WHERE THE WILD ROSE GROW UP
C’era
stato un lungo periodo di
tempo durante il quale nessuno aveva risposto alle domande del
professor Rüf.
I
motivi principali erano due:
nessuno lo ascoltava con abbastanza attenzione da poter capire quando
quell’ininterrotto fiume di parole diventava una domanda, e
nessuno, in ogni
caso, sapeva la risposta.
Poi
erano arrivati quei due, Malfoy
e Weasley; il precedente Malfoy era molto simile all’attuale,
fisicamente, ma
non si era mai preso la briga di ascoltare una sola parola, e aveva
lasciato il
corso non appena aveva potuto. Di Weasley ne erano passati parecchi, su
quei
banchi, ma quella ragazzina non somigliava molto a nessuno di loro, se
non per
i capelli ramati; Rüf aveva capito subito che doveva essere la
figlia di
Hermione Granger, la nata Babbana che qualche anno prima era stata la
studentessa migliore della scuola.
Secoli
prima, quand’era ancora
vivo, Rüf era stato un Purosangue, ma sapeva che la sua classe
sociale era
troppo presa da alberi genealogici e stupide disquisizioni sulla
purezza di
sangue per poter prestare attenzione alla storia vera. La
curiosità e l’intelligenza
di quella Granger l’avevano quasi emozionato, ma il fatto che
ora ci fossero
addirittura due persone ad ascoltarlo veramente l’aveva
commosso. Ormai era
solo una questione di chi alzava per primo la mano, perché
entrambi sapevano
sempre la risposta giusta.
“…
e così ebbe inizio la rivolta
del 1612. Chi mi sa dire qual era il quartier generale dei Goblin?
– chiese il
professore. Due mani scattarono quasi contemporaneamente verso
l’alto; il
fantasma guardò entrambi con attenzione. Il resto della
classe aspettava con
ansia il suo verdetto. – Prego, signorina Weasley.”
disse infine con un gesto
della mano.
“Il
pub Testa di Porco a Hogsmeade,
professore.” rispose Rose Weasley lanciando uno sguardo
trionfante a Scorpius
Malfoy. Rüf sorrise in maniera appena percettibile.
“Corretto.
Cinque punti a
Serpeverde.”
***
Sua
madre era stata la più
comprensiva, sin dall’inizio.
“Serpeverde
non è più sinonimo di
Mangiamorte. – aveva detto al marito con
tranquillità. – Ogni Casa ha le
proprie qualità!”
“Nostra
figlia – una Weasley! – a
Serpeverde! Una Weasley compagna di Casa di un Malfoy!” aveva
urlato Ron
camminando nervosamente intorno al divano.
A
quel punto Rose aveva avuto la
magnifica idea di specificare che no, non era una compagna di quel
ragazzino
biondo, Scorpius, perché lui era finito a Corvonero. Suo
padre non le aveva
parlato per metà delle vacanze di Natale del suo primo anno.
Per
fortuna sua madre era stata
abbastanza intelligente da capire che non era decisamente il caso di
farne una
tragedia; dopotutto, Rose doveva pur aver preso da qualcuno il suo
prodigioso
cervello. Il problema era che non aveva preso proprio nulla da suo
padre, se
non una leggera sfumatura dei capelli.
Alcuni
le avevano detto che la sua
naturale predisposizione alle fatture veniva dalla zia Ginny. Era
ambiziosa,
troppo ambiziosa, dicevano coloro che venivano costantemente battuti da
lei, e
dannatamente furba. A nonna Molly ricordava vagamente i gemelli; Rose
l’aveva
preso come un complimento. George era il suo zio preferito,
nonché l’unico che
non le facesse pesare il fatto di essere una Serpeverde in mezzo ad un
branco
di Grifondoro.
Era
piuttosto brava a Quidditch;
giocava come battitrice, e giocava sporco. Serpeverde aveva vinto la
Coppa del
Quidditch, negli ultimi tre anni; Rose aveva evitato di dirlo al padre
per
delicatezza, ma ci aveva pensato Albus ad informarlo. Probabilmente non
era
ancora riuscito a mandare giù il fatto di essere stato
battuto in tre finali su
tre, ma non poteva certo incolpare Rose se non sapeva stare a cavallo
di una
scopa! Dopotutto, lei non aveva lanciato quei Bolidi così
forte.
