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Autore: Giuly_93    06/11/2011    7 recensioni
Non c'è cosa che Castle non farebbe per far sentire il suo amore.
A Beckett, naturalmente.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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When the rain is blowing in your face

And the whole world is on your case

I could offer you a warm embrace 

To make you feel my love

 

New York oggi è particolarmente cupa e triste. Nuvole grigie ricoprono il suo cielo e un fitta pioggia bagna le sue strade. Le temperature sono scese di molti gradi rispetto ai giorni precedenti e le poche persone che si trovano fuori dagli edifici o sono alla ricerca disperata di un taxi o corrono verso la metro più vicina. Vogliono tornare a casa, al caldo e all'asciutto. Osservi la città dalla finestra del distretto e, come se il tempo atmosferico fosse direttamente collegato al tuo umore, sei triste e assorta nei tuoi pensieri. E io so su cosa stai rimuginando. E' semplice, perché una volta me l'hai confessato. Mi ricordo perfettamente le parole:

«Sai Castle, la pioggia mi rende malinconica. Mi piace ascoltarne il suono ma poi, inevitabilmente, mi perdo nei pensieri e mi viene in mente mia madre»

Ricordo anche come, pronunciando le ultime parole, avessi preso l'anello che pendeva dal tuo collo e avessi iniziato a giocarci con le dita.

Adesso, ti osservo seduto nella poltrona, accanto alla tua scrivania. Nonostante tu sia di spalle, noto il veloce movimento che fai per evitare che una lacrima scenda sulla tua guancia. Se solo me lo permettessi, ti offrirei un caldo abbraccio per farti sentire il mio amore.

 

When the evening shadows and the stars appears 

And there is no one there to dry your tears

I could hold you for a million years

To make you feel my love

 

Oggi non sono potuto venire al distretto. Alexis aveva la febbre, mi ha chiesto di rimanere con lei e ho deciso di soddisfare il suo desiderio. Però, per me è ormai chiaro, non posso stare un giorno senza vederti. Così, mi ritrovo ad uscire di casa, a serata inoltrata, deciso ad andare a casa tua. Non prendo la macchina perché voglio osservare New York con i colori del tramonto. Il momento in cui la sera cala e lascia spazio alle stelle, perfette e luminose. Nella tua zona, meno illuminata rispetto alla mia, risplendono ancora di più nel cielo ormai scuro.

Varco il portone del tuo palazzo e dopo due rampe di scale, busso alla tua porta. Mentre aspetto, mi viene in mente che non ho una scusa. Perché sono qui? Nessuna teoria illuminante, nessun invito a mangiare un hamburger o a guardare un film particolarmente interessante. Spero che la bottiglia di vino che tengo tra le mani basti per scusarmi. 

Apri dopo un'eternità, sorridi, ma i tuoi occhi sono gonfi e il tuo sguardo è triste. Entro, sotto tuo invito. Tu prendi il vino dalla mia mano, l'appoggi sul bancone e poi stanca torni verso di me. Sto per chiederti cos'è successo ma le parole mi muoiono in gola perché prendi spontaneamente la parola:

«Oggi il caso era su una donna di 40 anni. E' stata uccisa in un vicolo. Sparata in pieno petto.» mentre parli guardi un punto imprecisato dietro di me «Durante la notte. L'assassino è stato trovato ma non mi lascia la mente il viso del figlio. Ho dovuto dirgli io cos'era successo. E Castle…»

Lasci la frase a metà, per sederti sul divano, i gomiti sopra le ginocchia e il viso tra le mani. «E' stato tremendo. E' come se mi avesse riportata nel passato» Inizi a piangere silenziosamente.

Rimango sorpreso da questa tua fragilità, o meglio, dal fatto che non la nascondi e faccio una cosa che non ho mai fatto: mi siedo accanto a te, prendendoti per i polsi ti libero dalla posizione in cui ti sei rannicchiata e ti abbraccio. Se solo potessi, ti stringerei per un milione di anni per farti sentire il mio amore.

