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Autore: Alyce_Maya    04/11/2011    5 recensioni
< Hola chica! Passavo da queste parti e così ho pensato... Di portarti quella cosa >.
Il detective Javier Esposito era entrato nell'obitorio con l'intento di salutare la sua ragazza (segreta), ma a quanto pare era stato preceduto: Beckett e Castle erano a pochi passi da lui, intenti ad esaminare il cadavere di un bancario morto qualche giorno prima.
< Quella cosa? >, chiese lo scrittore arcuando un sopracciglio.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Lanie Parish, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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I PASSI DELLA MENZOGNA

 

< Hola chica! Passavo da queste parti e così ho pensato... Di portarti quella cosa >.
Il detective Javier Esposito era entrato nell'obitorio con l'intento di salutare la sua ragazza (segreta), ma a quanto pare era stato preceduto: Beckett e Castle erano a pochi passi da lui, intenti ad esaminare il cadavere di un bancario morto qualche giorno prima.
< Quella cosa? >, chiese lo scrittore arcuando un sopracciglio.
Il poliziotto deglutì sorpreso: se non si fosse accorto in tempo della presenza dei due ospiti, avrebbe rischiato di svelare la sua relazione con la bella patologa.
< Si, esatto! >, rispose poi.
Lanie gli lanciò un'occhiataccia stando ben attenta a non farsi vedere, per poi continuare il discorso intrapreso in precedenza con Rick e Kate.
La cosa andò avanti per qualche minuto, con assoluta delizia da parte di Esposito che, intanto, si premurava di rifarsi lo sguardo ammirando le curve della sua ragazza.
< Grazie Lanie ci sei stata di grande aiuto >, concluse alla fine la detective uscendo dall'obitorio seguita a ruota da Castle.
I due amanti, si lasciarono andare ad un sospiro di sollievo.
< Sei idiota o cosa? Quante volte te lo devo dire di non fare improvvisate simili in obitorio? >, chiese furiosa la donna.
L'altro si limitò a scoccarle uno sguardo ammiccante.
< Non ci provare, tieni quegli occhi da cucciolo per te. Io ho da fare >, continuò rabbiosa.
Javier le si avvicinò e, cingendola per la vita, le diede un bacio sulla guancia.
< Andiamo, credevo fossi sola. Ed, inoltre, mi mancavi >.
Facendo il cascamorto, l'uomo riuscì a guadagnare qualche punto evitando, in questo modo, di essere cacciato malamente dalla sala.
< Ah davvero? Allora sei perdonato >, decise Lanie.
Infilando le dita tra i corti capelli del poliziotto, lo attirò verso di se e lo baciò con passione.
La loro era una storia cominciata per caso, ma dopo una sola notte di fuoco, avevano preso a frequentarsi regolarmente. Ancora nessuno dei colleghi ne era a conoscenza perchè temevano una qualche sorta di ripercussione sia in campo affettivo che lavorativo.
Mentre il bacio continuava e le mani di lui erano, praticamente, già sotto la maglietta della donna, la porta si spalancò facendo allontanare simultaneamente i due che cominciarono a tossire in maniera esagerata.
< Tutto bene? >, chiese un Castle sospettoso guardandoli di sbieco.
< Sisi, certo>.
< Nessun problema >.
Lo scrittore si limitò a fare un'alzata di spalle e, indicando una busta sul tavolo, mormorò: < Avevo scordato questa >.
Dopo averla presa si riavviò verso l'uscita.
< Ci vediamo >, salutò poi.
Javier e Lanie si lasciarono sfuggire un sospiro a metà tra l'esasperato e il sollevato.
< Prima o poi ci prenderà un colpo >, commentò lui.
Lei rise e gli si riavvicinò.
< Beh è questa la parte interessante ed eccitante della nostra relazione >.