Sua
madre era stata contenta di
sapere che grazie a lei la sua Casa aveva guadagnato quasi 2100 punti
nell’ultimo anno; non aveva preso bene, invece, il fatto che
gliene avessero
tolti esattamente 1653 tra punizioni e richiami vari. I suoi
incantesimi di
Disillusione non erano ancora abbastanza potenti da farla sfuggire ai
professori, e Albus si rifiutava di prestarle il suo mantello
dell’invisibilità. Forse avrebbe dovuto scusarsi
per quella storia dei Bolidi;
quel mantello le sarebbe stato veramente molto utile.
Rose
non era leale, non arrossiva
sulle orecchie, non era nemmeno coraggiosa; Scorpius le diceva sempre
che la
sua era semplicemente mancanza di giudizio. Pensava ad una cosa solo
dopo averla
fatta; per fortuna pensava abbastanza bene, e riusciva a cavarsela la
maggior
parte delle volte.
Tra
le molte cose che aveva
preferito non dire a suo padre c’era anche quella cosuccia di
Scorpius; questo
non l’aveva detto nemmeno a sua madre, a dire il vero.
C’è un limite anche alla
pazienza dei genitori più amorevoli, e Rose non desiderava
oltrepassarlo. Non troppo,
almeno.
Dall’altra
parte della Sala Grande,
al tavolo dei Corvonero, Scorpius le lanciò
un’occhiata e le mostrò dieci dita;
dieci minuti. Rose annuì e prese una porzione del dolce del
giorno. Quella sera
avrebbero dovuto fare la ronda insieme, in qualità di
Caposcuola. La ragazza
aveva maneggiato abbastanza da far accoppiare Serpeverde e Corvonero
per tutto
l’anno.
Rose
era a metà del dolce quando
vide il fratello avvicinarsi al proprio tavolo; gli fece un cenno con
una mano.
“Buonasera,
fratellino. Come va il
braccio oggi?” gli chiese con un sorriso.
“Sono
ancora arrabbiato con te.
Tieni, stamattina è arrivata questa da mamma e
papà. – rispose Hugo dandole una
lettera. – La mamma si congratula con te per la vittoria di
domenica; papà no.”
“Allora
papà dovrebbe insegnarti
meglio ad evitare i Bolidi. E poi non è la prima volta che
ti rompi un braccio,
quante lagne! – disse posando il cucchiaino ed aprendo la
lettera. Si
mangiucchiò distrattamente un’unghia. –
Vuoi un po’ di torta? Oggi è davvero
deliziosa.”
“E’
questo il metodo che usate per
convincere i primini a passare al lato oscuro? Dolci? – le
chiese Hugo
sedendosi di fianco a lei. Rose gli lanciò uno sguardo
gelido. – Con me avrebbe
funzionato, comunque.” aggiunse iniziando a mangiare con
voracità.
“’Complimenti
per la partita’ La
mamma deve aver preso un colpo in testa per aver scritto qualcosa sul
Quidditch. – disse Rose leggendo velocemente la lettera.
– ‘Andrò in settimana
al Ghirigoro per quel libro che mi avevi chiesto’ Bene!
‘Teddy è partito per la
Spagna con la sua squadra di Auror’ Oh, chissà
come l’avrà presa Victoire...
‘Albus ci ha scritto che sei stata messa di nuovo in
punizione’ Oh, dannazione,
perché Albus non si fa mai i fatti suoi?!”
esclamò sbattendo una mano sul
tavolo.
“Temo
che sia contro la sua
natura.” disse Hugo prendendo un’altra fetta di
torta.
“Credo
che inizierò a scrivere agli
zii una cronaca dettagliata di tutte le stupidate che fa lui.
Così finalmente
smetteranno di essere stupiti per il fatto che il loro amato Albus non
sia
diventato Caposcuola. Strano che con gli anni James abbia messo la
testa a
posto mentre Albus sia diventato un cretino, eh? – Hugo rise.
