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Autore: Clover GD    05/11/2011    12 recensioni
Una DxG con, fra gli avvertimenti, romantico e sentimentale, e per giunta scritta da me, una TxG fino al midollo?!?
Esattamente!
No, non sono impazzita, avevo solo voglia di uscire un po' fuori dai ranghi, di provare a scrivere qualcosa su una coppia che detesto come poche.
Sono masochista, che ci potete fare?
Siate clementi, anche perchè, per quanto questa coppia non mi vada per niente a genio, ho fatto di tutto per farla entrare nelle mie corde. Diciamo che ci ho messo lo stesso impegno di sempre, la stessa quantità di voglia che metto in una TxG o in una DxC, per cui, una volta riletta la storia e pensato di aver vinto la sfida che mi ero posta (ossia di riuscire a scrivere una DxG quanto più vicina ai limiti della decenza), ho deciso di postarla.
Miei cari lettori, a voi l'ardua sentenza!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Kissin' under the rain.


Saranno state le sette, forse anche le sette e mezza.

Era autunno, il buio stava lì lì per cadere sulla città, ma la vita in quel posto continuava a scorrere, incurante della temperatura o della stagione.

Lui stava sdraiato sull'erba del parco dei sassi, intento a fare chissà cosa.

Lei passeggiava sul sentierino lastricato dello stesso parco e sembrava tranquilla, ma nel momento in cui lo vide si fermò di botto, incespicando con il respiro.

Occhi di ghiaccio.

Cresta verde.

Tre-quattro orecchini e peircings.

Si fermò incantata a guardarlo per qualche secondo, fantasticando su ciò che avrebbero potuto fare se fossero stati soli ed innamorati.

Aveva sempre pensato che lui fosse il tipo giusto per lei: erano un punk ed una dark, si sarebbero capiti a vicenda, avrebbero pensato le stesse cose e, chissà, si sarebbero amati con lo stesso ardore e la stessa foga. Ma forse tipo adatto non erano le parole più adatte per esplicare il suo pensiero. Forse quelle corrette erano uomo giusto, che, a pensarci, non è un'espressione totalmente uguale a quella di prima, ma ha una sfumatura più profonda e sinuosa.

Lei si stava avvicinando lentamente all'albero vicino al quale stava sdraiato il ragazzo, incerta sul da farsi, quando lui alzò gli occhi ed incontrò i suoi.

-Gwen. Non sapevo frequentassi questo parco.-

Lei non riuscì a parlare, perchè qualunque cosa volesse dire veniva come smorzata da quegli occhi di zaffiro che le facevano morire la voce in gola.

Vedendola così tesa, il ragazzo si fece da parte e le fece un cenno.

-Perchè non ti metti qui, vicino a me?-

Le ci volle qualche secondo per fare appello a tutto il suo coraggio, ma dopo aver chiamato a raccolta tutta questa sua dote, che era sempre apparsa scarsa in presenza di lui, allargò le labbra in un sorriso e si adagiò sul prato, accanto a lui.

Pur di iniziare una conversazione avrebbe detto di tutto, persino la cosa più stupida che la sua mente sarebbe riuscita a partorire, ma era questo il fondamentale problema che le procurava Duncan: pensieri zero, una totale aridità mentale che le impiastricciava il cervello.

Il punk invece restò in silenzio, con la mente persa fra la morbidezza dei suoi capelli e la sensualità delle sue curve.

Entrambi avevano voglia di gettarsi sull'altro in un impeto di passione, ma nessuno dei due aveva il coraggio di farlo per primo.

Dopo svariati minuti fatti di silenzio e tensione, lei alzò gli occhi verso il tronco dell'albero e vi scorse, con molta difficoltà, un cuore intagliato nel legno.

-E quello?-, disse, indicandolo.

Duncan incespicò con le parole, non sapeva cosa risponderle.

Se avesse detto le parole sbagliate, avrebbe perso ogni possibilità di tentare un approccio con quella ragazza magnifica che gli stava al fianco.

Vedendo che Duncan rimaneva zitto, forse immerso in chissà quale riflessione, Gwen prese il cellulare per far luce sulla corteccia, e lesse solo una D dentro quel cuore.

-Una D? E l'altra lettera?-

Duncan alzò gli occhi d'oceano per intercettare quelli di pece di lei.

-L'altra lettera.. Non lo so. Diciamo che sto ancora cercando la lettera giusta.-

Gwen lo guardò con fare contrariato, mentre il punk si ripeteva che fare così il tenerone non avrebbe mai funzionato con lei.

-Ma che cavolo, ti rendi conto che hai procurato uno scempio a questo povero albero? Ti rendi conto che gli hai rovinato la corteccia?-

Duncan era stupefatto. Fra le tante cose che aveva pensato sarebbero potute venire in mente alla ragazza, questa non figurava di certo.

Evidentemente, disse fra sè e sè, con quella ragazza fare il dolciotto non funzionava, così cambiò strategia e la affrontò con uno sguardo intrinso di veleno ma, allo stesso tempo, traboccante di una voglia smisurata di renderla sua in quel momento.

-Perchè non lo ammetti, invece, che vorresti che ci fosse la tua G vicino alla mia D?

La risposta lasciò spiazzata la dark.

