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Autore: visbs88    06/11/2011    2 recensioni
[…]Si misero a correre. Bastet lanciava di tanto in tanto qualche miagolio, contenta di potersi divertire all’aria aperta. Tutti non stavano nella pelle all’idea di avere un nuovo membro nell’ASAM, era il loro sogno da secoli. Finalmente raggiunsero la grotta e si precipitarono al suo interno. Sgranarono gli occhi di fronte allo spettacolo che si presentava loro.
Una mummia –o qualcosa che sembrava proprio una mummia– era distesa per terra, e aveva tutta l’aria di non potersi muovere. Anche perché aveva parecchi demoni che le ronzavano intorno; sembrava stesse parlando con loro, e di sicuro sarebbe stato più dignitoso alzarsi in piedi.
- Sei tu Onigumo? – domandò Nabih, solenne.
[…]
La missione di salvataggio di un gruppo di mummie verso un loro compagno.
[!Linguaggio colorito]
[Scritta per la Sweet Scary Challenge, pacchetto Chocolate Chips Cookies (Mummia, comico, mezzanotte)]
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kikyo, Naraku, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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ASAM – ASSOCIAZIONE PER LA SALVAGUARDIA DELLE AMICHE MUMMIE

 
Iniziativa: Sweet Scary Challenge (Fanworld.it).
Pacchetto: Chocolate Chips Cookies – Mummia, comico, mezzanotte.
Titolo: ASAM – Associazione per la Salvaguardia delle Amiche Mummie.
Introduzione: […]Si misero a correre. Bastet lanciava di tanto in tanto qualche miagolio, contenta di potersi divertire all’aria aperta. Tutti non stavano nella pelle all’idea di avere un nuovo membro nell’ASAM, era il loro sogno da secoli. Finalmente raggiunsero la grotta e si precipitarono al suo interno. Sgranarono gli occhi di fronte allo spettacolo che si presentava loro.
Una mummia –o qualcosa che sembrava proprio una mummia– era distesa per terra, e aveva tutta l’aria di non potersi muovere. Anche perché aveva parecchi demoni che le ronzavano intorno; sembrava stesse parlando con loro, e di sicuro sarebbe stato più dignitoso alzarsi in piedi.
- Sei tu Onigumo? – domandò Nabih, solenne.[…]
La missione di salvataggio di un gruppo di mummie verso un loro compagno.
Personaggi: Nuovi personaggi, Kikyo, Naraku.
Rating: Giallo/14+.
Generi: Comico, Demenziale.
Avvertimenti: Linguaggio colorito, One-shot, What if?.
Pairing: Nessuno. (forse accenni Naraku/Kikyo e Inuyasha/Kikyo, boh).
Numero parole (Contatore Word): 2.344.
Disclaimer: i personaggi di Kikyo, Inuyasha e Naraku non sono miei, ma dell’autrice del manga Rumiko Takahashi. Ogni altro, invece, è di mia invenzione e quindi di mio possesso. Non scrivo a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale. Occorre il mio permesso per citare pezzi della storia, tradurla, riprodurla altrove o trarne ispirazione.
 
Buona lettura.
 
Da secoli, ormai, la noia dominava il quartier generale dell’ASAM, l’Associazione per la Salvaguardia delle Amiche Mummie. Molti membri l’avevano abbandonata convinti della sua inutilità, e solo pochi fedelissimi ne facevano ancora parte, aspettando fiduciosi un nuovo momento di gloria. L’età dei grandi Faraoni era finita, le divinità un tempo tanto amate erano state dimenticate, lo splendore dell’Egitto si era spento, e ormai erano arrivati in un’epoca chiamata Medioevo. Ma gli ultimi membri dell’ASAM erano ben lontani dal volersi modernizzare. Sarebbero rimasti così, tali e quali, per l’eternità. Era un giuramento.
