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Autore: Faye_92    05/11/2011    0 recensioni
Rico Bellin è un ribelle, cresciuto nelle strade della Little Italy di Manhattan, orfano di padre viene costretto ad iscriversi in una scuola dell Upper East Side dalla madre su insistenza del nuovo compagno che in quanto personalità in vista non può tollerare che il figlioccio continui a frequentare il suo vecchio giro di amicizie. Il ragazzo non ne vuole sapere di abbandonare la sua crew e continuerà a dividersi tra la scuola e gli amici di sempre. Presto tuttavia arriverà il momento di scegliere tra la bella Angelica, ragazza 100% upper east side, e la sua crew. Nel frattempo il Big Battle Dance Crew si avvicina.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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369 Crew








- Bè avete finito di chiacchierare? Muovete il culo e venite a provare - dissi buttando giù un lungo sorso d' acqua e lanciando un' occhiataccia a Claudia, Missy e Kestrel che erano tutte prese a ridacchiare tra loro. Non ci voleva certo una laurea per capire che stavano parlando di qualche ragazzo.
Detestavo quando facevano così, il Big Battle Dance Crew si avvicinava e loro non sapevano fare altro che stare a ridacchiare come delle ragazzine.
Tuck mi lanciò un' occhiata come a dire " Lascia perdere lo sai come sono fatte ".
Sì lascia perdere un paio di palle, io ero li a farmi il mazzo e loro non si degnavano neanche di dare un' occhiata alla coreografia.
- Mettiamola così tra due minuti non dovrete preoccuparvi di provare perchè non avrete una crew con la quale farlo - decisi di passare alle minacce visto che sembrava che le mie parole di poco prima non le avessero minimamente toccate.
Si zittirono immediatamente alzando la testa di scatto, un segno di vita, facevamo progressi.
- Eccoci arriviamo, uffa ma non si può fare neanche una pausa? - commentò Missy alzandosi e raggiungendoci, le altre due la seguirono a ruota.
- Certo che potete fare una pausa Missy, il problema è che non avete neanche cominciato a provare - le feci notare sfidandola a replicare.
La ragazza scrollò incurante le spalle e si mise in posizione.
- Non c' è niente da fare, sei sempre il solito - ridacchiò Claudia affiancandomi.
- Prego? - chiesi in tono fintamente minaccioso
- Sei il solito rompi coglioni - replicò lei ridendo ancora più di prima.
- A sì? Questo rompi coglioni ha appena deciso che tornerai a casa a piedi - le comunicai con il mio miglior sorriso da bastardo.
Gli occhi castani si spalancarono leggermente  e portandosi una mano sul cuore disse con aria melodrammatica - O no, non puoi farmi questo, tutto ma non questo -
- Altro che ballo, la recitazione sarà il tuo futuro - ridacchiai cercando di usare un tono profetico.
- Ehm possiamo cominciare o ne avete ancora per molto? - ci interruppe Missy imitando il mio tono di poco prima.
- Spiritosa, molto spiritosa - commentai ironico prima di avvicinarmi allo stereo e far partire la musica.
Le note di "Na na na di Flo Rida" rieccheggiarono per  tutto il cortile, pompate a massimo dal Dolby Surround.
Come attaccò la canzone partimmo tutti in contemporanea.
La prima esecuzione non era poi male, ma di qui a raggiungere la perfezione ce ne voleva ancora. Mi distaccai dal gruppo facendoli provare altre tre volte sulla stessa traccia per poi passare alla successiva.
Era passata una mezz' ora da quando avevamo cominciato a provare e il cortile sotto casa di Vinz era già pieno di gente, ragazzi e ragazze di tutte le età si erano radunati a guardarci provare. Persino qualche genitore si fermava ad osservarci tenendo per le mani i figli che strillavano e ci indicavano eccitati.
Sorrisi guardandomi attorno, era questo il bello del Bronx, così come di tutti quei quartieri periferici in cui tutti si conoscono almeno di vista e tutti si aiutano come possono.
- 369 siete grandi!!! - gridarono un paio di ragazzine sui quattordici anni che osservavano rapite i movimenti fluidi e decisi dei miei compagni.
Era in momenti come quelli che mi sentivo veramente orgoglioso della mia crew, quella crew che io stesso avevo formato quattro anni prima, quando mio padre era morto ed io avevo cercato consolazione in una nuova famiglia, una scelta da me.
La 369 non era solo la crew che avrei portato ai nazionali, ma era la mia famiglia e alla famiglia non si nasconde nulla, si dice tutto.
Facile a dirsi, ma quelle parole proprio non volevano uscire dalla mia bocca.
Con che faccia avrei potuto dirgli che avrei dovuto cambiare scuola, probabilmente mi sarei anche dovuto trasferire perchè quello aveva deciso che sarebbe stato meglio se mia madre fosse andata ad abitare con lui , nel suo bell' attico nell' Upper East Side.
Mi ritornò in mente la discussione avuta la sera prima con mia madre, litigavamo spesso da quando era morto mio padre e ancora più di frequente da quando aveva deciso di fidanzarsi con quello.
La mia crew condivideva il mio stesso disgusto nei confronti di quell' uomo che girava sempre in completo scuro da 3.000 dollari indipendentemente da dove dovesse andare.
L' Upper East Side non era un posto per quelli come me, era un posto da fighetti ed io con quel genere di persone non volevo proprio avere niente a che vedere.
L' avevo detto a mia madre, ma lei non ne aveva voluto sapere...


