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Autore: lostinthefreedom    06/11/2011    8 recensioni
Ciao, sono Giulia! Ho 13 anni e ho una passione per i manga e gli anime da parecchio tempo, ma quando mi sono imbattuta nella serie e nei personaggi di junjou romantica ne sono rimasta totalmente affascinata, specialmente dalla coppia Misaki e Usami, quindi quando ho finito di vedere la serie non volevo accettarlo e così ho provato a scrivere delle one-shot che mi facessero pensare ad un continuo di junjou romantica e vorrei avere il vostro parere sulla mia storia, che sarà la prima di numerose idee che devo ancora scrivere, quindi spero vi piaccia e aspetto numerosi i vostri commenti, ciao!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Misaki sei proprio sicuro di non voler passare la serata insieme?» insistette il Sempai rivolgendosi al povero ragazzo ormai sull’orlo dell’esaurimento.
«Sì Sempai, sono più che sicuro di non poter venire con te questa volta e sai anche il motivo per cui non posso…» rispose Misaki tentando di mantenere la calma anche dopo aver ripetuto la stessa frase per almeno una quindicina di volte nel tratto di strada di appena 200 metri che separava l’università dalla casa del Sempai.
«Lo so, lo so, devi andare a preparare la cena per lo scribacchino da quattro soldi sbuffò il ragazzo aggiungendo un piccolo grugnito a scoppio ritardato e calciando un sassolino che si trovava sul ciglio del marciapiede.   
«Quello che però non ho capito è il motivo di questa importante cena a cui tieni così tanto» aggiunse il Sempai voltandosi verso Misaki con sguardo interrogativo e infilando le mani nella giacca di pelle nera.
«Emmm… perché Usagi-san ha appena vinto un premio di valore molto alto per il suo ultimo racconto… ma poi scusa, mica dicevi di aver letto tutti i suoi libri almeno 2 o 3 volte ciascuno e che lo ammiravi sia come scrittore che come persona? Se è così allora perché adesso lo chiami “scribacchino da quattro soldi”?» chiese Misaki con tono apparentemente pacato, che dietro ne nascondeva uno alquanto scocciato, perché non gli piaceva per niente quando qualcuno parlava male di Usami, del suo Usagi-san. Quella piccola parola dal significato possessivo lo aveva fatto stare meglio, Akihiko era suo, solo suo e toccava a lui proteggerlo per quanto riusciva con le sue forze, così aspettò di sentire la risposta del Sempai per poi attaccarlo con delle affermazioni che gli avrebbero fatto chiudere la bocca così da non poter continuare con i suoi insulti verso Usami.
«Sì, lo stimo molto, ma per colpa sua non riesco mai a passare del tempo con il mio Honey… sei proprio sicuro di non poter venire da me?» Ora era davvero troppo. Misaki aveva esaurito la pazienza, così alzò le braccia e le agitò come faceva di solito quando sclerava, si mise di fronte al Sempai e gli urlò in faccia:
«Sì, Sì, Sì E ANCORA Sì!!!!! Sono più che certo di non poter stare da te!!! E sì, questa serata è davvero importante per me e il motivo non è affatto il nuovo premio di Usami, ma bensì…» Misaki non si stava accorgendo che nel bel mezzo della sua sfuriata si stavano avvicinando sempre di più all’incrocio e così si mise proprio nel mezzo della strada, quando udì il Sempai urlargli contro:
«ATTENTO!!» Misaki non fece neanche in tempo a girarsi per controllare a cosa si rivolgeva il ragazzo che una macchina gli andò incontro ad una velocità molto elevata e nonostante le numerose deviazioni nel tentativo di evitare il povero ragazzo ormai pietrificato dal terrore, lo investì in pieno facendo fare a Misaki un volo di parecchi metri e l’ultimo suono che riuscì a udire furono le urla del Sempai che scemarono mentre Misaki perse i sensi. Dopo un tempo che il povero Misaki non fu capace di determinare, il ragazzo si svegliò e si trovò spiazzato dalle condizioni in cui si trovava: aveva un fastidioso tubicino che gli pendeva da naso e una flebo attaccata al braccio. Allora appena afferrò il luogo in cui si trovava spalancò gli occhi e iniziò ad agitarsi, ma due mani forti quanto morbide e affusolate lo afferrarono e lo bloccarono al fine di farlo calmare, ma Misaki non si arrese finché non vide il viso preoccupato di Akihiko a pochi centimetri dal suo.
