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Autore: FeltbeatsDirnt    05/11/2011    2 recensioni
Storia seconda classificata al contest "Contesti Contest" indetto da Chicca Weasley sul forum di EFP.
La storia vince anche il Premio Miglior Uomo e il Premio Stile.
Ne “Il prigioniero di Azkaban”, Lupin dice ad Harry che i Malandrini, al quinto anno, finalmente riuscirono a diventare Animagi e, grazie alla loro compagnia, le sue trasformazioni si fecero più tranquille in qualche modo. Beh, diciamo che questa è la mia versione dei fatti.
(Ho deciso di usare il cognome il cognome originale di Peter per puro gusto personale; preferisco infatti i nomi originali alle traduzioni italiane.)
Enjoy your reading,
Jane.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nella tana del Lupo

Un ragazzo solitario camminava a passo svelto nell'immenso parco di Hogwarts.

Pochi minuti prima Remus Lupin era sgattaiolato fuori dalla Sala Comune di Grifondoro; era una notte di luna piena e Remus sapeva di doversi allontanare il più in fretta possibile, senza salutare nessuno, prima che fosse troppo tardi.

Adesso era fermo davanti a quell'albero che Silente aveva fatto piantare al suo arrivo a Hogwarts, cinque anni prima.

Tutti odiavano il Platano Picchiatore per via della sua costante agitazione che non raramente aveva provocato ai più incauti tagli e lividi; ma dovevano essergli grati invece, dovevano ringraziarlo per tutte le volte in cui li aveva protetti dalla furia di Remus, nei momenti in cui perdeva ogni contatto con il mondo.

Il ragazzo afferrò un ramo spezzato che giaceva ai piedi dell'albero e lo insinuò fra le fronde agitate che, un istante dopo, tacquero e s’immobilizzarono come se colpite da un Incantesimo della Pastoia Total-Body.

Gettando un'ultima occhiata intorno per accertarsi che non ci fosse nessun altro, Remus scivolò nell'apertura nascosta fra le radici nodose del Platano che, subito dopo il suo passaggio, ricominciò la sua attività frenetica.

Remus si lasciò sfuggire un sorrisetto mesto. Anche quella volta nessuno avrebbe potuto capitargli fra le zampe. O zanne?

Si riscosse da quel pensiero con un brivido e cominciò a camminare lungo il tortuoso passaggio che lo condusse alla Stamberga Strillante.

Quando fu alla Stamberga, alla vista della mobilia distrutta, un'espressione disgustata sfigurò per un momento il suo volto prima che si trascinasse su per le scale al piano superiore.

Non vedeva l'ora di buttarsi sul divano logoro in attesa che la luna si facesse vedere, per perdersi nell'oblio della furia distruttiva che lo possedeva mentre era un lupo.

Erano gli unici momenti in cui smetteva di farsi schifo; in realtà smetteva persino di vivere. Non era più Remus Lupin, era solo il Lupo Mannaro.

La stanza però non era vuota al suo arrivo e il suo divano era già occupato.

James Potter, Sirius Black e Peter Pettigrew erano stravaccati sul divano e lo guardavano sorridenti.

"Che diavolo ci fate voi qui? E perchè diavolo state sorridendo?" chiese Remus.

L'agitazione e la preoccupazione lo rendevano sboccato.

"Dai, Remus, davvero credevi che ti avremmo lasciato per sempre solo col tuo piccolo problema peloso?" fu la domanda retorica di James.

"Ce l'abbiamo fatta, bello, ti abbiamo trovato compagnia!" aggiunse Sirius, mentre Peter annuiva con convinzione al suo fianco.

Remus si guardò attorno preoccupato.

 

Ma che diavolo passava per la testa a quei tre? Compagnia? Non solo erano venuti loro nella - era proprio il caso di dirlo - tana del lupo, ma avevano anche portato intenzionalmente qualcun'altro? Lì, nel posto in cui lui diventava un pericolo pure per se stesso?

 

"E, di grazia, dove sarebbe questa compagnia?" chiese Remus, nascondendo la preoccupazione dietro un non troppo velato sarcasmo.

"Abbiamo incontrato un cervo, un cane e un topo che avevano voglia di stare con il loro amico lupo!"

"Ah, sì? Salutatemeli!" rispose Lupin, voltandosi nuovamente verso le scale.

 

Se quei tre pazzi non volevano andare via, allora era meglio che si allontanasse lui.

 

La voce di Peter gli giunse, quindi, da dietro le spalle.

"Puoi farlo tu, Remus!"

Era davvero troppo. Quei tre non avevano il senso del limite e stavolta gli avevano fatto perdere la pazienza sul serio.

Si girò per rispondere a tono, ma si ritrovò a fissare un divano vuoto davanti al quale stavano un maestoso cervo, un cane nero di taglia sproporzionata e un piccolo topo che si nascondeva fra le zampe del cane.

Remus ebbe appena il tempo di mormorare un debole "Oh, ragazzi!", prima che la luce della luna piena filtrasse attraverso la tenda sbrindellata che penzolava dalla finestra.

 

The end
 

Giudizi



Grammatica e lessico: 9,5/10 pt 
Tolgo solo mezzo punto per qualche piccolissima ripetizione: specie nella prima parte della storia, trovo che abbia ripetuto eccessivamente ‘Remus’ in funzione di soggetto: in alcuni casi avresti potuto sottintenderlo o sostituirlo con un pronome. 
Il lessico è curato e appropriato al contesto e alla vicenda raccontata… molto bene! 
 
Stile: 5/5 pt 
Punteggio pieno, senza dubbio. Adoro il tuo stile e il modo in cui riesci far trasparire con una semplice frase i pensieri e gli stati d’animo del protagonista. Fantastica, davvero. 
 
Sviluppo e originalità della trama: 9/10 pt
Non ti do il punteggio pieno, per il semplice fatto che la vicenda di per sé non è originalissima, ma lo è il modo in cui l’hai trattata. Obbiettivamente l’argomento è stato già largamente trattato da intere generazioni di fan-writers, ma mai come l’hai fatto tu. La storia si sviluppa bene, lentamente, per poi prendere vita e proseguire da sola. Una sorta di grande climax, così la definirei. Oddio, tu sei un genio. 
 
Caratterizzazione del personaggio/pairing: 9/10 pt 
Remus Lupin, ti ho trovato. Non avevo mai letto di un lui così ben strutturato, così assolutamente Lupin! È fantastico il modo in cui lo descrivi, come un giovane-adulto, che nonostante l’età si comporta come una persona matura. Appropriato anche il quadretto dei Malandrini, perfetti nel loro modo di scherzare, anche in una situazione tanto ‘critica’. 
 
Rispetto delle regole del contest: 5/5 pt 
 
Gradimento personale: 10/10 pt 
L’ho adorata, dalla prima all’ultima sillaba. Era da un bel po’ di tempo che, per un motivo o per un altro non leggevo una storia sull’epoca dei Malandrini. E santo cielo, non tornerò facilmente a farlo se prima non troverò qualcosa capace di eguagliare questo piccolo capolavoro. Bravissima, davvero. 
 
Totale: 47.5/51
   
 
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