Intanto, qualche piano più sopra, Kevin Ryan piazzava scommesse sul suo amico.
< Allora, gli hai beccati? >, chiese vedendo lo scrittore tornare.
< Quasi: si sono staccati come sono entrato. Ma se il mio intuito non sbaglia, e non sbaglia mai, il rossetto sulla faccia di Esposito e la maglietta stropicciata di Lanie erano una prova più che sufficiente: i due erano impegnati in uno scambio di effusioni piuttosto piacevole >, concluse trionfante.
Suo malgrado, Ryan fu costretto ad allungare una banconota di dieci dollari alla detective.
< Pensavo fosse più discreto: insomma farlo davanti ad un morto mi sembra troppo anche per lui >, disse a Beckett.
Lei rise allegramente.
< Forse sarà troppo per lui, ma per lei no di certo, credimi! >.
I tre risero pensando all'esuberanza della patologa.
Non c'era niente di meglio che scommettere sui propri colleghi durante i momenti di stasi nel distretto. Le argomentazioni variavano di volta in volta, passando dalle cose più banali a quelle più complesse.
< Davvero pensano di essere riusciti a tenere nascosta la loro relazione? >, chiese Castle divertito.
Ryan annuì fermamente.
< Oh si, secondo lui la scusa dell'amico venuto dalla Spagna è talmente geniale da non poter esser messa in dubbio. Anche se ancora non mi ha spiegato come mai questo "amico" va da lui quasi ogni sera per poi andarsene al mattino >, commentò.
Sia Castle che Beckett fecero una smorfia.
< Pessima scusa >, proferì la detective.
< Forse dovremmo insegnarli a mentire: poverino non ha neanche le basi >, disse lo scrittore prendendo un pennarello in mano.
Si avvicinò alla lavagna, girandola dal lato bianco per evitare di aggiungere cose assolutamente fuori luogo sul caso di omicidio che stavano seguendo.
< Cos'è: vuoi fare un corso anche a noi, Castle, su come si deve mentire? >, chiese Kate esasperata.
Lui le fece l'occhiolino.
< Male non fa >.
In alto e al centro, scrisse: "i passi della menzogna".
< Bello! Potresti usarlo come titolo per il tuo prossimo libro >, commentò Ryan ridendo.
L'altro lo ignorò, cominciando a scrivere:
- Essere disinvolti
< Come ben sapete, cari studenti, una bugia, per essere credibile, deve convincere anche chi la pronuncia >, e così dicendo picchettò il pennarello sul primo punto.
Gli altri due, vedendo Castle patire in quarta, si rassegnarono, pronti ad ascoltare le argomentazioni seguenti.
- Non contraddirsi
< Ovviamente se dico di avere le mutante gialle, subito dopo non posso dire l'esatto opposto >.
Kevin lo squadrò attentamente.
< Hai le mutande gialle? >, chiese scioccato.
< Ovviamente no >.
Anche questa volta, indicò il punto con il pennarello che, per la troppa pressione esercitata, perse il tappo che finì a terra.
Mentre si chinava per raccoglierlo, Beckett fu quasi sicura di vedere un balume di giallo spuntare dai pantaloni dello scrittore.
- Non rivelare a nessuno la verità
< Una bugia rimane tale solo finchè nessuno conosce la verità >, continuò poi.
< E in una relazione allora? >, chiese la detective. < In quel caso, sono almeno in due a conoscere la verità >.
Le sorrise ammiccante.
< Infatti una relazione non potrà mai essere segreta: prima o poi uno dei due racconterà qualcosa, oppure si faranno cogliere in flagrante >, disse sicuro di se.
Ryan, che lo ascoltava assorto, si inserì: < Sai credo tu abbia ragione >.
Kate, sbuffò esasperata alzando gli occhi al cielo.
Le teorie di Castle erano decisamente nocive per i suoi due sottoposti.
< Hai altre perle di saggezza per noi? >, chiese a quel punto.
< Beh questi sono i tre passi fondamentali, a cui poi si allegano tanti altri >, fece ovvio.
Proprio in quel momento, le porte dell'ascensore si aprirono rivelando un trafelato Esposito che si affrettava a raggiungere la sua scrivania.
Con fare casuale, lo scrittore girò nuovamente la lavagna.
< Che mi sono perso? >, chiese il nuovo arrivato.
I tre si guardarono divertiti.
< Niente di interessante. E noi che ci siamo persi? >, commentò maliziosamente Ryan.
< Assolutamente nulla, perchè? >, chiese Javier facendo una risatina forzata.
Gli altri si limitarono a lanciargli un'occhiata di scherno per poi riprendere i loro rispettivi posti.
In fin dei conti andava bene così: potevano concedergli ancora per un po' l'illusione di essere un bravo bugiardo.

 

   
 
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