«Misaki… Misaki… Misaki calmati adesso!» disse Usami portando le mani al viso del ragazzino che lo guardò con uno sguardo allucinato.
«U-Usagi-san… i-io… mi disp…» Misaki non riuscì a finire nemmeno una parola che avesse un senso compiuto che iniziò a piangere, calde lacrime sgorgarono dai grandi occhi del ragazzo e rigarono il suo viso in preda ai singhiozzi. Usami rimase ancora più scosso e sbigottito alla vista di quella scena, così asciugò il tenero visetto del suo piccolo Misaki e lo abbracciò forte cingendolo con le sue forti braccia sussurrandogli con un tono dolce e caloroso parole che fecero fermare il piagnucolio di Misaki in un istante e quando Usami se ne accorse si sciolse dall’abbraccio quel poco che bastava per avere il viso di fronte a quelle del suo amato e senza alcuna esitazione suggellò le parole di prima con un tenero bacio appena accennato sulle labbra di Misaki, il quale si calmò del tutto e riprese il discorso che aveva iniziato poco prima di finire in lacrime:
«Mi dispiace tanto Usagi.san, non immagini neanche quanto mi dispiace»
«Ma di cosa Misaki? Di cosa?» chiese Usami con insistente.
«Mi dispiace di… non aver potuto festeggiare con te» rispose Misaki abbassando velocemente il capo, ma non abbastanza da non permettere a Usami di veder arrossire il suo viso.
«Festeggiare… Misaki so che non sei nelle tue migliori condizioni, ma ti chiedo solo di sforzarti un po’ per farmi capire cosa intendi…» sentito questo Misaki prese tutto il fiato che poté e rispose:
«Volevo festeggiare con te il nostro primo anniversario! Volevo fare tutto al meglio, ma mi sono distretto e… e…» ce l’aveva fatta, era riuscito finalmente a dire qual’era il motivo per cui quella sera gli importava così tanto, ma non sentendo alcuna risposta alzò leggermente il capo per controllare la reazione di Usami, ma appena il suo sguardo incrociò quello glaciale di lui, Usami lo abbracciò di nuovo e gli disse:
«Oh, Misaki, questo è il regalo più bello che tu avresti potuto farmi, nonostante tu sia stato investito da un’auto e in questo momento ti trovi in un ospedale, tu hai continuato a pensare alla nostra serata… e a me.»
«Ma io volevo fare qualcosa di speciale per farti capire quanto tengo a te, eppure…» cercò di terminare Misaki, ma Usami lo interruppe e aggiunse staccandosi dal ragazzo e guardandolo in viso:
«Misaki, io ti amo e ti ripeto che questo è stato il regalo più bello che io abbia mai ricevuto, quindi smettila di angosciarti tanto e riposati, perché il dottore ha detto che hai bisogno di stare tranquillo almeno per una settimana, perciò rimettiti giù e dormi» sentire da parte di Usami la frase “Ti amo” non era una novità, ma ogni volta che sentiva queste due, piccole e apparentemente insignificanti parole, qualcosa dentro di lui si scioglieva e anche questa volta era successa la stessa e medesima cosa, allora Misaki stava per eseguire l’ordine di Usami quando lo sentì dire:
«Misaki, scusa, un’ultima cosa» Misaki si rivoltò e Usami gli diede un altro bacio, non come quello di prima, questo fu più intenso, passionale e pieno di amore, Misaki si sentì la bocca piena del fiato di Usami, il caldo e profumato alito di Usami che staccatosi si posò sul collo di Misaki per continuare con piccoli baci regolari per tutto l’incavo.
«Ora basta, non voglio approfittare di te. Buona notte Misaki» concluse Usami andando a sedersi sulla poltroncina di fianco al suo letto. Così Misaki si voltò e chiuse gli occhi e l’ultima cosa che pensò fu:
«Ho visto sorridere Usagi-san e mi sono sentito dire “Ti amo”, adesso sono così felice che quando mi addormenterò potrei persino morire»
 
  
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