Il
principe Artù alzò un cipiglio e la
guardò stranito. Pensò che
quel marmocchio fosse piuttosto seccante. Infatti, non tardò
a sferrargli
contro una delle sue amabili battute:
<< Bene, solo Crystal >>, la
appellò Artù, << io ritengo che
tu non sia un solo Crystal, ma anche uno stupido Crystal
>>, la offese
volontariamente, << perché… vedi,
se tu non te ne fossi accorta, stai
parlando con il tuo sovrano.
Merlino
guardò immediatamente Crystal, aspettandosi una sfuriata
per l’offesa arrecata, ma la fanciulla non fece nulla di
tutto questo. Per
nulla intimidita, guardò il principe e diede sfogo alla sua
parlantina:
<< con tutto il rispetto sire, ma vorrei chiarire una
cosa. Vedete io non
sono ciò che voi ritenete, non fraintendetemi
>>, chiarì subito con le
ultime parole, vedendo il volto del principe stranirsi,
<< intendo che
non posso essere uno stupido >>. Artù
aprì bocca ma Crystal lo anticipò:
<< bensì una stupida >>,
precisò, lasciando Artù interdetto.
<< Perché se non ve foste accorto, io sono una
donna >>, gli
spiegò, imitando il tono del principe, << e
tale caratteristica, con cui
mi avete definito, ritengo sia più idonea
nell’essere attribuita a colui che
non è per nulla cieco, ma allo stesso tempo confonde una
spada luccicante con un
pezzo di legno >>. Concluse con un sorriso, falso
ovviamente. Crystal non
pensava che chi la confondesse per un maschio fosse stupido, ma in quel
momento
doveva pur lanciare battutine per scalfire il principe.
<< E comunque,
fermo stando alle voci che ho udito da quando sono qui, credo che voi
siate il
figlio del sovrano >>.
Le
parole di Crystal lasciarono Artù a bocca aperta. Il
principe
stentava a credere a quello che aveva appena sentito. Per prima cosa,
non
poteva credere che quell’essere fosse una ragazza,
poiché, anche se non si
faceva caso a gli abiti che la ragazza aveva in dosso, non aveva uno
straccio
di forma ed era magra quanto uno stecchino, e poi era impossibile che
qualcuno
si rivolgesse a lui con quel tono. Lui era il principe Artù
e non c’era uomo,
donna o bambino che avesse il diritto di insultarlo.
Crystal,
dal canto suo, era tranquilla e disinibita, per nulla
turbata da quella che potesse essere la reazione di Artù,
che aveva
assottigliato lo sguardo e la fissava come una preda da massacrare.
Merlino fissava
la scena con occhi sgranati, ma dentro di se provava un grande senso di
gratitudine verso l’amica.
<<
Come ti permetti di parlarmi così? >>, le
chiese,
furibondo, avvicinandosi a lei a grandi passi, << Io sono
il principe
Artù >>.
<<
Pendragon >>, continuò lei come se nulla fosse.
<<
Esatto >>, concordò, <<
Pendra… >>, non
finì mai quello che stava dicendo, poiché i suoi
occhi lampeggiavano come
fiamme ardenti. << Non osare mai più
rivolgerti con quel tono marmocchia
>>, la minacciò. Crystal fu pronta a
rispondergli, ma Artù non le diede
il tempo. << E poi non posso credere che tu sia una
ragazza >>,
affermò, incredulo, facendo ridacchiare Crystal. La risata
di Crystal non
sfuggì ad Artù e la avvertì:
<< se ti stai burlando di me… >>.
Crystal
intervenne prontamente: << spero che mi crediate,
perché, sappiate, che non ho intenzione di calare i miei
pantaloni, per farvi
controllare se sto dicendo la verità >>,
dichiarò, tranquilla.
Merlino
si portò le mani alla bocca, sconvolto, e Artù
divenne
rosso in un mix di vergogna e rabbia. Non poteva credere ai suoi occhi.
Quella
fanciulla, anzi quel maschiaccio… sembrava che provenisse
dai peggiori borghi,
nonostante avesse un linguaggio scurrile. <<
Un’altra insinuazione
>>, continuò a minacciarla, << e
finirai in prigione >>.
<<
Oh, ma certo >>, annuì Crystal,
<<
rinchiudetemi pure in una cella, e date come motivazione il fatto che
io vi
abbia annotato di esservi sbagliato, e poi di avere usato termini
estremi per
farvelo capire >>, continuò, trattenendo una
risata, << cosa che vi
farà apparire come quell’attributo, con cui mi
avete ingiustamente definito
prima >>. Artù divenne ancora più
rosso. << Fate pure >>, lo
invitò, ghignando, << io non ci
perderò nulla, anzi avrò dei giorni di
vacanza con il cibo quasi assicurato. Tanto non sarò io a perdere completamente la faccia dinanzi un reame >>,
calcò le
ultime parole.