Il vecchio Nabih osservava i pochi rimasti, scuotendo malinconicamente la testa. Accarezzava Bastet, la loro cara gattina dagli occhi blu, che miagolava di tanto in tanto, sputando polvere. Il tempo li aveva resi sporchi e malconci, ma non per questo meno arzilli e pimpanti. Difatti, le quattro mummie davanti a Nabih giocavano a lanciarsi una palla di cuoio per ammazzare il tempo. C’era Salim, atletico e scattante per quanto le vecchie bende ammuffite glielo permettessero, che riusciva sempre a prendere la palla al volo, fosse costretto a compiere la più assurda delle acrobazie. C’era Halima, che si muoveva leggiadra facendo tintinnare le catenine d’oro che la ornavano. C’era Farida, che giocava visibilmente di malavoglia e che avrebbe preferito di sicuro dedicarsi a qualche stregoneria. E c’era Rani, grasso e tozzo, goffo come un ippopotamo. Erano un assortimento strano, senza dubbio.
Nabih, troppo anziano per giochi simili, sbadigliò. Il quartier generale era buio e l’odore di chiuso era terrificante, ma a loro non importava poi molto. Si trovava sottoterra, più precisamente sotto la piramide di Cheope. Tanto nessuno sarebbe mai riuscito a scavare così in fondo, quindi anche se fossero arrivati milioni e milioni di archeologi, loro erano lo stesso al sicuro. Nessuno avrebbe mai scoperto il loro segreto. Le altre mummie erano tornate ognuna nel proprio sarcofago a dormire in eterno, e probabilmente si divertivano più di loro, rimasti lì a fare niente. Ogni notte a mezzanotte guardavano tutti trepidanti Farida, sapendo che era in quell’ora che lei poteva ricevere i segnali della presenza in qualsiasi parte del mondo di una mummia come loro, magari in pericolo, per poter riportare l’ASAM all’antico splendore. Ma niente, ogni mezzanotte attendevano e ogni mezzanotte venivano delusi. Farida non carpiva mai nulla e dovevano passare un’altra giornata nella noia più completa.
La mezzanotte di quel giorno si avvicinava sempre di più, e Farida dava segni di irrequietezza mentre Salim e Halima ridevano perché Rani era caduto per terra cercando di prendere la palla.
- L’ora si avvicina, Farida – disse all’improvviso Nabih, solenne e annoiato. Avevano ormai abbandonato la vecchia, inutile cerimonia, perché qualche decennio prima Salim e Halima avevano chiesto di lasciar perdere ogni tipo di formalità. Nabih le aveva precedentemente ridotte mano a mano, fino ad arrivare a quel punto: una frase, sempre la stessa, che mettesse quantomeno in allerta tutti senza che si dovessero preparare un’ora prima per allestire la cerimonia.
Farida si voltò verso di lui. Le sue spalle erano ornate da un paio di scarabei dorati, e i suoi occhi erano rossi come due rubini. Luccicavano.
- Nabih – sussurrò – Penso di sentire qualcosa. Uno di noi.
Tutti gli sguardi si puntarono su di lei. Calò un silenzio pieno di apprensione.
- Non è uno scherzo, vero? – mormorò Rani, benché tutti sapessero che Farida non fosse certo una burlona.
 - No, lo sento – ripeté Farida, più sicura – Non sembra una mummia vera... sembra in un certo senso ancora viva. Però… assomiglia, assomiglia molto ad uno di noi. Forse è la distanza che mi fa percepire una cosa simile.
- Distanza? Perché, dove si trova? – domandò curiosissima Halima, facendo un passo avanti.
Farida si diresse verso un angolo della stanza dove erano ammucchiati diversi rotoli di papiro e di carta. Iniziò a rovistare, finché non trovo un planisfero di quelli che sarebbero andati di moda nel ventunesimo secolo. Lo tenne fisso al muro con una mano e con l’altra indico un punto verso l’estremo Oriente: il Giappone.
- Qui – mormorò – Qui, prigioniero di una sacerdotessa, dopo essere stato vittima di un incendio ed essere precipitato in un burrone…
- Sfigato – commentò Salim, tuttavia anche lui, come tutti gli altri, aveva una voglia matta di correre in aiuto di questa mummia sconosciuta che si trovava così lontana. Finalmente sarebbero usciti all’aria aperta, dannazione.
- Sappiamo cosa fare! – proclamò solenne Nabih, alzandosi faticosamente in piedi. Bastet miagolò e si strusciò su una sua gamba, avvicinandosi poi insieme a lui alle altre mummie. Si disposero in cerchio.
