermarlo: il buio.[…]
Un bambino nella notte di Halloween, una casa misteriosa, una porta chiusa che inesorabilmente lo attira verso un pericolo ignoto.
[Scritta per la Sweet Scary Challenge indetta da Fanworld.it, pacchetto Croccante (Frankenstein, mistero, porta chiusa)]
[Partecipa all'iniziativa Un prompt al giorno di Fanworld.it, prompt Paura del buio]
Genere: Horror, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DIETRO LA PORTA CHIUSA

 
Iniziative: Sweet Scary Challenge, Un prompt al giorno (Fanworld.it).
Pacchetto/Prompt: Croccante – Frankenstein, mistero, porta chiusa / Paura del buio.
Titolo: Dietro la porta chiusa.
Introduzione: Simon era sempre stato eccezionalmente curioso. Si divertiva ad esplorare ogni angolo di ogni ristorante in cui i genitori lo portassero. Voleva visitare sempre ogni stanza, quando un nuovo amico lo invitava a casa per merenda. Voleva sapere tutto di tutti, faceva miriadi di domande fino ad esasperare anche il più paziente degli adulti e il più socievole dei bambini. Leggeva molti libri pur avendo solo dieci anni, leggeva i regolamenti affissi in ogni locale pubblico, leggeva il giornale del papà. Sbirciava tra i trucchi della mamma, tra i giocattoli della sorella più piccola, tra i videogiochi del fratello più grande. Era, insomma, nato per scoprire, e gli riusciva davvero bene. Una sola cosa poteva fermarlo: il buio.[…]
Un bambino nella notte di Halloween, una casa misteriosa, una porta chiusa che inesorabilmente lo attira verso un pericolo ignoto.
Rating: Giallo/14+ (più che altro per l’atmosfera, penso).
Generi: Introspettivo, Mistero, Horror.
Avvertimenti: One-shot.
Numero parole (Contatore Word): 1.230.
Disclaimer: i fatti descritti in questa storia sono di mia pura invenzione; i personaggi mi appartengono e sono completamente di mia fantasia. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura.
 
Simon era sempre stato eccezionalmente curioso. Si divertiva ad esplorare ogni angolo di ogni ristorante in cui i genitori lo portassero. Voleva visitare sempre ogni stanza, quando un nuovo amico lo invitava a casa per merenda. Voleva sapere tutto di tutti, faceva miriadi di domande fino ad esasperare anche il più paziente degli adulti e il più socievole dei bambini. Leggeva molti libri pur avendo solo dieci anni, leggeva i regolamenti affissi in ogni locale pubblico, leggeva il giornale del papà. Sbirciava tra i trucchi della mamma, tra i giocattoli della sorella più piccola, tra i videogiochi del fratello più grande. Era, insomma, nato per scoprire, e gli riusciva davvero bene. Una sola cosa poteva fermarlo: il buio.
Malgrado si vergognasse tanto, sapendo di essere ormai grande, non riusciva a dormire con la luce spenta. Aveva paura delle stanze buie ed era un incubo quando di notte si svegliava per fare pipì. Attraversare il corridoio e la camera dei genitori per arrivare al bagno, una tortura. Non poteva accendere la luce perché li avrebbe svegliati e si sarebbero arrabbiati. Sentiva sempre delle presenze malgrado sapesse benissimo che non esistessero, e quando riusciva a tornare nel suo lettuccio, pipì fatta e luce accesa, al sicuro tra le coperte, gli sembrava di essere un eroe sopravvissuto ad una tremenda battaglia. In un certo senso, la cosa era anche piacevole.
 
