Immergo le mani nel suolo,foglie secche, rami, erba mi pungono i palmi.
Le mie dita raggiungono la terra,
sorrido ed aumento la pressione.
Solo i polsi sono ora visibili,
i palmi a contatto con lumido terriccio.
Inspiro e sorrido di nuovo,
quando anche il mio corpo lentamente comincia ad affondare,
perché non è erba, quella intorno a me,
ma infide sabbie.
Ora aspetto, non mi resta che aspettare.
Zest