- Ferma tutto – intervenne Rani – Non sarebbe meglio prima valutare i rischi, capire la situazione, sapere cosa stiamo andando ad affrontare…
- Ma certo che no! – gridò Salim – Godiamoci l’avventura e l’ignoto!
- Rani avrebbe ragione – osservò Nabih, che in effetti si era lasciato prendere fin troppo dall’entusiasmo malgrado la sua età avanzata e la responsabilità che gravava sulle sue spalle.
- Farida – mormorò con un sorriso dolce Halima. L’altra donna annuì e iniziò a pronunciare alcune brevi formule nell’antica lingua egizia, che a chiunque all’infuori di loro sarebbero sembrate totalmente incomprensibili.
- Ferma! – tentò di bloccarla Rani, ma ormai era troppo tardi. L’istante dopo scomparvero in un lampo di luce dorata.
 
 
Kikyo, munita di una fiaccola, uscì dalla caverna. Onigumo diventava sempre più stressante. Chiederle uno spogliarello quando lei andava lì solo per dargli da mangiare! Ma che razza di discorsi erano? Non capiva proprio che lei era una sacerdotessa e che anche volendo non avrebbe potuto spogliarsi di fronte a lui. Il dover rimanere vergine a vita le rompeva, ma non era così disperata da provarci con quella sorta di mummia. Anche perché qualche alternativa ce l’aveva.
Doveva essere circa mezzanotte. Le stelle brillavano e tutto sommato era una bella nottata. Kikyo pensò che magari Inuyasha potesse essere nei paraggi. Ecco chi al massimo avrebbe potuto esigere da lei uno spogliarello –anche se Kikyo non avrebbe mai accettato lo stesso, probabilmente.
La sacerdotessa si diresse verso il villaggio, non molto distante. Stava ancora rimuginando sulla proposta indecente fattale dal brigante, quando, mentre si avvicinava al Goshimboku, vide delle sagome avanzare nella notte. Socchiuse gli occhi, stringendo la presa sull’arco che teneva nella mano destra e sollevando bene con l’altra la fiaccola. Erano cinque. E c’era un odore fetido nell’aria, come di cadavere putrefatto.
- Tu, donna! – la chiamò una voce roca.
- Chi siete? – domandò Kikyo, sospettosa.
- Siamo venuti qui a liberare il nostro compagno – rispose un’altra sagoma. La sua voce era quella di una ragazza.
- Il vostro compagno? E chi sarebbe?
- Non fingere di non sapere, donna!
- Ma è vero che non so!
- La mummia che vive nella caverna!
- Ah, Onigumo?
- AHAH! Sei proprio tu, allora, la sacerdotessa che lo tiene prigioniero!
- Veramente io lo nutro e lo accudisco, perché gravemente ferito. Siete briganti, quindi? Non ho palle di mettermi a combattere adesso, che ne dite di ripassare domani per saccheggiare il villaggio?
- E chi vuole saccheggiare? Non ce ne frega niente!
- E cosa volete, solo Onigumo? Non incendiare il villaggio? Non rapire le donne? Non appropriarvi di cibo e vivande?
- Brutta disgraziata. Pensi davvero che noi possiamo compiere atti simili?
- Beh, essendo ex compagni di Onigumo…
- Chi era Onigumo?
- Ma come, siete qui per lui.
- Sì, ma non lo conosciamo.
Kikyo sbatté le palpebre, perplessa. O aveva davanti dei minorati mentali –dei quali tra l’altro non riusciva a scorgere ancora il volto –, fatto molto probabile, oppure c’era qualcosa che non quadrava.
- Calma – cominciò – Volete portare via quel porco di Onigumo, giusto?
- Sì.
- E allora lo conoscete.
- Ti abbiamo detto di no, donna!
- E allora perché volete rapirlo?
- Non rapirlo, riprendercelo!
- Eh?
- E’ l’obiettivo dell’ASAM. Associazione per la Salvaguardia delle Amiche Mummie.
- Ma che cazzo… - Kikyo non capiva più niente, e sì che si reputava anche una donna intelligente. Che era quella roba? Onigumo ne faceva parte? Perché non gliene aveva mai parlato? Perché non aveva accennato di avere degli amici? Insomma, che minchia stava succedendo?