Simon fissava la porta illuminata dalla torcia. La maschera da Frankenstein era appiccicosa sul suo viso, se ne rendeva conto solo in quel momento. La sistemò con una mano tremante.
Si era tanto divertito alla festa, fino a quel momento. Era stato proprio bello andare in giro per le case a fare dolcetto o scherzetto con i suoi compagni di scuola. Erano tutti in costume, e Simon si vergognava di avere solo quella maschera banale, che in confronto ai bei vestiti da strega, vampiro e fantasma degli altri sembrava davvero qualcosa di povero. Simon non era povero, per quanto ne sapeva –la mamma gli comprava sempre bei vestiti per andare a scuola. Tuttavia quella maschera era ciò che era riuscito a procurarsi all’ultimo momento, e in fondo era abbastanza fiero di essere Frankenstein. Sarebbe stato meglio truccarsi e farsi le cicatrici finte, ma era in ritardo per andare a casa di Tomas. Lì avevano mangiato e poi erano usciti tutti insieme per le strade della loro piccola cittadina. Le persone li salutavano entusiaste, e quanti cioccolatini, quante caramelle! Gomme da masticare, gelatine, lecca-lecca a forma di zucca, confetti bianchi e tante squisitezze, che Simon non vedeva l’ora di mangiare.
Teneva il cestino stretto nella mano sinistra, ma in quel momento era troppo impaurito e troppo immerso nei suoi pensieri perché l’idea di mettersi a mangiarli si affacciasse nella sua testa.
C’era una vecchia casa nel loro paesino. In mezzo a due villette moderne e perfettamente normali, era più evidente che mai che quella casa avesse qualcosa di strano. Era sinistra, sporca, e non ci abitava nessuno. Proprio come le case stregate di tutti i libri, solo che quella era vera. Simon ne era sempre stato affascinato, ma di giorno non riusciva mai ad avvicinarsi, e di notte non ci pensava nemmeno di intrufolarsi al suo interno. Doveva essere buia come un pozzo, di sicuro non c’erano le lampadine.
Aveva provato a rifiutare la sfida degli altri bambini con quella scusa. Erano capitati lì di fronte e prima di passare alla casa dopo, per chiedere nuovi dolcetti, si erano fermati a guardarla. Chi era il più coraggioso, quello che sarebbe entrato lì dentro la notte di Halloween? Chi avrebbe affrontato il mostro che vi si trovava? Perché naturalmente lì c’era un mostro. Era per quello che la casa era disabitata, perché un orrendo, orribile mostro vi si nascondeva, uccidendo chiunque vi entrasse. Già quell’idea metteva paura a Simon –malgrado volesse scoprire se il mostro ci fosse davvero–, se poi il mostro si nascondeva in una camera tremendamente buia allora era proprio il massimo. Eppure gli altri bambini avevano deciso che lui, quello con la maschera da Frankenstein, doveva essere il più coraggioso. Doveva essere un bravo mostro e affrontare un altro mostro. E alle sue proteste per il terribile buio di quella notte, avevano risposto ridendo e dandogli in mano la piccola lanterna di una bambina. Era a forma di zucca e la luce che emetteva era molto molto debole, ma erano sicuri che sarebbe bastata a guidarlo nei corridoi di certo bui e polverosi. C’era anche una bella luna, quella sera, ma quasi tutte le finestre della casa erano chiuse con delle tavole di legno. Simon avrebbe dovuto scavalcare il muretto che delimitava il giardino ed entrare dall’unica aperta. E così Simon aveva fatto.
Tremava, terrorizzato. Non sarebbe voluto entrare in quella casa, nemmeno con la piccola e debole lanterna. Che forse gli faceva ancora più paura, perché aveva disegnato sopra un ghigno inquietante. E faceva poca luce. Più che le prese in giro degli altri bambini, era stata soprattutto la sua curiosità a convincerlo ad entrare in quella casa. In fondo, un esploratore non doveva avere paura, altrimenti come avrebbe potuto vivere avventure? Solo che lui aveva sempre immaginato le avventure alla luce del giorno, non in quel buio che era in realtà una penombra ancora più terrificante.
Come in ogni casa vecchia e spaventosa, le assi del pavimento di legno scricchiolavano. Come sempre, le stanze erano piene di ragnatele e polvere. Come sempre c’erano delle scale pericolanti e un po’ storte da salire. E Simon, quasi piangendo sotto la maschera da Frankenstein, le aveva salite, non riuscendo comunque a soffocare la curiosità che gli impediva di rimanere fermo mentre i minuti che doveva trascorrere lì dentro passavano lenti. Non controllava nemmeno il suo piccolo orologio colorato.
E ora, solo nel buio con una lanterna in mano, stava davanti a quella porta chiusa. L’unica chiusa, tra tutte. E l’unica dalla quale sentiva provenire dei rumori.
Un respiro, unghie che graffiavano il pavimento. Forse era una donna con un gatto. Ma i rumori erano forti, troppo forti per una vecchietta buona con un gattino tra le braccia. Simon tremava. Se provava a muovere un piede il pavimento scricchiolava e il terrore si impossessava ancora di più di lui. Ma Simon voleva sapere. Capire se era solo lui ad immaginarsi tutti quei rumori, solo perché troppo suggestionato da Halloween, o se erano veri. C’era un mostro? Non era possibile, perché i mostri non esistevano. Eppure la porta era chiusa e dietro c’erano dei rumori. C’erano ancora lunghi minuti da trascorrere nella casa. Perché non guardare?
Era così impegnato a fissare la porta che quasi aveva dimenticato il buio che lo circondava. C’era qualcosa che gli faceva più paura, ma che, al contrario del buio, insieme lo attirava. Fece un paio di piccoli passi, sentendo brividi correre lungo la sua schiena. I rumori erano più forti. Il respiro più pesante, gli scricchiolii più sonori.
Simon appoggiò una mano sulla maniglia. Tremava così forte da fare un rumore ancora più inquietante. C’era un ringhio dietro la porta. O lo stava sognando? Doveva sapere…
Simon abbassò la maniglia. La lanterna gli cadde dalla mano e si spense, prima ancora che lui urlasse.
 
I bambini ebbero paura ad entrare da soli nella casa, dopo che Simon non era tornato. Si fecero accompagnare da molti adulti muniti di torce. Non trovarono Simon.
Solo una maschera da Frankenstein rotta.
 
 
 

Spazio autrice:
Ora, che nessuno pensi che io sia una vanitosa quando dico che a me personalmente questa storia fa paura XD perché so che è penosa e poco originale, ma ho provato una certa inquietudine mentre la scrivevo. Il fatto è che la sera di Halloween ho visto un delizioso film dell’orrore, tra l’altro il bambino “protagonista” si chiamava Simon. E un altro bambino Tomas *rabbrividisce* me la sono davvero fatta sotto, vi assicuro che avevo una paura terribile XD e così mi sono autosuggestionata. Probabilmente a voi non trasmetterà niente, ma sola soletta nella mia camera, mentre scrivevo, mi sembrava di sentire dei rumorini *rabbrividisce di nuovo* e così farò fatica a dormire anche stanotte <3
Rallegratemi con qualche commentino, per favore XD è proprio una richiesta spassionata, mi sento inquietissima XD a parte questo, comunque, spero che vi sia piaciuta ^^
Un bacio, visbs88.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: visbs88