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Autore: esistere    06/11/2011    1 recensioni
Dalla storia:
L’uomo seduto alla scrivania aveva circa 40 anni e un volto molto segnato.
-Cosa sto facendo? Come mi sono ridotto in questo stato?- Si chiese
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disperazione

~Disperazione

L’uomo seduto alla scrivania aveva circa 40 anni e un volto molto segnato. Era evidentemente sconvolto: gli angoli della bocca erano leggermente incurvati verso il basso e tremavano impercettibilmente, lo sguardo era mesto e triste, aveva il capo chino, appoggiato sui gomiti, aveva i capelli spettinati e la barba sfatta, puzzava di alcool, indossava gli stessi vestiti da più di due settimane ed ormai erano indecenti. La camera d’altronde non era messa meglio: sul pavimento c’era sparso di tutto, il cestino e il suo contenuto era rovesciato per terra, il letto era sfatto, le tapparelle chiuse,la scrivania era ricoperta da fogli,documenti,penne,cartelle, giornali e quant’altro. Nella stanza aleggiava un odore di marcio, in giro si potevano trovare anche lattine di birra e qualche scatola di pizza e il tutto era illuminato solo da una fioca lampadina.

 

 

Improvvisamente squillò il cellulare. Lo prese svogliatamente, guardò il numero e bruscamente lo lasciò cadere. No, non quel numero, non lei, non di nuovo. Pensò.
Intanto il telefono aveva smesso di suonare; così lo prese in mano, schiacciò un paio di tasti e in pochi attimi si ritrovò nel menù dei messaggi.
Eccolo lì, l’SMS incriminato:
- Non voglio più stare con te. Voglio il divorzio, mi sono stufata di te -
Poche, brevi, fredde parole : ecco come sua moglie, ex-moglie ormai, l’aveva lasciato.

 

Che carogna! Spregevole, un essere meschino, ecco cos’era!
In uno scatto d’ira si alzò dalla sedia su cui era accasciato, gridò e scaraventò per terra la scrivania e tutto ciò che c’era sopra. Oh si, sono sempre stato un tipo impulsivo. Fu tutto ciò che riuscì a realizzare. Era visibilmente arrabbiato:stringeva i pugni così tanto che le sue nocche erano diventate bianche, i suoi occhi erano diventati sottilissimi e penetranti, aveva le labbra serrate e delle piccole rughe solcavano la sua fronte. Era così furibondo che tirò un colpo al muro, sbucciandosi la mano.

 

Poi, si rese conto di cosa stava facendo.
E lentamente si lasciò scivolare sul pavimento.
Aveva il fiatone, ma almeno si era sfogato e si era liberato, in parte, dal suo dolore.
Cosa sto facendo? Come mi sono ridotto in questo stato? Si chiese.
 

«Era in ufficio ed era appena stato convocato dal suo capo, e non si preannunciava niente di buono.

- La sede centrale ha deciso di tagliarci i fondi;- vide il suo principale prendere un profondo respiro – e che questa filiale deve diminuire il numero dei dipendenti- altro respiro – mi spiace, ma non possiamo rinnovarti il contratto. Sei licenziato. - »

 
Mai come allora aveva percepito il mondo crollargli addosso, si era dato del fallito; ma dopo non sapeva più come sentirsi. Ed ora era afflitto, demoralizzato, costernato ed amareggiato dalla vita.
 

Si mise le mani tra i capelli e sospirò.
A questo punto rimanevano solo due soluzioni: abbandonare tutto, o rialzarsi e combattere per ciò che gli rimaneva. E lui scelse la seconda.
Sarebbe stata dura, lo sapeva.
Ma ci avrebbe provato.

  
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