Rose vide
Scorpius che usciva dalla Sala Grande; le mostrò il dito
indice. Un minuto. –
Devo scappare, stasera sono di turno. Te la senti di rimanere qui da
solo in
mezzo alle serpi?”
“Oh,
mangerò un’altra fetta di
torta e poi me ne andrò. Credo di potercela fare.”
rispose Hugo annuendo con
sicurezza.
“Voi
Grifondoro siete così
coraggiosi! Dovete solo risolvere quel vostro problemino con i
Bolidi… - disse
Rose alzandosi; infilò la lettera nel mantello. –
So che hai puntato quella
serpe del quarto anno. Buona fortuna!” aggiunse facendogli
l’occhiolino.
Si
allontanò velocemente verso
l’ingresso e prese da una tasca del mantello una Caramella
Per L’Alito Sempre
Al Bacio, brevetto di George Weasley dietro suggerimento di Rose stessa.
“Quando ne comprerai più di un pacchetto al mese
capirò che hai un ragazzo.” le
aveva detto lo zio dandole un pacchetto in omaggio. Da circa tre mesi
Rose ne
comprava almeno due. A settimana.
La
ragazza si specchiò velocemente
in una finestra e si sistemò i capelli con una mano; non
erano ancora a posto,
ovviamente, perché aveva preso anche quelli dalla madre, ma
sembravano almeno
abbastanza a posto.
Svoltò
in un corridoio laterale ed
ingoiò la caramella.
“Ciao.”
disse a Scorpius, che
l’aspettava appoggiato al muro.
“Sei
in ritardo.”
“Di
quanto, trenta secondi? Dai,
Malfoy, andiamo.”
S’incamminarono
insieme verso le
scale più vicine.
“Allora,
quanti oggi?” le chiese
Scorpius.
“Oh,
ho guadagnato solo trentacinque
punti; giornata fiacca.” gli rispose fingendosi delusa.
“E
quanti ne hai persi?”
“Cinque.
Sono stata brava.”
“Ma
non sincera…”
“Ok.
Otto.”
“Sicura
sicura?” la incalzò il
ragazzo.
“Te
l’ha detto Albus, vero? Gli
taglio la lingua. Questa volta sul serio.”
“Me
l’ha detto lui, ma lo sapevo
già. Ho i miei informatori.” rispose Scorpius con
aria misteriosa.
“Comunque
ne ho persi quindici,
contento? Tu quanti ne hai guadagnati?”
“Venti.”
“E
quanti ne hai persi?”
“Zero.”
“Come
sei banale…”
“Siamo
pari, oggi.” disse Scorpius
con un sorriso.
“Odio
condividere il gradino più
alto del podio.” ribatté Rose con una smorfia.
Però amava condividere quei
momenti con Scorpius, anche se non era ancora riuscita a trovare il
coraggio di
dirglielo. A volte essere dei baldi Grifondoro avrebbe potuto risultare
utile.
“Com’è
andata la tua giornata?” le chiese
Scorpius precedendola sulla scale.
“Come
al solito, niente di che;
anche oggi ho particolarmente voglia di togliere punti ai Grifondoro.
Mi
dispiace che mio fratello s’impegni tanto per
guadagnarne.” rispose Rose
alzando le spalle.
“Albus
ha di nuovo spifferato ai
tuoi genitori le tue malefatte, eh?”
“Già.
– rispose Rose finendo le
scale con un balzo. Gli indicò un corridoio alla loro
destra. – Iniziamo da
lì.” Scorpius la seguì.
“L’avevo
intuito dal modo in cui
hai sbattuto la mano sul tavolo; sei un libro aperto, per me.
– disse con un
sorriso. – E sei il libro che preferisco leggere.”
aggiunse prendendola per
mano. Rose arrossì, ma il corridoio era abbastanza buio da
nasconderlo allo sguardo
di Scorpius. Per fortuna, pensò la ragazza.
“E
la tua, di giornata?” gli chiese
per cambiare argomento.
“Anch’io
ho ricevuto una lettera
dai miei; mio padre non ha preso bene quell’Oltre Ogni
Previsione in Erbologia.
Pensa ancora che essere un Corvonero equivalga ad un Eccezionale
assicurato.” rispose
Scorpius scuotendo la testa.
