Iniziamo
Cosa
c’è nell’oscurità?
Cos’accade
quando il buio ti avvolge, soffocando ogni tua luce?
Perche poi,
questo suono di catene?
Sono troppe le
domande che vi invadono la mente, troppi i quesiti di cui vorreste
avere immediatamente una risposta: ma solo giocando riuscirete ad avere
una risposta. E allora che i giochi abbiano inizio.
Quando Jonghyun potette
finalmente riaprire gli occhi non vide nulla se non il buio. Si
dimenò diverse volte, ma i suoi sforzi erano del tutto
inutili poiché delle catene lo tenevano strettamente
attaccato ad un muro. Tentò anche di far scivolare fuori la
mano dalla forte morsa dell’oggetto ma fallì
continuamente.
Non riusciva a
sentire… niente se non il freddo delle catene ed un macabro
odore che non seppe però capire a cosa appartenesse.
< Aiuto! Key, Minho!
Dove siete finiti? > urlò cercando di alzarsi. Ma non
riuscì neanche in questo poiché pure i piedi
erano ammanettati.
La prima domanda che lo
assalì era: come ci sono finito qui?
Iniziò
immediatamente a fare mente locale e gli tornò subito alla
memoria il momento in cui i cinque erano entrati per semplice
curiosità in un grande ospedale abbandonato.
“Meglio stare fuori
ragazzi! Sembra abbandonato da tempo” aveva detto Taemin, ma
nessuno gli aveva dato troppa importanza.
< Jongh!!! Sei tu?
> gridò probabilmente la voce di Onew in lontananza.
Appena il ragazzo
sentì quella voce così calorosa e familiare
sorrise, anche se in una situazione del genere c’era ben poco
da sorridere.
< Si, si! Onew! Non sai
quanto sono felice di sentirti! Dove sei? > disse a voce alta
dimenandosi ancora di più nel buio.
< Qualcuno mi ha
ammanettato ad un palo! Dove sono gli altri!? > chiese Onew
urlando più che poteva.
Gran bella domanda.
L’ultima volta che
aveva visto Minho era stato all'interno di un lungo corridoio e, se la
memoria non lo ingannava, aveva detto di uscire immediatamente
dall’edificio, ma Jongh però inciampò
su qualcosa e non riusciva a ricordare nulla di quello che era accaduto
subito dopo.
< Onew, Jongh! Io e
Minho siamo qui! > urlò la voce appartenente al
maknae.
< Key
dov’è? > si preoccupò Jonghyun.
< Presente!!! >
gridò Kibum dalla parte opposta della stanza.
Okey, ora almeno sapevano che
tutti e cinque i componenti stavano bene ed erano tutti lì,
nella stessa stanza anche se non potevano vedersi.
D’un tratto una
fortissima luce illuminò il luogo e i ragazzi dovettero
chiudere gli occhi a causa dal bagliore improvviso.
Quando potettero ritornare a
vedere, si resero conto di essere più vicini di quel che
pensavano: Onew attaccato ad un palo e al lato opposto al suo si
trovava Jonghyun ammanettato saldamente alla parete. Minho e Tae erano
legati tra di loro schiena contro schiena al centro della stanza,
mentre Key era in piedi con le braccia in alto attaccato ad una
colonna. Le pareti della stanza erano totalmente bianche e il solo
oggetto presente era uno stereo nero apparentemente rotto.
Improvvisamente però, l’oggetto iniziò
ad emettere diversi suoni striduli e fastidiosi; poi finalmente si
udì chiaramente la voce roca di un uomo.
< Salve
ragazzi. > pronunciò
con una nota divertita la voce.
< E questo chi cazzo
è? > chiese subito Key a cui stavano iniziando a dar
fastidio le catene strette sui suoi polsi esili.
< Voglio fare un gioco
con voi, ma prima di spiegarvi le regole, dovete ascoltare e vi
consiglio di stare attenti perche non lo ripeterò due volte:
“Per primo viene il
fuoco, il sangue per secondo…
Terza è la
tempesta, che al quarto annega il mondo…
Al cinque
c’è la rabbia, al sei l’odio
abissale…
Settima è la paura,
l’ottavo è il più gran male….
Il nove è la morte
e il dieci è il dolore.” >
I cinque corrugarono lo fronte
comprendendo solamente a spezzoni le rime di quella che apparentemente
sembrava una filastrocca.
< Ma che diavolo
significa tutto questo!? Perche siamo legati, cosa vuoi?! Lasciaci
andare brutto bastardo! > urlò Minho agitandosi, ma
smettendo subito perche più lui si dimenava più
Taemin avvertiva dolore a causa delle corde.
<
Maledizione….. > fu la sola cosa che
riuscì a dire Jonghyun.
Aveva capito che quella
dannatissima filastrocca sarebbe stata la chiave per uscire di
lì, ma già non se la ricordava più, a
parte l’ultima rima “il nove è la morte
e il dieci è il dolore”.
< Uno di voi cinque
è la chiave per liberarvi. La porta non è chiusa
a chiave. Per uscire di qui dovete semplicemente riuscire a camminare.
Ricordate: la chiave è dentro uno
di voi. Avete dieci minuti di tempo per uscire, oppure
libererò un gas altamente tossico e morirete
all’istante. A voi la scelta >
Note
dell’autrice: okey
solo una mente sadica come la mia poteva partorire un’idea
del genere! Ma che dire? Ho da poco visto l’ultimo film di
“Saw” e questa ff si è praticamente
scritta da sola!
La
filastrocca non è opera mia (magari! Ho provato ad
inventarmi io una filastrocca ma dopo tre minuti ho rinunciato!), ma
appartiene al libro “I passi del diavolo” o una
roba del genere.
Fatemi
sapere se vale la pena continuare perche non lo so nemmeno io.
Un bacio a tutti e grazie per chi ha letto!!!