 

I know you haven't made your mind up yet

But I would never do you wrong 

I've know it from the moment that we met 

No doubt in my mind where you belong […] 

 

Ti lascio alcuni minuti dopo. Lo so che non sei ancora pronta. Quel muro che ti protegge dal mondo ti allontana anche da me. Ma ricorda, penso mentre sono intento a versare il vino in due calici, che non ti ho mai voluto ferire. Perché appena ho conosciuto la vera Kate Beckett, quella che oggi si è mostrata senza maschere, ho capito subito che posto ti spettava. Appena ti porgo il bicchiere, alzi lo sguardo, lo incateni al mio e mi regali un altro tuo sorriso. Posso vedere una parte del muro che crolla e ti sento che prendi sempre più spazio nel mio cuore.

 

I could make you happy, make your dreams come true

Nothing that I wouldn't do

Go to the ends of the earth for you

To make you feel my love

 

New York oggi è illuminata da un bellissimo sole. Il cielo, di un azzurro spettacolare, non è coperto da nessuna nuvola. Esco dal distretto e mi avvio alla caffetteria all'angolo. Hai lavorato tutta la notte su un caso e hai proprio bisogno di un bel "caffellatte con latte scremato grande alla vaniglia senza zucchero". E' così che lo ordino al barman, il quale mi guarda cercando di memorizzare tutte le informazioni. E' giovane, probabilmente è uno dei suoi primi caffè. La conferma mi arriva quando prendo la tazza tra le mani. Per poco non rimanevo ustionato. Sono così costretto a compiere tutta la strada del rientro spostando il caffè da una mano all'altra. Continuo fino a quando non poggio la tazza sulla tua scrivania. Sono così preso dal dolore alle mani che ci metto un po' a capire che, braccia incrociate e testa sopra di esse, ti sei addormentata. Mi soffermo inizialmente a guardarti, poi provo a svegliarti passandoti delicatamente un mano sul viso. Niente. Riprovo, questa volta spostandoti un braccio. Appena apri lo sguardo ti metti sull'attenti. Osservi il posto e intuisco che hai compreso dove siamo esattamente adesso. Come ho fatto? Sei diventata rossa. Addormentarsi al distretto non è da Kate Beckett.

«Kate, che ne dici di andare a casa a riposarti?»

«Oh, magari Castle, ma devo compilare ancora tantissimi documenti» mi dici prima di bere un sorso di caffè. A proposito, adoro come prendi con entrambe le mani la tazza.

«Non preoccuparti, ci penso io» rispondo sicuro.

Mi guardi come se fossi appena arrivato da Marte. 

«Come?»

«Ci penso io» 

«Questo è un sogno che si avvera! Sei diventato ufficialmente anche mio partner di "scartoffie"» dici, virgolettando con un gesto delle mani l'ultima parola.

«Comunque, grazie» aggiungi con un sorriso. Prendi la giacca, il caffè e prima di andartene posi in fretta un bacio sulle mie labbra.

Mi siedo nel tuo posto e ti guardo camminare, stanca ma felice, verso l'ascensore. Sorrido divertito. Dopo 4 mesi che stiamo assieme dovrebbe esserti chiaro che non c'è cosa che non farei, andrei sino al centro della Terra o, peggio, compilerei mucchi infiniti di "scartoffie", per farti sentire il mio amore.

 

 

Note di Giù.

Sono veramente emozionata. 

Questa è, nell'ordine:

- la prima fan fiction che pubblico su EFP

- la prima fan fiction che scrivo su Castle

- la prima song fiction che scrivo in generale

Ho deciso di pubblicarla perché è un'idea che mi passava per la mente da tantissimo tempo e, ieri notte, nonostante una lunga giornata di studio, l'ho buttata giù così come l'avete letta (ok, lo ammetto, stamattina ho fatto alcune correzioni. Ma, croce sul cuore, sono veramente poche)

Mi è piaciuta scriverla, così come mi è piaciuta leggerla e spero che sia piaciuta anche a voi. Se così è, fatemelo sapere. 

Però, se non vi è piaciuta, fatemelo sapere ancora di più. Personaggi troppo OOC? Ditemelo! Troppo zucchero, miele, vaniglia messi assieme? Ditemelo! Punteggiatura messa a casaccio? Ditemelo!

Sono anche ammessi pomodori e verdure varie da buttare sopra la sottoscritta (non uova marce vi scongiuro!)

Credo di aver detto tutto.

La vostra (piùcheemozionata) Giù.


Ps: Canzone
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