“Oh,
dai, quel compito era
veramente difficile, e poi sei stato il secondo migliore della
classe!”
“Come
al solito…”
“Secondo
non è male!”
“L’ultima
volta che ho preso un
voto più alto di te non mi hai rivolto la parola per una
settimana.”
“Sono
ipersensibile, lo sai. –
rispose Rose aprendo la porta di una piccola aula. La
illuminò con la bacchetta
e si guardò velocemente intorno. Scorpius stava facendo lo
stesso poco più
avanti. – Qua è tutto a posto. Il primo turno di
ronda è sempre tranquillo.” disse
chiudendo la porta. Si riavvicinò a Scorpius e gli
scoccò un rapido bacio sulla
guancia alzandosi sulle punte. Lui era così alto e magro.
Il
ragazzo sorrise.
“Chissà
cosa direbbe mio padre se
mi vedesse adesso…” disse prendendola di nuovo per
mano.
“Probabilmente
ti suggerirebbe di
approfittare di un mio momento di debolezza per uccidermi, nascondere
il
cadavere e diventare finalmente il primo della scuola.”
“Non
sarebbe un primo posto
conquistato con lealtà.”
“Sei
così leale che mi fai quasi
tenerezza…”
Altra
aula, stesse procedure: anche
lì tutto tranquillo. Questa volta Rose gli diede un bacio
sulle labbra;
Scorpius sorrise ancora e le passò un braccio intorno alle
spalle.
“E
tu sei così ambiziosa che mi fai
quasi rabbia.” le disse baciandola sulla tempia.
“Oh,
ho giusto qualche piccolo
sogno nel cassetto… diventare il più giovane
Ministro della Magia della storia
non è nemmeno in cima alla mia lista.”
ribatté Rose alzando le spalle.
“Quel
primato non è di tuo zio,
Potter?”
“Già;
glielo ruberò. E poi mi
piacerebbe anche inventare una quarta Maledizione Senza
Perdono.”
“Rooose!”
“Non
ti preoccupare, la userei a
fin di bene!” disse la ragazza ridendo. Scorpius le
accarezzò la testa
lentamente.
Si
separarono solo quando
arrivarono ad altre aule da controllare. Questa volta però
Rose si attardò di
più.
“Ho
sentito un rumore.” disse entrando.
Scorpius la raggiunse rapidamente: l’aula era molto grande e
buia, eccezion
fatta per la fioca luce delle loro bacchette. La porta si richiuse
all’improvviso.
“Nox.”
sussurrò Rose, ed entrambe
le bacchette si spensero. Prima di avere il tempo di dire qualsiasi
cosa,
Scorpius si ritrovò trascinato verso la cattedra; Rose lo
fece sedere sopra ed
iniziò a baciarlo con passione. Il ragazzo
ricambiò senza pensarci due volte,
rinfoderando la bacchetta nel mantello.
“Com’è
che mi baci sempre al buio?”
le chiese tra un bacio e l’altro.
“Sono
timida, lo sai.” rispose Rose
staccandosi un attimo da lui. Gli diede un bacio sulla fronte e lo
abbracciò
stretto stretto.
“Quando
troverai il coraggio di
baciarmi alla luce del sole?” le chiese stringendola a sua
volta.
“Oh,
sarebbe la volta buona che
faccio venire a mio padre un infarto. Mia madre non mi perdonerebbe
anche
questo.”
“Potremmo
seppellirlo vicino a mio
padre; credo che lui si suiciderebbe. Mia madre invece si limiterebbe ad alzare gli occhi al cielo e seppellire il marito; mi vuole troppo bene. – Rose
ridacchiò e gli baciò la testa. –
Voglio poterti baciare tutto il giorno, non solo in aule buie mentre
dovremmo
essere a fare la ronda.”
“Mi
distrarresti troppo. Non
riuscirei più a studiare con te intorno.” disse
seguendo il profilo della sua
guancia con carezze lente. Lui si appoggiò alla sua mano,
sospirando.
“Potremmo
studiare insieme.”
propose Scorpius accarezzandole i fianchi.
