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Autore: Jenny_Malfoy    04/07/2006    7 recensioni
Breve fanfic ambientata dopo l'episodio 1x17 'Un candidato a rischio', quindi contiene spoiler per quella puntata. Wilson vuole chiarire con House riguardo al suo discorso. - La mia prima ff su House, MD... l'ho scritta diverso tempo fa, ma le voglio postare nell'ordine con cui le ho scritte, quindi ecco qui! Slash!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Greg House, James Wilson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Title: “That Damned Speech”

Author: JM

Rating: Pg-13

Genre: Romance

Pairing: House/Wilson

Notes: ambientata alla fine della puntata 1x17 ‘Role Model’(‘Un candidato a rischio’), prima (e dopo) dell’arrivo di Cameron nell’appartamento di House.

 

 

Era fermo su quel pianerottolo da almeno dieci minuti, indeciso su come agire. O meglio, reagire.

Sentiva la musica del pianoforte giungere soffusa attraverso la porta dell’appartamento. House aveva combinato un bel casino con quel dannato discorso, Vogler lo avrebbe fatto licenziare, il consiglio di amministrazione sarebbe stato ridotto in silenzio. E lui avrebbe dovuto scegliere.

Ma non era quello ciò che lo preoccupava di più, non in quel momento.

La musica cessò improvvisamente, e alcuni istanti dopo la porta si aprì.

-Hai intenzione di rimanere lì tutta la notte?- chiese Greg dando immediatamente le spalle all’ingresso e tornando al pianoforte. Come diamine sapeva che era lì fuori?

-Ho sentito la macchina, e francamente mi scocciava pensarti sul pianerottolo. I vicini avrebbero potuto scambiarti per un maniaco.- commentò il medico sedendosi davanti allo strumento.

Wilson esitò ancora qualche istante, poi entrò e richiuse la porta. House riprese a suonare una musica allegra, chiudendo gli occhi.

-Che diavolo ti è saltato in mente?- scoppiò l’oncologo avvicinandosi all’amico.

-Non ti piace? Volevo tirarti su di morale. Sembri un po’…come dire…agitato.- commentò sarcastico Greg.

-Sai benissimo di cosa parlo.- obiettò calmo ma determinato James. -Che diavolo pensavi? Che Vogler si sarebbe semplicemente fatto due risate?- chiese incredulo.

-A dire la verità pensavo che Vogler avrebbe riconosciuto i propri peccati e si sarebbe fustigato pubblicamente.- commentò tranquillo House continuando a suonare.

-Gregory, guardami.- ordinò l’amico.

Perplesso e per metà divertito House si bloccò e si voltò lentamente.

-Ahi ahi, quando spunta il nome significa che sono nei guai.- osservò ironico.

-Sei nei guai, dannazione!- precisò Wilson avvicinandosi. -Vogler ti sbranerà domani!-

-Sei venuto per concedermi un’ultima focosa notte prima della mia dipartita?- domandò House alzandosi aiutandosi con il bastone.

-No, sono venuto per capire che diamine ti passa per la testa.- rispose calmo l’oncologo evitando di rispondere alla provocazione. -Anche se a pensarci bene non è molto probabile che io ci riesca.-

-Esatto, James.- confermò Greg calcando sul nome. -Vuoi una birra?- chiese andando verso il frigo.

-No, voglio una spiegazione.- replicò determinato Wilson.

-Sei tenace, eh?- ghignò House prendendo due bottiglie dal frigo e porgendone una all’amico. -Per questo mi piaci.- aggiunse fissandolo con il ghigno ancora stampato in faccia.

-A te non piace nessuno.- contestò Wilson prendendo con riluttanza la birra.

-Tu sì.- ribatté Gregory andando verso il divano.

-Quanto hai bevuto?- chiese preoccupato James.

-Abbastanza per essere completamente sincero e non a sufficienza per perdere la coscienza delle mie azioni.- rispose serafico il medico sedendosi comodamente sul grande divano. -Il che effettivamente potrebbe giocare a mio svantaggio.- osservò tra sé e sé.

-Allora rispondi, perché hai distrutto la credibilità di Vogler?- domandò paziente Wilson giungendogli di fronte con la birra aperta in mano.

-Perché è un viscido figlio di puttana?- ipotizzò House prendendo un sorso dalla bottiglia.

-E la squadra?- chiese perplesso James. -Mi sembrava che preferissi non mandare via né Cameron né Foreman.- commentò confuso.

-Ho cambiato idea.- rispose semplicemente Greg, bevendo un altro sorso e tenendo lo sguardo fisso davanti a sé, senza incontrare quello dell’amico.

-Chi?- domandò sorpreso Wilson.

-Cameron.- replicò House guardando finalmente negli occhi l’oncologo.

-Tieni Cameron?- chiese conferma l’altro.