Il punk aveva esattamente indovinato i suoi pensieri.

Incapace di ribattere, abbassò lo sguardo verso l'erba che, con il buio che ormai era calato sul parco, aveva assunto un colore bluastro.

Fu scossa da due dita fredde che le alzarono il mento e la costrinsero a rimanere occhi negli occhi con il suo interlocutore.

Duncan parlò di nuovo.

-Perchè non lo ammetti che hai una voglia matta di baciarmi, eh, raggio di luna?-

Con un ultimo, enorme sforzo, Gwen aprì la bocca e rispose.

-Non lo ammetterò finchè non lo ammetterai anche tu.-

Duncan ghignò.

Sì, era la ragazza giusta per lui: sfrontata, profonda e sensuale.

Avvicinò il suo viso a quello della gotica che, incredula, aveva chiuso gli occhi sperando di aver ben inteso le intenzioni del punk.

Rimasero così per qualche decina di secondi, l'uno a pochi millimetro dall'altra, attraversando un po' per volta la tensione che c'era fra di loro, ognuno con l'intenzione di cadere poi nell'oblio della passione che, ne erano certi, li avrebbe avvolti.

Entrambi sembravano incapaci di annullare lo spazio che c'era fra di loro, entrambi avevano una voglia matta di baciarsi ed accarezzarsi ma, allo stesso tempo, una smania di godersi quel momento durante il quale tutto sembrava essersi fermato.

Lentamente, assai lentamente, trovarono il modo di congiungere le loro labbra in un bacio che via via diveniva meno casto. Il ragazzo non riuscì a controllarsi e, seguendo un istinto primario, portò il suo corpo muscoloso al di sopra della figura esile della ragazza, che si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa e di piacere.

Tutto sembrava starli a guardare, loro non erano nulla di più che due figure che si congiungevano in una sola immagine nel buio delle otto di una serata d'autunno.

Un lampo illuminò per un attimo il cielo, seguì un tuono e poi la pioggia, che cominciò a picchettare delicatamente su tutto il terreno, bagnando anche i loro vestiti.

I ragazzi, però, rimasero lì, senza la minima intenzione di andarsene da quel parco che, per via della pioggerellina, si stava svuotando, con una smania di appropriarsi del corpo dell'altro che cresceva di attimo in attimo.

Il corpo dell'uno stretto a quello dell'altra, si assaggiavano reciprocamente le labbra e si sondavano a vicenda con le mani, strappandosi piccoli gemiti ogni tanto e concedendosi qualche mossa leggermente più audace delle altre.

I capelli del ragazzo erano sempre stati lisci, ma in quel momento, con la pioggerella che li aveva bagnati, erano pazzi e ribelli, stravolti dalle mani di lei che, ogni tanto, andavano an affondarci in mezzo.

Il mascara di lei era colato, macchiando leggermente anche la pelle del punk, ma nè lui nè lei sembravano essersene accorti o, comunque, dargli peso.

La quantità della pioggia aumentò, costringendo i due a correre verso un gazebo che li avrebbe provvisoriamente riparati dal temporale, che era diventato incessante.

Gwen si girò verso Duncan, e gli pose una domanda.

-Ma.. Adesso?-

Lui la guardò con fare interrogativo.

-Adesso?-

-Sì, adesso che facciamo? Piove e casa mia è lontana.. Per non parlare di casa tua, bisognerebbe prendere due autobus per arrivarci! Quindi.. Che si fa?-

Gli occhi del punk risplendevano di desiderio.

-Vedi, Gwen.. Io, te, il parco vuoto, la pioggia.. Trovo che questa sia un'occasione imperdibile.-

Lei abbassò lo sguardo, ma solo per un attimo.

-E quindi?-

Il ragazzo la afferrò per la vita.

-E quindi vieni qui, sfruttiamola quest'occasione!-

Ed iniziò a baciarla con foga, in attesa che il temporale finisse.





Writer's Corner.

Beh.. Lo so, non è un granchè come storia, non so nemmeno se abbia rispettato l'IC o se vi sia riuscita a coinvolgere.. Fatto sta che mi sono alzata stamattina e mi sono detta "ma io, che parteggio per Trent e Gwen e Duncan e Courtney, non potrei provare a scrivere una DxG piccina piccina?", e così è uscito fuori questo.

Il fatto che io abbia scritto una DuncanxGwen NON implica il fatto che io sia diventata DxG, volevo, ecco, solamente provare a scrivere qualcosa su una coppia che non ho mai affrontato.

Il risultato?

Mi sono appassionata allo stile, perchè, diciamocelo, alcuni gesti o alcune cose si possono far fare soltanto a Dunan e Gwen.. Dico, ce lo vedreste Trent ad incidere un albero?

Ce la vedreste Courtney con dei pensieri tanto timidi?

Beh, io no v.v ed ho voluto provare questa miscela esplosiva detta Gwencan.

Ma comunque ripeto che io resterò sempre sempre sempre una TxG ù.ù


Dedico questa storia ad una mia amica, Chiara (che non troverete su Efp), perchè è un bel po' di tempo che mi chiede una DxG ^^


Spero vi sia piaciuta!

Un bacio ♥

Clover.

   
 
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