Artù
si avvicinò ancor di più alla giovane. I due
erano a un passo
di distanza. Crystal era tranquilla, a differenza di Merlino, che
temeva per la
sua sorte. La fissò truce per alcuni secondi, ma dopo sul
suo volto comparve un
sorrisetto compiaciuto. << Hai un bel coraggio, ragazza
>>, si
complimentò, ma contro le sue aspettative, Crystal non lo
ringraziò, si limitò
a dire solamente: << buon per me >>.
Il
sorrisetto scomparve dal volto di Artù, lasciando spazio a
un’espressione
seccata. << Bene >>, affermò.
<<
Bene >>, ripeté lei, inchinandosi,
<< con il
vostro permesso, tolgo il disturbo >>, si
voltò e si rivolse dolcemente a
Merlino: << tu non stancarti troppo >>. Poi
si diresse verso la
foresta, scomparendo tra gli alberi.
<<
Tu la conosci? >>, chiese inquisitorio Artù a
Merlino.
Il
giovane sospirò, annuendo. << Da quando sono
arrivato qua
>>, gli raccontò. Guardò gli alberi
che Crystal aveva superato, <<
è una brava ragazza >>, commentò,
con un lieve sorriso.
<<
Sapevi anche che fosse una ragazza? >>, il principe
si chinò accanto a lui.
Merlino
annuì. << Anch’io l’ho
scambiata per un ragazzo
>>, gli confidò, << ma non mi ha
dato dello stupido, anzi l’ha
trovato divertente >>, lo punzecchiò.
Artù alle sue parole non si
scompose e si alzò: << bene >>,
affermò, rimettendo a posto la
spada, << per oggi abbiamo terminato >>.
<<
Finalmente >>, gioì Merlino, socchiudendo gli
occhi.
<<
Ora tu puoi andare a lucidare la mia armatura per il
torneo di domani >>, lo invitò
Artù, ghignando, << ma prima di
questo, le stalle avrebbero bisogno di una pulita >>, gli
rammentò, facendo
sentire male il povero servo, che piagnucolò sottovoce.
Il
principe, sodisfatto, lo lasciò lì, marciando
verso il
castello. Borbottò tra se: << e
così sarei io lo stupido? >>. Si
girò, lanciando un’occhiata disgustata al suo
povero servo, che a fatica si
rialzava. << Donne >>, commentò,
<< è una questione di gusti
>>, straparlò.
Crystal,
nella foresta, passeggiava tranquillamente. Lungo il
tragitto vide delle erbe, che le sarebbero servite per preparare un
unguento
per le ferite superficiali. Le raccolse e le tenne tutto il tempo in
mano, non
avendo un paniere dove poggiarle. Camminò per molto e si
fermò davanti a un
ruscello, in cui sciacquo le mani e si rinfrescò il volto.
Mentre immergeva le
mani nell’acqua, osservò il suo volto riflesso.
Stette per lunghi secondi a
fissarlo, ma dopo sospirò e scosse la testa. Quando
finì, si accorse che fosse
il momento di rientrare a Camelot.
Percorse
la stessa strada e all’entrata della cittadella si
soffermò a guardare dei bambini, che giocavano.
Invidiò loro la spensieratezza
e l’innocenza. Avrebbe dato qualunque cosa per avere quegli
sguardi, così
infantili, ma anche spudoratamente veri. Crystal scosse la testa una
seconda
volta e tornò a casa, promettendosi: <<
andrà tutto bene, me lo sento
>>. Poi una lacrima solcò il suo viso, ma lei
la tolse istantaneamente.
Ciao
a tutti,
so
che questo capitolo è molto corto, ma dovevo concludere la
presentazione della ragazza. Nel prossimo capitolo tratterà
della seconda
puntata della serie televisiva, naturalmente molto modificata. Riguardo
a
questo capitolo: Crystal, come avrete capito, non ha peli sulla lingua
ed
esagera senza farsi scrupoli, una cosa a cui dovrebbe stare attenta.
Artù,
ovviamente, è infastidito da questa ragazza,
poiché nessuno può tenergli testa.
Merlino, poverino, è sempre quello su cui ricadono le colpe.
Ringrazio
a tutti quelli che hanno recensito e che hanno letto
questo capitolo. Grazie di cuore.
Vi
do delle anticipazioni:
<<
A Reef i tornei si svolgono in maniera diversa >>,
dichiarò Crystal, massaggiando le spalle a Merlino,
<< il vincitore, alla
fine, dona un bacio alla sua amata >>, spiegò.
<<
Avresti mai voluto essere il premio di qualcuno’
>>, chiese Merlino, sfogliando un libro.
<<
Secondo te? >>.
<<
E’ un idiota >>, decretò Merlino.
<<
Ti sbagli >>, lo contraddisse Crystal,
sbadigliando, << dirgli idiota sarebbe un offesa per
coloro che sono
idioti >>.
<<
Farò finta che le mie orecchie non abbiano udito nulla
>>, la voce di Artù si diffuse nella tenda.
<<
Evitate lo sforzo, altezza >>, gli consigliò
Crystal, << poi si finisce per non accettare la
realtà >>.
Spero
di aggiornare presto.
Kiss
kiss.