-No, tengo Foreman. Caccio Cameron.- precisò con naturalezza il nefrologo, bevendo un altro sorso. -Non bevi?- domandò poi tranquillo indicando la bottiglia di Wilson.

Senza rispondere James bevve meccanicamente un sorso lasciandosi sedere pesantemente sul divano.

-Allora, sei qui per quella famosa notte di passione?- chiese nuovamente sarcastico House.

Prima che l’amico potesse replicare qualcuno bussò alla porta.

Sbuffando infastidito Greg si alzò e andò verso l’ingresso. Guardò nello spioncino e vide esattamente ciò che si aspettava. Cameron.

 

Quando tornò al divano Wilson era in piedi e a metà della sua birra.

-Pare che abbiate avuto la stessa idea.- commentò facendo capire che aveva assistito all’intera scena. -Perché non le hai stretto la mano?- chiese accigliato. House scrollò le spalle, bevendo dalla bottiglia. -Per lei sarebbe stato importante.- aggiunse James.

-Sagace osservazione.- commentò solo Greg sarcastico. -Quella ragazza è portata al melodramma, e non è il tipo di persona che voglio avere intorno.- precisò guardando l’etichetta della birra bagnata di condensa.

-Oppure tu non sei il tipo di persona che lei deve avere attorno?- azzardò James avvicinandosi e appoggiando la propria bevanda su un ripiano lì accanto.

House non rispose, ma gli rivolse un piccolo sorriso consapevole, guardandolo negli occhi.

-Perché lo fai?- domandò Wilson.

-Sei tu quello che mi legge come un libro aperto. Dimmelo tu.- ribatté divertito Greg.

-Smettila di evitare la mia domanda. Perché avresti cacciato Cameron?- insisté testardo.

House fece spallucce. -L’hai detto tu, le fa male avermi attorno.-

-Tu non ti preoccupi degli altri, perché di Cameron sì?- chiese Wilson colpito e cauto.

-Semplicemente siamo incompatibili, finiamo per complicarci a vicenda, è una questione puramente pratica. Spiacente di deluderti, nessun tipo di scrupolo per la piccola Cameron. E tranquillo, non sono innamorato.- ghignò Greg. -Perché è questo che stavi pensando, vero?- continuò avvicinandosi e giungendogli di fronte.

Wilson non rispose e lo fissò negli occhi.

-No, tu non sei innamorato. Né di lei, né del resto del mondo.- rispose voltandosi poi di spalle.

House sospirò quasi impercettibilmente, appoggiando la birra al tavolino lì accanto. Fece un paio di passi in avanti e appoggiò il mento sulla spalla di James.

-Sei un dannato sentimentalista, lo sai?- gli sussurrò nell’orecchio. L’altro si voltò senza però rispondere, fissandolo negli occhi. L’espressione di Greg si trasformò in un lieve sorriso, mentre la sua mano saliva ad accarezzare la guancia di Wilson. -E’ vero, io non amo né Cameron, né il resto del mondo.- confermò deciso. -Ma a meno che non mi sia sfuggito qualche inquietante passaggio tu non sei Cameron, e soprattutto non sei il resto del mondo.- concluse accarezzando lievemente la guancia dell’uomo con la mano.

Wilson lasciò trapelare un sorriso dolce.

-E’ ciò che di più simile ad una dichiarazione tu abbia mai borbottato.- commentò James appoggiando la fronte a quella dell’uomo di fronte a sé.

-Cerca di non dimenticartela, perché non si ripeterà…non berrò mai più così tanta birra in così poco tempo.- si lamentò continuando però a sorridere sotto alla smorfia seccata.

Wilson si sporse e catturò le sue labbra dolcemente, ricambiando la carezza sul viso.

-Allora, la famosa notte di passione?- chiese per la terza volta il nefrologo, questa volta con tono malizioso e ben poco ironico.

-La trovo un’ottima soluzione, dottor House…- ghignò James scuotendo lievemente il capo. -Aspetta…ma domani come la metterai con Vogler?- chiese ricordando improvvisamente la situazione.

-L’ospedale è grande, ci metterà una vita a trovarmi.- commentò con noncuranza Greg, iniziando a slacciare la camicia dell’uomo.

Wilson aprì la bocca per protestare ma l’indice di House si posò su di essa per evitare che lo facesse.

-Sai che non sono un appassionato di preliminari, ma se non la smetti di tirare in ballo quel bastardo di Vogler la notte di passione la passo con la tv via cavo.- lo ammonì fissandolo negli occhi.

James scoppiò a ridere e baciò l’uomo in risposta.

-Ti amo Greg.- ghignò l’oncologo appoggiando la fronte a quella dell’amante.

-Dannato sentimentalista…- replicò sarcastico l’altro, afferrandolo per la cravatta e trascinandolo fino al divano.

 

END

  
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