- Tranquilla, donna! Ora ti stordiremo in modo da poterlo portare via con calma!
- Ma non è necessario…
Troppo tardi. Una figura era scattata in avanti e le aveva alitato in faccia. Kikyo fece a malapena a tempo a sentire un fetore allucinante di carne putrida prima di svenire sul colpo.
- Ehi, è stato facile – rise Salim, guardando la donna stramazzata ai suoi piedi.
- Forza, ora, muovetevi – ordinò autoritario Nabih – Andiamo alla grotta!
Si misero a correre. Bastet lanciava di tanto in tanto qualche miagolio, contenta di potersi divertire all’aria aperta. Tutti non stavano nella pelle all’idea di avere un nuovo membro nell’ASAM, era il loro sogno da secoli. Finalmente raggiunsero la grotta e si precipitarono al suo interno. Sgranarono gli occhi di fronte allo spettacolo che si presentava loro.
Una mummia –o qualcosa che sembrava proprio una mummia– era distesa per terra, e aveva tutta l’aria di non potersi muovere. Anche perché aveva parecchi demoni che le ronzavano intorno; sembrava stesse parlando con loro, e di sicuro sarebbe stato più dignitoso alzarsi in piedi.
- Sei tu Onigumo? – domandò Nabih, solenne.
- Chi cazzo è che rompe a quest’ora? – ruggì quello. Sembrava enormemente irritato.
- Siamo qui per salvarti, Onigumo! – sorrise Halima, andando verso di lui e cercando di ignorare gli occhi iniettati di sangue dei vari demoni presenti in quella caverna.
- Salvarmi da che?
- Ma dalla sacerdotessa che ti tiene prigioniero.
- Ma stocazzo prigioniero. Potendo si libererebbe di me all’istante, quella sgualdrina!
- Benissimo, allora vieni con noi – gridò tutto contento Salim.
- E dove mi portate?
- In Egitto.
- Dove?
- A casa nostra! Vivrai lontano da qui e da quella sacerdotessa.
- Allora no.
- Come no?
- Stavo giusto complottando per ucciderla. Mi ha negato… una cosa… e non posso perdonarla.
- Cosa ti ha negato?
- CAZZI MIEI!
- D’accordo, calmo, calmo! Non sarebbe meglio dimenticare? Perché dovresti usare la violenza?
- Perché il sangue è figo. Perché uccidere è inebriante, perché non ho fatto altro nella mia vita, perché sono incazzato nero e perché chi perdona è uno sfigato.
- Ma… - le cinque mummie erano a bocca aperta. Non si sarebbero certo immaginate di trovare un tipo simile. Cos’erano tutti quegli orribili discorsi?
- Ma un cazzo, sloggiare!
- No, tu vieni con noi!
- Ho detto di no, porca puttana!
- Non puoi restare qui!
- Non fatemi incazzare più del dovuto.
- Ma su, entra nell’ASAM…
- In che cosa?
- Non ci conosci?
- Oh, ma andate a cagare, lasciatemi solo coi miei adorabili demoniucci.
- No.
- Sì.
- NO.
- SI’.
- NO.
- SI’!
L’ultimo urlo di Onigumo trapanò loro i timpani. Sembrava qualcosa di disumano.
- Adesso, demoniucci! Mi sono rotto i coglioni di star fermo qua e di questi poveri idioti!
Sotto gli occhi delle cinque mummie ebbe luogo uno spettacolo sconvolgente. Tutti i demoni insieme si avventarono su Onigumo. Halima, Salim e Rani urlarono, Farida si coprì il volto con le mani, Nabih urlò di abbandonare la caverna. Tutti scapparono fuori mentre una potentissima energia iniziava a sprigionarsi dal corpo di Onigumo. Si stava fondendo coi demoniucci, pensò Halima, disgustata. Chissà che mostro orripilante ne sarebbe venuto fuori, si disse mentre ansimavano sotto il cielo stellato e l’esplosione pareva placarsi. Una mummia insieme a degli essere così brutti e deformi, bene o male ne sarebbe uscito uno schifoso guercio gobbo con la pelle squamosa…
Una figura emerse dalla profondità della caverna, e la luce della luna la illuminò. Era un uomo. No, non era un uomo, si corresse Halima, mentre come tutti gli altri lo fissava a bocca aperta.