“Uhm,
non saprei… Sono piuttosto
esigente, sai? Voglio solo il meglio.”
“Che
coincidenza, anch’io!” disse
il ragazzo prima di ricominciare a baciarla.
Rose
s’incastrò nel suo mantello
mentre cercava contemporaneamente di baciarlo ed abbracciarlo, e glielo
strappò
con uno scatto. Lui le teneva una mano dietro la nuca, come se avesse
paura che
lei potesse scappare da un momento all’altro; mentre le
accarezzava i capelli
con foga sentì che probabilmente le aveva strappato un
orecchino, ma non aveva
certo tempo da perdere per cercarlo, quindi continuò a
baciarla e stringerla a
sé.
All’improvviso
lei si staccò da
lui.
“Hai
sentito?” gli chiese a bassa
voce.
“Oh,
questa volta non mi freghi,
Rose!”
“Ma
questa volta è vero!”
Prima
che Scorpius potesse
ribattere, dei passi si fermarono proprio davanti alla porta
dell’aula.
Nei
cinque secondi che trascorsero dal
rumore dei passi all’apertura della porta, Rose ebbe
abbastanza sangue freddo
da impugnare la bacchetta, passarla sulle loro teste lanciando un
incantesimo
di Disillusione e fare segno al ragazzo di fare silenzio. Scorpius
trattenne
anche il respiro per sicurezza.
L’aula
fu illuminata
improvvisamente da una bacchetta.
“Qua
è tutto a posto. – sentirono
dire ad una voce sulla soglia. – Strano che non abbiamo
ancora incontrato Rose
e Scorpius, no?”
“Oh,
probabilmente saranno già
andati al secondo piano. Li beccheremo dopo.” disse una
seconda voce, un po’
più distante. La luce si allontanò da loro, la
porta si chiuse ed i passi
continuarono lungo il corridoio.
Scorpius
respirò profondamente,
mentre Rose era piegata in due dalle risate.
“Che
cavolo… che cavolo hai da
ridere?! Siamo arrivati a tanto così dall’essere
beccati da due Caposcuola!”
esclamò il ragazzo, rosso in viso.
“Oh,
era la tua espressione a farmi
ridere: sembravi terrorizzato!” ribatté Rose
togliendo l’incantesimo di
Disillusione da entrambi.
“Forse
perché lo ero?”
“Dai,
avremmo sempre potuto
inventarci qualcosa sul momento!”
“Qualcosa
tipo ‘Stavo controllando
con diligenza che la cattedra fosse a posto’? Mai
più baci durante la ronda,
Rose, mai più!” disse con un gesto secco della
mano.
“Nemmeno
uno piccolino?”
“Mai
più!”
“Nemmeno
uno sulla guancia?”
“Mai
più, Rose! - ripeté ancora
scuotendo la testa. Rose gli mandò un bacio con due dita.
– Questo avrebbe
potuto seriamente rovinare le nostre carriere scolastiche; la McGranitt
ci
avrebbe sicuramente tolto le spille, ti rendi conto? –
continuò scuotendo la
testa. – Non posso essere messo in punizione, non ora che
manca così poco ai
M.A.G.O.! Mio padre mi avrebbe appeso a testa in giù per- il
ragazzo si fermò
all’improvviso. – Rose.”
“Scorpius.”
“Rose,
non ti sei mangiata le
unghie nemmeno per un attimo. Lo fai sempre quando sei
nervosa.”
“Non
è vero.”
“Sì
che è vero. L’hai fatto anche
oggi mentre stavi aprendo la lettera dei tuoi.”
“Loro
sì che mi rendono nervosa!
Due Caposcuola non bastano.” disse alzando le spalle.
“Tu
lo sapevi! Sapevi che sarebbero
passati di qua!” replicò con tono accusatorio.
“Certo
che lo sapevo, è il loro
solito percorso di ronda. Non è colpa mia se perdi la testa
quando ci sono io
intorno…” rispose facendogli un occhiolino.
“Rose!”
“Non
ti sei nemmeno accorto che
siamo partiti dalla parte opposta rispetto al solito!” disse
la ragazza
ridendo. Scorpius arrossì e tacque per qualche secondo.
