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Autore: Angelo Osaki    05/11/2011    5 recensioni
Michele è un ragazzo di sedici anni che fa uso di droga e fumo.
Da piccolo ha subito un grande trauma: ha vissuto in una famiglia violenta e degradata, senza nemmeno un pizzico d'amore per i tre figli.
Adesso Michele si chiede: Posso essere ancora salvato, Dio?
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fallen '
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Tourniquet- La mia tragica 
Posso essere salvato?

Mi chiamo Michele e voglio parlarvi di me.
La mia storia è molto triste: la mia vita è stata un continuo fallimento. Sono nato in una famiglia disagiata, con un padre violento e una madre debole e accondiscende nei confronti del marito. Quello che secondo il sangue è mio padre, ma che io non ho mai riconosciuto come tale, picchiava me, mia sorella e mio fratello, spesso anche mia madre. Ci derubava di tutto, solo per comprarsi da bere e psicofarmaci, e noi non potevamo fare nulla, abbandonati anche da nostra madre, troppo debole  o d’accordo con il marito, questo non sono mai riuscito a capirlo e dubito di riuscirci in futuro,  per fare qualsiasi cosa, anche una semplice carezza o sorriso.
Ho vissuto così, nel dolore e nella sofferenza, finché mio padre è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa sparato da un suo “amico” alcolizzato.
Avevo nove anni.
Gli assistenti sociali hanno portato me e i miei due fratelli in orfanotrofio. Di nostra madre non abbiamo più saputo più niente, sembrava sparita nel nulla, molti dicevano che se n’era andata via, in un altro Paese, alcuni sostenevano che fosse morta. Questo non l’ho e non lo vorrò mai scoprire.
Dopo un anno infernale trascorso in quell’orfanotrofio, mia sorella e mio fratello furono adottati da due famiglie diverse, sembravano a posto, ma mi hanno comunque portato via le uniche due persone a cui volevo bene e per cui continuavo a farmi forza.
Non ha mai voluto adottarmi nessuno, troppo grande, troppo scapestrato, aggressivo e chiuso in se stesso.
A quattordici anni ho cominciato a fumare.
In cuor mio sapevo che tutto questo fosse sbagliato ma non riuscivo a smettere.
La verità è che mi rifugiavo nel fumo e nella compagnia di ragazzi più grandi per dimenticare il passato, la mia breve tragica vita, cercando un appiglio per vivere.
Cercavo solo un modo per uccidere il dolore, ma ne ho solo attirato dell’altro.

I tried to kill the pain
but only brought more

Dal fumo passai al bere, solo per qualche mese, poi smisi e ad oggi non ho mai toccato una bottiglia di alcool, e infine alla droga. La scoprii sempre nel gruppo che frequentavo: si drogavano tutti e così iniziai anche io a farmi.
Un altro modo per uccidere il dolore.
Adesso sto morendo, lo sento in ogni singolo istante della mia vita, in ogni singolo respiro che esalo.
Non ho mai creduto a Dio e a tutte quelle cose religiose: cavolate senza senso, mi dicevo. Tuttavia a volte mi ritrovo a pregare Dio, se esiste, di aiutarmi.
Perché, lo so, la droga mi sta consumando e a breve la mia anima abbandonerà il mio corpo.
Dio, se ci sei, dimmi: sono troppo perso per essere salvato?
Se non puoi restituirmi la vita, dona almeno la salvezza alla mia anima.
Dio, ti prego, aiutami. Non ho mai creduto nella tua esistenza, e dubito ancora oggi di crederci fino in fondo, ma se davvero ci sei ascolta le mie preghiere e aiutami.

my God my tourniquet
return to me salvation
my God my tourniquet
return to me salvation


Ormai credo che tutte le persone che mi hanno conosciuto, se non il mondo intero, si siano dimenticati di me, abbandonato a se stesso e perso fin dalla nascita.
Ma potrò mai rientrare nel cuore di qualcuno?
O sarò sempre perduto?
Non so più nulla neanche di Maria e Giuseppe, i miei fratelli. Fin da piccoli ci confortavamo a vicenda, succubi di due persone che non meritavano per niente di mettere al mondo dei figli.
Da quanto Maria e Giuseppe mi sono stati strappati, non li ho più rivisti. Ho fatto delle ricerche ma sono solo riuscito a scoprire che entrambi i loro genitori adottivi erano americani e tedeschi, quindi con tutta la probabilità ormai non stavano più in Italia.
Dio, sono troppo perso per essere salvato?
Allora aiutami! Restituisci la luce alla mia anima attanagliata dalle tenebre della droga e del fumo.
A volte mi dico che è tutto tempo perso, che non devo chiedere l’aiuto di un Dio che per me ha voluto solo sofferenza.
Mi dico che devo morire.
Sì, infondo io mi merito la morte!
Le mie ferite, dell’anima, delle siringhe che uso più volte al giorno, della testa, del cuore, desiderano ardentemente la morte.
La mia anima brama la liberazione, l’invocazione di Dio, il suo aiuto per raggiungere la via per la salvezza.
Eppure mi domando se tutto questo mi sarà negato, infondo nella mia misera vita ho procurato solo guai e male.
Un giorno mi alzo dal letto, la mattina presto, esco fuori a fare un giro.
Lungo la strada penso a tutto quello che mi è successo, dalla nascita fino ai sedici anni, e prendo una decisione.
Non so se riceverò la salvezza, so solo che non posso continuare così. È una sofferenza enorme.
Quella mattina fa caldo, d’altronde è piena estate, e le acque del fiume scorrono calme e tranquille, pronte ad accogliermi.
Solo una cosa porto con me: il laccio emostatico che uso quando mi drogo.
Salgo sul ponte e con un unico grande salto, colmo di disprezzo verso me stesso e il mondo, mi butto giù nelle acque profonde del grande fiume.
Così finisce la mia vita.

My wounds cry for the grave
my soul cries for deliverance
will i be denied Christ?
tourniquet
my suicide

Il mio nome era Michele e di me non è rimasto niente, neanche una tomba.
Un consiglio ti do: non sprecare la tua vita, anche quando cadi in ginocchio cerca di rialzati o di camminare a gattoni.
La vita è troppo importante per essere sprecata, buttata via come un fazzoletto sporco.

   
 
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