Era mostruoso, sì. Mostruosamente gnocco.
Nudo come un verme, dalla pelle bianchissima e con dei muscolacci che provocarono una fitta di invidia a Salim, Onigumo era tutto meno che deforme. Aveva un viso regolare, lunghi capelli castani, occhi rossi dalla pupilla bianca. Era perfetto. E molto, molto ben dotato, si disse Halima, senza riuscire a trattenersi.
Onigumo non parve accorgersi di loro. Iniziò a fare degli esercizi di ginnastica e stretching. Sembrava notevolmente compiaciuto del fatto che le sue braccia e le sue gambe si muovessero.
- Uno, due, tre, quattro – continuava a ripetere, sotto lo sguardo attonito delle cinque mummie.
- Ma copriti, diamine! – sbottò Rani, facendo ridacchiare Halima. Tuttavia la ragazza smise subito, perché Onigumo ora li guardava. Non sembrava molto gentile, così a freddo.
- Ehm, Onigumo… - iniziò Nabih.
- Stocazzo Onigumo – lo interruppe freddamente il tipo – Un nome da umano, ma che schifo. D’ora in poi mi chiamerò Naraku.
- D’accordo, Naraku – si corresse in fretta il vecchio, che se non fosse stato una mummia avrebbe sudato freddo – Che cosa farai ora?
- Penso ammazzerò Kikyo e anche Inuyasha che mi sta sul cazzo – rispose quello con leggerezza – Architettando un piano geniale, però, altrimenti non mi diverto.
- Ma perché devi ucciderli?
- Mai rifiutarmi uno spogliarello, l'ho già detto – fu la risposta glaciale – E ora fuori dai coglioni, altrimenti faccio secchi pure voi.
- Ma…
- Smettete. Di. Rompermi. Il. Cazzo.
“Sì, smettiamo di rompergli il cazzo” pensò terrorizzato Salim e come lui gli altri quattro. Gli occhi di Naraku-Onigumo avevano iniziato a lampeggiare pericolosamente e le mummie se la diedero a gambe, scappando urlando in un bosco vicino.
Si fermarono solo qualche minuto più tardi, senza fiato.
- Ma chi diavolo era quello? – chiese spaventata Halima.
- Non era una vera mummia – ansimò Farida – Ho sbagliato, ci assomigliava solo. Ho commesso un errore…
- Non importa – intervenne Rani tremando – Basta che torniamo a casa!
- Sì, torniamo – ordinò il vecchio Nabih, sfiancato al pari degli altri.
Si rimisero in cerchio e Farida cominciò a mormorare le formule. Un buco nell’acqua, alla fine. A quanto pareva erano destinati a non trovare mai nuovi membri. Ad attendere ogni mezzanotte un segnale rimanendone sempre delusi. Beh, pensarono tutti, sempre meglio che avere a che fare con tipi come quel demonio di Naraku.
 
 
 

Spazio autrice:
Sciao a tutti ^^ torno con una mia ennesima demenzialata <3
Allora, potete crederci o non crederci ma l’ASAM esiste sul serio, solo che è un’associazione completamente diversa. Nello specifico, è l’Associazione per gli Studi Aziendali e Manageriali x° cercate su Internet se non ci credete LoL io ho guardato per curiosità se avevo creato qualcosa di già esistente, e… XD ci sono rimasta abbastanza x°
Altre cose tecniche così non ci sono da spiegare XD è una delle mie What if? idiote, perché si sa che io diffido molto di Rumiko Takahashi XD quella non ci racconta la verità, nono XD *le sparano* suvvia, abbiate clemenza. So che i personaggi originali sono caratterizzati piuttosto superficialmente, però nel loro piccolo spero di averli resi benino. Ammetto che l’unica cosa che mi piace davvero di questa shot è Naraku che fa stretching XD *coccola Naraku*
Ok, non ho altro da dire :D spero vi sia piaciuta XD
Un bacio, Visbs88.
   
 
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