- Rico vieni qui, dobbiamo parlare - era così che aveva cominciato la sua idea di conversazione piena di risvolti positivi, ovviamente tutti questi belli aspetti erano solo riferiti a lei. Non si calcolava certo il fatto che mi sarei ritrovato in una scuola in un quartiere di fighetti, per giunta l' Upper Institute era una scuola a pagamento, ora si che mi sentivo meglio. - Che c' è? - avevo chiesto sedendomi scompostamente su una sedia e accendendomi una sigaretta. - Preferirei che non fumassi - aveva provato a farmi notare - E io preferirei che tu non fossi fidanzata con un coglione che a quarantacinque anni suonati pensa ancora di essere un figo, come vedi non si può avere tutto dalla vita - avevo replicato beffardo.
- Tuo padre non era tanto diverso da Jordan sai, se solo tu ti sforzassi di essere gentile con lui - aveva cominciato, ma l' avevo bloccata subito sbattendo un pugno sul tavolo. - Non nominare mio padre, lui almeno lascialo fuori da questa storia. Mio padre e quello non hanno proprio niente in comune -

L' avevo vista sobbalzare al mio attacco d' ira e per un attimo ero stato preso dal rimorso, una fitta pungente proprio all' altezza del cuore, ma l' avevo scacciata prepotentemente; avevo imparato ad essere forte, l' avevo imparato a soli tredici anni.
- Di cosa volevi parlare? - chiesi poi vedendo che sembrava incerta sul da farsi.
- Volevo dirti che Jordan pensa che sarebbe carino  se andassimo ad abitare insieme, sai si sta sforzando molto per far funzionare le cose - aveva mormorato sforzandosi di guardarmi negli occhi. La scrutai attentamente - Cos' è stai chiedendo la mia benedizione? Sei grande, se vuoi andare a vivere con quello puoi farlo tranquillamente, io andrò da Claudia - avevo replicato osservando la brace della sigaretta che piano piano la consumava.
- In realtà anche tu dovrai venire ad abitare con noi - aveva chiarito a voce talmente bassa che per un attimo non ero stato sicuro di aver capito bene.
- Cosa? Io in quel quartiere di fighetti? Puoi scordartelo - dichiarai spegnendo con forza la sigaretta nel posacenere.
- Sei ancora minorenne quindi tu farai quello che deciderò io - insistette con una determinazione che non le avevo più sentito dalla morte di mio padre. Rimasi per un attimo incerto prima di replicare bruscamente - Questa è la tua vita, se vuoi andare a vivere con quello mi sta bene, ma non puoi costringere anche me - - E invece posso, sono tua madre cazzo - aveva sbottato prima di scoppiare a piangere.
Era in quei momenti che mi faceva sentire una merda, non riuscivo a guardarla piangere per causa mia. Mi alzai ad abbracciarla - Se non c' è altra situazione - mormorai lasciando che le sue lacrime bagnassero la mia maglietta.
- Gra- grazie - mormorò riprendendosi leggermente - Vedrai ti troverai bene anche tu - assicurò con un tiepido sorriso a  cui non ebbi il coraggio di ricambiare. Sì come no, sarà una favola, sicuro, pensai sarcastico mentre già immaginavo come lo avrei detto ai ragazzi.











Spazio autrice:

Bè spero che questo primo capitolo vi piaccia, diciamo che questo è un po' l' antefatto, il capitolo che spiega il motivo che farà scaturire tutto quello che accadrà. Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio,
                Cissa92

  
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