“Chiederò
di cambiare compagna di
ronda.” disse infine solennemente.
“Sai
benissimo che non si possono
cambiare i compagni estratti a sorte all’inizio
dell’anno…”
“Oblivierò
qualcuno.”
“Non
mi sembra una cosa tanto
leale…”
“Neanche
tu lo sei! – ribatté
Scorpius con una smorfia. Le fece una carezza rapidissima sulla
guancia. – Non
sei leale, non sei divertente, e sei completamente senza
giudizio!”
“Oh,
i miei nonni dentisti Babbani
mi hanno detto anni fa che sono nata senza denti del giudizio;
concorderanno
con te. - replicò con un sorriso. Gli raccolse il mantello
da terra e lo pulì
dalla polvere con le mani. – Tieni. Dai, andiamo, abbiamo
ancora più di un’ora di
ronda davanti.” aggiunse porgendogli il mantello.
“Non
posso proprio rimanere qui?
Non credo che potrei reggere qualche altro scherzo del
genere.”
Rose
scosse la testa avvicinandosi
alla porta, mentre Scorpius allacciava il mantello.
“Senti,
stavo pensando… - iniziò
Rose appoggiandosi allo stipite della porta. – Se non
possiamo più baciarci
durante le ronde, che ne dici di baciarci durante il resto del
giorno?”
“Intendi…
davanti a tutti?”
“Non
credevo che fossi così
esibizionista, ma se ti va possiamo farlo.”
“Che
ne dici di domani a
colazione?” le chiese Scorpius cautamente. Il suo cuore
mancò un battito quando
vide Rose sorridere.
“Non
vedo l’ora di vedere la faccia
di Albus.”
Il
ragazzo la raggiunse velocemente
e la baciò.
“Non
avevi detto-“
“Niente
baci durante le ronde?
Questa è un’eccezione, non ti ci
abituare.” la interruppe Scorpius dandole un
ultimo bacio sulla fronte. Rose aprì la porta ridendo.
“Senti…
il fatto che domani mi
dichiarerai pubblicamente la tua ragazza mi mette al riparo da
eventuali
ritorsioni?” gli chiese dopo qualche secondo fermandosi sulla
soglia.
“Ritorsioni
per cosa, di preciso?”
“Furto.”
“Furto
di che-“ improvvisamente
Scorpius si tastò con ansia il mantello.
“Compiti.
Ero un po’ indietro con
il tema di Trasfigurazione, e sai quanto adoro il tuo stile.”
“Rose,
per favore, è l’unica copia
che ho!” la pregò il ragazzo giungendo le mani.
“Ti
ho detto centinaia di volte di
fare più copie, Scorpius! Dovresti ascoltare i buoni
consigli…” disse la
ragazza allontanandosi lungo il corridoio buio saltellando.
“Rose,
dai, ti prego! – continuò
Scorpius correndole dietro. – Almeno aspettami, è
tutto buio!” si fermò per
cercare la bacchetta nel mantello. Inutilmente. Gli aveva preso anche
quella.
Maledetta
serpe.
Grazie
per essere arrivati fino
alla fine! :)
L’idea
per questa storia mi è venuta
quando ho immaginato come sarebbero stati una Weasley Serpeverde ed un
Malfoy…
non Serpeverde! XD Insomma, mi sono divertita a mescolare un
po’ le carte in
tavole, e poi era arrivato il momento d’interrompere la
tradizione dei Weasley
Grifondoro.
Durante
la scrittura ho ascoltato a
ripetizione la canzone “Suburban Knights”, degli
Hard-Fi, perché per qualche
motivo m’ispirava. Il titolo invece è liberamente
tratto da quello della
canzone “Where The Wild Roses Grow”, un duetto di
Nick Cave e Kylie Minogue;
non c’entra assolutamente niente con la storia, ma ero alla
ricerca disperata
di un titolo, e ho scorso i titoli di tutte le canzoni del mio
iPod… finché non
ho trovato questa, che mi sembrava adatta.
Ringrazio
tutte le persone che
hanno letto e recensito le mie ultime due storie: grazie mille per i
complimenti e per il tempo che mi avete dedicato. :)
A
presto,
Contessa