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Autore: KarenStrife    07/11/2011    1 recensioni
Non voglio che questi dannati sentimenti mi riempiano, facendomi sentire il peso di tutto. Voglio affogare, andare a fondo da sola perché mi sentirei meglio che con voi che mi state intorno e mi opprimente.
L'odio nei vostri confronti non ha un paragone, siete dei bastardi che non fanno altro che rinnegarsi per paura. Ero così anche io, ma adesso sono stanca.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è facile inventarsi un mondo interno quando ne hai uno all'esterno che ti corrode ed ha tutta la tua attenzione.
Non è facile sopportare questo mondo, dove sembra semplice parlare dei propri sentimenti, ma la verità non è sempre questa.
Soprattutto non è facile guardarsi intorno e non trovare persone dove fare appoggio e così nasce una cosa che viene chiamata solitudine.
Ho provato a fidarmi, una volta. Il resto è venuto da se e so, in un modo o nell'altro che non sarebbe andata diversamente se mi fossi fidata di qualcun altro.
Ho perso il mio mondo, quella volta. Ho perso la persona che più ho amato.
Non voglio fare la vittima, so che la mia fiducia negli altri mi porta a sbagliare.
Per gli altri è questione di tempo, per me è questione di sentire, almeno, un fondo solido, che possa resistere se sbaglio nuovamente.
Sono ben consapevole che non esiste niente del genere.
Ogni giorno sento qualcosa che mi fa cadere nel buio della mia stessa anima.
Una voce sempre uguale mi dice la verità, facendomi sentire vuota e spenta, con un semplice dolore al petto che si propaga allo stomaco e si ritira, facendomi sentire un calore per niente piacevole che mi avverte che qualcosa viene saldato di nuovo, non nel verso giusto, perché continuo a sentirmi male.
Qualcuno dall'interno mi chiede se avrò mai il coraggio di urlare che non ce la faccio più, ma la mia risposta è no, perché rimarrei sola. Oh, già, sono già sola, ma almeno quella lieve illusione di non esserlo... No, non c'è.
Qualcosa dentro spinge per venire fuori e per costringere il mondo intero a voltarsi solo per vedermi cadere a terra e urlare che sono tutti dei bastardi... Che la mia vita fa schifo e che il mio sorriso è falso, ma talmente bene allenato che sembra puro e sincero.
Mi sembrava troppo facile, guardarmi allo specchio e accettarmi.
Dannati moralisti.
Voglio morte e distruzione se questo servisse a farmi soccombere definitivamente.
Sembra facile per le persone parlare di te come se le tue parole che esprimono dolore fossero baggianate.
Facile per loro dire “Stai zitta, va”, quando però si presenta una come me che non ha mai accennato alla tristezza e comincia a urlare che è stanca di questa oppressione, non sanno come comportarsi e sbuffano, voltandosi nella parte opposta. Troppo facile, così.
Però io sono stanca, davvero.
Non ho mai detto niente, niente del mio dolore che intanto continuava a crescere.
Ho sempre sorriso e detto non mi importa quando mi chiedevano di mio padre, ma la realtà è che mi sento come se mancasse qualcosa.
Non essere accettata dal sangue del tuo sangue è una cosa che ti uccide piano piano e ti fa rendere conto che quella persona aveva ragione.
Bella la gente che supera tutto sorridendo, ma se qualcuno non ci riesce non è perché è debole, è perché non ha i mezzi per farlo.
Nessuno può farcela da solo, e io sono sola.
Questa volta, spero, sul serio.
La solitudine salda un muro così spesso che non ti importa più di niente, ed è così che mi voglio sentire: vuota, senza sentimenti stupidi, dedita alla vita come alla morte. Bei pensieri poetici, per una che non riesce neanche a dire che odia questo diavolo di mondo.

   
 
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