Sul sentiero che portava a casa Phantomive correva veloce una carroza guidata da un maggiordomo vestito completamente di nero. Si fermò davanti al portone della residenza e con un veloce scatto Sebastian Michaelis saltò per andare ad aprire la carrozza dove sedeva compostamente il suo padrone: Ciel Phantomive che si presentava con un vestito sul violetto come oramai erano i suoi occhi.

<< Casa... >> da quanto tempo non pronunciava quella parola? Si rispose subito: diciasette anni; da quando se n'era andato fingendo il suo funerale.

I capelli poco più lunghi erano scompigliati ad arte e portava la solita benda nera.

Ciel, stufo di stare in capo al mondo in completa solitudine se non per il suo maggiordomo - che non era di molta compagnia - aveva pensato di tornare alla residenza come sue erede. Gli occhi erano l'unica cosa che fosse cambiata ma essendo un demone la sua età era rimasta immutata: diciasette anni e da quando aveva pensato a quel piano erano passati ben tre lunghi anni ed ora finalmente poteva stare davanti alla SUA residenza a bearsi di quel dolce calore che dava il sole poggiandosi sulla sua pella diafana; rimase un po' così mentre Sebastian tornava dalle stalle... Ma la pace durò veramente poco: Mentre stava per bussare alla porta sentì un urlo, si trattenne dal mettersi una mano sul cuore per non far notare che si era spaventato - cosa che Sebastian notò comunque e trattenne una risatina -. Si voltò ma non capì molto di quel che successe perché si ritrovò sdraiato a terra con sopra un Finnian piangente che lo stava stritolando.

<< Siete vivo! Siete vivo! Ooooh signorino Ciel! >> urlò lui e Ciel guardò Sebastian con una finta aria interrogativa.

<< Bocchan questo è Finnian, il giardiniere. Finnian questo è l'erede di Ciel Phantomive. Ciel Phantomive II >> spiegò Sebastian alzando i due per poi sistemare le vesti del suo padroncino.

<< Sono venuto a prendere ciò che mi spetta... >> disse Ciel indicando con il bastone la casa <<... E spero che continuerai a prenderti cura del mio giardino, Finnian il giardiniere.. >> Ciel finalmente entrò lasciando un sorriso sulle labbra al giovane Finnian - che non sembrava affatto cambiato -. Sebastian guardò disperato il giardino in brandelli e diede un sacchetto di monete a Finnian ordinandogli di comprare delle cose per sistemare quel disastro e il giardiniere schizzò via con un sorriso grande quanto il maniero.

" ho paura ad entrare " pensò Sebastian e mentre apriva la porta sentì un'altro urlo e dei rumore di cocci rotti, mugolò.

" il lupo perde il pelo ma non il vizio " Pensò nervosamente Ciel porgendo una mano alla povera cameriera.

<< Tu devi essere May-Rin... Io sono Ciel Phantomive II... Spero che servirete me come avete servito mio padre... >> Mormorò al suo orecchio mentre l'aiutava ad alzarsi.

<< C-celto s-signolino! >> Balbettò lei ancora confusa.

E finalmente dopo una giornata passata a spiegare le ragioni del suo arrivo e a sistemare la residenza, che naturalmente era tornata al suo antico splendore, Ciel potè sdraiarsi sul letto stremato... Ma in quel momento da chissà dove apparì una ragazza che cadde sopra di lui e... E lo stava baciando!!

***

Si sentì uno sbadiglio, Cassandra Taroks era come al solito nella sua vecchia casetta sull'albero a leggere i suoi adorati manga. Aveva molte passioni: La scrittura, il disegno, la lettura, la musica... E studiava ciò che le interessava.

Cassandra una diciasettenne diversa dalle altre: Occhi blu-violetto, boccoli neri lunghi fino alla vita, che facevano un po' contrasto con la sua pelle diafana, dita da pianista - che era - e le piccole labbra chiare che parlavano più lingue. Sbattè le palpebre mostrando le ciglia lunghe; quante volte si era addormentata sulle ruvide pagine del suo amato Kuroshitsuji dopo ore di studio? Si guardò intorno, la sua casetta sull'albero era sempre accogliente; l'aveva dipinta di un blu scuro e c'era una finstra abbastanza grande da cui si potevano guardare le stelle. Dentro la casetta c'erano parecchi scacciapensieri di tutti i tipi e colori. Statuette, animali, bicchieri di vetro colorato ( un'altra delle sue passioni ) e poster di Kuroshitsuji. Ed eccola lì alle due di notte a leggere. Si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardò fuori dalla finestra di legno: proprio in quel momento passò una stella cadente

<< Vorrei vivere nel mondo che amo... >> mormorò. Cacciò un sospiro, portò il manga vicino al volto e baciò l'immagine di Ciel. Pochi secondi dopo non sentì più la carta ruvida ma della carne morbida. Confusa aprì gli occhi, sotto di lei un Ciel Phantomive scioccato la guardava. Cassandra si staccò sedendosi accanto a lui. Si sfiorò le labbra con le dita mentre anche lui si tirava su con il suo solito sguardo distaccato; Cassandra urlò con quanto fiato aveva nei polmoni per poi svenire. Ciel la tirò a se in modo che non cadesse per terra sbattendo la testa sul pavimento.

<< Sebastian? Accompagna la signorina in una delle stanze e porta le sue valige - quelle che stanno cascando dal soffitto - nella stanza accanto alla mia poi prepara la cena. Abbiamo ospiti a quanto pare. >> Sebastian prese la ragazza in braccio.

<< Yes, my Lord >>