Ciao a tutti :D

Prima fic che posto qua su EFP me stappa lo champagne e fa un balletto Ebbene si, sono strana xD

Vabbè, mi chiamo Gio, sono Tiva, mooolto Tiva, mielosamente Tiva! Ma sono anche molto Zibbs, ovviamente sono fan del rapporto padre/figlia! Non so a quale persona possa venire in mente una Zibbs d'amore .-. Poi sono sempre opinioni, giusto?

Ancora una cosa da dire: se ci sono contenuti specifici nel capitolo, ve lo annuncerò a inizio pagina ;)

Bene, ci rivediamo nelle author's notes in fondo ;)

Enjoy!

I'll kill you

“La linea che separa i sogni dagli incubi è sottile come un ago e ben presto le ombre del passato tornarono a presentare il conto”.

Carlos Ruiz Zafon

Un dito sfiora la frase incisa su un quadro di legno antico.

Un ghigno malefico compare sul viso di una persona sconosciuta.

Persona calcolatrice. Fredda. Razionale. Senza sentimenti.

Quante cose si possono capire da un semplice sorriso.

La persona misteriosa si muove per la camera.

Passi talmente silenziosi da sembrare passi di un gatto.

Il respiro a malapena udibile.

Gli occhi scintillanti di malvagità.

La bocca ancora increspata dal sorriso.

La mano lascia il quadro per afferrare una foto.

La foto di una bambina piccola piccola.

Graziose trecce decoravano i capelli selvaggi e scuri.

Occhi vispi e curiosi marroni scuro.

La bocca aperta in un grande sorriso, che non lasciava neanche uno dei dentibi bianchi coperto.

Indossava una salopette e una maglietta arancione fluo con un fiore gigante stampato sopra.

La mano piccola e delicata era aperta e mostrava il palmo.

Chiaramente stava salutando il fotografo.

Nella tasca anteriore della salopette si intravede una pistola.

Nonostante l'arma in tasca, la foto trasmetteva una dolcezza infinita.

Dolcezza che non arrivò al cuore della persona misteriosa, che strappò la foto.

Nella squad room aleggiava un'aria di tensione.

Tony e Ziva stavano litigando.

Strano!

“Tony, lo sai che posso ucciderti con qualsiasi oggetto presente in questa stanza?”, urlò Ziva, gesticolando.

“Whoa, stai calma, Ziva! Non è colpa mia ciò che è successo!”, piagnucolò Tony, puntando il dito verso McGee “E' colpa sua!!”.

McGee guardò implorante Ziva.

“Tony, non dire asparagiate!”, sbraitò ancora la ragazza.

Tony spalancò gli occhi dopo la frase detta da Ziva.

Ziva lo guardò male, ma DiNozzo non se ne curò e scoppiò in una risata quasi isterica.

“Asparagiate? Questa è fantastica!”, disse DiNozzo con le lacrime agli occhi per il ridere.

Ziva era più che furibonda.

In quel momento, arrivò Gibbs che osservò la scena e riuscì a frenare Ziva prima che saltasse alla gola di DiNozzo, mettendole il caffè sotto il naso.

“Non tagliare la gola a DiNozzo, Ziver! Alla fine è utile, no?”.

“Posso ucciderlo, Gibbs?”, chiese Ziva irata.

“Nah, abbiamo un caso!”, rispose lui, mollandole il caffè in mano.

In quel momento, il 'din' dell'ascensore annunciò l'arrivo di Abby.

“Ciao a tutti! Ciao, Timmy! Ciao, Ziva! Ciao, Tony! Ciao, Gibbs!”, urlò Abby, abbracciando tutti, uno dopo l'altro

“Cosa succede? Sotto si sentivano delle urla!”.

“Tony e Ziva stavano litigando, Abs!”, rispose McGee, bevendo il suo caffè a piccoli sorsi.

Abby guardò prima Tony poi Ziva, poi di nuovo Tony e ancora Ziva.

“COSA?”, urlò Abby, stringendo gli occhi “Voi due NON dovete assolutamente litigare”.

McGee rise sotto i baffi.

Alla fine risero tutti e Gibbs accennò un sorriso.

“Ok, DiNozzo! Stavolta ti perdono, ma la prossima volta ti cavo gli occhi a mani nude!”, sorrise Ziva.

“Ora però toglietemi una curiosità: perché litigavate?”, chiese Abby indagatrice.

“DiNozzo ha riempito i miei cassetti di colla!!!”, esclamò Ziva.

Abby, McGee e DiNozzo cominciarono a ridere come dei deficienti, mentre Ziva guardò Gibbs sconsolata.

Ma poi si mise a ridere anche lei insieme agli altri.

Gibbs si alzò e tirò uno scappellotto a tutti quanti.

Prima a Tony, poi Ziva, poi McGee e Abby.

“Finito?”, domandò l'uomo, imbronciato.

Qualcuno stava osservando la scena e scattò una decina foto.

Tutte con lo stesso soggetto.

Ziva.

Un ghigno si aprì sulla bocca dell'osservatore.

“Ti ucciderò, Ziva David”.