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Autore: razlo    05/07/2006    5 recensioni
Riparto verso casa mia ma la sento chiamare il mio nome: “Non andare via, ti prego! Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno”.
Io preparo una scusa: “ma veramente…mio padre voleva….”
Neanche finisco la frase che mi trovo vicino a lei sui gradini. I suoi occhi erano troppo tristi. Era come vedere un fiore stupendo che appassiva, che moriva lentamente all’interno, lasciando intatta la bellezza esterna.
Genere: Triste, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIFE

Mi sveglio.
Inizia una giornata come tante altre. Il sole splende, il cielo è terso e fa un caldo da morire, la solita estate.
Mi vesto e vado al mare con gli “amici”, un gruppo di ragazzi con cui passo il tempo e faccio finta d’essere felice.
Un modo come un altro per trascorrere le giornate, meglio che rimanere chiuso in casa davanti alla Play.
La sera vedo Anna, la mia vicina, seduta sui gradini davanti casa con le braccia conserte sulle ginocchia e le testa appoggiata sopra. Anna è una delle ragazze più belle che abbia mai visto, capelli neri, occhi verdi e un fisico da paura, peccato che la sua massima preoccupazione sia quella di abbinare la borsetta giusta alla nuova gonna di Armani.
È una delle tante persone noiose e vuote che mi circondano, l’unica differenza è che lei è ricca da far schifo.
Comunque la vedo veramente giù e, non so perchè, ma mi ci avvicino. Non so cosa dirle, magari il padre le ha bloccato la carta di credito o le ha vietato di cambiare ancora macchina, argomenti troppo stupidi per sprecare il mio tempo a consolare una persona.
Riparto verso casa mia ma la sento chiamare il mio nome: “Non andare via, ti prego! Ho bisogno di sfogarmi con qualcuno”.
Io preparo una scusa: “ma veramente…mio padre voleva….”
Neanche finisco la frase che mi trovo vicino a lei sui gradini. I suoi occhi erano troppo tristi. Era come vedere un fiore stupendo che appassiva, che moriva lentamente all’interno, lasciando intatta la bellezza esterna.
Io non so cosa dirle e lei non mi parla. Dopo un po’ faccio la solita domanda scema: “Stai bene?”.
Subito dopo mi rendo conto della stronzata che ho fatto ‘ma può stare bene? Certo che sei proprio un coglione!’ penso io.
Anna: “Non ce la faccio più. Mio padre è uno stronzo, Mia madre una puttana e ai miei amici vado bene solo quando faccio la bellona stupida. Mi sono stancata di soffrire. A questo punto preferisco morire subito piuttosto che farlo lentamente!”.
‘Oh cazzo!’ penso ‘io credevo che fosse una di quelle stronzate da ragazza viziata’.
“Beh se sei stanca dei tuoi vai via da casa. Non credo che avranno problemi a prenderti un appartamento. Per i tuoi amici cambiali. Sei bella e ricca ,non farai fatica a trovarne di nuovi”.
Lei si gira verso di me come se solo in quel momento si fosse accorta della mia presenza.
“È facile per te. Ok per la casa ma non voglio ancora avere intorno persone che si fingono amiche per i miei soldi o il mio aspetto”.
Me lo dice con uno sguardo carico d’odio come se fosse in quelle condizioni per colpa mia.
“..e non mi va di continuare a cercare”.
“Se vuoi ne hai uno davanti a te”
Anna mi guarda ironicamente.
“Se fossi un cesso neanche ti saresti fermato, non sei diverso dagli altri”.
Mi alzo come per andarmene: “Fai come vuoi ma da quando ti conosco non ti ho mai rivolto la parola, cosa ti fa credere che inizi a farlo ora solo perchè sei bella?” mi avvio verso casa.
“Aspetta” dice, e sorride. Appena ho visto quel sorriso ho capito di amarla e che non avrei potuto amare un’altra persona.
“Ti va di andare all’Hollywood beach sta sera,insieme?”propone.
Io: “Che ne dici di pizza e cinema? Le feste non mi piacciono molto”.
“Ok!” sorride ancora.
Anche se eravamo vicini da anni e andavamo nella stessa classe, conobbi la vera Anna solo quella sera. Mi parlò dei suoi problemi e non solo, passai una delle serate più belle della mia vita. L’unica cosa di cui non mi disse quella sera fu che era una drogata autolesionista del cazzo.
Adorava farsi del male, per distrarsi diceva lei.
Non che non la capissi, ogni volta che vedevo un coltello ero tentato di provare la sua lama sulle mie vene, ma mi trattenevo, la vita era troppo importante per me o forse avevo solo paura.

Una sera organizzò un 'party', come li chiamava lei.
A furia di starle vicino anch’io iniziai a farmi. Avevo tentato di farla smettere, ma non ci riuscivo e pur di starle accanto la seguivo.
A me bastava stare con lei, ad Anna no.
Comunque a questo party aveva invitato altri suoi amici, in pratica spacciatori della zona.
Iniziammo a farci, una striscia dietro l’altra. La coca era ottima e la giornata era stata di merda. Ad un certo punto uno dei suoi amici tira fuori l’eroina.
Io ero distrutto e Anna devastata, sarebbe bastata una sigaretta a farla stirare. La guardai e lessi nei suoi occhi il desiderio di provare quella merda che ti fa sentire come se avessi 10 orgasmi contemporaneamente.
Cercai di convincerla ma lei non sentiva nessuno, era come se per lei tutti noi non avessimo più voce e quella merda cantasse per lei una dolce canzone di morte come le sirene con Ulisse. Io me ne andai via, non la volevo vedere mentre si riduceva in uno stavo così pietoso.
Svenni nel suo giardino mentre cercavo di andarmene.
Quando rinvenni non si sentivano più voci provenire dalla casa, solo musica a palla.
Entrai e vidi corpi, bottiglie, siringhe, era come una discarica di disperazione. Vidi anche Anna, lo sguardo fisso, aveva uno strano ghigno dipinto sul volto.
Solo dopo qualche secondo mi resi conto che la vita l’aveva abbandonata. Corsi verso di lei e la sollevai. Non riuscivo a parlare, le chiusi gli occhi e la baciai sul volto.
Non sapevo cosa fare.
La baciai sulle labbra come per trasmetterle un pò del mio soffio vitale.
Le accarezzai i capelli e la strinsi al mio petto. Rimasi li fermo fino a quando non sentii le sirene della polizia avvicinarsi. Era tarda notte e probabilmente i vicini si erano rotti della musica.
Ora mi vergogno a dirlo, ma l’unica cosa a cui pensai fu scappare. Lasciai il corpo ancora caldo e scomposto della donna che amavo e fuggii, impaurito, come una bestia braccata.
Da allora ho perso l’entusiasmo di vivere, senza Anna non ho più motivo di restare in questo inferno terrestre.
Ora non tengo più alla mia vita e non ho più paura di morire.
Finalmente rivedrò il mio amore chissà se all’inferno o in paradiso.
Infondo è stato Dio a giocarci un così brutto colpo, dovrebbe essere buono con noi il misericordioso e gentile Dio cristiano.
A me basta solo restare con lei, riflettermi ancora nei suoi occhi e avere ancora la possibilità di farla sorridere.
ADDIO E SCUSATE PER IL DISTURBO
  
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